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Confronti con la penisola italiana

ONE SEPOLTURE

IV.3 Italia meridionale

SITO LOCALIZZAZIONE

SEPOLTURE

N° INDIVIDUI CRONOLOGIA

Balsignano area insediativa 1 5560-5470 BC

Masseria Maselli area insediativa 1 5570-5460 BC

Torre Sabea margini insediamento 1 Neolitico antico

Madonna di Loreto area insediativa 1 Neolitico antico

Samari area insediativa 5 Neolitico antico

Rendina I area insediativa 3 Neolitico antico

Rendina III area insediativa 2 Seconda metà V

mill. a.C

Favella di Sibari area insediativa 1 Neolitico antico

Ripatetta area insediativa 4 Neolitico antico

avanzato

Masseria Valente area insediativa 1 Neolitico antico

avanzato Guadone di San

Severo

area insediativa 1 Neolitico antico

135

SITO LOCALIZZAZIONE

SEPOLTURE

N° INDIVIDUI CRONOLOGIA

Passo di Corvo area insediativa 7 ceramica a bande

rosse

Tirlecchia area insediativa 5 Neolitico medio

Trasano area insediativa 2 Neolitico medio

Balsiganano area insediativa 1 4720-4530 BC

Serra Cicora pianoro 8 metà V mill. BC

Pulo di Molfetta area insediativa 36 Fase Serra d’Alto

Serra d’Alto area insediativa 4 Fase Serra d’Alto

Trasano area insediativa 2 Fase Serra d’Alto

Masseria Candelaro area insediativa 1 Fase Serra d’Alto

Tabella 12- Neolitico medio Italia meridionale

Tabella 13- Neolitico medio/recente Italia meridionale

Tabella 14 – Neolitico recente Italia meridionale

SITO LOCALIZZAZIONE

SEPOLTURE

N° INDIVIDUI CRONOLOGIA

San Martino n.d 1 Fase Serra

d’Alto/Diana

SITO LOCALIZZAZIONE

SEPOLTURE

N° INDIVIDUI CRONOLOGIA

Cala Tramontana area insediativa 12 Fase Diana

Masseria Bellavista area insediativa 20 Fase Diana

136 Grafico 7 Grafico 8 17% 54% 29%

ITALIA MERIDIONALE

Neolitico antico Neolitico medio Neolitico recente 0 5 10 15 20 25 30 35

Neolitico antico Neolitico medio Neolitico recente

N ° In d iv id u i Fossa semplice cista litica recinto di pietre nuda terra fosse-silos fossa artificiale circoli funerari

137 Considerazioni generali

Per il Neolitico antico dell’Italia meridionale le regioni che offrono i dati più rilevanti sono Puglia e Basilicata, scarsi sono quelli della Calabria. Come si evince dalle tabelle sopra riportate si tratta sempre di siti di abitato con differenti tipologie nell’uso degli spazi e nelle strutture sepolcrali. A partire dalle fasi iniziali del Neolitico, è attestato l’uso di seppellire i morti in nicchie o ingrottamenti, ricavati nelle pareti di fossati abbandonati e chiusi da muretti di pietra. Queste strutture compaiono nel sito di Masseria Valente (Brindisi) dove è stato portato alla luce un individuo femminile di circa 30 anni, deposto in posizione rannicchiata sul fianco sinistro, senza corredo; e nel sito di Madonna di Loreto (Foggia), che ha restituito un inumato rannicchiato sul fianco destro, con corredo caratterizzato da ceramica impressa. I siti del Neolitico antico che hanno restituito importanti informazioni in ambito funerario, oltre a quelli già citati, sono: Favella di Sibari (Cosenza), Balsignano (Bari), Masseria Maselli (Puglia), Torre Sabea (Lecce), Samari (Lecce), Rendina I, III (Valle dell’Ofanto, Basilicata), Ripatetta (Foggia) e Guadone di San Severo (Foggia).

Favella di Sibari (Cosenza) ha restituito la sepoltura di un giovane maschio di vent’anni, inumato sul fianco sinistro con gli arti inferiori flessi. Nelle fasi avanzate del Neolitico antico, le fosse sono in genere semplici, senza corredo, alcune volte circondate da pietre, come a Balsignano (Bari). Questo sito ha restituito due sepolture appartenenti a questo periodo, una delle quali, la tomba 3, contenete una donna adulta rannicchiata sul fianco sinistro. Masseria Maselli (Bari) ha messo in luce la sepoltura di un individuo adulto di sesso femminile, (forse 20 anni) giacente in una fossa in posizione rannicchiata sul fianco sinistro. Nel sito di Torre Sabea (Lecce) all’interno di una fossa coperta di pietre situata ai margini dell’area scavata, è stato rinvenuto un individuo adulto maschile di circa 30 anni

