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Industria della meccanica tradizionale

Nel documento Rapporto 2001 (2.2mb) (pagine 68-71)

9. Industria manifatturiera

9.4 Industria metalmeccanica

9.4.1 Industria della meccanica tradizionale

Con questo termine si comprende il gruppo di attività meccaniche diverse dai mezzi di trasporto e da tutte le produzioni di macchine elettriche ed elettroniche. L’eterogeneità delle produzioni è abbastanza evidente visto e considerato che convivono prodotti a basso valore aggiunto (la minuteria metallica ad esempio) con altri ad elevato valore aggiunto e contenuto tecnologico quali ad esempio le macchine automatiche destinate all’industria, per non parlare della meccanica di precisione. Gli addetti, secondo l'ultimo censimento del 1996, sono prevalentemente concentrati nel trattamento e rivestimento dei metalli (sono compresi tra gli altri i lavori di alesatura, tornitura, fresatura ecc.) e nella produzione di macchinari destinati agli impieghi generali e speciali, questi ultimi rappresentati da tutta la gamma di macchine destinate alle industrie, compreso il segmento dell'impacchettamento che impiegava oltre 10.000 addetti.

-10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0

I.89 IV.89 III.90 II.91 I.92 IV.92 III.93 II.94 I.95 IV.95 III.96 II.97 I.98 IV.98 III.99 II.2000 I.2001

Produzione Trend 1.89 - 3.2001 MECCANICA TRADIZIONALE

PRODUZIONE INDUSTRIALE

variazioni percentuali sullo stesso trimestre dell'anno precedente Fig. 8

Nell’analisi della congiuntura si cercherà tuttavia di evidenziare sinteticamente l’andamento di ogni comparto che compone il gruppo dei “tradizionali”.

La congiuntura dei primi nove mesi del 2001, rilevata in 272 stabilimenti per un totale di 38.489 addetti (equivalgono al 19,7 per cento dell’universo censuario) è apparsa discretamente intonata, ma in misura meno intensa rispetto all'evoluzione del 2000.

La produzione è aumentata in volume del 3,8 per cento rispetto alla crescita del 7,8 per cento riscontrata nei primi nove mesi del 2000. Il grado di utilizzo degli impianti, pari all’81,4 per cento, è risultato lievemente inferiore ai livelli del 2000.

Il fatturato, valutato in termini monetari, è cresciuto del 5,9 per cento, a fronte di un’inflazione tendenziale attestata a settembre al 2,6 per cento. Siamo in presenza di un andamento comunque positivo anche se meno redditizio rispetto alla situazione emersa nei primi nove mesi del 2000. La politica dei prezzi alla produzione è stata improntata alla cautela. La crescita è stata di appena l'1,6 per cento rispetto all'aumento dell'1,9 per cento dei primi nove mesi del 2000.

La domanda è apparsa in rallentamento. I primi nove mesi del 2001 si sono chiusi con un incremento medio del 2,5 per cento, di oltre sei punti percentuali inferiore alla crescita dei primi nove mesi del 2000. Il rallentamento più vistoso è venuto dal mercato interno aumentato dello 0,3 per cento, rispetto alla crescita dell'8,0 per cento dei primi nove mesi del 2000. I mercati esteri sono cresciuti più velocemente, ma anche in questo caso siamo in presenza di un ridimensionamento rispetto al 2000.

Industria manifatturiera

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Unioncamere Emilia-Romagna - Rapporto sull'economia regionale nel 2001 e previsioni per il 2002

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I mercati esteri rivestono una grande importanza, come testimoniato dalla elevata quota di esportazioni sul fatturato prossima al 41 per cento, a fronte della media generale dell’industria manifatturiera di circa il 34 per cento. L'export è ammontato nei primi sei mesi del 2001 a 12.146 miliardi e 361 milioni di lire, con un aumento dell'8,4 per cento rispetto al primo semestre del 2000. Nel Paese la crescita è stata del 12,2 per cento.

L’approvvigionamento dei materiali destinati alla produzione è apparso difficile per il 17,4 per cento circa di aziende, rispetto alla quota del 21,9 per cento registrata nei primi nove mesi del 2000. Il miglioramento della situazione potrebbe dipendere dalla minore pressione esercitata dalla domanda. La quota di aziende che li ha considerati in esubero è leggermente aumentata, mentre è contestualmente diminuito il numero di chi al contrario li ha giudicati scarsi.

Le giacenze dei prodotti destinati alla vendita sono state considerate in esubero dal 18,0 per cento delle aziende, rispetto al 16,3 per cento dei primi nove mesi del 2000. E' diminuita la quota di aziende che, al contrario, le ha giudicate scarse.

