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 Tende ad essere schivo/a, timido/a e ritirato/a soprattutto nelle situazioni sociali

 Tende a preoccuparsi di essere criticato/a, disapprovato/a o rifiutato/a in situazioni sociali

 Tende a non avere relazioni intime né amici stretti

 Tende a sentirsi isolato/a e privo/a di qualunque appartenenza (a scuola e a casa)

 Tende ad essere timido/a e la timidezza aumenta con l'età

 Tende a evitare le situazioni sociali e le relazioni intime perché teme di trovarsi in imbarazzo o umiliato/a

 Tende a fare qualsiasi cosa pur di ottenere accudimento e supporto da altri, fino al punto di offrirsi per compiti spiacevoli

Pattern Emergente di Personalità con Ossessività Patologica

La personalità con Ossessività Patologica è caratterizzata da un eccesso di precisione, attenzione ai dettagli e alle regole, preferenza per le attività produttive e alcuni pensieri ossessivi non riconducibile a manifestazioni tipiche dell’età di latenza. Sono bambini poco empatici, un po’ bizzarri, con difficoltà nell’intimità e ad esprimere stati interni negativi. Sono rigidi, iper-vigili e testardi con pensieri peculiari. Presentano una serie di rituali collegati a idee molto precise su come vadano fatte le cose. Hanno paure collegate alla sporcizia che spesso vengono da genitori iperprotettivi e ansiosi. Non hanno amici perché non ne sentono il bisogno. Il rendimento scolastico può essere inficiato dalla necessità di seguire rituali estenuanti. È la tipologia di personalità nevrotica più compromessa. In alcuni casi è possibile ipotizzare una continuità con il DOCP in età adulta (Fortunato & Speranza, 2018).

Le caratteristiche del DOCP sembrano essere persistenti dall’infanzia all’età adulta, per questo ipotizziamo che esista una continuità omotipica del disturbo. Nell’infanzia però l’aspetto ossessivo è centrale perché l’aspetto compulsivo può non essere sempre presente durante lo sviluppo (Westen, et al., 2005). Con l’ossessione, questi bambini, cercano di mantenere la sensazione di controllo fino al punto di perdere lo scopo principale dell’attività. Sono eccessivamente coscienziosi, scrupolosi e intransigenti in tema di moralità, etica o valori; possono anche essere autocritici nei confronti dei propri errori; sono rigidamente

alle regole. Possono essere incapaci di gettare via gli oggetti consumati o di nessun valore, anche quando non hanno un significato affettivo. Hanno difficoltà nell’empatia e nel riconoscimento del punto di vista degli altri e in generale nelle relazioni (Kernberg, et al., 2000).

Secondo P. Kernberg e colleghi (2000), clinicamente nei bambini sono osservabili tratti di ipercontrollo e di inibizione dell’aggressività come difese compensatorie contro le sottostanti fantasie sadiche. Nel gioco e nei sogni si vede rapidamente un’aggressività rudimentale e caricata di un piacere viscerale, in contrasto con il loro comportamento pubblico di tipo coartato. La presenza di questo materiale sadico a sua volta genera ansia ed amplifica il bisogno sia di controllare gli altri in modo onnipotente che di coartare i propri affetti sul piano interno e interpersonale. Questi comportamenti alienano gli altri, con un impatto negativo sulle amicizie e sulle relazioni familiari. I tratti dell’ossessività hanno correlati nello sviluppo normale, incluso il ricorso all’utilizzo del “pensiero magico” nel tentativo di controllare gli altri e l’ipersensibilità alle critiche che i bambini tra i 5 e i 12 anni di età mostrano quando vengono interrogati. Il bambino in età di latenza è interessato alle regole e ai giochi di regole ma non esibisce un’ipersensibilità a questi aspetti. Anche Schaefer e Millman (1994) vedono il comportamento compulsivo e perfezionistico come un normale percorso evolutivo. I bambini spesso passano eccessive quantità di tempo a pulirsi, a fare la doccia, a prepararsi i vestiti e le compulsioni possono presentarsi nella tarda infanzia. I bambini che sviluppano personalità compulsive sono quelli la cui pignoleria, ordine, puntualità, intolleranza per la confusione e lo sporco, iper-attenzione ai dettagli prendono troppo tempo e interferiscono con le loro attività ordinarie.

L’ossessività può essere immaginata come un continuum. All’estremo più disturbato del continuum questi bambini si possono difendere da un’ansia soverchiante, da desideri di regressione, perdita dell’esame di realtà o del controllo degli impulsi, sono bambini i cui

bisogni di controllo hanno un’ostinazione che opprime le loro famiglie e il loro ambiente. All’estremo più sano sono bambini obbedienti che seguono le regole e sono molto coscienziosi rispetto ai doveri come i compiti scolastici e le faccende di casa.

I bambini ossessivi gestiscono l’angoscia con difese quali l’isolamento degli affetti, la compartimentalizzazione e l’intellettualizzazione. I bambini compulsivi gestiscono l’ansia attraverso comportamenti perfezionistici e ripetitivi che possono avere il significato di “annullare” le fantasie (PDM Task Force, 2006). Il Super-Io rigido e severo, derivante dall’interiorizzazione di una figura genitoriale vissuta come sempre insoddisfatta, spinge questi individui a ricercare la perfezione, anche se una sensazione di reale soddisfazione di sé è comunque preclusa.

Rispetto all’eziologia del disturbo, Andrews e colleghi (1990) sono giunti alla conclusione che nei DOCP vi è familiarità in misura significativa. Stone (1993) ha osservato che anche se i fattori genetici predispongono alla struttura di personalità, il DOCP è modellato da pattern di accudimento che enfatizzano il conformismo, la pulizia, l’obbedienza automatica all’autorità e le punizioni. Parker e Stewart (1994) hanno osservato che alcuni tratti DOCP nei bambini influenzano negativamente le performance scolastiche ma anche che il sistema educativo “applaude” alcune caratteristiche del DOCP quali la pulizia, la precisione, la competitività, l’autocritica e il bisogno di mantenere il controllo.

Tra le condizioni cliniche bisogna tenere in considerazione il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC). È importante ricordare la distinzione tra il DOCP e il DOC che può essere riassunta attraverso i concetti di egosintonia dei sintomi che caratterizza i primi e di egodistonia che caratterizza i secondi. Diaferia e colleghi (1997) hanno analizzato la relazione tra DOCP e DOC, concludendo che le due entità possono condividere delle caratteristiche fenomenologiche, ma non appartengono allo stesso spettro genetico. Hanno proposto che

vita indotti dai sintomi clinici del DOC piuttosto che a preesistenti caratteristiche personologiche. Non hanno trovato differenze nell’età di insorgenza tra pazienti DOC con DOCP e quelli senza, e hanno notato che il DOCP poteva essere diagnosticato in pazienti di 10 anni di età.

Riportiamo in maniera esemplificativa i 7 item più significativi.