138 senza corredo. Un caso a parte è quello di Samari (Lecce) con tre sepolture rinvenute in fosse circondate e coperte da pietre: tipologia di sepoltura che potrebbe preludere alla tomba a cista litica. Non vi erano elementi di corredo ma uno degli inumati aveva una macina presso il capo. Delle cinque sepolture scoperte a Rendina (Valle dell’Ofanto, Basilicata) viene segnalata la tomba 5 della I fase di Rendina, in cui un maschio adulto rannicchiato sul fianco sinistro, occupa il lato di due fosse comunicanti circondate da buche di palo. Nel villaggio di Ripa Tetta (Foggia) e di Guadone di San Severo (Foggia), è attestato il seppellimento in fosse-silos. Per il Neolitico medio, i dati migliori a nostra disposizione, riferiscono di sepolture rinvenute all’interno di abitati. A passo di Corvo (Foggia) vediamo la presenza di sette sepolture in fosse ovali, di cui due nell’area abitativa e cinque appena fuori o presso i fossati. Sempre al Neolitico medio risale una sepoltura di Balsignano (Bari, Tomba 2), appartenente ad un individuo adulto di sesso maschile deposto in una fossa delimitata da grandi blocchi di pietra, giacente sul fianco destro e privo di corredo. Buona è la documentazione della Basilicata in particolare del materano, con i siti di Trasano e Tirlecchia. Nel primo sono state rinvenute due sepolture in fossa semplice, uno deposto sul fianco destro e l’altro sul sinistro. Tirlecchia conteneva cinque tombe rettangolari scavate nella roccia, con scheletri di individui ambo i sessi (tra i 30 e i 70 anni) rannicchiati e senza traccia di corredo. Recentemente nel sito di Serra Cicora (Lecce), la parte centrale di una necropoli, ha restituito quattro circoli funerari, di cui uno con un unico inumato privo di corredo, un secondo con due individui accanto a uno dei quali era un vasetto Serra d’Alto; il terzo con una sepoltura, anche qui con un vasetto Serra d’Alto per corredo. Il quarto circolo conteneva quattro individui contratti. Alla fase più avanzata del Neolitico medio appartengono le sepolture dei siti di Pulo di Molfetta (Bari), Serra d’Alto (Matera), Trasano (Matera), Masseria Candelaro (Foggia) e Matinelle di Malvezzi (Matera). Il più numeroso gruppo di tombe di questa fase è quello del Fondo

139 Azzolini al Pulo di Molfetta (Bari). All’interno di fosse ovali circondate da pietre, sono state rinvenute 36 sepolture. Nel sito eponimo di Serra d’Alto si riscontra una variabilità delle strutture funerarie. Dal Fondo Lacopeta provengono due inumati accoccolati con corredo di vasi Serra d’Alto, deposti in due pozzetti comunicanti e coperti di pietre. Nel Fondo Gravela una nicchia scavata nella parete di una cavità. Nel Fondo Tataranni, in una grande struttura ellittica, si apriva una nicchia laterale contenente un inumato, divisa dall’ambiente principale da una fila di pietre. Si hanno poi le deposizioni in silos a Trasano, dove il silo 9 scavato nella roccia, conteneva una donna e un bambino, un vaso e un cranio di bovide.

Nel fossato F di Masseria Candelaro è stato rinvenuto lo scheletro di una donna di 30-40 anni fortemente rannicchiato. Sopra il cranio della donna era stata collocata una tazza dipinta in stile Serra d’Alto. Della fase Serra d’Alto/Diana appartiene la tomba a cista litica di San Martino (Basilicata). Questa conteneva uno scheletro rannicchiato e tre vasi in stile tardo Serra d’Alto e una ciotola Diana, oltre a due asce e una testa di mazza. Alla fase di Diana appartengono invece le due tombe a cista di Matinelle di Malvezzi, di cui una con sepoltura bisoma. Sempre al Neolitico recente risale la necropoli di Masseria Bellavista (Puglia, Taranto) con la presenza di venti tombe a fossa semplice, contenenti 20 individui. Di questo periodo sono anche le 12 sepolture in fossa semplice, di Cala Tramontana (Tremiti); alcuni individui si presentavano rannicchiati con le mani al volto ed una ciotola preso il capo.

