Il Comune di Cagliari, come la maggior parte dei comuni italiani, possiede dei documenti prodotti durante le diverse fasi della sua storia. Tali documenti sono custoditi nell’archivio storico che, per tipo, contenuto e pregio della documentazione conservata, assume una rilevanza che travalica l’ambito locale, dati gli stretti legami che la città, capitale del Regno di Sardegna, tenne nei secoli XIV – XVIII con la madrepatria iberica291.
1.1 La Storia
L'Archivio Storico del Comune di Cagliari esisteva certamente già all’epoca pisana: non possediamo la documentazione relativa a questo periodo perché andata dispersa dopochè gli aragonesi nel 1326 s’impadronirono del Kastrum Kallari estromettendone il comune toscano292. Per i due secoli successivi i documenti furono custoditi nella Cattedrale della Città, situata nel castello di Cagliari e intitolata, dai pisani, a Santa Maria, luogo in cui si riuniva il Consiglio Civico293.
Successivamente l'attività sempre più intensa e complessa dell'amministrazione civica rese necessario il trasferimento dell’archivio nel Palazzo di Città, sede del municipio, nella piazza principale del Castello, l’attuale Piazza Palazzo294.
291
A. PALOMBA, “L’archivio storico del Comune di Cagliari: un patrimonio culturale di eccezionale importanza” in “Almanacco di Cagliari”, 1986.
292 Ibidem.
293
S. LIPPI, “L’Archivio comunale di Cagliari. Relazione al sindaco”, Cagliari, Tipografia Valdès, 1897, pp. 9-10.
55 Qui rimasero accatastati per lungo tempo: caddero, infatti, nel vuoto sia le disposizioni dei viceré marchese di Castel Rodrigo (1660) e del marchese di Rivarolo (1738), sia le deliberazioni adottate in merito dal Consiglio civico nel 1753295.
La situazione mutò con Vittorio Amedeo III, che promulgò le due “carte reali” del 10 dicembre 1782. Con la prima venne istituito l’ufficio di Archivista della città con lo speciale incarico di conservare in buon ordine i documenti redigendo gli Inventari e Indici necessari296, con la seconda ne affidò la direzione a Giuseppe Corte il quale provvide ad una prima sistemazione. A questo intervento, seguì un secondo riordino effettuato nel 1896 dall’allora direttore dell’Archivio di Stato di Cagliari, Silvio Lippi297.
Contemporaniamente si deve al volere del sindaco Ottone Bacaredda la nascita della Biblioteca Municipale, la cui istituzione venne deliberata dal Consiglio Civico nel 1895. La biblioteca temporaneamente trovò ospitalità nei locali sovrastanti il buffet del Teatro Civico; col tempo crebbe per ulteriori donazioni e, quando dalla Piazza Palazzo gli uffici municipali si trasferirono nel nuovo palazzo municipale in Via Roma, anche la biblioteca insieme all'archivio furono trasferiti nei locali studiati appositamente nel nuovo edificio, inaugurato nel 1914.
Fin dagli anni immediatamente successivi la biblioteca ha seguito l’Archivio Storico nelle sue diverse sedi affiancandolo nella funzione di fonte della memoria storica della città e dell’intera isola; ebbe infatti un rapidissimo incremento per via di un susseguirsi quasi ininterrotto di legati, donazioni e acquisti di pregevoli raccolte private (Bacaredda, Ballero, Birocchi, Caput, Cima, Congiu, Lovisato, Pinna, Pes, Rota-Rossi, Sanjust, Serra, Vivanet, Zoccheddu, etc.); tanto che in poco più di un ventennio divenne per consistenza la terza biblioteca dell'Isola, costituendo una delle più complete documentazioni del libro e della cultura isolana, dal sec. XVI in poi. Col tempo la struttura ha assunto la caratteristica di biblioteca specialistica, curando e ampliando il fondo sardo (pubblicazioni di autori sardi o stampate in Sardegna o comunque inerenti la Sardegna), per questo ha preso il nome di Biblioteca Comunale di Studi Sardi.
