L’effetto Cina sulle esportazioni italiane
3. L’analisi empirica
In questo lavoro usiamo un modello gravitazionale per stimare l’“effetto Cina” sulle esportazioni italiane per settori di specializzazione e per aree. I modelli gravitazionali sono largamente utilizzati nei lavori empirici e permettono di analizzare una varietà di aspetti legati al commercio, tra cui la valutazione di politiche, i benefici della partecipazione ad accordi commerciali o ad unioni monetarie etc. Più recentemente questo tipo di modelli è stato anche utilizzato per misurare l’impatto dell’export cinese sulla performance commerciale degli altri paeasi asiatici (Eichengreen et al., 2004; Eichengreen et al., 2006; Greenaway et al., 2006) e dei paesi africani (Giovannetti e Sanfilippo, 2009)2. Il contributo innovativo di questi modelli (introdotto per la prima volta nel lavoro di Eichengreen et al., 2004) consiste nell’aver “aumentato” il modello
gravitazionale tradizionale inserendo le esportazioni cinesi verso lo stesso mercato tra le covariate. Rispetto ai modelli
precedenti, il nostro contributo si differenzia non solo per il focus geografico, ma anche per l’utilizzo di dati sul commercio altamente disaggregati (fino a 6 digit della
classificazione del sistema armonizzato del 1992). I dati sul commercio bilaterale utilizzati provengono dalla banca dati BACI a cura del CEPII3.
Il modello utilizzato per l’analisi segue la struttura di quello proposto da Eichengreen et al. (2004):
(1)
Dove X è il valore delle esportazioni italiane verso il mercato (j) del prodotto (hs6) nell’anno (t). GDP rappresenta il livello di ricchezza del paese importatore (j) e del paese esportatore (i) e T è un insieme di
2 Anche l’ISAE (2005, pp. 45-48) in un breve riquadro del rapporto di previsioni economiche, ha utilizzato questo tipo di
mo-dello per verificare l’effetto competitivo delle esportazioni cinesi su tre paesi europei (Italia, Francia e Germania) per il periodo 1993-2003.
3 Per una nota metodologica sulla costruzione della banca dati cfr. Gaulier e Zignago (2008). 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Cina Italia Grafico 1 Quota su export mondiale Percentuale in valore
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variabili time invariant che raggruppa quei fattori di controllo che possono
favorire/ostacolare il commercio: la distanza bilaterale, la condivisione di un confine, e la presenza o meno di un accesso al mare del paese importatore. La variabile CH_EXP, centrale per questo lavoro, rappresenta il valore delle esportazioni cinesi verso il mercato (j) del prodotto (hs6) nell’anno (t). Se i prodotti esportati contemporaneamente sugli stessi mercati dall’Italia e dalla Cina sono sostituti, si parla di effetto spiazzamento e il coefficente della variabile CH_EXP risulta negativo e significativo. Nel caso opposto, la variabile assume segno positivo oppure risulta non significativa. L’equazione è stata stimata per il periodo 1995-2007 per 177 paesi (vale a dire tutti i mercati, più o meno importanti, in cui sia la Cina che l’Italia esportano). Si è usato un metodo di stima a
due stadi con un approccio con variabili strumentali a causa di problemi di endogeneità nel sistema. In linea con Greenaway et al. (2006), abbiamo utilizzato due strumenti (la distanza dalla Cina e il PIL cinese) per “sostituire” la variabile export cinese in valore che risulta endogena.4
4. I risultati
La tabella 1 riporta le statistiche descrittive per le variabili dell’equazione (1). Le tabelle 2-4 mostrano invece i risultati del modello (1) suddiviso per gruppi di paesi in base ai diversi livelli di reddito secondo la
classificazione della Banca Mondiale (tabella 2) e per settori in base alla classificazione per industrie ISIC revisione 2 (corrispondente alla classificazione NACE – tabelle 3 e 4).
