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Inquadramento generale

IL QUADRO ITALIANO

1. Inquadramento generale

1.1. Il quadro nazionale per settori di attività, regione e indennizzi

In Italia, secondo le stime epidemiologiche, almeno cinque milioni di lavoratori svolgono abitualmente attività che prevedono la movimentazione manuale di carichi e azioni ripetitive. Fra questi lavoratori, i disturbi e le malattie muscolo-scheletriche, acute e croniche, sono più diffuse che in altre collettività di lavoro, ma si tratta solo di una porzione della realtà, poiché di queste patologie spesso non viene approfonditamente valutata la correlazione con fattori extralavorativi che le renderebbe identificabili come malattie comuni, non come malattie professionali da denunciare all’Istituto Assicuratore.

Dalle rilevazioni a cura dell’INAIL, risulta che le malattie professionali, a differenza di quanto accade per gli infortuni sul lavoro, sempre in continua e forte decrescita, negli anni recenti hanno dimostrato una tendenza quasi costante intervallata da periodi di maggiori denunce e altri periodi con trend inverso;

questa stessa argomentazione non pare perpetrabile riguardo al caso tutto particolare delle malattie muscolo-tendinee e osteo-articolari. Infatti, l’evidenza statistica della serie storica dal 2006 al 2010 porta ad affermare che queste malattie professionali attraverso un repentino aumento negli anni, costituiscono ad oggi, circa 26.000 denunce rappresentate principalmente da tendiniti e affezioni dei dischi intervertebrali come anche della sindrome del tunnel carpale, la principale patologia professionale denunciata. Prendendo in esame il solo biennio 2009-2010 è possibile considerare un aumento esponenziale (1) del numero di denunce rispetto agli anni precedenti, fino a rappresentare un incremento percentuale di oltre il 159,7% rispetto alle statistiche dell’anno 2006.

Entrando più nel dettaglio, come valutabile dalla Tabella 26, nel corso dell’ultimo quinquennio le malattie professionali nel nostro Paese hanno conosciuto una vera e propria rivoluzione dal punto di vista dell’andamento statistico.

Fino all’anno 2006, infatti, il trend delle denunce pervenute all’INAIL da parte dei lavoratori assicurati, per il riconoscimento e l’eventuale indennizzo, si era mantenuto sostanzialmente stabile attestandosi mediamente sui 26.000/27.000 casi annui e facendo registrare, in tutto il quinquennio precedente, variazioni molto limitate con un saldo complessivamente prossimo allo 0%.

Improvvisamente, nel 2007 le denunce di malattie da lavoro sono cresciute di oltre 2.000 casi rispetto all’anno 2006 (da 26.745 a 28.819) facendo segnare un incremento del 7,8% e imponendosi come punto di rottura nell’evoluzione del trend di medio periodo.

(1) E. Occhipinti, D. Colombini, D. Alhaique, E. Badellino, A. Baratti, M. Calamita, A. Goggiomani, D. Magosso, B.

Manfredi, E. Raso, G. Ombuen, O.U. Osnato, A. Ossicini, A. Papale, I disturbi muscoloscheletrici lavorativi. La causa, l’insorgenza, la prevenzione, la tutela assicurativa, (a cura di) Istituto Italiano di Medicina Sociale (IIMS), 2007.

L’anno 2007, a sua volta, non era che l’inizio di un lungo periodo di crescita, continua e progressiva, che si protrae ancora fino ai giorni nostri.

Nel 2008, infatti, vi è stato un ulteriore balzo, seppure di dimensioni più modeste (+ 4,1% pari ad oltre 1.000 casi in più) che ha portato a circa 30.000 il numero delle denunce in quell’anno. Un incremento ancora superiore (quasi 5.000 casi in più, pari a + 16% ) si è registrato nel 2009 per raggiungere poi la punta massima di crescita nel 2010, quando sono state denunciate ben 42.400 malattie professionali vale a dire 7.600 casi in più rispetto all’anno precedente con un aumento annuo record pari al 21,9%.

Complessivamente nell’intero quinquennio la crescita è stata pari al 58,5% passando dai 26.745 casi del 2006 ai 42.397 del 2010: quasi 16.000 denunce in più nel giro di pochi anni.

