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Si riportano qui di seguito le risposte che tre studenti universitari albanesi hanno dato ad alcune nostre domande circa la loro conoscenza di Dante e della sua opera. Si tratta di due ragazzi, Sait Saiti e Drisel Murati e di una ragazza, Megi Shllaku. Tutti e tre hanno

frequentato il Liceo gesuita “Pjetër Mëshkalla” di Scutari, lo stesso istituto che aveva frequentato Pashko Gjeçi.

1) Che cosa hai studiato della Divina Commedia? quali cantiche, quali canti? canti interi o singoli passi?

Sait Saiti

Ho letto la Commedia quando avevo 17 anni. L’ora di Lettere che avevamo durante il ginnasio ci ha dato delle informazioni frettolose a riguardo, ma avendola a portata di mano ho potuto cosi accrescere la mia ottica. Non so se si può parlare di studio dell’opera, ma ho avuto il mio periodo di affinità riguardo a certe opere classiche. Della Divina mi ricordo l’inizio di qualche canto dell’Inferno – che è la mia parte preferita, avendo vissuto vagando anch’io per “una selva oscura”. Dopo qualche anno l’ho riletta in parte, essendo venuto a sapere che l’opera del gesuita spagnolo Asín Palacios, islamista e dantista, era tradotta in albanese. E per cosi dire mi son rinfrescato la memoria di certi passi. Al XXIII canto mi ha fatto impressione sin dalla prima volta il riferimento ai frati minori, ed ha avuto un certo effetto su di me.

Drisel Murati

La Divina Commedia di Dante Alighieri l’abbiamo studiata al terzo anno delle superiori. Ci siamo soffermati sullo studio di alcuni canti, cinque canti in tutto: due del Paradiso, due del Purgatorio e uno solo dell’Inferno. Solo di due canti abbiamo fatto una lettura e uno studio completi, invece degli altri tre abbiamo analizzato solo alcune strofe significative. Megi Shllaku

La Divina Commedia l’ho conosciuta da vicino quando avevo 16 anni. Ne avevo sentito parlare prima, ma fino al terzo anno del liceo non avevo avuto modo di studiarla in modo approfondito. Ricordo di aver studiato il secondo e il terzo canto del Purgatorio.

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2) Come hai studiato? Su testo originale in italiano e/o su traduzione albanese di Gjeçi o di chi altro?

Sait Saiti

La prima volta ho letto Dante sul testo tradotto da Gjeçi, ovviamente. La seconda volta l’ho letto anche in italiano, avendo preso la giusta confidenza con la lingua, potendo anche ascoltare Gassman e Benigni tra il leggere e il recitare, rispettivamente.

Drisel Murati

Come ho detto anche prima, abbiamo studiato sia canti interi sia parti specifiche dei canti scelti. L’opera l’abbiamo studiata in albanese, nella traduzione di Pashko Gjeçi.

Megi Shllaku

Ho studiato Dante sul testo tradotto di Gjeçi, successivamente ho letto alcuni canti in italiano nell’edizione a cura di Giorgio Petrocchi.

3) Che cosa ti ricordi di quello che hai studiato?

Sait Saiti

È un’opera di vasta simbologia, essendo la Commedia un capolavoro di tale spessore che è difficile ridurre il tutto ciò che il Poeta ha voluto condividere. La prima volta che l’ho letta i commenti usati non erano cosi ampi come la seconda, la teoria di Palacios rende Dante ed il suo prodotto artistico più ampio e anche più difficile da comprendere. I riferimenti in relazione alla mitologia pagana e alla teologia biblica sono ciò che mi affascina ancora.

Drisel Murati

Mi ricordo molte parti e strofe che abbiamo fatto durante le ore di lezione, non tutto ma una buona parte. Il canto introduttivo, il primo canto dell’Inferno, è stato quello su cui ci siamo soffermati di più e me lo ricordo meglio, ma anche l’ultimo canto del Paradiso.

Megi Shllaku

Più dei canti, mi ricordo le mie riflessioni, leggendole. In contrasto al mondo terrestre, ricordo di aver ammirato all’epoca il modo in cui viene organizzata l’opera attraverso una

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linea chiara che guida l’universo. Nel mondo in cui viviamo, invece, la casualità spesso regna la sequenza degli avvenimenti.

4) Ti è piaciuto lo studio della Divina Commedia? Perché?