L’occupazione è aumentata di appena lo 0,1 per cento, in forte rallentamento rispetto alla crescita del 2,9 per cento dei primi nove mesi del 2000.

Lo sviluppo imprenditoriale dei primi nove mesi del 2001 è stato caratterizzato da un’evoluzione positiva.

Le imprese attive in essere a fine settembre 2001 sono risultate 21.267 rispetto alle 20.828 di fine settembre 2000. Il saldo tra imprese iscritte e cessate dei primi nove mesi del 2001 è risultato attivo per 128 imprese rispetto al surplus di 25 imprese dello stesso periodo del 2000.

Passiamo ora ad esaminare l’evoluzione dei comparti che compongono il settore della meccanica tradizionale.

Il comparto dei metalli e loro leghe è largamente rappresentato dalla fusione dei metalli che dà lavoro a più della metà degli addetti del settore. Siamo in presenza di un settore il cui peso è sostanzialmente marginale all’industria manifatturiera, cosa questa che ha risparmiato all’Emilia-Romagna le forti tensioni derivanti dagli stati di crisi, che hanno afflitto l’industria dell’acciaio negli anni passati.

La congiuntura dei primi nove mesi del 2001, rilevata in 18 stabilimenti per un totale di 2.784 addetti, equivalenti al 41,6 per cento dell’universo censuario, è stata caratterizzata da un andamento decisamente meno brillante rispetto a quanto emerso nei primi nove mesi del 2000.

Il volume della produzione, dopo il largo aumento del 19,0 per cento riscontrato nei primi nove mesi del 2000, è diminuito dello 0,4 per cento. Il fatturato è apparso anch’esso in netto rallentamento, sia in termini monetari che reali, ovvero senza tenere conto dell’aumento dei prezzi alla produzione. Questi ultimi sono cresciuti di appena lo 0,1 per cento rispetto al sensibile incremento del 6,9 per cento dei primi nove mesi del 2000.

Al ridimensionamento della crescita di produzione e fatturato non è stata estranea la domanda risultata in crescita di appena lo 0,9 per cento, dopo che nei primi nove mesi del 2000 era stato registrato un aumento del 14,7 per cento. Il mercato interno che assorbe gran parte della produzione è calato dello 0,9 per cento, a fronte della crescita del 14,5 per cento dei primi nove mesi del 2000. Per l'estero è stato riscontrato un aumento pari al 4,7 per cento, molto più ridotto rispetto al 2000. Le esportazioni dei primi sei mesi del 2001, pari a 791 miliardi e 857 milioni di lire, sono cresciute del 6,7 per cento (+8,3 per cento nel Paese) rispetto all'analogo periodo del 2000, a fronte dell'incremento medio regionale del 7,7 per cento.

Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini è diminuito.

L’approvvigionamento dei materiali destinati alla produzione è risultato più difficile.

Le giacenze dei materiali destinati alla vendita sono state giudicate in esubero da una quota importante di aziende - siamo attorno al 20 per cento - tuttavia più ridotta rispetto alla pesante situazione dei primi nove mesi del 2000.

L’occupazione è aumentata dello 0,2 per cento, in misura molto più contenuta rispetto al brillante andamento dei primi nove mesi del 2000.

La consistenza delle imprese attive iscritte a fine settembre 2001 è stata di 291 unità, vale a dire il 3,0 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2000. Il saldo fra imprese iscritte e cessate dei primi nove mesi è risultato in leggero attivo, rispecchiando la situazione dei primi nove mesi del 2000.

Il comparto della fabbricazione di prodotti in metallo è il secondo per dimensione, in ambito metalmeccanico, dopo quello della produzione di macchine destinate all’industria e all’agricoltura. Secondo i dati del censimento intermedio del 1996, il 43 per cento degli addetti era adibito al trattamento e rivestimento dei metalli e a lavori di meccanica generale, vale a dire alesatura, tornitura, fresatura, lappatura ecc. Altre concentrazioni di una certa importanza erano riscontrabili nella fabbricazione di elementi da costruzione in metallo.

Industria manifatturiera

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La congiuntura dei primi nove mesi del 2001, rilevata in 86 stabilimenti per complessivi 6.285 addetti, equivalenti all'8,4 per cento dell’universo censuario, è stata contraddistinta da un generale rallentamento in linea con l'evoluzione del settore metalmeccanico.

