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4.1 L’impianto di raccolta e stoccaggio SEPI Ambiente

SEPI Ambiente è una società di raccolta, trasporto, stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali ed urbani, pericolosi e non pericolosi. L’impianto inizia ad operare nel settore ambientale a partire dal 1983, dapprima nella raccolta dei rifiuti oleosi, e successivamente si afferma come uno dei principali impianti di trattamento rifiuti del territorio piemontese. L’impianto entra a far parte nel 2013 di Itelyum, gruppo riconosciuto a livello internazionale per tecnologia, esperienza e qualità nella rigenerazione degli oli lubrificanti, nella purificazione di solventi e reflui chimici e nei servizi ambientali per l’industria. SEPI Ambiente è entrata a far parte di Itelyum Ambiente, la business unit che raggruppa, controlla e coordina 13 aziende situate nel nord Italia che gestiscono responsabilmente oltre 450 mila tonnellate per anno di rifiuti speciali. Insieme queste aziende offrono una gamma articolata e completa di servizi ambientali per i produttori di rifiuti speciali, che comprendono le fasi di gestione dei rifiuti, di raccolta, stoccaggio, trasporto e pretrattamento, oltre ad attività di consulenza, servizi ed intermediazione12.

Figura 1. Presenza in Italia delle aziende del gruppo ITelyum

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L’impianto di trattamento rifiuti SEPI Ambiente è situato a Settimo Torinese, in provincia di Torino, in un insediamento industriale con una superficie complessiva di 15000 m2, di cui circa 7000 m2 di superfici coperte sono adibite allo stoccaggio di rifiuti solidi e liquidi. SEPI Ambiente possiede una Autorizzazione Integrata Ambientale13 con 360 codici CER e 35 tipologie di miscela in deroga, è autorizzata al trattamento e al recupero di varie tipologie di rifiuti, con un parco serbatoi di circa 1400 mc. Tra i rifiuti trattati vi sono principalmente rifiuti provenienti da attività produttive industriali e attività artigianali: la flessibilità del servizio offerto permette all’azienda di relazionarsi con una clientela molto diversificata, che comprende grandi, medie e piccole imprese.

Figura 2. L'impianto di raccolta e stoccaggio SEPI Ambiente

In particolare, nei settori della PMI e della grande impresa, l’impianto si pone come partner unico per le tematiche ambientali per le aziende del comparto della meccanica, della chimica, e dell’elettronica. Nel settore dei piccoli produttori, SEPI Ambiente è leader storico nella microraccolta di fiuti speciali pericolosi e non pericolosi prodotti da attività quali autofficine, autocarrozzerie, verniciature di autoveicoli e altre attività artigianali. Le attività autorizzate comprendono, oltre alla miscelazione, il pretrattamento delle emulsioni oleose, il trattamento

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Autorizzazione Integrata Ambientale n. 205-29168 /2015

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fanghi e la riduzione di volume. L’azienda infatti è dotata di un impianto di triturazione che ha una capacità di trattamento di 4300 ton/anno, che effettua la riduzione volumetrica di numerosi rifiuti, anche pericolosi, tra i quali gli imballaggi, contaminati e non (identificati dai codici EER 150110, 150102, 150104). Quando tecnicamente possibile e vantaggioso, gli imballaggi possano essere avviati ad un ciclo di lavaggio per il successivo riutilizzo, mediante l’uso di idonee attrezzature presenti nella stessa sede aziendale13

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Figura 3. Parco serbatoi dell'impianto SEPI Ambiente

SEPI Ambiente inoltre è specializzata nella raccolta di oli esausti, è mandataria del Consorzio Nazionale per la gestione, raccolta e trattamento di oli minerali usati (CONOU), e concessionaria del Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento Oli e grassi vegetali e animali esausti. L’esperienza e la qualità raggiunti nell’esecuzione dei servizi erogati ha permesso all’azienda di conseguire la certificazione del suo Sistema Integrato Qualità-Ambiente in conformità alle normative UNI EN ISO 9901 e UNI EN ISO 14001 continuativamente dal 2001 ad oggi, e dal 2013 ha ottenuto anche la certificazione rispetto al sistema Nazionale di Certificazione della sostenibilità dei biocarburanti e dei bioliquidi (Decreto Interministeriale 23/01/2012). Inoltre SEPI Ambiente è concessionaria del COBAT, Consorzio per la raccolta, trattamento e riciclo di pile, accumulatori, apparecchiature elettriche fuori uso (RAEE), pneumatici fuori uso e moduli fotovoltaici a fine vita14. Nel

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maggio del 2018 SEPI Ambiente ha acquisito formalmente la società Oli Metal Srl, e in seguito alla fusione gestisce attualmente l’impianto sito in Via Sicilia 12 a Settimo Torinese, e l’impianto sito in Via Centallo 27 a Torino, considerando le due sedi l’impianto dispone di una capacità di stoccaggio totale di circa 3800 tonnellate13.

