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La situazione economico-politica argentina dagli anni ottanta ad ogg

2.5. L’era kirchner

Il Partido Justicialista per le elezioni del 2003 decise di interrompere l’elezione interna e di permettere ai tre candidati, Menem, Kirchner e Rodriguéz Saá, di partecipare alle elezioni presidenziali. La campagna elettorale di Kirchner era basata sul rifiuto delle politiche adottate dai governi precedenti, metteva in evidenza i cambiamenti che avrebbe voluto apportare nel campo della giustizia, del lavoro, della salute e per un’equità a livello sociale. Come sappiamo i due candidati ad aver avuto il maggior numero di voti furono Menem e Kirchner, ma nessuno dei due raggiunse il 45 %, quindi bisognava andare al ballottaggio, Menem però decise di ritirarsi e lasciò il paese nelle mani di Néstor Kirchner, dando vita alla Década Kirchner. Con la sua salita al potere Kirchner riuscì a dare una scossa all’economia del Paese e ad aiutare i settori più colpiti dalla crisi. Il presidente neoeletto non aveva la maggioranza dell’elettorato a suo favore e quindi per cercare di conquistarne la fiducia e la legittimità decise di governare in modo differente rispetto ai governi predecessori, in modo più dinamico e realista. Per legittimare il suo operato il presidente si costituì dei nemici dello stato da affrontare, la dittatura e il Fondo Monetario Internazionale, poiché erano state queste le istituzioni che principalmente avevano portato alla rovina dell’Argentina e diede più trasparenza alla politica del governo, cercando di limitare la sua sovranità e di mettere al primo posto i diritti umani e le riforme sociali. In questo modo egli riuscì ad aumentare il consenso sociale e ad avere dalla sua parte la maggioranza della popolazione. Le leggi che erano state emanate durante il governo Alfonsín, la Legge dell’Obbedienza Dovuta e la Legge del Punto Finale, e l’indulto proclamato durante il governo Menem vennero derogate e vennero riaperti i processi istituendo il Giorno Nazionale della Memoria per la Verità e par la Giustizia119. L’elezione del presidente portò quindi, alla nascita di nuove idee e a dei cambiamenti nella società argentina, non solo a livello politico, ma anche sociale ed economico, e soprattutto portò alla rinascita della fiducia da parte della popolazione nella politica.

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Ministerio dei Interior, Historia Electoral Argentina(1912-2007),Subsecretaría de Asuntos Políticos y Electorales, Diciembre de 2008 p 182 .Ricordiamo che la Legge dell’Obbedienza Dovuta venne emanata nel 1987 e sollevava da ogni responsabilità i rappresentanti delle Forze Armate e la Legge del Punto Finale mise fine ai processi.

94 Per ciò che riguarda la situazione economica Kirchner rimise in prima linea il ruolo dello stato nei rapporti tra il mercato e la società civile, cercò così di ridistribuire la ricchezza e in questo modo riuscì a stabilizzare la situazione gettando le basi per una crescita soprattutto per ciò che riguarda i valori macroeconomici.”La economía comenzó a crecer a un ritmo del casi 9 % anual, durante el período, y con el crecimiento de la economía mejoraron los estándares sociales”120. Grazie alle misure proposte dal nuovo governo la povertà e la disoccupazione diminuirono e i bilanci fiscali e commerciali diedero buoni risultati, anche se la situazione lavorativa restò uguale a quella precedente. L’obiettivo del nuovo presidente era quello di apportare dei cambiamenti fondamentali nella struttura produttiva del paese per dar vita a maggiore stabilità e ad una società più equilibrata attraverso anche la creazione di nuovi posti di lavoro per far fronte al problema della disoccupazione, radicato nella società argentina, infatti negli anni della sua presidenza il tasso di disoccupazione diminuì notevolmente.

Come abbiamo visto prima della salita al potere di Kirchner il ruolo dello stato nell’economia era stato ridotto al minimo attraverso le privatizzazioni, dando in questo modo più spazio alle imprese e agli investimenti esteri. Nel 2003 il presidente aveva come obiettivo quello di recuperare i poteri dei quali lo stato era stato depredato e permettere all’economia statale di riprendersi dal default. Le politiche attuate dal presidente in campo economico non si allontanarono molto da quelle di Duhalde, che lo aveva preceduto con la sua presidenza transitoria nel 2002, infatti mantenne il valore della moneta sempre allo stesso livello, grazie anche all’aiuto della Banca Mondiale e riuscì grazie alle esportazioni, favorite dal cambio flessibile, a far crescere il Prodotto Interno Lordo. Nel 2003 Kirchner ottenne la rinegoziazione del debito estero e la sua riduzione del 75% e riuscì a mantenere il tasso di cambio alto in modo tale da non far ricadere l’Argentina in una di quelle crisi che l’avevano caratterizzata nel corso degli anni. Grazie a questo tasso di cambio il governo fu in grado di accumulare un certo numero di riserve che gli permisero di estinguere anticipatamente, nel 2006, il debito con il Fondo Monetario Internazionale. Il modello Kirchner mirava quindi a riattribuire allo stato le capacità in campo economico e sociale che aveva perso durante gli anni, attraverso anche la modernizzazione dell’industria nazionale per alimentare l’autosostentamento, in

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modo tale da proteggere lo stato dai cambiamenti economici internazionali. Importante per il presidente fu anche la promozione del Mercosur per dare maggior

forza alle politiche unitarie dei paesi del Sud America ed in questo modo permettere uno sviluppo comune, consolidando l’Unione doganale ed eliminando le barriere tariffarie121. Come si può vedere la politica adottata da Kirchner cercava di unire lo stato e il mercato, cercando di far capire come il ruolo dello stato fosse necessario per lo sviluppo sociale ed economico.