Analizzando i siti dell’Italia meridionale, è possibile affermare che per il Neolitico antico l’inumazione in fossa con scheletro rannicchiato sul fianco sinistro costituisce la modalità standard di seppellimento. Mancano in linea generale elementi di corredo, ma ci possono essere macine come a Samari od offerte di cereali come a Torre Sabea. Le inumazioni sono singole raramente duplici (es. Rendina III con una donna e un bambino e Ripa Tetta con

140 due individui). Con le fasi iniziali del Neolitico medio l’utilizzo della tomba in fossa semplice senza corredo, continua ad essere la modalità rituale più diffusa nell’Italia meridionale. Nella fase Serra d’Alto vediamo la presenza di sepolture in pozzetti e fossati (Serra d’Alto sito eponimo). Dalle fasi avanzate del Neolitico medio si diffonde anche la tomba a cista litica con lastre di delimitazione ed eventualmente di copertura (tomba 2 di Balsignano). Si hanno poi deposizioni in silos, di cui quella più chiara è quella di Trasano. Sia gli ingrottamenti nei fossati che i silos, sembrano preludere al fenomeno dell’ipogeismo (Grifoni Cremonesi R. 2006).

141

Capitolo V

Conclusioni

Nonostante i pochi dati a disposizione sui rituali funerari, soprattutto per l’Italia settentrionale, si è potuto ricostruire a grandi linee l’aspetto funerario del Neolitico italiano. Durante lo svolgimento della tesi, è stato possibile stabilire come le informazioni recuperate molto spesso non corrispondano ad un’adeguata cura nello scavo e nella documentazione, per cui spesso mancano i dati sulla posizione dello scheletro, il sesso, l’età e la disposizione degli oggetti di corredo e ornamento. Analizzando la globalità dei dati riguardanti il rituale funerario nel Neolitico italiano si può osservare una differenziazione tra le varie fasi: Neolitico antico, medio e recente. Per la fase più antica si riscontra una bassa visibilità del record funerario per tutto il territorio italiano, soprattutto per Italia settentrionale e Italia centrale; si riscontra inoltre una differenziazione della localizzazione delle sepolture tra le diverse aree. In Italia Meridionale le sepolture si trovano all’interno degli abitati; in Italia Centrale (con i dati provenienti dalle grotte dell’Abruzzo) e Settentrionale (con le grotte della Liguria) predomina invece la Grotta. La tipologia tombale prevalente è quella in fossa; casi particolari si riscontrano in Italia centrale, dove è attestato per la prima volta il rito della cremazione nella Grotta Continenza con la deposizione all’interno di vasi e in Italia meridionale, con seppellimenti in nicchie o ingrottamenti. La deposizione è per la maggior parte dei casi singola e primaria con l’inumato rannicchiato sul fianco sinistro; il corredo è quasi sempre assente in tutta la penisola. Con le fasi avanzate del Neolitico in tutta Italia, si registra un incremento delle attestazioni funerarie con una monumentalizzazione dello spazio sepolcrale. In tutte le regioni, tranne la Liguria, le sepolture si trovano nel 99% dei casi in siti di abitato.

142 Da questo periodo si diffonde l’uso della tomba a cista e in Italia meridionale e centrale è attestato anche l’uso di pozzetti-silos. La posizione prevalente dell’inumato continua ad essere quella rannicchiata sul fianco sinistro, anche se compaiono i primi casi di giacitura sul fianco destro. La generale mancanza di corredo riscontrata nel Neolitico antico si differenzia dalla maggiore presenza di questo nel Neolitico medio, si riscontra quindi un uso più frequente del corredo nel tempo. Particolarmente ricchi sono i corredi che caratterizzano le sepolture sia maschili sia femminili (più rari quelli rinvenuti nelle sepolture dei bambini) della cultura dei VBQ, composti da strumenti in pietra levigata (asce) e in selce (punte di freccia), elementi di adorno in conchiglie, vasi fittili, punteruoli in osso, mentre più occasionale è la presenza di macine. Un’importante novità delle fasi medie e tarde del Neolitico è la comparsa delle necropoli, le meglio documentate sono quelle dei vari siti di facies VBQ della pianura padana e quelle del meridione, dove le prime rilevanti aggregazioni di tombe risalgono alla fase di Serra d’Alto. La necropoli sembrerebbe evidenziare una migliore organizzazione dei gruppi umani, con aree dedicate esclusivamente al seppellimento. Poche tracce ha lasciato il rituale funerario del Neolitico recente soprattutto in Italia settentrionale e centrale, dove pochi siti hanno restituito informazioni, questo potrebbe far pensare ad un rituale che ha lasciato poche tracce ma bisogna anche considerare che verso la fine del Neolitico, in un momento di passaggio all’Età del Rame, compaiono strutture monumentali e aree adibite a culti, che sorgono su impianti neolitici precedenti, ampliando e modificando le strutture più antiche (Cremonesi Grifoni R. 2006).

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