La produzione è cresciuta in volume di appena lo 0,9 per cento rispetto all'aumento del 7,6 per cento riscontrato nei primi nove mesi del 2000. Il grado di utilizzo degli impianti si è attestato su livelli piuttosto ampi (81,5 per cento), ma inferiori a quelli rilevati nei primi nove mesi del 2000.

Il fatturato è aumentato a valori correnti del 2,5 per cento, collocandosi appena al di sotto dell'inflazione tendenziale di settembre. In termini reali, senza considerare l’incidenza dei prezzi alla produzione, è stata rilevata una crescita dell'1,5 per cento, inferiore di circa sette punti percentuali all'incremento dei primi nove mesi del 2000. I listini dei prezzi alla produzione sono aumentati dell'1,0 per cento, e anche in questo caso occorre sottolineare un certo rallentamento, in linea con l'andamento generale.

La domanda interna, che assorbe abitualmente circa l’80 per cento delle vendite, è diminuita dell'1,2 per cento rispetto all'aumento del 6,8 per cento dei primi nove mesi del 2000. I mercati esteri hanno mostrato una maggiore tenuta, con una crescita del 3,9 per cento, inferiore di oltre due punti percentuali rispetto all'aumento emerso nei primi nove mesi del 2000.

Le esportazioni dei primi sei mesi del 2000 sono ammontate a 1.037 miliardi e 556 milioni di lire, vale a dire il 4,3 per cento in più rispetto all'analogo periodo del 2000, rispetto alla crescita generale dell'economia emiliano - romagnola del 7,7 per cento. Nel Paese l'aumento è stato del 14,1 per cento.

Le giacenze dei prodotti destinati alla vendita sono state giudicate in esubero da una quota più ridotta di aziende. Nel contempo è diminuita la percentuale di aziende che le ha invece giudicate scarse. E' migliorato l’approvvigionamento dei materiali destinati alla produzione.

L’occupazione è risultata in calo dello 0,1 per cento, dopo la crescita dell'1,9 per cento rilevata nei primi nove mesi del 2000.

La compagine imprenditoriale è risultata in espansione. Nei primi nove mesi del 2001 sono risultate attive 12.157 imprese rispetto alle 11.707 dello stesso periodo del 2000. Il saldo fra imprese iscritte e cessate dei primi nove mesi del 2001 è risultato positivo per 125 unità, migliorando sensibilmente sull'attivo di 34 imprese emerso nell'analogo periodo del 2000.

Il comparto della fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici costituisce il comparto più numeroso dell'industria metalmeccanica dell'Emilia-Romagna. Secondo i dati del censimento intermedio del 31 dicembre 1999, le concentrazioni più importanti erano riscontrabili nelle macchine destinate all'impiego generale e speciale. In quest'ultimo comparto è compresa tutta la gamma ad alto contenuto tecnologico delle macchine destinate alle industrie, spaziando dalla robotica al packaging. Le industrie produttrici di macchine agricole occupavano circa 12.000 addetti.

I sondaggi congiunturali effettuati mediamente in 145 stabilimenti per complessivi 26.286 addetti, pari al 26,3 per cento dell’universo censuario, hanno registrato nei primi nove mesi del 2001 un aumento del volume della produzione pari al 5,1 per cento, (+2,9 per cento nel Paese), di circa due punti percentuali inferiore all'evoluzione dei primi nove mesi del 2000.

Il fatturato è apparso in crescita dell'8,2 per cento, a fronte di un'inflazione tendenziale attestata a settembre al 2,6 per cento. Nei primi nove mesi del 2000 l'incremento delle vendite era stato leggermente superiore.

La domanda è cresciuta in misura più contenuta rispetto all'evoluzione dei primi nove mesi del 2000, in linea con l'andamento generale dell'industria metalmeccanica. Il mercato interno è rimasto praticamente invariato, dopo la crescita del 7,7 per cento registrata nei primi nove mesi del 2000. I mercati esteri, che assorbono abitualmente più della metà delle vendite, sono cresciuti del 6,2 per cento, in termini comunque apprezzabili, ma meno elevati rispetto all'incremento del 10,2 per cento dei primi nove mesi del 2000. I dati Istat hanno confermato la tendenza espansiva della domanda estera. Limitatamente ai primi sei mesi del 2001, sono state registrate esportazioni per oltre 9.576 miliardi di lire, con una crescita dell'8,6 per cento (+11,3 per cento nel Paese) rispetto allo stesso periodo del 2000.

Le giacenze dei prodotti destinati alla vendita sono state giudicate in esubero da una quota non trascurabile di aziende, pari al 21,5 per cento, rispecchiando nella sostanza la situazione dei primi nove mesi del 2000. L'approvvigionamento dei materiali destinati alla produzione è apparso meno difficoltoso, come probabile conseguenza della minore pressione esercitata da una domanda apparsa in rallentamento.

