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Gli investimenti diretti esteri in Irlanda e il caso di Google 1 La storia dell'Irlanda: un'introduzione.

La repubblica d'Irlanda ha una storia alquanto travagliata: la prima tappa verso l'indipendenza risale al 1919, quando il parlamento irlandese proclamò la Dichiarazione d'Indipendenza. L'Irlanda ottenne una parziale indipendenza il 6 dicembre 1921, quando fu istituito l'accordo anglo-irlandese che suddivideva l'Irlanda in due parti, l'Irish Free State (conosciuto anche come Eire, che comprende circa cinque sesti dell'Irlanda) e il Northern Ireland (nota anche come Ulster), che fa parte del Regno Unito. Dopo la nascita della Repubblica irlandese, nel giugno 1922, ci fu una guerra civile che durò circa un anno, in cui si scontrarono due correnti di irlandesi: coloro che accettavano l'idea di essere ancora sotto sovranità inglese e coloro che invece pretendevano un'indipendenza completa dell'Irlanda dalla Gran Bretagna. I due partiti politici che si sono alternati fino ad oggi in Irlanda, il Fianna

Fail e il Fine Gail, condividono l'idea di una riunificazione dell'Eire e dell'Ulster: nel

2012 è stata concessa - da parte del governo di Londra - la possibilità di indire un referendum nel 2016 per l'unificazione dell'Irlanda. La proposta, proveniente dal vicepremier del governo nord irlandese Martin McGuinness (nonché politico emergente del partito Sinn Féin), non è però priva di riserve. Come evidenzia Patterson, segretario del primo ministro britannico David Cameron, la popolazione nord irlandese appare molto più preoccupata dell'economia del paese che non della sua riunificazione. Inoltre, secondo un sondaggio, il 73% dei nord irlandesi ha espresso la volontà di continuare ad essere parte del Regno Unito, piuttosto che di fare parte di un'Irlanda unita e indipendente. Lo stesso governo di Westminster sembra essere scettico riguardo all'unificazione irlandese tramite referendum, anche perché l'unificazione risulta essere comunque vincolata dal risultato del referendum (che sarà indotto a settembre del 2014) per l'indipendenza scozzese. D'altro canto, il voto dei cittadini gallesi e nord irlandesi è influenzato dal fatto che essi sono consapevoli che un'eventuale uscita della Scozia dalla Gran Bretagna potrebbe modificare l'assetto del parlamento di Westminster, che diventerebbe di conseguenza

composto da una maggioranza di politici inglesi.

Attualmente la situazione politica vede coinvolti questi partiti: il Fianna Fàil e il

Fine Gael che sono i due principali partiti, i Democratici Progressisti, il partito

Laburista, la Sinistra democratica e i Verdi. A partire dagli anni '90 il Fianna Fàil e il

Fine Gael si sono alternati formando coalizioni con democratici progressisti o con il

partito laburista o ancora con sinistra democratica o i Verdi. Il Fianna Fàil ha governato per un lungo periodo seppur insieme ad altre coalizioni: dal 1987 al 2011 a parte il triennio che va dal 1994 al 1997 in cui il Fine Gael, insieme al partito laburista e alla sinistra democratica, ha avuto la maggioranza. Il Fine Gael è tornato al governo soltanto a partire dal 2011, formando una coalizione con il partito laburista. L'attuale primo ministro è Enda Kenny, mentre la presidenza della repubblica d'Irlanda è di Michael D. Higgins. Il primo ministro viene nominato dal presidente della repubblica su proposta della camera bassa, ed è il primo ministro che nomina i ministri che vengono poi approvati sempre dalla camera bassa. Quando il governo non ha più la fiducia della camera bassa, il primo ministro si dimette oppure chiede al presidente della repubblica di sciogliere la camera bassa affinché vengano convocate nuove elezioni.

La forma di governo è parlamentare: la camera bassa, il Dàil Eireann, è composta da 166 membri, che sono chiamati con il nome di Teachta Dàla. I membri della camera bassa sono eletti direttamente dai cittadini irlandesi o britannici residenti in Irlanda che siano maggiorenni, la loro carica è di 5 anni. Il Dàil può concedere la fiducia al governo oppure sfiduciarlo, inoltre il Dàil è l'unica camera a cui spetta l'approvazione o l'emendamento delle leggi che riguardano le spese dello stato. C'è poi una camera alta, il Seanad Eireann, costituita da 60 senatori. L'elezione dei membri di questa camera non è diretta, essendo 11 senatori eletti dal primo ministro, 6 senatori dalle università e i restanti 43 da una composizione formata da 60 senatori uscenti, 166 membri della camera bassa, e da 883 membri che appartengono ai consigli di contea e ai consigli cittadini. 16

3.2. L'assetto economico dell'Irlanda e il boom economico degli anni '90.

Le tappe che hanno segnato la storia economica dell'Irlanda saranno analizzate in questo capitolo, in particolare verrà approfondito l'argomento che riguarda il boom economico registrato negli anni novanta.

