I vincoli cartografati nell'ambito dell'area in studio sono (All. 5):
Vincolo idrogeologico derivante dalla L. n. 431 del 08/08/85 (Legge Galasso) art. 1 lett. a, che protegge i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 m dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare.
Vincolo paesaggistico derivante dalla L. n. 1497 del 29/06/39, ripreso dalla L. n. 431 del 08/08/85 e inserito nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio approvato con D.L. n. 42 del 22/01/2004 che vincola a livello nazionale le aree di notevole interesse pubblico e paesaggistico.
Zone di interesse archeologico indicate nella Carta dei Beni Paesaggistici approvata con D.L. n.
42 del 22/01/2004.
Limite di inedificabilità riferito all'art. 15 della L.R. n. 78 del 1976 che vieta le costruzioni entro una fascia di 150 metri dalla battigia.
A questi vincoli si aggiunge l'area di pertinenza del porto delimitata come indicato nel P.R.G. del Comune di Vittoria.
9. DECRIZIONE DEL PROGETTO E DELLE SUE CARATTERISTICHE
L’intervento progettato è un intervento di ripascimento artificiale finalizzato alla ricostruzione della spiaggia di Scoglitti nella tratta a Levante del porto, comprendente il tratto di litorale tra la falesia immediatamente a est del porto di Scoglitti e la Punta Zafaglione per un’estensione di circa 3,2 km.
L’opera da realizzare è ideata concettualmente come un progetto di “ripristino ambientale”
sotto i profili normativi e vincolistici, avendo lo scopo cioè di ricostituire la spiaggia, cercando di riportare gli arenili ai loro aspetti originari di estensione e di profondità, rivalutandone la loro funzione come luoghi di attività turistico – balneari, principale fonte economica del luogo. Nello stesso tempo si cerca anche di evitare, specialmente come rilevato in prossimità di Punta Zafaglione, l’azione erosiva del mare nei confronti della strada e delle abitazioni del litorale.
Dallo studio svolto sulla spiaggia di Caucana dove si è realizzato un “intervento pilota” di ripascimento artificiale, si è evidenziata una scarsa portata liquida da parte dei corsi d’acqua del ragusano passanti per l’altopiano carsico (Formazione Ragusa), il quale assorbe le già deboli precipitazioni, riducendo quindi la capacità liquida e la capacità di trasporto solido dei fiumi e torrenti. Inoltre in tale studio si afferma che l’energia di trasporto di moto ondoso sottocosta assume
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una direzione prevalente da Ovest verso Est, condizione che è stata confermata anche dalla presenza di insabbiamento delle strutture costiere sul lato occidentale.
Si prende atto quindi che in generale il litorale è in arretramento principalmente per i pochi apporti solidi ricevuti, avendo appunto le spiagge del ragusano come rifornitori principalmente solo i fiumi ad Ovest di Gela, dai quali poi i litorali iblei rimangono oggi anche isolati per la costruzione di numerose opere marittime.
Sull’equilibrio naturale della fascia costiera in studio, inoltre hanno sicuramente inciso, come evidenziato nello studio preliminare, sia la costruzione della diga sul fiume Acate-Dirillo, che ha evidentemente ostacolato l’apporto solido tributario della spiaggia in questione, sia localmente, la costruzione di alcune barriere frangiflutti realizzate immediatamente a levante del porto di Scoglitti, opere che si sono rivelate poi nel tempo inefficaci alla protezione dell’apparato stradale del lungomare est di Scoglitti, nel tratto vicino al cimitero.
Poiché non si può pensare da una parte di poter ripristinare in breve tempo le portate solide dei corsi d’acqua e dall’altra di ricorrere ad opere di difesa troppo onerose e spesso causa di degrado ambientale, nonché innesco di fenomeni erosivi nelle zone limitrofe a quelle che si intende proteggere, ne scaturisce la necessità di compensare il deficit di materiale litoraneo con apporti artificiali di sabbia e cioè appunto intervenire con il ripascimento artificiale che rappresenta quindi la soluzione a minore impatto ambientale.
