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6. Il titolo di legittimazione a reagire alla violazione di norme che impongono obbligh

6.1. L’interesse giuridico

Per quanto riguarda la nozione di interesse, questa è stata definita, in termini generali,

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come “the relation of being concerned or affected in respect of advantage or detriment”133, o,

nella versione francese: “Terme déssignant ce qui affecte matériellement ou moralement une

personne physique ou juridique, l’avantage matériel ou moral que présente pour elle une action ou abstention, le maintien ou le changement d’une situation”134. In questi termini la nozione

rimane vaga e necessita di ulteriori specificazioni. Un approccio soggettivo, come quello espresso, ma non condiviso, dal giudice Morelli nella sua opinione dissenziente alla sentenza della Corte internazionale di giustizia nel caso South West Africa, sembra da scartare in quanto amplierebbe in maniera eccessiva la portata del termine interesse135. Anche l’approccio

oggettivo, se per interessato si intende “being concerned” presenterebbe lo stesso inconveniente, infatti una norma può far sorgere una moltitudine di interessi di varia natura136, ad esempio

economica, politica, umanitaria, etc. Come osservato da de Hoogh: “There can be no doubt that

since there are so many individuals and States, there exist an enormous variety of interests in national community and within the international community. Yet this does not mean that each and every interest is protected by law. Indeed, it seems to be a function of law to separate interests worthy of protection from those which are not to benefit from such protection”137.

La giurisprudenza internazionale si è pronunciata sulla questione in diverse occasioni. Nella controversia arbitrale tra Francia e Spagna sull’affare Lac Lanoux, riguardante la gestione delle acque che si trovavano in territorio francese ma che attraverso un fiume fluivano fino alla Spagna, il Tribunale arbitrale osservò che “il faut d’abord déterminer quels sont les intérêts qui

doivent être saufegardés”138. In effetti, dall’interpretazione letterale dell’articolo 11 del Trattato

di Bayonne concluso il 26 maggio 1866, si deduceva che dei veri e propri diritti in materia venivano previsti solo per gli Stati rivieraschi del lago, condizione geografica che non veniva rispettata dalla Spagna. “Cependant, diffèrentes considérations déjà dégagées par le Tribunal

conduisent à une interprétation plus large. Il faut tenir compte, quelle qu’en soit la nature, de tous les intérêts qui risquent d’être affectés par les travaux enterpris, même s’ils ne correspondent pas à un droit”139. Una tale soluzione veniva adottata alla luce delle altre

previsioni del Trattato, del suo spirito e della prassi seguita in materia di lavori di riassetto

133 Oxford Dictionary, 1973.

134 Union Académique Internationale, Dictionnaire de la terminologie du droit international, Sirey, Paris, 1960.

135 Secondo le parole del giudice Morelli “each State is the judge of its own interest”, Op. Diss. Giudice Morelli, Sentenza della Corte internazionale di giustizia del 18 luglio 1966, caso South West Africa. 136 Si vedano Op. Diss. Giudice Koretsky, Sentenza della Corte internazionale di giustizia del 18 luglio 1966, caso South West Africa e Op. Diss. Giudice Skubiszewski, Sentenza della Corte internazionale di giustizia del 30 giugno 1995, caso East Timor, Portogallo c. Australia.

137 de Hoogh A., Obligations Erga Omnes and International Crimes: A Theoretical Inquiry into the Implementation and Enforcement of the International Responsibility of States, Kluwer Law International,

The Hague, 1996, p. 12.

138 Sentenza del Tribunale arbitrale franco-spagnolo del 16 novembre 1957, caso Lac Lanoux, Francia c. Spagna.

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idroelettrico, ma, per ciò che interessa in questa sede, la distinzione tra interessi giuridici protetti da norme e semplici interessi di varia altra natura appare chiaramente affermata.

Qualche anno più tardi, la Corte internazionale di giustizia, in una sentenza molto criticata, affermava che le considerazioni di carattere umanitario non potevano ritenersi sufficienti, di per sé, a far sorgere diritti ed obblighi in capo agli Stati. Per raggiungere tale risultato, i principi e i valori morali che gli Stati hanno interesse a difendere devono comunque consolidarsi in una norma giuridica altrimenti rimarrebbero qualificabili come semplici interessi privi di carattere giuridico140. Al di là delle preoccupanti conseguenze che tale sentenza avrebbe

prodotto141, la posizione della Corte sembra voler affermare un principio condivisibile in termini

generali, ossia che semplici interessi sforniti di un fondamento normativo non possono essere fatti valere in sede giudiziaria e non possono godere di tutela legale.

Successivamente, viene in rilievo il famoso caso Barcelona Traction, in cui la Corte, riprendendo la distinzione tra meri interessi e interessi giuridici, opera un collegamento tra tale argomento e il regime di responsabilità degli Stati. Nella sentenza in questione si è infatti affermato che la posizione giuridica degli azionisti di nazionalità belga della società Barcelona Traction non sarebbe stata idonea a fondare un intervento in protezione diplomatica da parte del Belgio dal momento che questi soggetti erano titolari di meri interessi e non di veri e propri diritti. Infatti, come affermato dalla Corte: “Not a mere interest affected, but solely a right

infringed involves responsibility, so that an act directed against and infringing only the company's rights does not involve responsibility towards the shareholders, even if their interests are affected”142. In questo passaggio la Corte afferma chiaramente che la responsabilità può

sorgere solo nel caso della violazione di un diritto e non di un mero interesse, quindi la possibilità per lo Stato leso di far valere la responsabilità dello Stato autore dell’illecito può configurarsi solo se la condotta di tale Stato sia lesiva di un interesse giuridico protetto da una norma.