La prima colonna della tabella 2 riporta i risultati del modello generale (ossia una stima delle esportazioni totali italiane, per tutti i paesi e per tutti i settori). Tutte le variabili mostrano il segno atteso. Le esportazioni italiane crescono al crescere della domanda del paese importatore e si dirigono più facilmente verso quei paesi con cui condividono un confine. Dall’altra parte, le esportazioni nazionali si riducono al crescere della distanza e tendono ad evitare quei paesi che non hanno un accesso al mare. Fa eccezione il coefficiente del PIL italiano che
mostra – contrariamente alle attese – un coefficiente negativo e significativo5. La variabile su cui vogliamo tuttavia concentrare l’attenzione sono le esportazioni cinesi sugli stessi mercati: CH_EXP. Il coefficiente è non significativo, il che suggerisce l’assenza di un effetto spiazzamento sull’export totale. Tuttavia, l’intervallo di confidenza del parametro stimato è piuttosto ampio, il che sembra indicare come l’effetto Cina non si palesi in modo uniforme per i diversi livelli di disaggregazione (geografica e settoriale) presenti nel database. Infatti, osservando i
4 Nel metodo delle variabili strumentali, in presenza di endogeneità nel modello, si regredisce la variabile che si vuole stimare
su una variabile strumentale che sia correlata alla variabile dipendente, ma non al termine di errore. Ottenuta questa prima stima, la si utilizza per girare una nuova regressione in cui le assunzioni standard non vengono violate. Per una discussione più approfondita e dettagliata del metodo si veda Wooldridge (2002).
5 Da un punto di vista statistico, questo risultato potrebbe essere spiegato dalla scarsa informazione implicita della variabile
(del tipo individual invariant). Da un punto di vista economico invece il coefficiente potrebbe indicare che, in presenza di un aumento della domanda interna (approssimato da un incremento del PIL), le imprese preferiscono vendere sul mercato do-mestico e ridurre le esportazioni.
Tabella 1- Statistiche descrittive
Variabile Media Dev. St. Min Max
lv_export 4,1 2,6 -7,1 15,1 lit_gdp 28,1 0,2 27,8 28,3 lgdp 25,3 1,8 18,5 29,5 lch_v_export 4,1 2,7 -7,1 16,2 ch_dist 8300,3 3934,4 809,5 19297,5 lch_gdp 28,2 0,4 27,5 28,8 landlocked 0,1 0,3 0 1 contig 0,1 0,2 0 1 distanza 5125,6 4258,8 492,3 18572,2 Osservazioni 2105564
risultati del modello per gruppi di paesi suddivisi sulla base del livello di reddito, si nota come il coefficiente CH_EXP vari in modo sostanziale tra i diversi gruppi. Il risultato più interessante di questa prima analisi è che la competizione delle esportazioni cinesi sembra essere
direttamente proporzionale al livello di reddito del mercato di destinazione. L’effetto
spiazzamento più forte delle esportazioni cinesi su quelle italiane si registra sui mercati ad alto reddito dei paesi OCSE, dove l’Italia detiene la maggior quota di mercato. Questo risultato è coerente con quello discusso nel
lavoro dell’ISAE (2005), che mostra come l’effetto competitivo della Cina sull’Italia per il periodo 1993-2003 sia statisticamente significativo solo per il gruppo dei paesi OCSE. È inoltre interessante osservare come la pressione competitiva della Cina sia forte anche nei mercati che si trovano nella parte alta della distribuzione del gruppo dei paesi a medio reddito (quella che include, tra gli altri, i paesi emergenti6). Nessun effetto di
“spiazzamento”, infine, viene riscontrato nel gruppo di paesi a basso reddito, dove tuttavia l’Italia non detiene storicamente quote di mercato significative.
Una volta individuati i gruppi di paesi per i quali l’”effetto Cina” è più rilevante, sembra opportuno chiedersi se la pressione
competitiva cinese sia distribuita
omogeneamente tra i diversi settori oppure se colpisca le esportazioni italiani in alcuni settori in particolare.
