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IPOTESI DI COMPENSAZIONE DEI NUOVI CONSUM

Il nuovo polo sanitario e la sistemazione della ciclabile di via Giotto

IPOTESI DI COMPENSAZIONE DEI NUOVI CONSUM

Il bilancio energetico totale registra un aumento dei consumi energetici pari a 922.668 kWh nell’ipotesi di realizzazione dell’Eco-supermercato, consumi che aumentano a 1.402.668 kWh nel caso di realizzazione di un supermercato normale. Facendo riferimento all’ipotesi di compensazione di questi nuovi consumi mediante la riqualificazione energetica dei comparti edilizi costruiti negli anni ’50-’70, si determina dunque la quantità di Superficie Utile Lorda da dover riqualificare.

Le tipologie di intervento per la riqualificazione energetica di un edificio possono essere diverse e variano caso per caso. Rimanendo nell’ottica di stime di carattere generale ma con un fondamento credibile, si individuano 2 interventi tipo con un differente risultato di ottimizzazione energetica:

Tipo A - isolamento con cappotto esterno 120 kWh/m2

Tipo B

- isolamento con cappotto esterno - sostituzione dei serramenti - sostituzione degli impianti

80 KWh/m2

Facendo riferimento al valore di 157 kWh/m2 stimato dal PEC del consumo medio degli edifici realizzati negli anni ’50-’70 si determinano, dunque le quantità di Superficie Utile Lorda da riqualificare nei diversi scenari, nonché il rispettivo numero di appartamenti, stimando una Sul media di 120 m2 :

SCENARIO 1 (Nuovi consumi = 1.402.668 kWh – intervento di riqualificazione energetica di Tipo A) 1.402.668

(157−120) = 37.910 m

2

≈ 316 appartamenti

SCENARIO 2 (Nuovi consumi = 922.668 kWh – intervento di riqualificazione energetica di Tipo A) 922.668

(157−120) = 24.937 m

2 ≈ 208 appartamenti

SCENARIO 3 (Nuovi consumi = 1.402.668 kWh – intervento di riqualificazione energetica di Tipo B) 1.402.668

(157−80) = 18.216 m

149

SCENARIO 4 (Nuovi consumi = 922.668 kWh – intervento di riqualificazione energetica di Tipo B) 922.668

(157−80) = 11.983 m

III

19. Conclusioni

Lo studio condotto per la “proposta di riqualificazione della zona Barca in Bologna” si è mosso cercando di individuare un disegno complessivo che sfruttasse al massimo le potenzialità esistenti del territorio stesso. La zona Barca è una parte di città che non presenta gravi elementi di degrado per cui la valorizzazione dello spazio pubblico proposta consiste nel semplice collegamento delle centralità urbane esistenti, facendo ovviamente leva ed includendo in questo sistema i nuovi interventi di trasformazione delle aree “ATC Battindarno” e “Tre Madonne”. Ragionando in quest’ottica si è evitato di proporre su queste due aree interventi che invadessero prepotentemente l’ambiente urbano esistente. Spesso, infatti, occasioni simili si realizzano con progetti che concentrano dentro di sé le motivazioni della riqualificazione, proponendo volumetrie eccessive e sproporzionate che si distinguono e distaccano dal contesto confinante. L’obiettivo ricercato in questo lavoro, invece, è stato quello di proporre due interventi che si andassero ad integrare con il tessuto esistente, che rappresentassero sì nuove opportunità per la vita del quartiere, ma che si andassero a sommare a quelle già esistenti diventando parte di un sistema unico, senza cercare di monopolizzare la scena urbana. Come esempi significativi di questo approccio si possono ricordare la volonta di preservare e valorizzare il più possibili le alberature presenti sulle due aree, nonché la proposta di disassamento della via Di Vittorio, intervento che non comporta benefici diretti all’area di trasformazione interessata, ma che concorre ad un innalzamento del livello di qualità dello spazio urbano. L’integrazione degli interventi proposti sulle due aree di nuova trasformazione con il contesto esistente è stato però possibile soprattutto grazie ad un approccio che è partito da un’attenta analisi dell’esistente per poi concentrarsi su una proposta d’insieme, articolata solo in un secondo momento in singoli interveti progettuali. La definizione della “rete verde” serve, infatti, come schema strategico di riferimento per la riqualificazione del territorio della zona Barca, ed è significativo notare come i due interventi di trasformazione delle aree “ATC Battindarno” e “Tre Madone”, che potrebbero rappresentare grandi fonti di attrazzione di interessi puramente speculativi, siano stati trattati al pari degli altri interventi che riguardano la viabilità ciclo-pedonale. Come già detto nel cap.09, i singoli interventi proposti sono tessere di un unico mosaico, ossia la “rete verde”, e per questo l’attenzione principale è stata riservata alla definizione di questo disegno generale. Allo stesso tempo, però, si riconoscere che sotto di un punto di vista economico la realizzazione di un collegamento ciclabile non può essere paragonato ad un intervento che prevede, ad esempio, la realizzazione di un nuovo centro commerciale. Per questo si è sempre cercato, nella definizione degli interventi sulla rete ciclo-pedonale, di individuare soluzioni che sfruttassero al massimo le opportunità già presenti sul territorio, in modo da proporre interventi meno onerosi che possano effettivamente essere realizzati nel tempo dall’Amministrazione Pubblica. L’esempio più eclatante riguarda la ciclabile che passa davanti alla struttura pubblica dell’I.T.I.S. “Belluzzi”, proposta che richiede interventi d’attuazione davvero minimi.