4.2 Itelyum e la filiera del trattamento degli oli minerali usati

Itelyum è leader in Europa nel settore della rigenerazione degli oli usati: può vantare oltre 50 anni di esperienza nella produzione di basi lubrificanti rigenerate di qualità, attraverso un processo di ri-raffinazione, sviluppato in proprio e brevettato. Grazie alle tecnologie adottate, gli impianti di rigenerazione consentono di trattare gli oli lubrificanti usati per produrre basi rigenerate performanti e sostenibili, con il più alto controllo della qualità dei prodotti e delle performance ambientali. La rigenerazione è un trattamento che valorizza al meglio l’olio lubrificante usato raccolto, con significativi benefici rispetto alla produzione di basi vergini. Infatti essa prolunga il ciclo di vita dei lubrificanti, grazie a processi tecnologici avanzati che danno vita a basi lubrificanti rigenerate con specifiche di alta gamma. Gli impianti di rigenerazione di Pieve Fissiraga (LO) e Ceccano (FR) trattano annualmente circa 170.000 tonnellate di oli lubrificanti usati. Oltre alle basi lubrificanti rigenerate, producono anche gasolio e bitume per applicazioni nel settore delle membrane impermeabilizzanti. A completamento di questo percorso virtuoso, tutte le basi lubrificanti rigenerate di Itelyum ottengono la certificazione ambientale di prodotto. Il gruppo fa della sostenibilità il suo fondamento strategico, a supporto di un modello avanzato di economia circolare, mirando a fornire un’offerta sempre più integrata e sostenibile di prodotti, soluzioni e servizi. L’azienda si propone come un perfetto esempio di circolarità, uno dei casi in cui essa si realizza è proprio quello della rigenerazione degli oli lubrificanti usati, dal mercato e dalla fase d’uso degli oli lubrificanti, per recuperarne a fine vita e ricavarne nuove basi lubrificanti da restituire a cicli di utilizzo nell’industria e nei trasporti. L’integrazione verticale dell’azienda nel settore della gestione dei rifiuti riduce i tempi e le distanze tra la generazione e la valorizzazione dei rifiuti, ottimizzando le fasi di raccolta, trasporto, stoccaggio e pretrattamento. Si comprende come la filiera del trattamento degli oli minerali usati sia una filiera che restituisce valore al prodotto anche quando questo si trasforma in rifiuto, rendendolo una risorsa in ogni fase del suo ciclo di utilizzo, e soprattutto rendendo tracciabile un rifiuto pericoloso che può diventare un potente agente inquinante se gestito in maniera scorretta. Questo è possibile grazie al sistema del Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, nato con il D.P.R. 23 agosto 1982, n.691,

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in attuazione della Direttiva CEE 75/439 relativa alla eliminazione degli oli usati.15 Fanno parte del Consorzio tutte le imprese che producono, importano o mettono in commercio oli base vergini; le imprese che producono oli base mediante un processo di rigenerazione; le imprese che effettuano il recupero e la raccolta degli oli usati ed infine le imprese che effettuano la sostituzione e la vendita degli oli lubrificanti. Il CONOU affida l’attività di raccolta degli oli lubrificanti usati ad una rete di aziende costituita da concessionari e raccoglitori indipendenti presenti su tutto il territorio nazionale, autorizzate a raccogliere gli oli usati presso i detentori. La raccolta viene effettuata senza oneri a carico del detentore, è del tutto gratuita per i produttori di lubrificanti usati non contenenti sostanze che ne impediscano il riciclo. I costi sostenuti dai raccoglitori sono coperti dal Consorzio, che inoltre fornisce un corrispettivo economico alle imprese di rigenerazione per consentire di commercializzare le basi rigenerate a prezzi di mercato.

Figura 4. Illustrazioni CONOU

Tutto l’olio lubrificante raccolto viene analizzato al fine di determinare, in base alle caratteristiche qualitative, la corretta destinazione finale. È sulla base della presenza di eventuali inquinanti che viene stabilito il trattamento più idoneo al corretto smaltimento: - gli oli usati di buona qualità devono essere smaltiti dando priorità alla rigenerazione, da

100 kg di olio usato si possono ottenere 65 kg di olio base rigenerato e 20/25 kg di gasolio e bitume;

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- qualora gli oli usati siano ritenuti non adatti alla rigenerazione per la presenza di inquinanti, possono essere comunque utilizzati come combustibili, in specifici impianti autorizzati, come ad esempio i cementifici, dove il tipo di lavorazione effettuata consente di raggiungere temperature tali da neutralizzare la frazione inquinante in essi contenuta; - nel caso in cui l’olio usato raccolto sia fortemente inquinato ed inadatto sia per la

rigenerazione che per la combustione, poiché contenente sostanze inquinanti difficilmente separabili dalla fase oleosa ed in quantitativi tali da rendere difficile e poco economico il recupero, esso viene avviato in termodistruzione. Questo avviene in particolar modo per gli oli contenenti PCB e cloro in concentrazioni elevate. La termodistruzione realizzata attraverso una combustione efficiente basata sul controllo della temperatura, della turbolenza e dei tempi di combustione consente di eliminare definitivamente le sostanze nocive presenti nell’olio usato, limitando gli impatti ambientali correlati a questo tipo di attività.

Nel 2018 il sistema consortile ha raccolto 187 mila tonnellate di oli usati, un valore prossimo al 46% dell’immesso al consumo, il 99% degli oli usati gestiti dal CONOU sono stati avviati a rigenerazione. La percentuale di oli avviati alla rigenerazione è passata dal 91% del 2014 a quasi il 100% nel 2018, un risultato da record che premia la flessibilità della rigenerazione. La performance conferma il primato dell’Italia in questo settore della green economy: rispetto all’Europa, il nostro Paese raccoglie un maggiore quantitativo di oli in relazione all’immesso al consumo (46% contro 41%) e ne avvia a rigenerazione il 99% contro una media UE del 55%15.

5. Analisi del flusso di rifiuti speciali in ingresso presso SEPI Ambiente nel

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