140 Come si legge nella Sentenza della Corte internazionale di giustizia del 18 luglio 1966, caso South West Africa, Etiopia e Liberia c. Sudafrica, par. 49-51: “throughout this case, it has been suggested, directly or indirectly, that humanitarian considerations are sufficient in themselves to generate legal rights and obligations and that the Court can and should proceed accordingly. The Court does not think so. It is a court of law, and can take account of moral principles only in so far as they are given a sufficient expression in legal form. (…) Humanitarian considerations may constitute the inspirational basis for rule of law, just as, for instance, the preambular part of the United Nations Charter constitute the moral and political basis for the specific legal provisions thereafter set out. Such interests do not in themselves amount to rules of law. All States are interested – have an interest – in such matters. But the existence of an ‘interest’ does not on itself entail that this interest is specifically juridical in character.” 141 Il non riconoscimento in capo agli Stati membri dell’ONU, nel caso in esame l’Etiopia e la Liberia, della facoltà di adire la Corte per denunciare la grave violazione da parte del Sudafrica dei termini e delle condizioni del suo Mandato fiduciario sul territorio del Sud-Ovest africano, avrebbe comportato la totale assenza di soggetti legittimati a far valere tali violazioni. Una tale soluzione avrebbe dunque lasciato impregiudicata la condotta del Sudafrica macchiatosi di orribili illeciti in violazione del diritto umanitario.

142 Sentenza della Corte internazionale di giustizia del 5 febbraio 1970, caso Barcelona Traction Light and Power Company Limited, Belgio c. Spagna, par. 46.

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Nel commento alla sentenza arbitrale sul caso Lac Lanoux, Gervais propose poi la distinzione tra semplici interessi, interessi legittimi e veri e propri diritti che farebbero sorgere interessi giuridici. La differenza tra gli interessi legittimi e gli interessi giuridici consisterebbe nel fatto che “les intérêts légitimes seront des intérêts qui feront l’objet d’une certaine

protection sociale, mais moindre que celle accordée aux droits stricts ou nommés. Alors que ceux-ci doivent être totalement satisfaits, (…) les intérêts légitimes devront seulement être pris en consideration avec un souci réel de les concilier avec les intérêts adverses. (…) Le ‘droit’ du titulaire d’intérêts légitimes, correspondant à l’obligation de leur accorder cette protection restreinte, n’est pas un droit comme les autres puisqu’il correspond à la protection d’intérêts non spécifiés (et non d’un intérêt nommé) et à une protection réduite (au lieu d’intégrale) ”143.

La categoria degli interessi legittimi applicata al diritto internazionale è stata utilizzata anche da altri autori nel tentativo di fondare giuridicamente la facoltà degli Stati, diversi da quello materialmente leso, di reagire contro la violazione di obblighi erga omnes. Ad esempio, è stato argomentato che gli Stati godrebbero di un potere di azione di fronte ad organi internazionali realizzando ciò che è stato definito come un “contentieux de la légalité”144. Tuttavia, se si

prende in considerazione la nozione di interesse legittimo, come elaborata nel diritto interno145,

si comprende facilmente come una tale categoria normativa non possa essere applicata all’ordinamento internazionale data l’assenza di elementi fondamentali per la configurabilità dell’istituto. In particolare, mancherebbe l’atto di una potestà di cui lo Stato-soggetto di diritto internazionale sia destinatario, e non sarebbe rinvenibile una condizione di subordinazione dei soggetti dell’ordinamento internazionale nei confronti di un ente sovraordinato146. Dunque, è

possibile affermare che solo gli interessi giuridici, tali in quanto protetti da una norma giuridica147, sono rilevanti nello studio della responsabilità internazionale dal momento che altri

tipi di interessi non sono giuridicamente qualificabili o non possono trovare applicazione nell’ordinamento internazionale. Inoltre, la nozione di “interesse giuridicamente protetto” corrisponde alla tradizionale definizione di diritto soggettivo offerta da Rudolf von Jhering148, in

seguito ridiscussa ed ampliata dalla dottrina fino a ricomprendere la facoltà di reagire in difesa di tale diritto. Quindi, in conclusione, un interesse giuridico è tale quando è protetto da una

143 A. Gervais, L’affaire du Lac Lanoux, étude critique de la sentence du Tribunal arbitral, in Annuaire Français du Droit International, vol. 6, n. 1, 1960, p. 423-424.

144 B. Bollecker-Stern, Le préjudice dans la théorie de la responsabilité internationale, Editions A. Pedone, Paris, 1973, p. 33.

145 Per un’analisi approfondita si veda: Lattanzi F., Garanzie dei diritti, op. cit., p. 114-118.

146 Si vedano: P. Picone, Obblighi reciproci ed obblighi erga omnes degli Stati nel campo della protezione internazionale dell’ambiente marino e dell’inquinamento, in Comunità internazionale, op. cit., Jovene

editore, Napoli, 2013, p. 77; F. Lattanzi, Garanzie dei diritti, op. cit., pp. 114 ss.

147 “The protection of interests has, generally speaking, taken place by means of the elaboration of primary rules of international law”, in A. de Hoogh, Obligations Erga Omnes, op. cit., p. 17.

148 R. von Jhering, Der Geist des römischen Rechts auf den verschiedenen Stufen seiner Entiwicklung, Breitkopf und Härtel, Leipzig, 1865.

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norma e il destinatario di tale norma giuridica risulterà, pertanto, titolare di un diritto di cui potrà esigere il rispetto e la tutela.

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