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L’EMERGENZA UMANITARIA NEI PAESI CONFINANTI CON

11.1 LE CONDIZIONI DI VITA DEI RIFUGIATI SIRIAN

Più della metà dei rifugiati siriani presenti nella provincia di Sanliurfa vivono in condizioni di povertà, mancando di servizi e strumenti primari a condurre una vita normale. Le famiglie hanno bisogno di beni essenziali, in primo luogo di cibo, ma anche di strumenti per l’igiene ed oggetti come coperte e materassi sui quali dormire.

Secondo uno studio dell’agenzia turca Hayata Destek, il numero di materassi presenti nella provincia è minore rispetto al numero di rifugiati registrati. Ciò sta a significare che molte persone non hanno la possibilità di dormire su un letto, o che i pochi letti presenti devono essere condivisi tra più persone.

Un problema che si fa molto serio durante i mesi invernali è la carenza di fonti di calore: nel centro di Sanliurfa le stufe a carbone sono molto comuni, ma ciò che manca è il carbone per farle funzionare. Alcuni uffici pubblici distribuiscono carbone alla popolazione locale, ma in quantità insufficiente; ciò costringe le famiglie a bruciare legno ma anche altre tipologie di oggetti, le cui esalazioni possono essere pericolose per i rifugiati stessi.

Nello stesso periodo si è registrata anche la mancanza di carburante, anch’esso utilizzato come fonte di calore.

Un altro studio condotto dalla sopracitata agenzia turca svela che il bene più richiesto dalle famiglie è il cibo, seguito subito da indumenti per far fronte alle rigide temperature invernali ed altri beni di prima necessità come strumenti per cucinare o per l’igiene. In alcune zone però, gli strumenti per combattere il freddo sono più richiesti del cibo. Questo dato non deve sorprendere, se si considera che circa un quarto delle abitazioni dei rifugiati siriani non dispongono di dispositivi di riscaldamento.

11.2 LA SALUTE

Il servizio sanitario in Turchia è molto efficiente, ed i profughi siriani vi possono accedere senza particolari problemi.

Si stima che la maggior richiesta di intervanti sanitari avvenga all’interno dei campi: secondo le stime dell’AFAD, circa il 90% delle persone presenti utilizza i servizi sanitari. All’esterno dei campi la situazione varia considerevolmente: qui soltanto il 60% dei rifugiati siriani ha utilizzato i servizi sanitari. Questo calo è legato con ogni probabilità alla mancata registrazione di una parte dei siriani che hanno fatto ingresso nel paese: come si è visto precedentemente, parte dei siriani entrati in territorio turco non sono registrati ne presso le autorità turche ne presso agenzie umanitarie. Questo fenomeno è riconducibile all’inconsapevolezza dei siriani riguardo ai benefici che la registrazione mette a disposizione, mentre altri decidono consapevolmente di non registrarsi.

Nonostante sia obbligatoria la registrazione per accedere al servizio sanitario nazionale, l’AFAD afferma che in caso di bisogno urgente, anche se sprovvisti della registrazione, i profughi siriani ottengono ugualmente la prestazione sanitaria necessaria presso gli ospedali del paese.92

Anche in Turchia sono state lanciate numerose campagne di vaccinazioni per la prevenzione di malattie infettive, soprattutto per la prevenzione della poliomielite e del morbillo, malattie che si sono diffuse molto rapidamente e di pari passo con l’immigrazione siriana nei paesi confinanti.

All’interno dei campi circa il 75% dei siriani è stato vaccinato contro entrambe le malattie, e la popolazione è costantemente monitorata.

La preoccupazione maggiore riguarda la popolazione all’esterno dei campi e disseminata sul territorio turco: secondo le stime dell’AFAD circa il 55% dei

siriani residenti al di fuori dei campi è stato vaccinato contro la poliomelite, dato che si alza sensibilmente nel caso del morbillo, dove gli individui vaccinati ammontano al 60% del totale.

Come in ogni caso, la fascia della popolazione più vulnerabile e costituita dai bambini. Nel 2011 in Turchia si sono registrati soltanto 110 casi di morbillo, perlopiù contratti da bambini. Senza l’apposito vaccino, questa malattia può avanzare fino a portare alla morte dell’individuo.93

L’AFAD svolge costanti campagne di sensibilizzazione della popolazione contro le malattie: sebbene in Turchia non siano ancora stati registrati casi di poliomielite, la presenza di tale malattia nei paesi confinanti costituisce un forte segnale d’allarme.

Tutti i profughi siriani dovrebbero essere vaccinati non solo nel proprio interesse, ma soprattutto per il pericolo che tale malattia si possa diffondere all’interno del paese e non solo, provocando una vera e propria emergenza sanitaria.

11.3 I RIFUGI

Solitamente i rifugiati siriani trovano alloggio in appartamenti composti da una o due stanze. Notoriamente, le famiglie siriane sono composte da 5 o 6 membri, e ciò comporta che tali appartamenti sono insufficienti in termini di spazio.

Spesso gli appartamenti vengono affittati da due o più famiglie, rendendoli quasi inabitabili.

Per porre rimedio a questo problema, i rifugiati hanno inizialmente creato degli accampamenti nella città, composti da tende ed altre costruzioni improvvisate. Questo tipo di abitazioni però sono state proibite dal Governo Turco, il quale ha fatto rimuovere tutte le strutture abusive presenti sul territorio e ne ha vietato la costruzione in via permanente all’interno dei centri urbani.

Secondo stime ufficiali, nella provincia di Sanliurfa gli affitti al mese per famiglia ammontano a circa 200 Lire Turche, pari a poco più di 90 $. Questo importo può in alcuni casi aumentare fino a raggiungere le 400 Lire Turche (190 $ circa), in base alla metratura dell’abitazione ed al quartiere in cui essa si trova.94

Il dato allarmante di questa situazione è che i rifugiati si vedono costretti a pagare queste somme con le proprie risorse, potendo contare su pochi aiuti esterni. Tutto ciò è reso peggiore dalla difficoltà di trovare lavoro, che spesso costringe i siriani ad abbandonare la provincia e vagare per il paese in cerca di un lavoro e di un’abitazione nella quale vivere.

Campo container di Harran, nella provincia si Sanliurfa