L'avvenimento che segnò una nuova fase per la repubblica d'Irlanda (Eire), fu l'ingresso nel 1973 nell'allora Comunità Economica Europea: questo permise il passaggio dell'economia irlandese da "agricola" ad "avanzata". L'abbandono di politiche protezionistiche e l'apertura agli scambi commerciali internazionali fecero sì che l'Irlanda conoscesse un periodo di espansione economica, che fu però seguita da un periodo di recessione dal 1981 al 1986, periodo in cui l'inflazione era pari all'11% del PIL e si riscontrava una alta disoccupazione giovanile. L'aumento della tassazione deciso dal governo non fece altro che accrescere la stagnazione economica. La crescita economica riprese soltanto a partire dagli anni '90, nel pieno del National Recovery Program, un piano che coinvolgeva varie istituzioni tra cui il Governo, sindacati, banche e agricoltori. Esso riuscì ad aumentare i salari riducendo la tassazione sul reddito, ma cosa più importante, portò al taglio della spesa pubblica. Il basso livello di tassazione alle imprese, i sussidi offerti alle imprese hi-tech e il buon livello di istruzione di personale specializzato fecero sì che il settore dell'alta tecnologia si sviluppasse e così molte multinazionali statunitensi investirono in Irlanda e che l'economia irlandese ripartì. E' interessante notare che l'aliquota per le imprese era pari al 10% prima del 1998, mentre nel 2011, seppur salita al 12,5%, attraeva comunque molti investitori dall'estero. Il basso livello di tassazione non era l'unico motivo per cui gli investitori esteri decisero di investirvi, infatti oltre al livello di tassazione essi erano anche attratti dal regolamento amministrativo e dal trattamento favorevole ai profitti generati da imprese straniere. Di conseguenza, un grande numero di multinazionali straniere ha deciso di investire in Irlanda ed ha creato un'entrata fiscale (derivante dai profitti generati dalle società) abbastanza consistente per il governo: il 30% delle entrate fiscali irlandesi deriva dai profitti generati dalle società. Si tratta di una percentuale assai alta se si guarda a quelle degli altri paesi dell'OCSE, come per esempio all'Italia (13%), al Regno Unito (8%), alla

Francia (7%) o alla Germania (3%).17

All'inizio degli anni '90 il reddito pro-capite irlandese era inferiore al 65% della media europea. A partire dalla fine degli anni '90 si registrava una crescita in termini di PIL pro-capite: esso si avvicinava molto ai livelli degli altri paesi appartenenti all'UE, e questo si verificò contemporaneamente alla creazione di posti di lavoro, che addirittura superava quella degli Stati Uniti. Il boom economico che conobbe l'Irlanda durante gli anni '90 fu dovuto ai consistenti afflussi di investimenti provenienti dall'estero nel settore manifatturiero. E' interessante notare che a fine anni '90 moltissime società farmaceutiche avevano investito in Irlanda; i grandi colossi della tecnologia come IBM, Intel, Hewlett-Packard, Dell e Microsoft aprirono filiali in Irlanda, come pure imprese estere operanti nell'erogazione di servizi finanziari e telematici.