I risultati del modello per i due principali gruppi di paesi individuati (paesi OCSE e paesi a medio reddito) suddivisi per
sottosettori all’interno del manifatturiero sono riportati nelle tabelle 3 e 4. La tabella 3 mostra come l’effetto competitivo cinese sulle esportazioni italiane dirette verso i mercati OCSE sia diffuso praticamente a tutte le
maggiori divisioni del settore manifatturiero, seppure con intensità diverse. Tra le
produzioni tipiche del made in Italy, emerge in modo sostanziale un effetto spiazzamento all’interno del tessile, dei macchinari e del gruppo “altri prodotti manifatturieri” che include, tra gli altri, la gioielleria.
Disaggregando il settore tessile nelle sue principali componenti, si nota come l’effetto “spiazzamento” più forte si registri nel settore delle calzature, mentre i prodotti del tessile, generalmente a più basso valore aggiunto, subiscono una pressione competitiva più forte rispetto ai prodotti dell’abbigliamento. Sembrano soffrire meno la pressione cinese,
6 In questo gruppo si trovano anche alcuni dei principali mercati di destinazione delle esportazioni italiane degli ultimi anni come
la Russia e la Polonia.
Tabella 2- Modello generale e per livelli di reddito
Modello generale Modello generale per livelli di reddito(1)
HOECD HOTHR LOW MIDLW MIDUP
lch_v_export 0,00 -1,09 0,17 0,39 -0,08 -0,19 (0.01) (0.04) *** (0.01) *** (0.03) *** (0.02) *** (0.02) *** lit_gdp -1,01 0,62 -1,00 -1,94 -1,04 -0,64 (0.03) *** (0.07) *** (0.03) *** (0.06) *** (0.04) *** (0.04) *** Lgdp 0,56 1,34 0,37 0,23 0,57 0,68 (0.01) *** (0.03) *** (0.01) *** (0.01) *** (0.01) *** (0.01) *** landlocked -0,22 -0,37 -0,05 -0,46 -0,04 (0.01) *** (0.04) *** (0.02) *** (0.02) *** (0.02) ** Contig 0,77 0,51 0,90 (0.02) *** (0.03) *** (0.03) *** distanza -0,00013 -0,00005 -0,0001 -0,00015 -0,00017 -0,00014 (0.00) *** (0.00) *** (0.00) *** (0.00) *** (0.00) *** (0.00) *** Costante 18,93 -42,78 22,76 51,20 19,87 6,47 (0.86) *** (2.47) *** (1.02) *** (1.78) *** (1.28) *** (1.29) *** numero oss 2070807,00 603356,00 255675,00 225823,00 483120,00 502833,00 F (prob) 3186,45 1047,21 1551,98 1380,79 2215,97 2167,90 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
(1) La classificazione dei gruppi di paesi per livello del reddito è quella della Banca Mondiale (2) Statistiche z robuste in parentesi. * significativo al 10%; ** significativo al 5%; *** significativo all'1%
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invece, i prodotti in pelle per quali il
coefficiente delle esportazioni cinesi riporta un segno positivo e non significativo. Infine,
emerge un significativo effetto spiazzamento nei settori della carta, dei metalli e dei minerali non metalliferi.
Per quanto riguarda il gruppo di paesi classificato come “middle up income”, l’analisi settoriale mostra come l’effetto spiazzamento della Cina sia meno diffuso all’interno dei settori del manifatturiero. Tra i risultati più interessanti, sottolineiamo una forte pressione competitiva sul gruppo di altri prodotti manifatturieri e sul tessile e, in misura minore, sui macchinari e sui prodotti chimici.
All’interno del settore tessile, risulta che l’effetto competitivo più forte si manifesta, contrariamente a quanto avviene per i paesi OCSE, nell’abbigliamento. I prodotti tessili sono colpiti in misura minore, mentre sia i prodotti in pelle che le calzature hanno un coefficiente positivo anche se non
significativo.