Questa tecnica, se utilizzata correttamente, può portare a notevoli avanzamenti della spiaggia senza causare effetti negativi all’ambiente e alle spiagge limitrofe, infatti proprio uno degli aspetti positivi di questo intervento è la sua semplicità concettuale: la sabbia che viene a mancare dal naturale trasporto solido viene sostituita integralmente o in parte con sabbia prelevata in genere da fondali marini o cave terrestri. Inoltre, il ripascimento artificiale non deturpa il paesaggio costiero e non ha sfavorevoli ripercussioni sul regime dei litorali, che anzi, non possono che essere favoriti da un incremento di apporti sedimentari.
Diventa essenziale però la disponibilità di importanti quantitativi di materiali idonei dal punto di vista granulometrico e composizionale, che andrebbero recuperati preferibilmente in ambito marino, sia sottocosta che in alti fondali, o anche contemporaneamente utilizzando materiale calcareo di cava opportunamente macinato e lavorato in impianti forniti di regolare concessione e autorizzazione.
Per rendere più stabili i sedimenti riportati artificialmente sulla spiaggia, vista la prevalenza del flusso di energia verso Est, si è prevista la protezione della zona di ripascimento con opere
rigide date da pennelli ortogonali alla riva, realizzati in massi calcarei naturali, allo scopo di ridurre e contenere la dispersione di sedimenti, ostacolando quindi la naturale deriva dei materiali.
Generalmente questi si estendono dalla spiaggia emersa fino alla prima linea dei frangenti, la loro funzione è quella di costituire un accumulo di sedimenti sopraflutto a scapito dei settori sottoflutto, il loro dimensionamento risulta estremamente importante affinché il materiale in transito possa essere distribuito su tutta l’area interessata e non venga del tutto ostacolato dalle strutture poste sopraflutto.
Fenomeni indesiderati attribuibili a questo genere di opere possono essere, oltre all’interruzione del drift litoraneo ed il conseguente depauperamento delle spiagge sottoflutto, i cambiamenti subiti dalla circolazione costiera che spesso provocano il trasporto dei sedimenti in transito verso profondità maggiori, sottraendoli alla dinamica litoranea.
La spiaggia comunque che si verrà a costituire sarà quindi compresa negli alveoli formati tra i pennelli ed assumerà il tipico andamento a dente di sega.
Un ripascimento artificiale tramite materiale naturale rappresenta come detto quindi la soluzione a minore impatto ambientale, tuttavia è fondamentale la fase di reperimento dei materiali, sia per l’intervento iniziale, che per gli eventuali successivi interventi di ricarica e mantenimento, verificando contemporaneamente la compatibilità composizionale degli inerti per non compromettere la riuscita dell’intervento stesso.
Nello specifico, a determinate classi dimensionali del materiale sedimentario, competono specifici angoli di riposo. Un materiale detritico sovrapposto ad altro materiale detritico, caratterizzato da un angolo di riposo maggiore, viene a trovarsi in condizioni di equilibrio metastabile e quindi una qualsiasi sollecitazione dinamica ne determinerà l’allontanamento immediato. Pertanto il diametro medio degli inerti deve essere in generale uguale o poco superiore a quello preesistente, perché si potrebbero innescare effetti negativi, come l’erosione delle spiagge sottoflutto, dovuta alla differenziale mobilità del sedimento.
Informazioni importanti sull’andamento degli apporti solidi, sulla durata degli interventi e sui tempi delle eventuali azioni di mantenimento, si ottengono mediante un apposito monitoraggio da effettuare sia durante i lavori che ad intervento realizzato. In particolare si prevede di attuare: 1) il campionamento superficiale dei materiali della spiaggia emersa e sommersa, 2) il rilievo dei profili e della linea di costa dell’area interessata, 3) la ripetizione nel tempo dei rilievi plano-altimetrici da effettuare tramite i capisaldi preliminarmente fissati in modo da constatare le eventuali variazioni temporali di livello.
