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Interazioni economiche da zona a zona: scambi lungo lo stretto di Taiwan

Nei due capitoli precedenti è stato affrontato il tema delle ZES contestualizzandole all’interno delle realtà cinese, in particolare di quella della provincia del Fujian, e taiwanese e delineando brevemente il processo di sviluppo di cui esse sono state protagoniste nel corso del tempo. All’interno di questo ultimo capitolo si tenterà di fornire un quadro generale di come Fujian e Taiwan hanno interagito tra loro durante gli ultimi decenni, dando una visione di insieme delle relazioni economiche che essi hanno intrattenuto e sviluppato a partire dagli anni cinquanta.

Dopo un iniziale profilo storico volto a tracciare brevemente l’evoluzione non solo dei rapporti economico-commerciali ma anche di quelli politici tra Fujian e Taiwan da pressoché inesistenti fino a quasi normalizzati, il capitolo svilupperà il tema dell’Economic Cooperation

Framework Agreement (ECFA), storico accordo siglato nel 2010 da RPC e Repubblica di

Cina, riassumendone brevemente i contenuti dopo avere presentato, in una panoramica, i fatti che hanno portato alla sua firma, e trattato le posizioni prese da Partito Nazionalista e Partito Progressista Cinese nel corso dell’acceso dibattito scatenatosi a Taiwan in seguito alla firma del suddetto accordo.

4.1

L’evoluzione dei rapporti tra Fujian e Taiwan

Lo sviluppo di stretti legami tra Fujian e Taiwan, nati nonostante la situazione di conflitto vissuta dalle due zone per circa trent’anni a causa dei continui scontri tra PCC e nazionalisti, è radicato nella loro vicinanza dal punto di vista geografico e da quello culturale, nonché nella complementarietà tra le economie delle due zone.

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Se inizialmente la vicinanza dal punto di vista geografico e culturale del Fujian con Taiwan si rivelò una caratteristica negativa per la provincia cinese, contribuendo all’isolamento economico della stessa per tutto il periodo in cui fu un avamposto militare, a partire dagli anni ottanta divenne invece un punto di forza sfruttato dalle autorità cinesi per instaurare relazioni economiche con la Repubblica di Cina, nella speranza di poter poi procedere verso la riunificazione pacifica di Taiwan alla RPC.

Nei paragrafi a seguire verranno brevemente analizzati i rapporti tra Fujian e Taiwan nelle loro varie fasi a partire dalla nascita della RPC e dalla ritirata del Partito Nazionalista Cinese sull’isola di Formosa.

4.1.1 I rapporti Fujian – Taiwan negli anni cinquanta: il confronto militare

In seguito alla proclamazione della nascita della RPC nel 1949 e alla conseguente fuga delle truppe nazionaliste e di moltissimi civili nell’isola di Taiwan che nel 1950, assieme alle isole Penghu (Pescadores), Jinmen (Quemoy), Matsu e ad altre isole minori divenne la Repubblica di Cina, iniziò a delinearsi anche quello che sarebbe stato il ruolo della provincia del Fujian nell’immediato futuro.

Date le relazioni politiche apertamente ostili tra i due partiti al potere l’uno in Cina e l’altro a Taiwan durante la maggior parte del periodo tra il 1949 e il 1978 infatti, alla provincia cinese venne assegnata una missione politica, quella di trasformarsi in una sorta di fortezza militare di modo da poter essere parte attiva nel confronto contro i nazionalisti.1

I rapporti tra Fujian e Taiwan nel periodo immediatamente successivo alla nascita della RPC furono dunque tutt’altro che positivi e pacifici: a causa della sua estrema vicinanza alle isole Matsu e a Jinmen, la provincia costiera cinese rimase per decenni in uno stato di costante allerta, dovuto al pericolo di possibili attacchi militari nazionalisti, concretizzatosi tra la metà e la fine degli anni cinquanta, quando si verificarono le prime crisi dello stretto di Taiwan.

Nell’agosto del 1954 le truppe nazionaliste avviarono la creazione di basi difensive negli arcipelaghi di Jinmen e Matsu, dispiegandovi massivamente le proprie truppe a scopo

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Y.M.YEUNG, David K. Y. CHU (a cura di), Fujian: a coastal province in transition and transformation, Hong Kong, The Chinese University Press, 2000.