Essa costituisce con l’Archivio Storico un’unità culturale inscindibile, meta di studiosi e ricercatori ma anche di persone che per loro interesse desiderano approfondire gli argomenti più vari riguardanti la Sardegna: l’Archivio storico mette a disposizione le fonti documentarie, la Biblioteca di Studi Sardi i libri che in riferimento ai documenti esaminano i diversi periodi storici e le vicende dell’isola.
Nel 1943 i materiali dell’Archivio – Biblioteca furono gravemente danneggiati dai bombardamenti aerei; parte dei documenti andò perduta ma ciò che sopravisse al disastro venne recuperato e
295
LIPPI, L’Archivio comunale di Cagliari, cit., pp. 10-13.
296 Ibidem, pp. 13-15.
297
56 trasportato alla Galleria Comunale d’Arte nei Giardini pubblici dove, a partire dal 1946, il nuovo direttore dell’Archivio Evandro Putzulu, cominciò l’opera di riordino298.
La documentazione dell’Archivio, insieme a quella della Biblioteca Civica rimase nella sede della palazzina Boyl dei Giardini Pubblici sino al 2000, quando il Comune ne dispose il trasferimento nella moderna sede di via Newton299. Nel 2002 fu aperta, nella stessa sede, anche la Biblioteca generale – Mediateca con funzioni di biblioteca di centro – sistema.
Attualmente, a partire dallo scorso settembre, è in corso il trasferimento dell’Archivio Storico – Biblioteca di Studi Sardi e della Biblioteca generale – Mediteca nella moderna e più grande sede in corso di realizzazione in via Pola, a Cagliari, destinata a diventare un importante polo culturale polivalente: la Mediateca del Mediterraneo.
1.2 Le funzioni e i servizi
L’accesso all’archivio storico - biblioteca è libero e gratuito. Vengono garantiti alcuni servizi, come la consultazione in un’apposita sala di studio del materiale ivi contenuto; è possibile chiedere ed ottenere delle informazioni bibliografiche ed archivistiche. Nell’archivio storico viene garantito un servizio di riproduzione digitale e periodicamente si effettuano delle visite guidate300.
1.3 Il patrimonio conservato
Nell’ Archivio storico i documenti conservati sono ordinati in quattro sezioni, distinte secondo un criterio cronologico.
La prima sezione o sezione antica comprende documenti di fondamentale importanza dal punto di vista storico e paleografico, raccolti in 831 cartelle. Si tratta di una cospicua raccolta di pergamene e carte reali, codici membranacei e cartacei che vanno dal XIV al XVIII secolo e che costituiscono un’importante testimonianza delle attività del municipio cagliaritano.
La documentazione è costituita da volumi, fascicoli e pergamene. Le pergamene sono 553 (1070- 1802), di cui alcune portano ancora i sigilli pendenti di piombo e di cera rossa301.
Tra questa documentazione meritano menzione le seguenti unità:
Libro verde (1244-1766): codice membranaceo il cui nome è legato al colore della copertina,
comprende 298 carte e raccoglie i privilegi con i quali i sovrani catalano-aragonesi concedevano
298
PALOMBA, “L’archivio storico del Comune di Cagliari, cit.
299 http://www.comune.cagliari.it.
300
Ibidem.
301
LIPPI, L’Archivio comunale di Cagliari, cit., pp. 22, 31; S. MURGIA, “Le pergamene dell’Archivio storico del Comune di Cagliari: nn. 51 – 100; anni 1328 – 1332”, relatore L. D’Arienzo, Tesi di laurea, Università degli Studi di Cagliari, A.A. 2000 / 2001.
57 alla città di Barcellona immunità, libertà e franchigie estese, con Carta Reale, anche al Castello di Cagliari; comprende anche i privilegi successivamente attribuiti a Cagliari dai Re spagnoli e sabaudi.
