4. La ricerca: impianto metodologico
4.3. Il caso studio: il Centro Orientamento Studenti dell’Università di Sassari
4.4.1. Le interviste
Lo strumento dell’intervista è stato utilizzato in una prospettiva di approfondimento sul fenomeno indagato. Come detto, nella costruzione del percorso di ricerca è stato pensato per raccogliere dati finalizzati alla formulazione di un modello empirico. Attraverso l’interazione con stakeholder e testimoni privilegiati, finalizzata all’apprendimento e alla conoscenza approfondita del contesto, si è così costruito un legame tra modello empirico e teoria (Ciucci, 2012).
Sono state effettuate 11 interviste semi-strutturate: 8 a operatori e operatrici del Centro per l’orientamento, la formazione e il lavoro “Porta Futuro” di Roma e 3 presso il CPI (Centro per l’Impiego) Tiburtino, facente parte della stessa rete provinciale.
Il contatto è avvenuto tramite le responsabili dei due Centri alle quali è stato preliminarmente inviato tramite email un abstract del progetto di ricerca (v. appendice A) e con le quali è stato concordato il periodo in cui effettuare le interviste.
Nello schema sottostante, si presentano in dettaglio i/le professionisti/e intervistati/e, la loro qualifica personale e l’ente di appartenenza:
_______________________________________________________________________________________ Caterina Dessole
Un nuovo modello di governance per l'orientamento: pianificare la comunicazione nell'ottica della comunità orientante. Il Centro Orientamento Studenti di Sassari.
Tesi di dottorato in Scienze sociali – XXVI ciclo. Indirizzo in Scienze della governance e sistemi complessi. Università degli studi di Sassari.
Nome Qualifica Ente
Danila Di Roma Funzionaria amministrativa CPI Tiburtino
Donatella Fiorucci Referente settore preselezione CPI Tiburtino
Irene Petrucci Referente settore Orientamento CPI Tiburtino
Claudia Foschi Funzionaria amministrativa Porta Futuro
Francesco Liguori Responsabile area sistemi informativi e
innovazione tecnologica Porta Futuro Tiziano Milani Responsabile comunicazione e marketing Porta Futuro Maria Paola Mosca Consulente Orientamento professionale Porta Futuro
Paolo Nardi Consulente Orientamento universitario Porta Futuro
Alessio Puntillo Responsabile gestione e organizzazione eventi, formazione e rapporti con le imprese
Porta Futuro
Maria Rosaria Scoglionero Consulente Orientamento professionale Porta Futuro Alessandro Viteritti Responsabile aggiornamento offerte di
lavoro nel portale Porta Futuro
Il campionamento è stato di tipo teorico: attraverso i dati raccolti con le prime interviste e l’analisi dei “casi negativi”, si è ritenuto di individuare specifiche professionalità che potessero fornire nuove informazioni utili ad arricchire lo schema concettuale emergente (Mazzara, 2002).
Utile è stata la consuetudine di appuntare delle note (o memo) che hanno permesso di individuare elementi di interesse per l’elaborazione delle prime categorie concettuali che sono state sviscerate e implementate nel corso delle successive interviste.
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Tesi di dottorato in Scienze sociali – XXVI ciclo. Indirizzo in Scienze della governance e sistemi complessi. Università degli studi di Sassari.
Le interviste sono state audioregistrate e successivamente trascritte e analizzate con il software Nvivo (v. par. 4.5.1.). A inizio intervista è stata chiesta l’autorizzazione alla registrazione e al trattamento dei dati tramite una liberatoria (vedi appendice F). La durata media della conversazione è stata di un’ora.
I/le professionisti/e sono stati intervistati durante il loro orario di lavoro (autorizzati/e dalle responsabili) nelle loro rispettive sedi, generalmente in sale riunioni o comunque in postazioni appartate che agevolassero la privacy e che mettessero l’intervistato/a in condizione di esprimersi liberamente.
