CAPITOLO 9 Le previsioni dell’IFRS 3
1.2 Informazioni generali
Per avere un quadro completo delle informazioni che devono essere fornite bisogna fare riferimento all’elenco contenuto nell’appendice B dell’IFRS 3, che al fine di questa trattazione sarà raggruppato per categorie al fine di esporlo in modo più significativo.
Innanzitutto è necessario identificare in bilancio ciascuna aggregazione aziendale effettuata, mediante l’indicazione e la descrizione del business acquisito, la data di passaggio del controllo, la misura dell’interessenza acquisita, le motivazioni alla base dell’operazione e le modalità di realizzazione. Sono dati basilari, molto sintetici, che permettono all’utilizzatore del bilancio di avere un quadro generale, tuttavia sono fondamentali per la contabilizzazione della business combination, si pensi alla data di riferimento che è quella alla quale tutte le valutazioni vengono effettuate.
3 L’IFRS 3, par 61 contiene la seconda norma generale: “l’acquirente deve fornire informazioni tali da
consentire agli utilizzatori del suo bilancio di valutare gli effetti economico-finanziari delle rettifiche rilevate nell’esercizio corrente relative alle aggregazioni aziendali verificatesi nello stesso esercizio o in esercizi precedenti”.
4 Questa problematica è stata riconosciuta dallo stesso IASB nelle Basis for Conclusions relative al processo
di revisione dell’IFRS 3. Vedere INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS BOARD,
International Financial Reporting Standards (IFRSs), IASCF pubblications department, LONDON, 2008,
181 Anche l’avviamento deve essere oggetto di specifica descrizione5, a livello di
motivazioni che stanno alla base della sua insorgenza. Tra l’altro dall’applicazione del metodo dell’acquisizione può scaturire anche un risultato negativo nel caso di acquisto a prezzi favorevoli, anch’esso da motivare assieme all’indicazione dell’utile che viene inserito a conto economico.
Il terzo gruppo di informazioni concerne la descrizione del corrispettivo pattuito per l’acquisizione, compreso quello (eventuale) potenziale6. In questi casi entra in gioco
la valutazione al fair value per ogni categoria da cui è formato il corrispettivo, che risulta essere più complessa se esso è potenziale e quindi condizionato al verificarsi di determinate condizioni, che devono essere anch’esse puntualmente riportate in quanto la fuoriuscita di risorse può esserne condizionata in modo molto rilevante.
Continuando l’indagine dell’informativa dovuta, si arriva a quella sugli elementi attivi e passivi acquisiti. La specifica norma stabilita dall’IFRS 3 è inopportunamente molto sintetica, visto che riguarda uno dei nodi cruciali dell’applicazione dell’acquisition
method; essa indica semplicemente di riportare “gli importi rilevati alla data di acquisizione per ciascuna categoria principale di attività acquisite e passività assunte”.
In linea di principio le note potrebbero quindi riportare solo il valore contabile degli elementi così come risulta dal bilancio dell’entità acquisita, o il loro fair value, oppure ancora entrambi i valori.
Le tre opzioni sopra ipotizzate sono in ordine crescente di adeguatezza. Riportare il solo valore contabile sarebbe palesemente dannoso per gli utilizzatori del bilancio, in quanto esso rappresenterebbe quello riferibile all’entità acquisita e non quello reale di cui può disporre l’acquirente, che lo apprezza secondo il beneficio che si aspetta di ricavare da ciascun elemento attivo (o il valore di estinzione per le passività). Per evidenziare in modo aderente le valutazioni effettuate è quindi indispensabile riportare il fair value di tutti gli elementi7, il che permette anche agli utilizzatori del bilancio di verificare la sua congruità, anche in rapporto alle peculiarità aziendali. Questo secondo criterio è quello
5 Deve essere indicato anche l’importo fiscalmente deducibile.
6 In particolare, in caso sia previsto un corrispettivo potenziale devono essere indicati: l’ammontare (al fair
value) alla data di acquisizione, la descrizione dell’accordo con la formula per la determinazione del
corrispettivo e la stima dell’intervallo dei risultati possibili (o le motivazioni che impediscono di farla).
7 Tale genere di esposizione è adottata anche in ERNST & YOUNG, Good group (international) limited,
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minimo utilizzato nella prassi, in quanto al contrario del primo permette anche di determinare (e di verificare) l’avviamento8.
La terza opzione, che prevede di indicare per ciascun elemento entrambi i valori sopra descritti, è naturalmente la migliore dal punto di vista informativo e permette di apprezzare in modo analitico tutte le rettifiche effettuate. Tra le più significative risulta essere quella relativa alla fiscalità differita, in quanto la variazione in aumento (generalmente delle imposte differite) corrisponde a quella che scaturisce in modo originario proprio dalla business combination in termini di maggiori valori riconosciuti in bilancio, ma non dalle norme fiscali. Purtroppo, solamente poche società nella prassi applicano quest’ultima metodologia e come si è visto nei casi pratici esaminati nei capitoli precedenti questo influisce negativamente sulla possibilità di effettuare un’analisi approfondita sulla qualità e sul peso degli elementi acquisiti e sulle rettifiche ad essi apportate, nonché sulle componenti che hanno contribuito alla determinazione del corrispettivo.
Più analitica è invece la disclosure richiesta per una particolare categoria di attività ottenute: i crediti. Per essi è richiesta l’indicazione, separata per ogni tipologia di credito, del fair value, degli importi lordi e della stima degli importi che si prevede non saranno incassati. Allo stesso modo, anche per le passività potenziali è richiesta un’informativa specifica, mediante il rinvio a quanto previsto dal principio contabile loro dedicato9 che
impone: 1) una breve descrizione della natura dell’obbligazione e del momento futuro in cui si prevede l’uscita di cassa; 2) l’indicazione delle incertezze riguardo alla tempistica o all’ammontare dei flussi di cassa negativi; 3) l’ammontare di qualsiasi indennizzo previsto, specificando l’ammontare di ciascuna attività rilevata per l’indennizzo atteso. Si ricordi che il riconoscimento delle passività potenziali all’interno di una business
combination differisce da quanto stabilito dal loro principio specifico, in quanto devono
essere contabilizzate ogni volta che il loro fair value può essere attendibilmente stimato. Proprio per questo, se ciò non è possibile, è necessario riportare le motivazioni di questo fatto oltre alle indicazioni contenute nel paragrafo 86 dello IAS 3710.
8 Nello stesso senso anche FABIO RIZZATO, Le note al bilancio IAS/IFRS sulle aggregazioni aziendali,
Giuffré, MILANO, 2008, pag. 57. L’Autore si sofferma in modo particolare sull’idoneità di tale metodo a tutelare l’informativa dovuta nei confronti degli utilizzatori del bilancio, pur precisando che non è in assoluto il migliore.
9 Tale principio è lo IAS 37, par. 85 e 86.
10 Questo paragrafo impone la presentazione di: 1) una stima dei suoi effetti finanziari, determinati secondo
le disposizioni dei paragrafi 36-52; 2) una indicazione delle incertezze relative all’ammontare o al momento di sopravvenienza di ciascun impiego; 3) la probabilità di ciascun indennizzo.
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