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difensivo contro la minaccia comunista, creando così una sorta di cintura di contenimento atta a sventare eventuali attacchi contro Formosa.

Tale mossa irritò notevolmente Pechino che, nonostante l’avvertimento degli Stati Uniti di un possibile intervento americano in caso di attacco nei confronti delle truppe nazionaliste2, all’inizio di settembre avviò un pesante bombardamento sull’isola di Jinmen.

A portare questa situazione verso una risoluzione fu la firma, nel dicembre del 1954, del Trattato di mutua difesa tra Stati Uniti e Repubblica di Cina che, sebbene non sortì subito gli effetti desiderati in quanto Pechino continuò le azioni bellicose nei confronti delle isole sotto il dominio nazionalista servendosi anche dei porti di Xiamen e di Fuzhou, raggiunse il suo scopo nel maggio dell’anno successivo, quando Mao, a causa della minaccia di attacchi atomici americani, ordinò la cessazione dei bombardamenti sulle isole Jinmen e Matsu.3 Per rafforzare ulteriormente le proprie difese contro altri attacchi da parte dei nazionalisti, il governo cinese nel luglio del 1956 predispose la creazione, nella provincia del Fujian, della

Fuzhou Military Region ( 福 州 军 区 , fuzhou junqu) sotto il Ministero della Difesa,

riorganizzando all’interno di quest’ultima la Fujian Military Region e la Jiangxi Military

Region, precedentemente appartenenti alla Nanjing Military Region e di cui tornarono a fare

parte verso la metà degli anni ottanta.

L’essere divenuta una regione militare, influenzò moltissimo il processo di sviluppo della provincia del Fujian, in particolare delle sue città lungo la costa. Infatti, per timore di azioni bellicose da parte dell’esercito nazionalista, tutte le industrie vennero spostate dalle aree costiere e ricollocate nelle zone più interne, lontano dal pericolo di potenziali attacchi nemici. La provincia inoltre, fino all’inizio degli anni ottanta, ricevette pochissimi investimenti da parte del governo, fattore che contribuì enormemente a limitare lo sviluppo economico dell’area (alla fine degli anni settanta, il Fujian era la provincia meno sviluppata tra tutte le province costiere cinesi, rappresentandone dunque il fanalino di coda).4

La tregua lungo lo stretto di Taiwan durò solo tre anni in quanto, nell’agosto del 1958, le forze militari comuniste dislocate lungo la costa cinese meridionale nell’area della città di Xiamen ripresero improvvisamente l’attacco a Jinmen. Dopo qualche settimana di assalti

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In questa occasione gli Stati Uniti propesero per uno schieramento a fianco della Repubblica di Cina in quanto avevano già sostenuto le forze nazionaliste di Chiang Kai-shek durante il conflitto in Corea. In questa fase la difesa di Taiwan assunse per Washington un’importanza estremamente rilevante, in quanto dal punto di vista ideologico essa rappresentava la tutela di un sistema sociale libero dalle mire del totalitarismo comunista, mentre da quello politico, la sicurezza dell’isola era necessaria per assicurarsi un avamposto militare in eventuali conflitti in quell’area geografica.

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Y.M.YEUNG, David K. Y. CHU (a cura di), Fujian: a coastal province in transition and transformation, Hong Kong, The

Chinese University Press, 2000.

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continui delle truppe maoiste nei confronti dell’isola, che provocarono danni sensibili alle basi difensive nazionaliste, gli Stati Uniti intervennero nuovamente a fianco di Chiang Kai- shek, inviando consistenti aiuti militari volti a rafforzare quelli già presenti sul territorio. Le azioni bellicose tra le due parti continuarono per diverse settimane fino a quando, alla fine di settembre, viste le numerose perdite subite fino a quel momento, Mao si decise a intavolare i negoziati per giungere a una tregua di modo da non perdere la propria credibilità.

Dopo circa un mese di incontri e trattative, all’inizio di ottobre, Mao dichiarò il cessate il fuoco giungendo a una sorta di armistizio con le forze nazionaliste che sarebbe durato fino alla fine degli anni settanta.5

4.1.2

I rapporti Fujian – Taiwan a partire dagli anni ottanta: l’apertura sul