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IUS SOLI E DIRITTI DI CITTADINANZA

Nel documento Notizie fuori dal ghetto. (pagine 64-68)

L’informazione televisiva sul tema, se pur molto deficitaria, è stata esaminata attraverso due direttrici, la prima ha riguardato la presenza della issue nella sua dimensione evenemenziale ossia legata a fatti oggettivi di cronaca riportati dai media; la seconda, riconducibile in larga misura alla prima, propone una notiziabilità meno legata all’evento e più al suo sviluppo narrativo e al tentativo di approfondimento. Come evidente nella tabella 7, fanno parte del primo gruppo: la campagna di sensibilizzazione “l’Italia sono anch’io” e la consegna delle proposte di legge d’iniziativa popolare; le iniziative di sensibilizzazione promosse da enti locali e società civile sulla cittadinanza ai figli di immigrati; le storie di giovani cui sono negati i diritti di cittadinanza, non ricondotte direttamente alle proposte di legge o alla campagna “l’Italia sono anch’io”, ma che implicitamente la richiamano. Sono invece riconducibili agli sforzi giornalistici di approfondire la issue: gli approfondimenti sull’attuale legge di cittadinanza e sullo ius soli slegati da notizie di cronaca.

Tabella 7: Il dibattito sullo ius soli nei notiziari. Servizi legati a eventi sul

tema. Campagna di sensibilizzazione “l’Italia sono anch’io” e consegna delle proposte di legge d’iniziativa popolare.

TG3 Iniziative di sensibilizzazione promosse da enti locali e società civile sulla cittadinanza ai figli di immigrati.

TG1, TG2 Storie di giovani a cui sono negati i diritti di

cittadinanza, non ricondotte direttamente alle proposte di legge o alla campagna “l’Italia sono anch’io”.

TG3

Approfondimenti. Approfondimenti sull’attuale legge di

cittadinanza e sullo Ius soli. TG1, TG2 !

Strategie narrative e frame interpretativi

Negli ultimi mesi del 2011 si assiste al lancio della campagna “l’Italia sono

anch’io”30, un’iniziativa promossa da 22 organizzazioni della società civile che, il 6

marzo 2012, porta alla consegna di 110 mila firme alla Camera dei Deputati. Pur trattandosi di un’attività che ha coinvolto un gran numero di persone in molte città italiane, nel corso del 2012 sono molto pochi i notiziari che se ne occupano o che illustrano le proposte di legge a essa legate. L’unico telegiornale che parla della consegna delle firme alla Camera dei Deputati è il TG3 del 7 marzo. Il servizio ha un taglio informativo (si concentra sulle proposte di legge presentate e sulle difficoltà e i vincoli burocratici di chi non ha la cittadinanza) e inquadra le richieste dei figli delle migrazioni come un “diritto dovuto agli italiani che non vogliono più sentirsi stranieri a casa loro”. I ragazzi intervistati sono sia di sesso maschile che femminile, le donne in molti casi hanno la testa coperta dal velo e assumono diritto di parola grazie alla loro biografia legata all’Italia, più che al paese di origine. Al di là della notizia del 7 marzo i servizi che rimandano esplicitamente alla

campagna “l’Italia sono anch’io” sono esigui e tutti del TG3. Gli episodi che

stimolano i servizi sono atti o iniziative legate alla campagna: un sit-in a Montecitorio e manifestazioni artistiche o culturali.

Gesti simbolici e manifestazioni organizzate da associazioni o enti locali.

Il secondo tipo di servizi è presente in particolar modo nel TG2 e nel TG1. Si tratta di notizie che, pur non facendo cenno alla campagna suddetta, hanno comunque il fine di sensibilizzare sul tema della cittadinanza. La prima è del 19 febbraio e riporta la decisione della Provincia di Pesaro di conferire la cittadinanza onoraria ai figli di immigrati nati sul territorio provinciale. La seconda è del 23 maggio, sul Festival “Rigenerazioni” di Milano, dedicato ai diritti di cittadinanza delle “seconde generazioni”.

Storie o appelli di persone. Un terzo tipo di notizie concernenti il tema della cit-

tadinanza è quello che raggruppa i servizi su appelli di persone singole, slegati dalla campagna l’Italia sono anch’io, ma mandati in onda ancora dal TG3. Il 9 settembre la protagonista è una ragazza, Naiomi, aspirante miss Italia, figlia di cittadini dello Sri Lanka che chiede in una lettera al Presidente della Repubblica, la cittadinanza per se stessa e per i figli di stranieri nati in Italia. Nel secondo caso, il 31 dicembre, a esporsi è un ragazzo, Amir, rapper italo-egiziano che si rivolge al Presidente della Repubblica per chiedere, in rima, la cittadinanza per i figli di immigrati. Il suo pezzo è accompagnato da un video che ritrae giovani donne di

diverse provenienze con sguardi fieri e sorrisi coinvolgenti. Entrambi i giovani si dichiarano “a tutti gli effetti italiani” e raccontano le difficoltà che i ragazzi e le ragazze nella loro stessa condizione devono affrontare quotidianamente. Anche in questo caso i fatti di cronaca diventano un pretesto per informare sull’attuale legge italiana in materia di cittadinanza e per ricordare il numero di bambini e ragazzi non cittadini presenti in Italia.