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Il risultato dell’opera va quindi inquadrato su scale temporali medio lunghe, si deduce allora l’importanza di considerare tali interventi in un’ottica di pianificazione.
In conclusione, gli scopi del progetto, come anche riportato nello studio preliminare, sono diversi e principalmente:
• Paesaggistico e naturalistico, con il ripristino della spiaggia originaria ad orlare la falesia litoranea.
• Di ricostruzione della spiaggia a protezione di edifici civili e strade litoranee, in quanto, specialmente nei tratti di costa prossimi a Punta Zafaglione, la riva è in netto arretramento e in alcuni punti scompare del tutto, con il risultato che il mare batte direttamente sulla falesia avvicinandosi alla strada litoranea.
• Di conservazione e talora di miglioramento degli aspetti estetici.
• Funzionale, ad eliminare lo scavalcamento del molo portuale e la tracimazione della sabbia nello specchio acqueo.
• Utilitario, in quanto fornisce il sedime di spiaggia balenabile, oggi talora assente in un contesto turistico-residenziale in espansione.
10. STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE E RELATIVE CONSIDERAZIONI
Lo Studio di Impatto Ambientale rappresenta il primo passo della procedura di VIA, in pratica è uno strumento di supporto alla fase decisionale sull’ammissibilità di un’opera, coincide quindi con una fase di previsione degli impatti potenzialmente significativi dovuti all’esistenza del progetto mediante la loro identificazione e la loro stima.
La valutazione degli impatti generali di un’azione di ripascimento artificiale viene operata secondo tecniche che si rifanno all’uso delle matrici di valutazione. Questa metodologia consente di descrivere in modo sistematico le più significative interazioni opera – ambiente, ed in particolare l’identificazione delle componenti ambientali maggiormente suscettibili di impatto e delle attività di cantiere e di esercizio principalmente responsabili degli impatti determinati.
Le matrici di valutazione consistono in checklists bidimensionali dove, ad esempio, una lista di azioni previste per la realizzazione dell’intervento è messa in relazione con una lista di componenti ambientali per identificare le potenziali aree di impatto.
Quindi si procede con la valutazione dell’interazione tra fattori causali e componenti impattate, dove:
• fattori causali sono le azioni e gli interventi derivanti dalla realizzazione dell’opera e necessari per il funzionamento e la gestione dell’opera stessa;
• componenti impattate sono i diversi aspetti ambientali e territoriali direttamente o indirettamente coinvolti dalle azioni e interventi previsti per la realizzazione dell’opera.
Le valutazioni fornite dalle matrici, in questa sede, sono di tipo semi-quantitativo in quanto si identificano i potenziali impatti e se ne definisce la rilevanza mediante una notazione, secondo parametri di positività o negatività.
Sulla base delle ipotesi progettuali avanzate, al momento, sull’intervento di ripascimento da realizzare, sono stati definiti in entrambe le fasi, di cantiere e di esercizio, i seguenti fattori causali:
1. Fase di cantiere
A) Apertura strade ed aree di cantiere: comprende tutte le azioni finalizzate a consentire l’accesso alle aree di cantiere e di sversamento dei materiali sabbiosi. Nello specifico si prevede al momento, la predisposizione di almeno una rampa di collegamento con la spiaggia, ubicata nei pressi di Punta Zafaglione, nonché il montaggio di recinzioni di delimitazione e protezione delle aree di cantiere e di escavo delle sabbie.
B) Allestimento di installazioni temporanee: comprende le strutture complementari per la sosta dei mezzi e di servizio agli addetti ai lavori.