Costituzioni di Catalogna ed usatici di Barcellona (copia del sec. XIV): corpo di consuetudini
scritte che regolavano alcuni importanti istituti e che ebbero vigore anche nel Castello di Cagliari.
Pergamene (1332 – 1802): contenenti i privilegi concessi alla città. Tra queste, merita di essere
menzionata la copia autentica della pace stipulata a Cagliari il 24 gennaio 1388, tra Giovanni I re d'Aragona ed Eleonora giudicessa d’Arborea, composta da 17 fogli di pergamena cuciti che compongono un rotolo di 9 metri302.
Coeterum: privilegio emanato dal re Giacomo II il 25 agosto 1327, con il quale fu istituito il
Comune di Cagliari, ne furono determinati i confini e gli furono attribuite immunità, libertà e franchigie analoghe a quelle concesse alla città di Barcellona303.
Carte Reali (1358 – 1828) indirizzate ai funzionari civici cagliaritani, trattano affari cittadini di
natura politica, amministrativa, economica e sociale.
Ordinazioni dei Consiglieri: (1346-1603) insieme di disposizioni atte a regolare gli aspetti più vari
della vita cittadina. Sono raccolte in due codici. Il primo (vol. XVI) è relativo alle ordinazioni emanate nel 1346 – 1347; il secondo (vol. XVII), denominato “Llibre de las ordinacions de la
Ciutat de Caller”, comprende le disposizioni emanate dai Consiglieri civici a partire dal XIV secolo
fino al 1603. Attraverso le “Ordinazioni” si esprime concretamente il potere legislativo, giudiziario, amministrativo che l’autorità sovrana concesse ai consiglieri del Castello di Cagliari304.
Deliberazioni del Consiglio Generale (1578-1848) e Deliberazioni del Consiglio Particolare
(1561-1848), attestano la preponderante ingerenza dei Consiglieri negli affari di pubblico interesse cittadino305.
Atti pubblici della città (1732-1851) forniscono notizie sull'attività del Comune in ambito
amministrativo, economico, sociale e politico della città.
Biglietti della Segreteria di Stato (1721-1812): carteggio tra il supremo organo del governo
sabaudo in Sardegna e la Magistratura civica.
Documentazione che, a decorrere dal '500, è stata prodotta dal Comune di Cagliari nelle sue
articolazioni amministrative, quali fra le più importanti quella degli obrieri, del padre d'orfani e del mostazaffo, dei Sindacati dei Quartieri di Marina e Villanova, dell'Ospedale di Sant'Antonio. I Consiglieri infatti delegavano molte importanti mansioni ad altri funzionari, da loro appositamente
302
LIPPI, L’Archivio comunale di Cagliari, cit., pp. 22, 31.
303
http://www.comune.cagliari.it.
304
LIPPI, L’Archivio comunale di Cagliari, cit., p. 22.
305
A. PALOMBA “L’Archivio storico del Comune di Cagliari”, estratto da “Bollettino Bibliografico della Sardegna”, vol. I, 1984; p. 27.
58 nominati. La documentazione relativa a questi “impiegati della città” è cospicua: vi era l’ufficio dell’”Obriere” (1642 – 1799) che si occupava dell’edilizia; il “Mostazaffo” (sec. XVI – XIX), che aveva funzioni di approvvigionamento e di commercio delle derrate alimentari; il “Padre degli
orfani” (sec. XVI – XIX), testimonianza dell’attività assistenziale; “l’Ospedale di S. Antonio” (sec.
XVI – XVIII) amministrato dal “Clavario dell’Ospedale; i “Sindacati di quartiere” che tutelavano gli interessi della popolazione delle appendici di Stampace, Marina e Villanova (sec. XVI – XIX). Vanno menzionati infine i documenti riguardanti la fondazione del “l’Università” o “Studio
Generale” di Cagliari (1607 – 1620) e le copie autentiche degli Atti dei Parlamenti Sardi (sec. XV -
XVIII) che riguardano la vita del comune cittadino, ma anche questioni e problemi che legavano la città alle vicende e alle esigenze politiche di tutto il regno sardo306.