Tabella 3- Output finale per settori – paesi OCSE
Variabile Cibo, bevande Materiali e Legno e Carta e Prodotti Prodotti Metalli di Macchinari e Altri dipendente: e tabacco prodotti tessili, prodotti del prodotti chimici minerali non base attrezzature prodotti non
abbigliamento legno della carta metalliferi classificati
e calzature (n.e.c.) lv_export lch_v_export -0,462 -0,884 -0,47 -1,117 -0,707 -0,961 -0,759 -0,465 -0,432 (3.90)*** (10.34)*** (2.46)** (3.05)*** (7.54)*** (6.80)*** (6.08)*** (13.49)*** (3.98)*** lit_gdp -0,372 -0,671 0,161 0,492 -0,064 1,264 2,371 0,641 -0,768 (2.11)** (5.82)*** (0.44) (1.5) (0.44) (3.70)*** (5.71)*** (11.69)*** (6.17)*** lgdp 0,868 1,276 1,024 1,245 0,935 1,194 0,799 0,961 1,012 (7.16)*** (21.63)*** (7.66)*** (5.97)*** (12.64)*** (10.84)*** (8.22)*** (34.22)*** (11.04)*** Landlocked -0,078 -0,427 0,374 -1,155 -0,163 -0,067 -0,839 -0,577 -0,462 (0.5) (5.22)*** (1.41) (4.04)*** (1.92)* (0.32) (5.13)*** (13.88)*** (4.13)*** Contiguity 0,585 0,855 0,805 1,592 0,215 0,382 0,435 0,947 0,96 (5.05)*** (20.08)*** (5.65)*** (11.39)*** (3.48)*** (2.53)** (3.71)*** (28.25)*** (11.37)*** distanza -0,0000603 -0,0000594 -0,0000749 -0,0000486 -0,000066 -0,00000191 -0,0000965 -0,0000795 -0,0000716 (4.61)*** (11.17)*** (6.00)*** (1.61) (10.44)*** (0.16) (7.59)*** (29.81)*** (8.61)*** Costante -6,039 -5,687 -24,718 -37,461 -14,894 -58,073 -79,313 -35,515 1,48 (0.96) (1.49) (2.03)** (3.24)*** (2.86)*** (5.34)*** (6.03)*** (19.70)*** (0.46) Osservazioni 25270 139400 8698 17771 92254 23335 20750 218182 32265
(1) Statistiche z robuste in parentesi. * significativo al 10%; ** significativo al 5%; *** significativo all'1%
Tabella 4- Output finale per settori – paesi "middle up income"
Variabile Cibo, bevande Materiali e Legno e Carta e Prodotti Prodotti Metalli di Macchinari e Altri dipendente: e tabacco prodotti tessili, prodotti del prodotti chimici minerali non base attrezzature prodotti non
abbigliamento legno della carta metalliferi classificati
e calzature (n.e.c.) lv_export lch_v_export 0,077 -0,327 -0,092 -0,129 -0,182 -0,152 -0,057 -0,182 -1,326 (1.12) (3.38)*** (0.67) (1.79)* (2.97)*** (2.45)** (0.9) (8.11)*** (3.76)*** lit_gdp -0,796 -0,919 0,126 -1,711 -0,884 -1,053 0,201 -0,22 -0,512 (3.45)*** (9.39)*** (0.38) (6.64)*** (8.86)*** (4.94)*** (0.85) (3.60)*** (2.26)** lgdp 0,321 0,654 0,571 0,727 0,576 0,564 0,5 0,829 1,384 (7.27)*** (15.64)*** (8.43)*** (12.80)*** (14.91)*** (10.62)*** (11.55)*** (45.31)*** (6.18)*** landlocked -0,065 -0,334 -0,451 0,083 0,018 -0,165 0,367 0,111 0,156 (0.7) (9.54)*** (3.33)*** (0.77) (0.38) (1.86)* (3.61)*** (3.44)*** (1.16) distanza -0,0001385 -0,000203 -0,0001918 -0,0002156 -0,0001187 -0,0001371 -0,0001692 -0,0001307 -0,0001278 (9.38)*** (39.64)*** (9.57)*** (16.29)*** (16.75)*** (13.54)*** (14.71)*** (41.21)*** (7.96)*** Costante 18,18 15,406 -13,273 35,136 15,572 20,609 -13,025 -8,749 -10,689 (2.74)*** (4.75)*** (1.31) (4.55)*** (4.79)*** (3.25)*** (1.93)* (4.53)*** (1.29) Osservazioni 13919 114303 6234 15458 74743 20911 14237 204634 26458
Conclusioni
Concludendo, la Cina ha guadagnato col tempo quote sempre più rilevanti su praticamente tutti i mercati e in tutti i settori all’interno del manifatturiero a scapito di molti paesi anche avanzati, e fra questi l’Italia. Tuttavia, l’effetto competitivo della Cina verso i paesi più avanzati sembra essere ancora relativamente inferiore rispetto a quello su gran parte dei paesi asiatici. Sia le cosiddette tigri “mature” che le “nuove” tigri hanno difatti perso quote rilevanti delle proprie
esportazioni, specialmente intra-regionali, a causa del progressivo spostamento delle attività a più basso valore aggiunto di un numero considerevole di beni di consumo verso la Cina. Tra i paesi più avanzati, l’Italia, caratterizzata da una specializzazione su beni considerati tradizionali, sembra essere fra quelli più a rischio.