Per quanto riguarda le politiche sociali, Kirchner riunì il Consejo Nacional del Salario Mínimo Vital y Móvil per attualizzare il livello del salario minimo e cercò anche di far fronte al problema della disoccupazione attraverso delle convenzioni collettive del lavoro.

Nel 2007 il presidente optò per la non rielezione e così appoggiò la candidatura di

Cristina Fernández, come rappresentante del Frente para la Victoria. Nel 2007 le elezioni furono vinte con il 42% di voti proprio da Cristina Fernández de

Kirchner, la quale basò la sua campagna elettorale sui progetti del governo precedente. Con il governo della Kirchner iniziarono una serie di politiche di nazionalizzazione e per la riduzione della povertà. In realtà anche se la Presidenta fu accolta con positività l’inflazione Argentina risultava essere ancora alta e la popolazione argentina non era affatto contenta dell’andamento della situazione politica, sociale ed economica, ci fu anche una protesta dei produttori agricoli a causa della decisione del governo di aumentare le ritenute sulle esportazioni di alcuni prodotti primari, proposta che fu appoggiata anche da alcuni membri del governo e dai media.

Dopo la crisi finanziaria che colpì l’Argentina nel 1999 i tassi del Prodotto Interno Lordo dal 2003 al 2008, anno della crisi finanziaria internazionale, sono cresciuti in maniera superiore rispetto a quelli degli altri paesi della regione. La ragione di questa crescita è da ricercarsi soprattutto nelle esportazioni dei prodotti primari, prodotti che nei primi anni della presidenza di Cristina Kirchner hanno subìto un aumento. “L’aumento dei prezzi e dei volumi esportati si è tradotto in un aumento del valore totale dell’export del 37% nei primi 10 mesi del 2008 rispetto allo stesso periodo

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Nel 1991 venne firmato il Trattato di Asunción che diede vita al Mercosur (Mercado Común del Sur), mentre nel 2008 a Brasilia venne firmato il trattato dell’Unasur (Unione delle nazioni del Sud America).

96 dell’anno precedente”122. I prezzi delle esportazioni sono calati durante la crisi del 2008 soprattutto quelli dei beni primari, mentre i beni manifatturieri sono rimasti ad un livello stabile ed il peso è stato svalutato del 10% rispetto al dollaro123. Essendo comunque riuscita a saldare il debito con il Fondo Monetario Internazionale l’Argentina, in questo momento di crisi internazionale, ha potuto beneficiare di 10 miliardi di dollari dal FMI. Nel 2008 il governo Kirchner aveva attuato una riforma sul sistema previdenziale, con la quale i contributi erano regolati e ripartiti dal sistema pubblico, eliminando così i sistemi di capitalizzazione individuali e per cercare di salvaguardare i posti di lavoro sono stati creati dei sussidi alle imprese ed è anche stata istituita la Asignación Universal por Hijos con la quale venivano assegnati degli aiuti alle famiglie con i genitori che non riuscivano a raggiungere il livello di salario minimo e con figli di età inferiore ai 18 anni. Il governo argentino ha utilizzato accordi di tipo settoriale per ammortizzare l’impatto della crisi ed ha prodotto anche degli interventi per ridurre i tassi di interesse e diminuire la fluttuazione del tasso di cambio e per rafforzare la solidità e liquidità del sistema bancario.124Nel 2010 l’Argentina è riuscita a riprendersi anche grazie alla ripresa dei partner internazionali e quindi alla crescita delle esportazioni.

Nel 2011 Cristina è stata riconfermata con il 53,8 % dei voti. La fiducia è stata ridata perché durante il suo governo è riuscita ad aumentare i salari dei dipendenti pubblici, ad erogare sussidi per i disagiati, e ad aumentare i livelli di crescita economica grazie alle varie riforme attuate125. La situazione economico politica di quest’ultimo anno non è però stata molto positiva, tanto che nel mese di gennaio del 2013 il tasso di inflazione ha raggiunto il 30 % ed il peso argentino è stato svalutato del 14 %, anche se la situazione si è ristabilita dopo alcune manovre promosse dal governo che “prevedono di annullare i limiti sull’acquisto della valuta straniera e autorizzano i risparmi in dollari, vietati dal 2011”126. Le elezioni legislative però, sono state perse in 12 dei 24 distretti dell’Argentina, quindi anche se la Presidenta continua a mantenere la maggioranza nelle camere del Congresso, manca il numero

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CeSPI, “L’impatto della crisi finanziaria internazionale in Argentina” in Osservatorio di Politica Internazionale, n°16- ottobre 2010

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Vullo, Anna, Argentina, Cristina Kirchner confermata alla guida del Paese con il 53% dei voti, Il Fatto Quotidiano, 24 ottobre 2011

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97 di parlamentari necessari per permetterle di concorrere al suo terzo mandato alle elezioni del 2015 grazie ad una riforma costituzionale127.

127http://www.internazionale.it/news/america-latina/2013/10/28/largentina-verso-la-fine-della- dinastia-kirchner/

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2.6. L’impatto delle scelte politiche nella società argentina durante la