La traccia e la modalità di conduzione La traccia è stata suddivisa in cinque aree:
1. Presentazione della ricercatrice. Fase introduttiva in cui la ricercatrice ha fatto una presentazione personale e del proprio progetto di ricerca, delineandone gli obiettivi principali e la finalità e spiegando le modalità di raccolta dei dati;
2. Presentazione dell’intervistato/a. In questa fase è stato chiesto agli intervistati da quanto tempo lavorassero all’interno della struttura, qual era il ruolo ricoperto e in cosa consistesse il proprio lavoro. È stato anche chiesto se prima del lavoro attuale, avessero avuto altre esperienze lavorative nello stesso ambito;
3. Comunicazione esterna. Questa fase è servita per indagare l’esistente e il
percepito: la presenza di uno o più addetti alla comunicazione all’interno della
struttura, i canali e i mezzi di comunicazione utilizzati, eventuali collaborazioni in essere con enti, istituzioni o agenzie formative, la presenza di strumenti per valutare il feedback dell’utenza, la personale opinione in merito all’efficacia e all’efficienza organizzativa dal punto di vista comunicativo;
4. Comunicazione interna. Le domande di quest’area sono state mirate ad esplorare la presenza di una comunicazione strutturata tra i professionisti all’interno dei Centri e l’eventuale organizzazione di momenti di condivisione e di formazione; 5. Conclusione. La parte finale è stata pensata per raccogliere eventuali
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tematiche non emerse nel corso dell’intervista, per rispondere a dubbi o a richieste di chiarimento, per raccogliere suggerimenti.
La preventiva presentazione della ricercatrice e del progetto di ricerca ha avuto una doppia finalità:
informativa. Tempi, orari e finalità generale dell’intervista sono, di solito, stati concordati con uno-due giorni di anticipo, ma all’inizio di ogni conversazione è stata fatta un’introduzione più ampia sull’indagine in corso e sui suoi obiettivi per permettere all’intervistato/a di capire meglio il suo ruolo, di chiedere chiarimenti, di sciogliere dubbi o perplessità e di calibrare autonomamente le sue risposte in base al focus principale della discussione;
di trasparenza. Sono state chiarite le modalità di trattamento delle informazioni raccolte e, contestualmente alla presentazione della liberatoria, è stata spiegata la presenza del registratore e richiesta l’autorizzazione a utilizzare il nome e il cognome nel presente lavoro.
La traccia dell’intervista ha previsto la cosiddetta tecnica “ad imbuto”, con un approfondimento progressivo. In questo modo si è voluto mettere l’intervistato/a a proprio agio, rispondendo prima a delle domande che non prevedessero un particolare impegno mentale ed emotivo (“Da quanto tempo lavora a Porta Futuro/CPI Tiburtino?”, “Qual è il suo ruolo?”, “In cosa consiste il suo lavoro?”).
Il carattere semi-strutturato ha permesso di “personalizzare” la conversazione a seconda dell’interlocutore e del suo tipo di professionalità. Ad esempio, con gli esperti di comunicazione è stato possibile approfondire maggiormente gli aspetti tecnici relativi ai mezzi e ai canali comunicativi, mentre con gli orientatori si è scelto di indagare più a fondo sugli aspetti psicologici legati alla comunicazione interpersonale con l’utenza e sulle dinamiche relazionali e comunicative con i/le colleghi/e.
È stato comunque dato ampio spazio all’intervistato/a di esplorare tematiche che esulavano leggermente dal focus, ma che erano comunque rivelanti dal punto di vista della dimensione dinamica e interpersonale (Kvale, 1996).
_______________________________________________________________________________________ Caterina Dessole
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Nel momento in cui l’intervistato/a toccava dei temi particolarmente salienti, sono state adoperate delle tecniche di rilancio per incoraggiare l’approfondimento (es. domande di
probing, di approfondimento, di specificazione ecc.).
Le domande sono state poste singolarmente per non mettere in difficoltà l’interlocutore/trice. Ad ognuno è stato concesso tutto il tempo necessario per raccogliere i pensieri ed esprimere il proprio punto di vista senza essere interrotto/a.