Questo contributo mostra che effettivamente su alcuni mercati, quelli dei paesi ad alto reddito e degli emergenti, e in diversi comparti del manifatturiero, i prodotti cinesi hanno spiazzato le esportazioni italiane. Resta da vedere se un’attenta politica di upgrading qualitativo delle esportazioni possa essere sufficiente per evitare che l’Italia perda ulteriori quote sui mercati internazionali e sulle produzioni tradizionali.
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Introduzione
A livello settoriale l'export italiano è
notoriamente concentrato nella meccanica e nei settori tradizionali, e si è modificato relativamente poco nel tempo. Questi elementi fanno apparire il modello di specializzazione italiano come “anomalo” rispetto agli altri paesi industrializzati, maggiormente specializzati in settori
tecnologicamente avanzati, e come “debole” nei confronti dei paesi emergenti, i cui costi sono nettamente inferiori1. Tuttavia diversi studi negli ultimi anni hanno sottolineato l'importanza di fattori diversi dal prezzo nel commercio internazionale. In particolare, la qualità e la sofisticazione dei prodotti sembrano giocare un ruolo di primo piano2. Numerose analisi testimoniano come questo sia particolarmente vero per l'Italia, le cui esportazioni se analizzate a livello intra-settoriale mostrano un livello qualitativo relativamente alto e un dinamismo che a livello settoriale è sostanzialmente assente. Questi risultati portano a ridimensionare alcune delle preoccupazioni circa il declino dell'industria italiana3.
In questo contributo, seguendo la letteratura citata, si analizza l'export italiano a livello di prodotti. Questo approccio presenta numerosi problemi tecnici. In primo luogo occorre lavorare con un numero di
osservazioni molto elevato: oltre 10.000 voci
di prodotto contro non più di un centinaio di settori4. Inoltre, mentre le definizioni dei settori sono più o meno omogenee, le voci di prodotto vengono aggiornate ogni anno, cosa che rende piuttosto complicata l'analisi temporale5. Infine, a livello di prodotti sono molto più frequenti errori e omissioni nei dati, specialmente nei dati in volume, cosa che è particolarmente problematica nel caso si sia interessati ai prezzi e pertanto si vogliano calcolare i valori medi unitari (UV).
Per questi motivi esistono pochi lavori in cui si tenta di seguire l'andamento dei singoli prodotti nel tempo. In questo contributo al contrario si confrontano i singoli prodotti esportati dall'Italia in anni diversi6. L'analisi proposta, sfruttando i dati Eurostat, confronta l'export italiano e europeo (27 paesi) di tutti i prodotti a 8-digits di tutti i settori negli anni 1999 e 2009. Combinando l'informazione sui vantaggi comparati a livello di prodotti con quella sui prezzi relativi (UV) è possibile collocare ogni prodotto in un'area specifica caratterizzata da: “specializzazione e alta qualità”, “specializzazione e bassa qualità”, “despecializzazione e alta qualità” e
“despecializzazione e bassa qualità”. L'analisi consiste nel quantificare l'importanza di ciascuna area e nel delineare le principali dinamiche seguite dai diversi prodotti e settori.