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6.1 L’ACQUA POTABILE

Sebbene non disponga di grandi risorse idriche, la Siria poteva contare su un ottimo sistema idrico pubblico, che soddisfaceva le esigenze della quasi totalità della popolazione. Nel 2013 però, il Ministero delle Risorse Idriche siriano ha stimato una preoccupante diminuzione del 50% della disponibilità di acqua potabile per la popolazione a causa della parziale distruzione della rete idrica.

Inoltre, a causa della mancanza di carburante e ai continui blackout, la depurazione dell’acqua viene spesso interrotta per giorni, e ciò spinge molte persone a procurarsi

acqua per conto proprio, aumentando il rischio di contrarre malattie a causa dell’acqua infetta.30

Bambino porta taniche d’acqua presso il campo di Atmeh, governatorato di Idleb

La fornitura irregolare dell’elettricità e la mancanza di carburante per i generatori che servono a far funzionare la rete idrica mette in continuo pericolo la capacità di poter garantire acqua potabile alla popolazione, soprattutto perché il prezzo del carburante è aumentato da 25 a 62 pounds siriani31. L’aumento dei prezzi dei generatori, delle pompe e dei tubi sono un ulteriore ostacolo a tale scopo.

Per la scarsità di carburante, in Siria si sta assistendo al vertiginoso aumento dell’attività di estrazione di petrolio, poiché essa è vista come una delle poche attività redditizie nel paese. Questo fattore però ha molteplici lati negativi; l’aumento di tali attività è una delle maggiori ragioni di inquinamento delle falde acquifere, in quanto

30 Assessment Working Group for Nothern Syria, Syria Integrated Need Assessment (SINA),

Dicembre 2013, pp. 53-56.

residui di petrolio vi vengono sempre più spesso versati, contaminandole. Un secondo elemento di grande preoccupazione sociale è che la forza lavoro impiegata in queste attività è prevalentemente lavoro minorile, con condizioni lavorative pessime per quanto riguarda il salario e la sicurezza sul lavoro, oltreché alla sottrazione di molti bambini dalle attività scolastiche.

L’utilizzo della rete idrica urbana è calato di più del 50%; le fonti d’acqua più utilizzate sono ancora la rete idrica pubblica, sebbene sia fortemente danneggiata, pozzi artesiani o l’utilizzo di autocisterne con acqua depurata. Le autocisterne forniscono acqua pura, ma il loro costo è molto elevato per la popolazione, che economicamente è già molto provata.

Se si pensa che nel periodo prima della guerra la quasi totalità della popolazione usava la rete idrica urbana per il fabbisogno di acqua, si può ben comprendere la drammaticità della situazione. Un buon numero persone raccolgono anche l’acqua piovana per bere, usando quindi acqua non pura e riducendone drasticamente il consumo non solo per bere, ma anche per l’igiene personale e le pulizie domestiche, peggiorando di conseguenza le condizioni igieniche.

6.2 I PROBLEMI ALLA RETE IDRICA

Secondo le stime del Ministero delle Risorse Idriche, il 35% della rete idrica in Siria è danneggiata e necessita di riparazioni.

A causa di bombardamenti e scontri armati, la rete idrica presenta molte perdite, le quali contribuiscono all’infiltrazione di elementi nocivi che possono contaminare l’acqua potabile. Inoltre le falle riducono fortemente la pressione nel sistema, impedendo all’acqua di arrivare in molte abitazioni. Negli insediamenti rurali, in cui l’acqua attraverso la rete idrica non arriva, un vasto numero di persone utilizzano animali da soma per trasportare l’acqua o fanno la spola con recipienti in plastica.32

Prima della guerra, il Ministero per le Risorse Idriche svolgeva periodici controlli alla rete idrica. Ora però, a causa dell’enorme rischio, alla mancanza di denaro e di personale, tali controlli non possono più essere svolti.

Dopo che l’acqua viene utilizzata per scopi domestici od industriali, deve essere trattata prima di essere reintrodotta nell’ambiente, attraverso impianti di depurazione. Questi impianti però sono fuori uso, e per questo le acque reflue vengono versate direttamente in fiumi o su terreni coltivabili, ponendo un grave rischio di contaminazione per la popolazione.33

Oltre al pericolo dell’inquinamento ambientale vi sono altri problemi rischiosi per la salute della popolazione, problemi quali l’aumento di spazzatura in luoghi pubblici ed il conseguente aumento di insetti come mosche, zanzare e scarafaggi, soprattutto nelle aree urbane del paese. La causa di questi problemi sono l’assenza di un servizio di nettezza urbana e di servizi di espurgo del sistema fognario, i quali non sono più operativi per via della scarsità di denaro necessario a mantenere in funzione i macchinari, a partire dai camion per la raccolta dell’immondizia. Questa situazione porta all’accumulo di immondizia ovunque, per le strade ed in zone densamente popolate. Spesso i bambini giocano con i rifiuti o vi cercano oggetti da poter rivendere, rischiando di contrarre malattie ed infezioni.

In alcune zone del paese i servizi di raccolta vengono pagati direttamente dai cittadini, mentre prima dell’inizio del conflitto erano forniti dal governo. In molti casi, l’immondizia viene bruciata per evitare di pagare il servizio di raccolta, ma ciò crea un pericolo sia in termini di salute della popolazione stessa, sia di inquinamento ambientale, in quanto molti degli oggetti bruciati emanano gas potenzialmente tossici, come ad esempio la plastica.

33

Assistance Coordination Unit (ACU), Dynamic Situation Monitoring Report (DYNAMO 1.0), Marzo 2014, pp. 29, 30, 31, 18.

6.3 LA SITUAZIONE IGIENICA ALL’INTERNO DEI CAMPI

La situazione igienica all’interno dei campi profughi è mediamente migliore se comparata a quella presente all’esterno. L’acqua viene fornita gratuitamente, principalmente attraverso camion cisterna ma anche via pozzi artesiani e rete idrica pubblica.

Anche all’interno dei campi però, così come all’esterno, si risente della mancanza di molti beni come carburante per i generatori, ma soprattutto mancano strutture in grado di immagazzinare sufficiente acqua per tutti, e ciò sifnifica che le razioni d’acqua pro capite, seppur maggiori rispetto all’esterno, sono comunque abbastanza scarse per i bisogni giornalieri (acqua da bere, per lavarsi e per cucinare).

Anche la situazione sanitaria risulta migliore all’interno dei campi rispetto all’esterno, anche se resta preoccupante. Un recente sondaggio, ha calcolato che in media, all’interno dei campi, è presente una latrina ogni 60 persone e una doccia ogni 100 persone, e questo dato peggiora costantemente se si calcola l’infflusso incessante di nuovi profughi in arrivo nei campi.

Tale scarsità di servizi rende difficile la divisione di latrine e docce per sesso, quindi spesso capita che donne e uomini utilizzino gli stessi servizi.

Infine si registra il problema riguardo alla situazione sanitaria del campo, con la presenza di topi ed altri insetti come conseguenza del gran numero di persone che vi abitano e della difficoltà nell’espurgo dell’impianto fognario.