Rispetto alla crescita media generale si registra un incremento più contenuto (+42,4%) nella gestione Industria e Servizi, anche se risulta molto più consistente se si valuta in termini assoluti (oltre 10.000 casi). Tra i Dipendenti statali l’aumento è stato del 34,6%, ma che in termini assoluti, stante le ridotte dimensioni del fenomeno in questa gestione, equivale in pratica ad un centinaio di casi; va tenuto conto, al riguardo, come questa gestione sia caratterizzata da una netta prevalenza di attività a carattere impiegatizio o comunque di tipo amministrativo.

Ma il vero e proprio boom si è verificato in Agricoltura dove dalle 1.446 denunce del 2006 si è passati alle 6.388 del 2010: un aumento di circa 5.000 denunce pari addirittura a + 341,8%, in pratica più che quadruplicate.

Va segnalato, peraltro, che gli ultimi dati provvisori, diffusi dall’INAIL, indicano come anche per il 2011 sia proseguita la tendenza al rialzo, anche se in misura più contenuta rispetto all’esplosione avvenuta nell’anno precedente. Il numero di malattie professionali denunciate nel 2011 si attesta intorno alle 46.500 unità e segna un ulteriore incremento di circa il 10% rispetto al 2010.

Questa considerazione dei dati di fatto, certamente non è imputabile ad un improvviso peggioramento delle condizioni di lavoro e dalla salubrità dei luoghi stessi ma più verosimilmente è riconducibile ad una progressiva emersione del fenomeno, talvolta anche incontrollata e confusa. (2) Anche perché, tecnicamente, rispetto agli infortuni che sono originati da un evento improvviso e traumatico, le malattie professionali hanno la peculiarità di un’insorgenza di natura lenta e subdola, che richiede tempi anche molto prolungati prima di manifestarsi. D’altronde è noto che i dati ufficiali sul fenomeno tecnopatico soffrono di una storica deformazione di valutazione, attribuibile a una serie di motivi tra cui, appunto, i metodi di rilevazione, i lunghi periodi di latenza delle patologie e le difficoltà di individuazione e accertamento del nesso causale lavoro-correlato, specie se si tratta di patologie a base spiccatamente multifattoriale e suscettibili di forte influenza della interfaccia casa-lavoro, come quelle oggetto della presente analisi.

(2) Si veda il rapporto INAIL 2010, luglio 2011.

Tabella 26 – Malattie professionali denunciate per tipo di malattia in tutte le gestioni assicurative dal 2006 al 2010

Fonte: Rapporto INAIL 2010

Figura 27: Andamento delle malattie professionali nelle gestioni assicurative

Fonte: elaborazione su dati Inail 2011

0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000

2006 2007 2008 2009 2010

Agricoltura

20000 22000 24000 26000 28000 30000 32000 34000 36000

2006 2007 2008 2009 2010

Industria e Servizi

200 250 300 350 400 450

2006 2007 2008 2009 2010

Dipendenti dello Stato

Gli ultimi dati diffusi dall’INAIL indicano anche per le patologie muscolo-scheletriche un ulteriore incremento di circa 4.000 casi, pari a +15% rispetto al 2010. Il numero di denunce nel 2011 è stato infatti pari a circa 30.500 unità.

Si tratta di dati rilevati alla data del 31 marzo 2012 e quindi da considerare ancora provvisori: i dati sulle malattie professionali richiedono, per loro natura, tempi di trattazione e di definizione piuttosto prolungati e quindi necessitano di consolidamenti temporali maggiori rispetto agli infortuni sul lavoro. Per questi motivi le analisi di natura strutturale che vengono effettuate in questa sede fanno riferimento agli anni 2006-2010, un periodo che allo stato attuale si può ritenere sufficientemente consolidato e statisticamente affidabile.

Tabella 27: L'andamento delle patologie muscolo-scheletriche in complesso

Tipo di malattia 2006 2007 2008 2009 2010

Variazione 2010/2006 assoluta % TOTALE MALATTIE

PROFESSIONALI 26.745 28.819 29.989 34.793 42.397 15.652 58,5