L'ingresso dell'Irlanda nella CEE (avvenuto nel 1973) e l'adesione al Mercato Unico europeo (nel 1992) sono i due avvenimenti che hanno contribuito alla svolta economica irlandese, incentivando di fatto le imprese estere ad investirvi per poter servire l'intero Mercato Unico. Inoltre, l'abbandono di politiche protezionistiche già avvenuto intorno agli anni '60, i bassi livelli di tassazione e i bassi salari contribuirono a far apparire agli occhi degli investitori esteri l'Irlanda come il miglior paese in cui investire. Gli anni '90 furono anche il periodo in cui il settore hi-tech vide la sua piena espansione: furono le multinazionali estere che decisero di aprire filiali in Irlanda a contribuire anche alla creazione di nuovi posti di lavoro (tra 1987 e 1999 il numero di posti di lavoro nelle IMN cresceva del 40% rispetto al decennio precedente). Tutta questa situazione portò poi ad invertire l'assetto economico preesistente, in cui gli impianti manifatturieri erano principalmente di proprietà britannica: nel 1972 la quota britannica rappresentava il 46% del totale dell'occupazione manifatturiera e si riduceva al 10% nel 1999, anno in cui gli impianti del settore manifatturiero di imprese statunitensi che avevano investito sul territorio irlandese registrarono una quota pari al 61% dell'industria manifatturiera. Parallelamente si assistette anche al rovesciarsi della situazione degli occupati nei settori a bassa tecnologia e nei settori ad alta tecnologia: mentre nel 1974 nei primi

gli occupati erano pari al 65% e nei secondi erano pari al 12%, nel 1999 i dati dell'OCSE registravano un incremento di impiegati in settori hi-tech con una quota del 56%, a discapito di quelli impiegati nel settore a bassa tecnologia che erano solo il 24%: l'insediarsi di molte multinazionali estere contribuì a questa modifica (Navaretti e Venables, 2006). Nei paragrafi seguenti vedremo cosa ha determinato l'afflusso dei capitali dall'estero, e quali caratteristiche hanno questi investimenti. 3.3. Il ruolo dell' Industrial Development Agency (Ida Ireland).

L'agenzia per lo sviluppo industriale fu istituita nel 1950 con il nome di Industrial

Development Authority, allo scopo di stimolare la crescita economica ed attrarre

investimenti dall'estero. Trasformatasi nel 1994 in Industrial Development Agency (Ireland), essa è un'istituzione strategica per attrarre i capitali dall'estero in quanto opera in modo preciso ed efficace. Descriveremo brevemente come si svolge l'attività dell'Ida:

l'Agenzia individua macrosettori e microsettori che si stanno espandendo a livello mondiale e che allo stesso tempo possono essere sviluppati in Irlanda, tenendo conto anche della sua dotazione di risorse. Una volta individuati, l'Agenzia trova le imprese più potenti in un determinato microsettore e offre loro incentivi per investire in Irlanda. Fatto atipico per un'istituzione nata per promuovere gli investimenti, è che essa investe direttamente in capitale umano e nella creazione di infrastrutture adatte per l'insediamento di imprese del settore hi-tech, il settore che da un ventennio a questa parte è cresciuto a livello mondiale. Come già detto, i settori in cui poi effettivamente affluirono investimenti dall'estero furono quello elettronico, farmaceutico, del software e delle biotecnologie, settori a cui l'Ida dedicò molta attenzione con progetti ad hoc. Un esempio fu quello ideato per attrarre Intel, grande colosso nella produzione di dispositivi elettronici, che stava valutando di aprire uno stabilimento nell'Ue. L'Irlanda avrebbe potuto essere la scelta migliore grazie al suo basso livello di tassazione alle società e al contempo grazie al fatto di essere parte di una zona di integrazione regionale, tuttavia gli amministratori di Intel nutrivano delle riserve in seno alla decisione perché temevano che in Irlanda non ci fosse personale

qualificato abbastanza esperto o comunque non preparato ai loro standard. L'Ida decise di fare un sondaggio su un campione di ingegneri irlandesi emigrati negli Stati Uniti, ai quali veniva chiesto se sarebbero tornati a lavorare in Irlanda se si fosse presentata loro una buona occasione lavorativa: l'80% degli intervistati rispose affermativamente, ma gli amministratori di Intel non erano ancora convinti. Intel investì soltanto in un secondo momento, mentre poco tempo dopo tale sondaggio Dell decise di aprire stabilimenti in Irlanda, considerando che l'Irlanda disponeva di personale qualificato di lingua inglese e che molti di coloro che erano emigrati negli Stati Uniti aveva dichiarato che sarebbe tornato in patria per un buon lavoro. L'Ida si adoperò anche per assicurarsi che i neolaureati in ingegneria ed elettrotecnica avessero competenze adeguate per lavorare in grandi multinazionali, creando corsi integrativi post laurea affinché le IMN non temessero che i potenziali impiegati non fossero abbastanza competenti. La questione relativa all'istruzione e al personale adeguatamente qualificato è un aspetto verso il quale in generale tutte le IMN dedicano un'accurata valutazione. Le riserve che nutrivano gli amministratori di Intel non erano tuttavia infondate: come evidenziavano gli osservatori dell'OCSE relativi al livello d'istruzione irlandese, l'Irlanda ha una media più bassa rispetto agli altri paesi. Vale comunque la distinzione secondo la quale la media di coloro che si trovano tra una fascia d'età compresa tra 25 e 34 anni e che hanno effettuato gli studi superiori è inferiore agli altri paesi, ma d'altro canto se si guarda a coloro (nella stessa fascia d'età) che hanno conseguito una laurea universitaria o un diploma di terzo livello in aree scientifiche, l'Irlanda ha gli stessi livelli d'istruzione (se non talvolta superiori) della media OCSE. L'operato dell'Ida è stato dunque fondamentale nell'assicurare investimenti dall'estero perché come abbiamo già detto essa ha investito in conoscenze e capitale umano, fornendo la formazione necessaria a fare apparire l'Irlanda attraente anche sotto il punto di vista delle competenze professionali.