L’approfondimento del tema. Infine, sul tema della cittadinanza, i TG hanno

diffuso degli approfondimenti slegati dai fatti di cronaca. Si tratta di un piccolo numero di servizi (mandati in onda fra il febbraio e il marzo del 2012 e probabilmente stimolati dalla campagna “l’Italia sono anch’io”) che sono stati co- munque selezionati per evidenziare i tentativi di approfondimenti da parte del giornalismo televisivo. Il 26 febbraio il TG2 propone un approfondimento su come si acquisisce la cittadinanza italiana. Il TG1, invece, porta ancora l’attenzione sul tema il 23 marzo in un servizio dedicato agli “immigrati di seconda generazione”, “nati nel nostro paese ma non cittadini italiani”. Entrambi gli approfondimenti in- formano sulle diverse proposte di legge presenti in parlamento riguardo alla riforma dello ius soli, esponendo i pareri dei diversi schieramenti politici e confrontando la legge italiana con le leggi europee. Le immagini sono più concentrate sui protagonisti e gli ambienti della politica che sui giovani in esame. Si tratta, infatti, di servizi informativi che usano immagini di repertorio e rendono espliciti percorsi spesso non noti agli spettatori. Anche in questo caso, infine, i giornalisti mettono in luce le difficoltà che i giovani “nati nel nostro paese ma non cittadini italiani” devono affrontare nel quotidiano, interpellando come testimone un giovane aspirante avvocato.

Le narrazioni: differenze fra casi e differenze fra testate

Fra le notizie considerate è il TG3 ad avere un approccio narrativo più tematizzante (4 notizie su 8), seguito dal TG2 (2 su 8) e dal TG1 (2 su 8). Mediaset, invece,

non dà spazio alle iniziative che pubblicizzano la campagna “l’Italia sono anch’io” né ad approfondimenti sull’attuale legge e sulle richieste di

cittadinanza delle figlie e dei figli di immigrati nati in Italia31.

Pur avendo un tono informativo, le notizie sono tutte, esplicitamente o implici- tamente, a favore di una revisione della legge sulla cittadinanza (invocata come un diritto dovuto per i “nuovi italiani”) e portano avanti questa idea con-

trapponendo la cittadinanza di fatto dei figli di immigrati agli ostacoli burocratici e amministrativi quotidiani che gli stessi devono affrontare (i TG parlano in proposito di “un iter tortuoso” o di “un percorso ad ostacoli”). Una figura simbolica ripresa da alcuni servizi per trattare l’argomento è quella di Mario

Balotelli che, dopo il commovente abbraccio con la mamma durante gli Europei

di calcio 2012, è presentato come il simbolo dei “nuovi italiani con la pelle di diversi colori” (TG3, nel servizio dedicato al Sit-in di Montecitorio).

In generale i servizi analizzati si concentrano sulla biografia dei ragazzi, che

legittima le loro richieste e li accomuna con i coetanei autoctoni: i giovani

intervistati parlano bene l’italiano, frequentano la scuola e tifano per la nazionale

di calcio italiana32. I figli dell’immigrazione sono quindi presentati come “una po-

tenzialità per il paese” e come parte della società italiana, non come meri destinatari d’iniziative di solidarietà. I protagonisti delle notizie assumono la funzione di portavoce di un gruppo che è legittimato nella sua battaglia civile e politica “una nuova generazione che chiede diritti e doveri” (TG3 nel servizio sull’appello del rapper Amir). Le ragazze sono parte integrante di

questa “nuova generazione” e sono rappresentate come soggetti attivi, fieri,

impegnati e sorridenti. In generale è dato molto spazio e diritto di parola sia ai ragazzi sia alle ragazze. Nel caso di storie personali, invece, le protagoniste sono più di frequente le giovani donne che, rappresentate come disciplinate e ambiziose, fungono, probabilmente più degli uomini, da icona strumentale per favorire il coinvolgimento dello spettatore: il servizio su Pesaro, ad esempio si apre con la storia di Giulia, 9 anni, nata a Pesaro da famiglia Moldava. La bambina è ripresa mentre gioca in casa con i suoi fratelli, studia, suona il pianoforte. Si esprime, poi, in un perfetto italiano, sul suo senso di appartenenza al paese in cui vive e in cui ha tutti i suoi amici.

Anche il velo, tramite le immagini diffuse da molti di questi servizi, assume un si- gnificato diverso: pur simboleggiando la diversità delle nuove italiane, è indossato

da giovani attive nel rivendicare i propri diritti. Si discosta, quindi, dalla rap-

presentazione dominante che lo indica come simbolo di non italianità oltre che di oppressione e passività. Alla partecipazione e integrazione “nei fatti” dei figli di immigrati mostrata dai servizi è contrapposta l’“impossibilità di essere

cittadini di diritto” degli stessi, resa nota grazie ai racconti di difficoltà vissute

nel quotidiano (il TG1, ad esempio, intervista un giovane aspirante avvocato che spiega l’impossibilità di esercitare la professione per chi non ha la cittadinanza). Utili strumenti informativi sono, inoltre, gli approfondimenti del TG2 che

rendono note la legge che regola l’acquisizione della cittadinanza in Italia

e le proposte di legge presentate, poco conosciute dagli spettatori e necessaria chiave di lettura del dibattito.

Infine, si occupano della questione, forse più spesso dei notiziari nazionali, anche i servizi dei TGR3, non inseriti nella tipologia presentata per motivi di uniformità: si tratta di premiazioni di concorsi, mostre fotografiche, interviste a scuola. La maggiore frequenza di notizie che coinvolgono i figli di immigrati dimostra una maggiore vicinanza dei giornalisti locali con il territorio, conseguenza inevitabile di una presenza sempre meno ignorabile nelle città e nelle scuole italiane.

Nel documento Notizie fuori dal ghetto. (pagine 64-68)