Si richiamano ancora una volta i fattori principali che hanno guidato la definizione della “rete verde”: - continuità dei percorsi;

- collegamenti con le principali centralità urbane; - visibilità e riconoscibilità dei percorsi ciclo-pedonali.

Il grado di definizione degli interventi si è dunque fermato all’individuazione di soluzioni che garantissero questi fattori. Ciò vale soprattutto per le aree “ATC Battindarno” e “Tre Madonne”, per le quali non si sono ricercate soluzioni che approfondissero aspetti architettonici particolari (cosa che potrebbe essere naturale trattando della trasformazione di due aree di importanza rilevante per il tipo di funzioni che si prevede di insediare), limitandosi a dare una disposizione generale che garantisse un buon funzionamento delle nuove strutture. Anche qui si rileva nuovamente l’attenzione principale dedicata alla definizione del funzionamento d’insieme del sistema urbano della zona Barca. Va considerato, infatti, che trasformazioni di questa scala vengono realizzate in fasi sucessive su un tempo di lunga durata spesso non quantificabile: si è ritenuto inutile, dunque, scendere nella definizione di soluzioni particolari come può essere l’arredo di una piazza o il disgno di un fronte di un palazzo (elementi importanti per l’effettiva resa di uno spazio urbano), concentrandosi piuttosto sull’individuazione di quei fattori fondamentali che garantissero l’effettiva continuità della “rete verde”.

Un ultima considerazione è dedicata al tema introdotto dal PEC per la compensazione dei nuovi consumi. Il conteggio è stato condotto con una stima che potesse presentare gli ordini di grandezza delle quantità da trattare, operazione che dovrà poi essere approfondita in fase d’attuazione e di monitoraggio delle nuove strutture. È comunque molto interessante l’introduzione di questo punto di vista all’interno della definizione di un intervento urbanistico, soprattutto per quanto riguarda gli effetti che dovranno coinvolgere il partimonio esistente. L’ipotesi di realizzazione di un eco-supermercato realizzato con soluzioni che vadano oltre ai requisiti minimi di legge in sostituzione di un’utenza oggi critica sotto l’aspetto dei consumi energetici mostra come l’opportunità degli interventi di demolizione/ricostruzione siano altamente positivi sotto il punto di vista del bilancio energetico. L’ipotesi di compensazione individuata ha fatto riferimento alle indicazioni di riqualificazione energetica degli edifici residenziali esistenti date dal PEC. Si vuole però suggerie un’altra soluzione perseguibile: infatti, data la grade preseza di residenza a proprietà pubblica nella zona Barca, è possibile ipotizzare un’operazione di demolizione/ricostruzione degli esempi più critici, sfruttando

IV

l’opportunità fornita dalla trasformazione delle aree “ATC Battindarno” e “Tre Madonne” come trasferimento provvisorio della popolazione eventualmente coinvolta, valutando anche l’ipotesi di una ricostruzione con volumetrie maggiori di quella esistente, data la modesta densità abitativa del patrimonio edilizio esistente.