C) Estrazione di sabbie litorali: comprende le operazioni di escavo della sabbia necessaria al ripascimento. Per tale punto attualmente, le ipotesi di progetto prevedono il prelievo dalla spiaggia in avanzamento a ridosso del porto, oggetto appunto di una sovrasedimentazione costiera, oppure, in alternativa il prelievo nella zona di avamporto.
D) Estrazione di massi calcarei naturali per la realizzazione dei pennelli a mare: comprende le operazioni di estrazione del materiale calcareo presso cave regolarmente autorizzate ed ubicate esternamente all'area oggetto degli interventi.
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E) Trasporto della sabbia litorale: comprende le operazioni di trasporto, mediante camion, della sabbia, dalle zone di prelievo a quelle di sversamento, utilizzando nei tratti in cui è possibile, la stessa spiaggia litorale come via di collegamento.
F) Trasporto di massi calcarei naturali per la realizzazione dei pennelli a mare: comprende le operazioni di trasporto, mediante camion, del materiale calcareo, dalle cave di prestito all'area di deposito in corrispondenza del litorale per la successiva messa in opera.
G) Sversamento dei materiali sabbiosi: comprende le operazioni di scarico e spandimento tramite mezzi meccanici del materiale sabbioso.
H) Scarico dei massi calcarei: comprende le operazioni di scarico e posizionamento dei massi calcarei tramite mezzi meccanici.
I) Dismissione e ripristino delle aree di cantiere e delle opere temporanee: comprende tutte le azioni successive all’esecuzione dell’intervento, come il ripristino delle aree di cantiere e di tutte le strutture ad esse collegate.
2. Fase di esercizio
G) Presenza dell’opera: comprende gli impatti conseguenti alla presenza dell’intervento realizzato e attivo, costituito dall’area di spiaggia ripristinata e dai pennelli ortogonali alla riva.
H) Monitoraggio e gestione dell’opera: comprende tutte le azioni di monitoraggio post operam finalizzate al controllo e alla verifica della corretta esecuzione dell’intervento eseguito nonchè alla manutenzione dello stesso.
Descritti i fattori causali, ora si vanno ad individuare, sempre sulla base delle ipotesi di progetto avanzate al momento, le componenti ambientali e territoriali potenzialmente coinvolte dagli effetti dell’intervento realizzato, che risultano essere:
1. Geomorfologia:
Sotto l’aspetto geomorfologico l’intervento implicherà impatti considerabili di livello molto basso e localizzati, dove si ipotizza venga predisposta la rampa di accesso alla spiaggia e il conseguente deposito dei materiali sabbiosi (f.c. A, G), nonché impatti di livello moderatamente negativo, sia sulle aree dove verrà prelevata la sabbia per il ripascimento (f.c. C), sia lungo l'arenile dove si prevede il transito dei mezzi meccanici e di trasporto (f.c. E, F). La realizzazione della rampa di accesso causerà comunque impatti temporanei in quanto questa sarà dismessa al completamento dei lavori (f.c. I). Temporanei, benchè più a lungo termine saranno pure gli impatti legati alle azioni sull'arenile poichè, in ogni caso, la spiaggia sarà rimodellata naturalmente secondo le situazioni locali di equilibrio.
Al contrario invece le conseguenze dell’intervento eseguito saranno molto positive, in quanto si contribuirà sia alla protezione della scarpata rocciosa litoranea, sia ovviamente al recupero dell’equilibrio sedimentologico della spiaggia. Di conseguenza, il bilancio degli impatti, riguardo l’aspetto geomorfologico, può considerarsi come positivo.