Un secondo problema di cui si occupò l'Ida riguardava le telecomunicazioni che nel 1990 avevano ancora una rete deficitaria. L'Agenzia irlandese cercò di suggerire un miglioramento della rete delle telecomunicazioni al ministero delle poste e dei telegrafi, l'unico Ente che all'epoca ne era competente. I tentativi furono inizialmente

respinti ma la situazione cambiò quando la competenza passò in mano ad una nuova agenzia statale, che investì molto per lo sviluppo di una rete di telecomunicazioni altamente efficiente a livello mondiale. Lo sviluppo di programmi informatici per la gestione di dati permise l'apertura di call centre e di servizi di assistenza clienti che a loro volta crearono nuovi posti di lavoro.

Il successo dell'Ida ha fatto si che altri paesi seguissero l'esempio irlandese nella creazione di un'istituzione volta a favorire la crescita industriale e l'afflusso di capitali esteri, ma nessun'altra agenzia negli altri paesi ebbe lo stesso successo e la stessa efficacia dell'Ida: mentre in Irlanda l'operato dell'Agenzia non venne ostacolato da parte dei Ministeri degli Affari Esteri, tale interferenza si verificò invece in tutti gli altri paesi.

L'agenzia per lo sviluppo industriale irlandese svolge anche una buona funzione pubblicando online reports annuali riguardo alla situazione degli investimenti diretti esteri. Il periodo sul quale ci soffermeremo è quello che va dal 2007 al 2012, in pratica il periodo che precede la crisi finanziaria mondiale, fino al 2012, dunque analizzeremo anche i flussi di Ide affluiti in Irlanda nel periodo precedente la crisi finanziaria mondiale, nel periodo di piena crisi, e nel periodo successivo. Valuteremo poi attraverso i dati e le percentuali la buona attività che ha svolto l''Ida complessivamente.

Il report dell'Ida relativo al 2007, mette in luce che per l'Irlanda questo è stato un buon anno per gli investimenti provenienti dall'estero, poiché si è classificata:

– al primo posto per quanto riguarda la globalizzazione, l'Irlanda ottenne infatti per il terzo anno consecutivo la definizione di "most global nation";

– al primo posto per quanto riguarda la sua immagine di luogo adatto per lo sviluppo e la crescita aziendale;

– come il paese dell'Unione Europea più attraente in termini di investimenti diretti esteri in Life Science, (ossia biotecnologie, farmaceutica, sanità, dispositivi medici, chimica ) ricevendo il 25% del totale globale di tali investimenti;

investimenti diretti esteri in rapporto alla quota complessiva mondiale; – al secondo posto per flessibilità e adattabilità di fronte ai nuovi cambiamenti; – al secondo posto in termini di produttività industriale e al terzo posto per la

produttività economica in generale;

– al terzo posto al mondo nella creazione di posti di lavoro in rapporto al reddito pro-capite;

– tra le prime dieci destinazioni più attraenti per fare impresa.