L’occupazione è cresciuta di appena lo 0,1 per cento, in misura molto più contenuta rispetto al largo incremento del 2,7 per cento riscontrato nei primi nove mesi del 2000.

La compagine imprenditoriale si è lievemente ridimensionata. Le imprese attive esistenti a fine settembre 2001 sono risultate 6.742, vale a dire lo 0,9 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2000. Le iscrizioni al Registro delle imprese rilevate nei primi nove mesi del 2001 sono state 246 a fronte di 249

Industria manifatturiera

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cessazioni, per un saldo negativo pari a 3 unità, rispetto all'attivo di 10 imprese riscontrato nei primi nove mesi del 2000.

Il comparto della meccanica di precisione comprende la fabbricazione di apparecchi medicali, di precisione (misurazioni, controllo dei processi industriali ecc.), nonché strumenti ottici e orologi. In Emilia-Romagna quasi il 60 per cento degli addetti, secondo il Censimento intermedio del 1996, è occupato nel comparto del medicale. Altre concentrazioni degne di nota sono inoltre osservabili nella fabbricazione di strumenti e apparecchi di misurazione, controllo, prova ecc. e nella fabbricazione di apparecchiature per il controllo dei processi industriali. La fabbricazione di strumenti ottici ed orologi non arrivava ai mille addetti su un totale di settore di circa 14.000.

La congiuntura dei primi nove mesi del 2001, rilevata su un campione di 23 stabilimenti per un totale di 3.133 addetti, pari al 22,0 per cento dell’universo censuario, è risultata ben intonata. La produzione è aumentata dell'8,7 per cento, migliorando leggermente sull'andamento dei primi nove mesi del 2000.

Per il fatturato si può parlare di andamento soddisfacente. In termini monetari è stato registrato un incremento del 6,3 per cento, che si è confrontato con un’inflazione tendenziale attestata a settembre al 2,6 per cento. Per quanto concerne le vendite reali – corrispondono al fatturato al netto dell’incremento dei prezzi alla produzione – è stata rilevata una crescita pari al 4,2 per cento, rispetto all'incremento dell'8,7 per cento rilevato nei primi nove mesi del 2000.

I prezzi alla produzione sono apparsi in ripresa. Nei primi nove mesi del 2001 la crescita è stata del 2,1 per cento, rispetto al moderato aumento dello 0,7 per cento dei primi nove mesi del 2000.

La domanda è apparsa in crescita a ritmi apprezzabili, nonostante il rallentamento evidenziato nei confronti di un 2000 per certi versi straordinario. I primi nove mesi si sono chiusi con un incremento dell'8,2 per cento, rispetto al forte aumento del 15,0 per cento rilevato nei primi nove mesi del 2000. Il mercato interno, che assorbe abitualmente circa i due terzi delle vendite, ha registrato un aumento dell'8,0 per cento.

Per l'estero è stata registrata una crescita più sostanziosa, pari al 9,5 per cento, sicuramente apprezzabile anche se molto più contenuta rispetto alla autentica performance (+19,1 per cento) dei primi nove mesi del 2000.

Le esportazioni dei primi sei mesi del 2001 sono ammontate a 740 miliardi e 380 milioni di lire con un incremento del 13,2 per cento rispetto all'analogo periodo del 2000. Nel Paese la crescita è risultata superiore (+16,1 per cento).

Le difficoltà di approvvigionamento dei materiali destinati alla produzione sono apparse in sensibile diminuzione. Le relative giacenze sono state giudicate adeguate dalla grande maggioranza delle aziende.

Per quanto concerne le giacenze dei prodotti destinati alla vendita, appena l'8,0 per cento delle aziende le ha giudicate in esubero, a fronte della percentuale del 12,9 per cento relativa a chi, al contrario, le ha reputate scarse.

L’occupazione è salita dell'1,1 per cento, in termini più ampi rispetto all'andamento dei primi nove mesi del 2000.

L’assetto imprenditoriale è apparso in ripresa. Dalle 2.317 imprese attive di fine settembre 2000 si è passati alle 2.368 di fine settembre 2001.

La crescita della consistenza delle imprese si è coniugata al saldo positivo, fra imprese iscritte e cessate nei primi nove mesi, di 6 unità. Nello stesso periodo del 2000 era stato rilevato un passivo di 19 imprese.

Nel documento Rapporto 2001 (2.2mb) (pagine 68-71)