2. Qualità delle acque:
Durante le operazioni di escavo di sabbia litorale (f.c. C, G) e di messa in posto dei massi calcarei (f.c. H) si causerà un intorbidimento delle acque dovuto alla risospensione del materiale fino. La torbidità produce due effetti importanti, da un lato, provoca una diminuzione della penetrazione della luce nella colonna d’acqua con il conseguente impatto sulla fotosintesi, specialmente quella dei macrofiti del fondo, dall’altro si produce un flusso di particelle che si depositano sul fondale; queste, a loro volta, dipendendo dalla circolazione locale, possono raggiungere distanze relativamente elevate. Tale deposito di materiale fino, nel caso in cui va a depositarsi sulle foglie di fanerogame marine o sui talli di macroalghe bentoniche, anche trattandosi di piccole quantità, ha un effetto importante sulla fotosintesi.
Tuttavia questi effetti si possono considerare abbastanza localizzati, in quanto le aree di prelievo ipotizzate sono ristrette e non riguarderanno sedimenti contenenti elementi patogeni, tossici o nocivi. Il bilancio degli impatti per questo aspetto ambientale si può considerare quindi moderatamente negativo, seppure limitato nel tempo.
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3. Paesaggio:
Era rappresentato in origine da coste basse sabbiose interrotte da promontori e speroni rocciosi, da apparati dunali a più ordini e dalla macchia mediterranea. Attualmente è deturpato, modificato e degradato, nell’entroterra, dalla presenza delle nuove coltivazioni in serra, le quali richiedendo lo spianamento del terreno hanno quasi totalmente distrutto il cordone dunale, e lungo il litorale, sia per la presenza delle recenti edificazioni sia in conseguenza dell'azione erosiva del mare.
Impatti sulla qualità del paesaggio verranno causati da tutte le azioni (f.c. A, B, C) finalizzate alla predisposizione delle aree di cantiere, all’installazione di strutture temporanee ed alla estrazione di sabbie litorali. Si possono considerare però come impatti di durata limitata generalmente al periodo dei lavori, ed eliminati poi dalle operazioni di ripristino (f.c. F).
Al contrario l’intervento realizzato (f.c. G), avrà molta importanza in termini di riqualificazione paesistica per il recupero dell'originaria configurazione della spiaggia, di conseguenza il bilancio degli impatti dell’intervento sull’aspetto del paesaggio risulta essere positivo.
4. Comunità bentoniche:
Dai rilievi effettuati lungo il litorale in esame si sono riscontrate scarse presenze di fauna nel tratto prossimo al porto fino e oltre Punta Bianca, mentre una discreta presenza è stata riscontrata nel tratto successivo ed in particolare l'esistenza di una oligofauna presso Punta Zafaglione. Si tratta essenzialmente di molluschi, bivalvi perforatori (es. Lithodomus), gasteropodi, appartenenti al genere Patella e Diodora, legati al fondo roccioso litorale (RMI) e bivalvi del genere Donax e Tellina appartenenti alla biocenosi delle Sabbie Fini Superficiali (SFS). Quest'ultimo ambiente, compreso fino a profondità di 2 - 3 metri, coincide con il settore litorale caratterizzato da elevato idrodinamismo e da una struttura del fondo a granulometria ben definita. Si rinvengono pure faune appartenenti alla biocenosi tipica delle Sabbie Fini Ben Classate (SFBC), caratterizzata da profondità comprese fra 2,5 e 25 metri e da idrodinamismo più basso rispetto al precedente. Gli individui riscontrati sono molluschi bivalvi appartenenti al genere, Mactra, Venus, Acanthocardia e Glycymeris. La malacofauna riscontrata risulta essere molto comune dal punto di vista della distribuzione in tutto il litorale ibleo e quindi da non ritenere di una certa importanza o comunque da salvaguardare.
E’ innegabile, in generale, il fatto che l’estrazione della sabbia litorale (f.c. C), lo sversamento della stessa (f.c. G) e lo scarico e messa in posto dei massi calcarei (f.c. H) provocherà, a causa degli effetti dell’intorbidamento delle acque per lo spostamento delle frazioni fini, la distruzione delle comunità insediate in quelle zone. Queste azioni, tuttavia, molto difficilmente arriveranno a compromettere la funzione fotosintetica delle alghe e a creare problemi di alimentazione per i bivalvi filtranti ivi presenti, a causa della rilevante distanza delle praterie di Posidonie dalla costa.
