VICENDE ISTITUZIONALI E DINAMICHE SOCIO-SPAZIAL
5. Istituzioni, società, economia: la politicizzazione del campo
Se la territorialità insoddisfacente della nuova istituzione appare una sorta di adeguamento discre- to dei confini amministrativi alle dinamiche reali (quella ‘coalescenza territoriale’ fino ad ora sprovvi- sta di ‘coalescenza istituzionale’: Calafati, 2009) essa è anche corrispondente al radicamento territoria- le di molti interessi organizzati. Non è un caso che la stessa Camera di commercio di Milano – con al- tre rappresentanze sociali e di impresa partecipi del Tavolo Milano – rappresenti interessi a base terri- toriale coincidenti con l’ambito della vecchia provincia. Un aspetto, quest’ultimo, di particolare inci- denza sui passaggi che hanno accompagnato la nascita della nuova istituzione. Perché se è vero che la Milano politica è riuscita a rispettare i vari passaggi costituenti la nuova istituzione, è altrettanto vero che tale risultato sia pure l’esito di una spinta esplicita delle rappresentanze socio-funzionali: dall’azione della Camera di commercio, impegnata da anni nell’opera di analisi e monitoraggio del
fenomeno metropolitano10, allo spiccato protagonismo di Assolombarda11, fino alla presenza della
Camera del lavoro metropolitana, solo per citare alcune delle forze in campo. Tale dimensione ri- guardante la sfera civile milanese non è da sottovalutare, anche per il ruolo di riferimento e di traino nel panorama nazionale.
Il protagonismo di alcuni corpi sociali intermedi è un aspetto rilevante in sé, come segnale di un forte pluralismo sociale, ma rappresenta anche un fattore decisivo nel rilancio di una dialettica delle autonomie in grado di scalfire la tendenza dominante verso il ‘centralismo’. Il tema, vogliamo sottoli- nearlo, non è quello tardo-novecentesco del conflitto tra società civile e politica, o della storica debo- lezza milanese della seconda nei confronti di una società densamente strutturata, quanto quello rela- tivo alle nuove modalità dei conflitti che attraversano lo spazio urbano contemporaneo che doman- dano anche una critica geografica del nesso esistente tra forme della rappresentanza (e loro specifica cri- si) e meccanismi di rappresentazione del fatto urbano. Sulle modalità, anche implicite, con le quali tali rappresentazioni – sotto forma di immagini e narrazioni influenti – segnano decisamente il terreno della rappresentanza e le relazioni di potere in campo urbano (Bolocan Goldstein, 2017).
Da questa prospettiva, i processi metropolitani milanesi sembrano essere un luogo fertile per eser- citare tale chiave interpretativa: i progetti sul post-Expo, così come altre rilevanti trasformazioni in corso (si pensi alla Città della cura e della salute sulle aree Falck di Sesto San Giovanni), insieme alle iniziative pubbliche che mirano a rafforzare il posizionamento transcalare della città nello spazio- mondo (si pensi solo allo scenario apertosi dopo la Brexit e alla candidatura di Milano a ospitare la sede dell’Ema-European medicines agency, basata a Londra; o all’ipotesi di rafforzare la propria natura di distretto finanziario europeo) ci consegnano una ‘questione metropolitana’ la cui capacità dinamica e generativa sottolinea ancor più le inerzie (e gli affanni) nella costruzione inter- istituzionale di un governo metropolitano.
Conclusioni
Le questioni ora richiamate sembrano a noi domandare una rinnovata critica geografica in grado di decodificare le tendenze in atto, ma anche le determinanti spaziali delle diverse strategie politiche nello spazio agite dai vari attori, in un contesto pubblico e decisionale nel quale la percezione dei fatti contribuisce a determinare equilibri, ma anche dissimmetrie, tra le forze in campo, e dove tale perce- zione agisce, talvolta in modo assai più efficacie dei fatti stessi, influendo sulla strutturazione simboli- ca e materiale del processo democratico. Anche per questa ragione è decisiva la presenza di un sapere geografico attivo nello scandagliare il nesso territorio/istituzioni in Italia, esercitando una riflessione in grado di mettere in tensione le vecchie e nuove geografie amministrative in ragione delle effettive pratiche di governo delle spazialità metropolitane.
10 Oltre alla rivista Dialoghi internazionali-Città del mondo (2006-2012), si vedano: Magatti, 2005; Magatti,
Sapelli, 2012.
11 Si pensi al convegno di Firenze del febbraio 2014, Le città metropolitane: una riforma per il rilancio del Paese,
promosso dalla Rete delle associazioni confindustriali delle Città metropolitane aggregate attorno a un Ma- nifesto di intenti; ma anche a successive iniziative milanesi di progettazione strategica: dall’elaborazione dei ‚50 progetti per far volare Milano‛, alla promozione di un polo dell’innovazione e della scienza per il riuso delle aree post-Expo (Biondi, 2016).
NEO-CENTRALISMO E TERRITORIO 2305
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