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L’informativa sui prodotti strutturati

3.5 Reazione a catena: conseguenze nella comunicazione finanziaria

3.5.2 L’informativa sui prodotti strutturati

I soggetti che hanno partecipato alla definizione dei prodotti strutturati sono numerosi e diversi e ciò ha portato a delle conseguenze negative non solo per

136 Sartori F., “Informazione economica e responsabilità civile”, CEDAM, 2011, pag. 113.

137 Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea, I, Atti legislativi, “REGOLAMENTO (UE) N. 462/2013 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 21 maggio 2013 che modifica il regolamento (CE) n. 1060/2009 relativo alle agenzie di rating del credito (Testo rilevante ai fini del SEE)” L. 146/1.

138 Sartori F., “Informazione economica e responsabilità civile”, CEDAM, 2011, pag. 114.

139 Regolazione agenzie di rating, “La nuova disciplina europea delle agenzie di rating” , pag. 459 http://www.irpa.eu/wp-content/uploads/2011/10/De_Bellis_Rating-Gda-2010.pdf.

103 quanto riguarda la valutazione, ma anche sulla trasparenza. Difatti durante la crisi dei 2008 l’ informativa da parte degli intermediari nei confronti del mercato non era chiara e trasparente e, in particolare, mancava una spiegazione attinente i rischi associati alle operazioni140. A causa di questa

inadeguatezza da parte degli intermediari e gli altri operatori il FSF141 è stato

incaricato di analizzare la situazione di crisi individuando le cause e le debolezze che hanno portato a far vacillare il mercato internazionale e quindi di proporre eventuali linee di intervento. Le raccomandazione proposte dal FSF sono cinque:

1. Rafforzare la vigilanza prudenziale in riferimento al patrimonio, liquidità e gestione del rischio;

2. Ottimizzare la valutazione e la trasparenza;

3. Modificare il ruolo e le modalità di utilizzo del rating; 4. Potenziare la risposta delle autorità competenti al rischio;

5. Usufruire di sistemi più forti per affrontare situazione di crisi e tensione142.

L’FSF incoraggia gli intermediari finanziari a diffondere delle informazioni che siano chiari e trasparenti in modo da garantire al mercato un’ efficace comunicazione, non solo per quanto riguarda i rischi, ma anche in riferimento alla gestione di essi e le politiche attuate. A tal proposito sono state effettuate delle analisi da parte del SSG143 sottolineando l’importanza dell’informativa

140 N. Luciano, “La crisi dei mutui subprime. Problemi di trasparenza e opzioni di intervento per le autorità di vigilanza”, N. 62 . Settembre 2008, pag. 16

141 Il Financial Stability Forum è nato nel 1999 su iniziativa dei Ministri finanziari e dei Governatori delle Banche centrali del G7 sulla scia delle raccomandazioni dell'allora presidente della Deutsche Bundesbank, Hans Tietmeyer. il Financial Stability Forum promuove lastabilità finanziaria internazionale e tenta di ridurre i rischi del sistema finanziario grazie allo scambio di informazionie alla cooperazione tra le istituzioni finanziarie mondiali.Fonte: http://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la- lente/financial-stability-forum111.htm

142 Financial Stability Forum, Comunicato stampa.

Fonte: http://www.bancaditalia.it/media/notizie/FSF/Fsf_comunicato_stampa_110408.pdf

143 Il Senior Supervisors Group (SSG) comprende attualmente autorità di vigilanza di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi , Spagna, Svizzera,Regno Unito e Stati Uniti (Office of the Superintendent of Financial Institutions (Canada), Autorité de ContrôlePrudentiel (Francia), Bundesanstaltfür Finanzdienstleistungsaufsicht (Germania), Banca d’Italia (Italia), Financial Services Agency (Giappone), De NederlandscheBank (Olanda), Banco Central de España (Spagna), FIMNA

104 all’esposizione dei prodotti con elevato rischio o comunque più rischiosi del passato e che vengono valutati dal mercato. Nel campione preso in considerazione appare che le comunicazioni verso il mercato sia stata trasmessa da almeno un intermediario; dal’altra parte le istituzioni che hanno diffuso al mercato delle informazioni sufficienti e complete sono veramente poche144.

Quindi per ristabilire la fiducia bisogna lavorare sul comportamento degli intermediari finanziari, cercando di migliorare e ottimizzare, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, la diffusione e trasmissione di informazioni significative e trasparenti per quanto attiene il rischio, la sua gestione, la valutazione e le politiche ad esso collegate. In particolare bisogna parlare di “prassi più avanzate di diffusione dell’informativa al mercato (leading practies)”145. Dal punto di vista quantitativo e qualitativo, per “prassi più

avanzate” si fa riferimento ad un più ampio contenuto informativo quali le informazioni che consentono agli agenti sul mercato di analizzare e comprendere i dati diffusi e valutare il rapporto rischio-rendimento delle esposizioni in bilancio. Mentre con il termine “informativa” si attiene sia ai dati dei prospetti informativi pubblici che alle informazioni divulgate nelle conferenze stampa per quanto riguarda i risultati del bilancio e nelle presentazioni pubblicate nei siti web degli intermediari finanziari, dove, in quest’ultimo caso, possiamo trovare informazioni aggiuntive, aggiornate e più specifiche.

Con riferimento alle prassi più avanzate possiamo prendere in considerazione la seguente tabella.

(Svizzera), Financial Services Authority (Regno Unito), Office of the Comptroller of the Currency, Securities and Exchange Commission, Federal Reserve (Stati Uniti).L’analisi in questione è “Leading

Practice Disclosures for Selected Exposures” dell’aprile 2008.

Fonte: https://www.bancaditalia.it/vigilanza/analisi-sistema/senior-sup-group 144 Financial Stability Forum, Comunicato stampa.

Fonte: http://www.bancaditalia.it/media/notizie/FSF/Fsf_comunicato_stampa_110408.pdf 145 Financial Stability Forum, Comunicato stampa, pag. 28.

105 Figura 3.7: Combinazione di informative

La seguente figura propone una serie di combinazioni di informative e in aggiunta ad esse sono state forniti al mercato, da parte di diversi intermediari, altri dati per ciascuna delle categorie illustrate nella tabella:

 “L’esposizione totale, comprensiva delle attività in bilancio e fuori bilancio (incluse le eventuali linee di credito erogate o impegnate);

 L’esposizione al lordo e al netto delle coperture;  L’esposizione al lordo e al netto delle svalutazioni”146.

106 Possiamo concludere dicendo che la crisi dei mutui subprime è dovuta quindi ad un serie di fattori sia macroeconomici, derivanti da una politica monetaria espansiva da parte della FED, che microeconomici, quali difficoltà nelle valutazioni dei prodotti strutturati, il ruolo e le responsabilità delle agenzie di rating, le incertezze attinenti la distribuzione del rischio. Il tutto ha portato ad un crisi di fiducia che ha colpito direttamente il mercato finanziario a livello mondiale147.

Fonte: http://www.bancaditalia.it/media/notizie/FSF/Fsf_comunicato_stampa_110408.pdf

147N. Luciano, “La crisi dei mutui subprime. Problemi di trasparenza e opzioni di intervento per le autorità di vigilanza”, N. 62 . Settembre 2008, pag. 23.

107 CAPITOLO IV

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