L'obiettivo dell'Ida fu quello di accrescere gli investimenti lungo tre pilastri principali: servizi; manifattura per la produzione di beni hi-tech; attività di ricerca, sviluppo e innovazione. Nel 2007 infatti, si registrarono 114 nuovi investimenti, di cui il 26% erano rappresentati da investitori "nuovi" per l'Agenzia, il 40% erano i flussi investiti in attività di ricerca, sviluppo e innovazione, il 34% era la quota relativa ad ulteriori investimenti effettuati da compagnie che già avevano decentrato alcune delle loro attività in Irlanda. Il 33% degli investimenti proveniva da compagnie non statunitensi, questo era segno che l'Irlanda appariva attraente per gli investimenti agli occhi di tutti gli investitori internazionali. Inoltre il 60% degli impieghi supportati dai progetti dell'Ida aveva una retribuzione che eccedeva di 40000 euro annuali gli stipendi relativi ad altri impieghi non supportati dall'Ida; furono creati 9000 nuovi posti di lavoro a tempo pieno per un totale di 152.000 posti di lavoro aggiuntivi in tutte le compagnie supportate dall'Ida. Infine il progetto lanciato dall'Ida per lo sviluppo regionale, per far si che i flussi di capitali esteri defluissero in città irlandesi di dimensioni minori e più decentrate geograficamente, portò alla crescita di capitali investiti al di fuori di Dublino (64% degli investimenti). Il supporto dell'Ida agli investimenti diretti esteri ha incentivato gli investitori ad investire in Irlanda, e questo ha arrecato benefici all'economia irlandese nel suo insieme, alzandone il tasso di crescita, creando nuovi impieghi. In particolare, l'Ida ha creato un sistema nazionale di supporto investendo in:

– corsi di formazione ed educazione specifica, come l'informatica e l'ingegneria;

Sigma, Lean Manufacturing and Total Management;

un vasto programma che migliorasse sia a livello di policy che di infrastrutture la qualità dell'educazione, della scienza, delle infrastrutture digitali e fisiche;

– promozione nella collaborazione di attività di ricerca e innovazione tra aziende, e tra aziende ed istituzioni di terzo livello come le Università o strutture equivalenti;

– miglioramento e accrescimento dello spirito imprenditoriale che si riflettesse sia sulle multinazionali che sulle imprese locali che forniscono loro materie prime.

Il report dell'Ida del 2007 ha messo in luce che grazie al suo supporto, non solo le multinazionali estere hanno investito in Irlanda, ma che esse hanno generato 16 miliardi di spese all'interno dell'economia irlandese. La produttività del paese è cresciuta grazie anche allo sviluppo da parte delle multinazionali di nuove pratiche nel settore tecnologico, logistico, e del management delle risorse umane.

Nel triennio 2004/2007, l'agenzia per lo sviluppo irlandese ha approvato progetti per più di 5 miliardi di euro per attrarre gli investimenti dall'estero nel settore manifatturiero. Anche in tale settore si verificò un incremento di produttività a seguito di una buona attività di ricerca e sviluppo, di una buona innovazione tecnologica e delle competenze specifiche della forza lavoro. Le imprese del settore terziario, come quelle che producono software, servizi per l'informazione tecnologica, servizi finanziari, ecc., poterono godere di vantaggi relativi al basso livello di tassazione sui profitti alle imprese, della presenza di personale anglofono altamente qualificato, facendo dell'Irlanda il paese migliore dove investire. Importante a tali fini fu l'istituzione della Science Foundation Ireland, e il lancio della prima politica nazionale intitolata "Strategy for Science, Technology & innovation 2006/2013", che rese possibile collaborazioni di ricerca tra industrie nazionali e istituti accademici, incentivando le grandi corporations ad espandere le loro attività in Irlanda. Alcune multinazionali straniere hanno trovato grandi opportunità di crescita e miglioramento, per esempio alcune hanno acquisito società

irlandesi per migliorare la loro tecnologia e quindi la loro posizione sul mercato europeo e mondiale: Clonmel-based Pinewood Laboratories è stata acquisita da una multinazionale indiana, la Wockhardt Ltd, mentre Lancaster Laboratories ha acquisito Dungarvan-based Microchem Laboratories. Nel settore dell'Information

technology Intel ha acquisito Havok, mentre nel settore dei servizi finanziari Munich

Re ha acquisito Allfinanz.

Un altro aspetto molto importante è che le multinazionali sono a conoscenza del grande impegno che l'Irlanda ha dimostrato in tema di sostenibilità dell'ambiente, tenendo particolarmente in considerazione i cambiamenti climatici dovuti all'inquinamento industriale; promuovendo un maggior utilizzo di energia rinnovabile (clean energy) e di conseguenza incentivando gli investimenti nella cosidetta green technology. Ultimo ma non meno importante, l'agenzia irlandese per lo sviluppo industriale ha promosso il ruolo delle nanotecnologie, introducendo

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