La seconda sezione comprende documenti che vanno dal XVII secolo al 1870, raccolti e ordinati in 802 cartelle. Tra le serie esistenti si ricorda quella dei “Mandati ed Ordini di
pagamento” (1764 – 1834), costituita da 490 volumi.
Nella terza sezione sono presenti i documenti, raccolti in 507 cartelle, relativi al periodo 1871 - 1926. Esiste, inoltre, un’appendice alla seconda e alla terza sezione, raccolta e ordinata in 72 cartelle, costituita dalla documentazione relativa ai comuni di Pirri (1790- 1870), Pauli Pirri (1871-1924), Monserrato (1853-1924) e Quartucciu (1865-1924), confluita nel Comune di Cagliari quando, in epoca fascista, divennero frazioni.
La quarta sezione, ordinata a serie aperte consiste in 143 registri, 51 buste, 248 fascicoli e 4 carte sciolte, ed è relativa al periodo che va dal 1920 al 1964.
A questo nucleo di documenti si sono aggiunti nel tempo numerosi fondi pervenuti per acquisti e donazioni.
Tra i fondi di provenienza privata si annoverano: il Fondo Aymerich (1305 – 1890), conservato in 318 cartelle, al suo interno merita menzione la serie Stamento Militare (1623 – 1848), ricca di documenti della più varia natura racchiusa in 26 cartelle307; le Carte Vivanet (4 cartelle), le Carte
Giordano (2 cartelle) e le Carte Cima (2 cartelle).
Vi sono anche i Fondi Manoscritti, ricchi di curiosità storico-culturali: oltre al Fondo Sanjust di cui perleremo più avanti, vanno ricordati i fondi Ballero (19 unità), Birocchi (8 unità) e Marini (19 unità).
306
LIPPI, L’Archivio comunale di Cagliari, cit., p. 23; PALOMBA “L’Archivio storico del Comune di Cagliari”, cit., p. 28.
307
59 Notevole importanza per lo studio dell'architettura e dell'urbanistica cittadina rivestono il Fondo
Cartografico (168 unità) e il Fondo Fotografico (1776 unità) relativo ai secoli XIX e XX308.
Anche la Biblioteca Comunale di Studi Sardi è dotata di un consistente patrimonio che insieme alle pubblicazioni più moderne e recenti, conta anche libri rari e di pregio: essa raccoglie oltre 63.000 volumi ed opuscoli: libri di carattere sardo e generale, edizioni del '500, del '600 e del '700. Ad essa si aggiunge una ricca collezione di periodici, stampe ed incisioni, cartoline d'epoca, leggi e decreti del Regno d'Italia, gazzette ufficiali, B.U.R.A.S., microfilm. Di particolare pregio sono i testi quali: gli Annales Sardiniae di Vidal (1639), le Decisiones Sardiniae di Giovanni Dexart (1646), la
Raccolta di editti e pregoni di Pietro Sanna Lecca (1775), il Codice Feliciano (1827), il Codex Diplomaticus Sardiniae di Pasquale Tola (1868) e il Codice diplomatico delle relazioni tra la Santa Sede e la Sardegna di Dionigi Scano (1941).
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Enrico Sanjust di Teulada
Enrico Sanjust (1839-1910), Barone di Teulada e primo Sanjust Marchese di Neoneli. Avvocato,
sindaco di Cagliari e cultore di studi sardi: la sua ricca collezione di libri rari e manoscritti fu donata dagli eredi nel 1911 alla biblioteca del Comune di Cagliari 309.
309
F. FLORIS, “La grande enciclopedia della Sardegna”, Sassari, La Nuova Sardegna, 2007, vol. VIII, p. 217; IDEM, Feudi e feudatari in Sardegna, Cagliari, Edizioni della Torre, pp. 409-416.
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