Sait Saiti

Sì, molto, anche se gettare lo sguardo su un panorama così vasto mi intimidisce

Drisel Murati

A dire il vero, la Divina Commedia all’inizio non mi piacque molto, perché non avevo tante conoscenze su di essa, ma quando cominciai a conoscerla l’apprezzai molto. Posso dire che era ed è ancora una delle opere migliori in quanto a realizzazione linguistica e una delle più belle per quanto riguarda l’aspetto poetico.

Megi Shllaku

Mi ha incuriosita, facendomi riflettere su ciò che viviamo nel mondo. Oltre la difficoltà nella comprensione dell’opera, ho colto il fatto che d’altronde il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno fanno parte dei nostri vissuti. Ovviamente nell’opera di Dante c’è una

mescolanza tra la fantasia e la realtà, ma penso che lo stesso succeda anche nella nostra vita. I nostri vissuti sono creati dalla stessa mescolanza tra il reale e il soggettivo.

5) Conosci Pashko Gjeçi?

Sait Saiti

Sicuramente, è uno di quei traduttori (anche se tradurre è tradire come sotiene Borges nelle Altre Inquisizioni parlando del Vathek di Beckford) a cui dobbiamo molto.

Drisel Murati

Pashko Gjeçi sicuramente lo conosciamo tutti, almeno noi allievi della scuola dei gesuiti Atë Pjetër Mëshkalla, ma anche molti altri a Scutari credo, perché lui ha frequentato la nostra stessa scuola e quindi è un nostro antenato. È una personalità conosciuta e un intellettuale apprezzato anche dallo stato Italiano. Nel 2004 il presidente italiano Ciampi gli ha conferito un’onorificenza

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Io personalmente porto dentro un forte riconoscimento nei suoi confronti, perché con la sua intelligenza, usata per buoni scopi come quello della traduzione di grandi opere della letteratura mondiale, ha portato in alto il suo nome, il nome della sua città e del suo paese e a tutti noi ha lasciato in albanese delle opere straordinarie.

Megi Shllaku

L’ho conosciuto tramite la traduzione della Divina Commedia e un po’ anche attraverso la traduzione dell’opera Faust di Goethe.

6) Di Dante hai studiato anche altre opere? Se sì, quali?

Sait Saiti

Durante la mia permanenza a Padova, quando frequentavo la facoltà di Scienze Politiche, ho potuto conoscere la storia delle dottrine politiche, studiando cosi anche il pensiero politico di vari pensatori nella storia e cosi anche quello di Dante, tramite la sua De Monarchia. Più recentemente, per mio interesse personale riguardo le lingue, ho sfogliato anche la sua De vulgari eloquentia.

Drisel Murati

Di Dante non abbiamo studiato altre opere.

Megi Shllaku

Conosco un po’ “La Vita Nuova”, una raccolta di 31 liriche in una cornice di prosa, in cui Dante, all’interno dello stilnovo, elaborò un personale concetto di amore, percepito come un sentimento che permette all’uomo di conoscere il Divino, tramite l’ammirazione della donna amata.

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Bibliografia

Opere:

- Bianchi E., a cura di, La Divina Commedia, Firenze, Adriano Salani, 1938 - Chiavacci Leonardi A. M. a cura di, La Divina Commedia / Dante Alighieri,

Volume I Inferno, Volume II Purgatorio, Volume III Paradiso, Milano, A. Mondadori, 2012

- Cudini P. a cura di, Convivio – Dante Alighieri, Milano, Garzanti, 1995

- Dante Alighieri, Epistola a Cangrande, introduzione, edizione critica, traduzione e note di Enzo Cecchini, Firenze, Giunti, 1995, pp. LII, 49

- Gjeçi P., Dante Aligieri Komedia Hyjnore, Tiranë, Argeta LMG, 2006

- Jacomuzzi S. Dughera A. Ioli G. Jacomuzzi V. a cura di, La Divina Commedia, Volume I Inferno – Volume II Purgatorio – Volume III Paradiso, Sei Torino 1990 - Lozinskij M. L., Dante Alighieri, La Divina Commedia, traduzione dall’italiano,

Mosca, Edizione statale della Letteratura d’arte, 1945, (ristampa 1961)

- Marone P.Virgilio, Le Bucoliche Le Georgiche versione di A. Richelmy, Einaudi Torino 1981

- Sanguineti E. a cura di, Vita nuova, Milano, Garzanti, 1984

- Steiner C. a cura di, La Divina Commedia, Torino, G. B. Paravia & C., quinta ristampa, 1935

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