Se quindi valutato nell’immediato e nel breve periodo, gli impatti ambientali riguardanti le comunità bentoniche risultano essere senza dubbio negativi, ma in un arco di tempo medio-lungo (3/5 anni) si assisterà al progressivo ripopolamento dei fondali, cosicché nel complesso il bilancio degli impatti per questa componente ambientale, si considera, moderatamente negativo fino a divenire neutro, per il ripristino nel tempo dell’equilibrio originario.
5. Atmosfera:
Gli impatti sulla componente atmosfera sono generati in fase di realizzazione da tre fattori principali:
Le emissioni generate dai mezzi di cantiere, sia sulla viabilità esterna, sia all’interno delle aree di cantiere.
Il sollevamento di polveri prodotto dalle lavorazioni e dal transito degli automezzi sulla viabilità interna del cantiere.
Le emissioni generate dalla combustione del gas metano per il riscaldamento degli eventuali locali di servizio.
In particolare il primo fattore si riferisce principalmente alle emissioni di CO, NOX, SOX polveri, particolato, e composti aromatici in generale, per cui, il contenimento degli inquinanti emessi dai mezzi di trasporto e dai macchinari di cantiere necessita una continua manutenzione.
I fattori causali (f.c. A, C, E, F, G, H) relativi alla componente ambientale in esame, avranno effetti sull’uomo e sulle componenti biotiche comunque trascurabili in conseguenza al fatto che l’intervento non si svolgerà in luoghi confinati ma ovviamente in ampi spazi, per cui si avrà l’immediata diluizione dei gas di scarico. Quindi il bilancio degli impatti sulla qualità dell’aria si può considerare moderatamente negativo e comunque limitato nel tempo alla fase di esecuzione dei lavori.
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6. Residenze e infrastrutture:
Sono presenti alle spalle della strada litorale e della S.P. n. 102, "Cammarana-Scoglitti", che delimita la zona costiera oggetto dell’intervento. L’apertura dell'accesso alla spiaggia (f.c. A) non avrà comunque alcuna interferenza con le costruzioni. Nel caso in cui, come previsto, non fosse attuabile l'utilizzo della spiaggia come via di collegamento per tutta la sua estensione, si può ipotizzare invece, durante il corso dei lavori, un aumento del traffico dei mezzi pesanti lungo la strada litoranea e dunque una maggiore usura dell'infrastruttura. Al contrario, la realizzazione dell’opera che andrà a limitare l’azione erosiva del mare, assicurerà condizioni di stabilità alla strada e nello stesso tempo, allontanando l’onda dalla falesia riflettente, si andranno a salvaguardare quegli edifici particolarmente soggetti all’azione erosiva dell’elemento salino; per cui il bilancio degli impatti si considera positivo.
7. Pianificazione:
L’intervento previsto non interessa aree comprendenti "Cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica" o "Bellezze panoramiche considerate come quadri e punti di vista o di belvedere" come indicato all'art. 136 lett. a, d, del Codice dei beni culturali e paesaggistici. Si tende anzi a riqualificare il paesaggio e l’aspetto geomorfologico e a contribuire all’ampliamento della fascia demaniale costiera.
Non si evidenziano quindi, incongruenze con le prescrizioni della normativa territoriale ed urbanistica vigente, anzi, nell’ambito locale la realizzazione dell’intervento è coerente con le indicazioni del Piano Territoriale Provinciale adottato dalla Provincia Regionale di Ragusa. In
Non si evidenziano quindi, incongruenze con le prescrizioni della normativa territoriale ed urbanistica vigente, anzi, nell’ambito locale la realizzazione dell’intervento è coerente con le indicazioni del Piano Territoriale Provinciale adottato dalla Provincia Regionale di Ragusa. In