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2. L’inchiesta sul campo

2.2. Proparossitoni etimologici

2.2.15. Intermezzo di bilancio (II)

Alla luce dei risultati che sono emersi dalla panoramica su queste quattrodici parole, si può concludere che l’ipotesi prospettata, e cioè la possibilità di rilevare in sincronia una stratigrafia diacronica che da monte verso valle tenda progressivamente alle innovazioni tipiche del dialetto di Bologna, appare confermata, se non arricchita. I proparossitoni etimologici si sono dimostrati una cartina di tornasole probante, e ci permettono di impostare classificazioni su più livelli, sulla base del trattamento del vocalismo atono così come dell’evoluzione timbrica delle vocali toniche. Per quanto riguarda il primo aspetto, si può considerare un aspetto assolutamente dirimente sul piano classificatorio l’apocope della vocale atona finale, che separa la fascia montana dal resto dell’area analizzata.

Per quanto concerne il secondo aspetto, e cioè l’evoluzione timbrica delle vocali toniche, le informazioni più interessanti sono quelle che si ricavano analizzando gli esiti di Ŭ, Ō, Ŏ e Ĭ, Ē, Ĕ

in sillaba aperta originaria sottoposti a compensazione ritmica, che sono rispettivamente /o/, /e/ nella fascia montana e a Porretta, /ç/, /E/ nella fascia intermedia fino a Vergato, /a/ a Bologna e in Val Samoggia, con risultati attardati (/ç/) per la serie vocalica posteriore nella valle del Reno tra Marzabotto e Pian di Venola. Su questa base si può individuare una tripartizione che ci serve, assieme all’apocope, come primo strumento di orientamento in una realtà che si mostra estremamente composita. Questi esiti ci dicono anche che l’ondata di compensazione ritmica che ha coinvolto le vocali toniche dei proparossitoni è intervenuta successivamente all’allungamento di vocale tonica in sillaba libera, piuttosto che inibirlo. Infatti, l’identità di sviluppo di Ĭ, Ē ed Ĕ e di Ŭ, Ō, e Ŏ anche nei proparossitoni in sillaba aperta originaria fa

presupporre per Ĕ e Ŏ l’innalzamento timbrico risultato dell’allungamento. Che la

compensazione ritmica nei proparossitoni sia comunque molto alta in cronologia ce lo confermano i dati della varietà più conservativa, cioè Monte di Badi (con qualche riserva per “incudine”, § 2.2.1.). Una volta intervenuta questa prima ristrutturazione della quantità della vocale tonica, la quantità vocalica si è conservata, e, soprattutto, si può sostenere che abbia avuto pertinenza fonologica, come il concomitante comportamento del consonantismo ci suggerisce.

Si è comunque visto che nell’ambito dei venticinque informatori che hanno partecipato all’inchiesta, diversi raggruppamenti di soggetti hanno rappresentato di volta in volta isòfone di diversa forza classificatoria. In questa dimensione Monte di Badi si è rivelato un testimone estremamente interessante di uno stadio ancora più anteriore a quello del lizzanese, preso di solito, in virtù del lavoro di Malagoli, a modello dei dialetti della fascia grigia del crinale appenninico. Il dettaglio stratigrafico è stato arricchito soprattutto per quanto concerne la

progressione della sincope, che abbiamo visto in questa località non essere nella grande maggioranza dei casi giunta a compimento138.

Sul piano invece della condizione sincronica delle consonanti postoniche, si è potuto osservare in tutti i casi con vocale tonica colpita da compensazione ritmica che tendenzialmente la durata consonantica è analoga a quella vocalica, e, per quanto riguarda la consonante, si è rilevata una forte oscillazione del dato della durata assoluta. Sul piano fonologico, questi dati, interpretati alla luce di un punto di vista che indica come solo fonetica la geminazione consonantica nei dialetti della fascia montana, confermano che in tutta l’area analizzata la pertinenza fonologica riguarda le vocali. Per dirla con Arianna Uguzzoni (1975, pp. 61-62), tutto il territorio riflette una situazione per cui «l’ipotesi dell’estensione della rilevanza fonologica della quantità a tutto il vocalismo tonico ci permette di abbandonare quella distinzione fra sillaba aperta e sillaba chiusa che aveva senso in uno stato di isocronia. Sarà più conveniente operare d’ora in poi con la suddivisione delle vocali nelle due classi delle lunghe e delle brevi».

Le trascrizioni di Malagoli, che per i proparossitoni etimologici riportano sempre una consonante geminata dopo la vocale tonica, sono legittime se tale geminazione è un espediente per indicare il legame intenso (a livello percettivo) che si viene a creare tra una vocale tonica breve e la consonante postonica altrettanto breve; peraltro si è potuto osservare in alcuni casi che nelle Lentoformen la brevità fonologica della vocale foneticamente lunga viene segnalata da un concomitante aumento della durata della consonante postonica.

Ma, come abbiamo visto nei casi di “giovane” (§ 2.2.5.) e “tavola” (§ 2.2.14.), la compensazione ritmica non ha colpito tutti i proparossitoni, e alcune parole hanno mantenuto una vocale tonica lunga, come gli esiti timbrici del bolognese confermano. In questo caso, la trascrizione di Malagoli (1930, gọvvne, p. 138; távvola, p. 137, cfr. gli esempi in (11), § 1.2.5.) è da considerarsi errata. Anche per queste due parole alcuni informatori hanno dimostrato oscillazioni che, in linea teorica, sarebbero contrarie a quello che la storia timbrica di queste parole ci dicono; probabilmente tale variabilità è da mettere in conto se si considera comunque la tendenza a lungo termine (un effetto di deriva) a operare la compensazione ritmica, pur ferma in queste parlate soltanto al primo stadio dei proparossitoni: una situazione, dunque, intermedia tra quella (a) e quella (b) prospettata nella tabella 2 al § 1.2.3.

Per un approfondimento sul tema del rapporto quantitativo tra vocale tonica e consonante postonica rimandiamo ai §§ 3.1.1., 3.1.2., 3.2.1., 3.2.2., 3.2.3.

138 L’intacco della vocale postonica interna accomuna Monte di Badi ad alcune frazioni del territorio di Sambuca Pistoiese, come Treppio (Bonzi 2000) e Taviano, mentre Pàvana (Guccini 1998) documenta gli stessi esiti di Lizzano e del resto della montagna bolognese, con cancellazione della vocale postonica interna. Sambuca è politicamente toscana ma geograficamente ancora a nord della linea spartiacque Tirreno-Adriatico (cfr. la nota 96 al § 2.1.1 e il § 2.1.2.).

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