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2.3 Interfaccia grafica

2.3.2 L’apparato critico: incontro fra tradizione e innovazione

L’elemento che ha portato maggiori difficoltà in fase di progettazione, è stato l’appa- rato critico che, come visto nella sezione 1.1.4, comprende una lista delle varianti non accettate dall’editore all’interno del testo pubblicato e ritenute tuttavia importanti per documentare e giustificare la scelta effettuata.

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Una delle soluzioni ormai affermatasi in tema di apparato critico digitale, è quella di utilizzare il collegamento ipertestuale per accedervi in maniera diretta, sia esso posizionato in una sezione in fondo al testo, in una finestra separata o in un popup inline. Tuttavia, oltre ad offrire un accesso più immediato alla lista delle varianti per una determinata porzione di testo, si è sempre rimasti molto legati alla tradizione: presentazione del lemma ed elencazione delle varianti ritenute più significative, seguite da un elenco di sigle indicatrici dei testimoni che attestano la lezione di riferimento, talvolta trasformate in hyperlink per un rapido accesso al contesto completo.

Data l’esigenza di rimanere in parte legati alle convenzioni tipicamente seguite per le edizioni a stampa, ciò che si è cercato di ottenere è stato un buon compro- messo, che da un lato avesse le caratteristiche e l’eleganza tipiche di un apparato tradizionale, e dall’altro lato riuscisse ad essere realmente arricchito dal digitale, offrendo al lettore contenuti più ampi e maggiori possibilità di interazione.

Innanzitutto, si è identificata la posizione migliore in cui inserirlo.

Una delle prime soluzioni prese in considerazione prevedeva l’utilizzo di unpopup, attivabile con un click del mouse sulla porzione di testo di riferimento. Alle varianti di sostanza vengono affiancate le eventuali varianti di forma e le note critiche colle- gate, dando a queste ultime visibilità diversa rispetto alle prime e organizzandole in tre sezioni distinte (Fig. 2.6):

(a) (b)

Figura 2.6: Progettazione GUI: apparato critico (prima soluzione: popup)

• Parte iniziale: apparato tradizionale, ovvero lemma, eventualmente seguito dalle sigle dei testimoni che attestano tale lezione, parentesi quadra, varianti significative seguite dalle sigle dei testimoni di riferimento, elencate nell’ordine in cui sono state codificate.

• Parte centrale: materiale aggiuntivo tradizionalmente escluso, ovvero varianti formali eventualmente raggruppate in base alla tassonomia indicata dall’edi- tore in fase di codifica per mezzo di opportuni attributi.

• Parte finale: note critiche associate all’entrata d’apparato, che tradizionalmen- te vengono collocate in una sezione differente.

Il minor grado di importanza assegnato alle varianti grafiche si riflette sul loro aspet- to grafico: carattere più piccolo e accesso tramite un box ad espansione. Anche le note critiche, pur avendo importanza maggiore rispetto alle varianti grafiche risul- tano ben distinte da esse, in particolare grazie ad un margine superiore piuttosto marcato.

Nonostante le piccole dimensioni di un elemento come il popup, si è ritenuto inizialmente che esso fosse lo strumento migliore per presentare l’apparato critico, in quanto i testi codificati secondo il metodo parallel-segmentation, esposto nelle linee guida TEI (sez. 1.2.3) e preso in considerazione nel presente lavoro, presenta- no solitamente apparati non eccessivamente ampi. Tale proposta è stata tuttavia scartata poiché ci si è resi conto che ilpopup, rimanendo “sollevato” rispetto al con- tenuto principale, rischia di coprire il testo da consultare e di obbligare l’utente a visualizzare o l’uno o l’altro; inoltre, si è constatato che nello sviluppo di layout fluidi e dinamici, esso tende ad essere un elemento di difficile collocazione e gestio- ne: necessita infatti numerosi controlli prima dell’apertura sia per ottenere le giuste dimensioni, sulla base del contenuto reale, sia per essere correttamente posizionato nell’interfaccia, in modo da non risultare nascosto in alcun modo.

Una seconda proposta di posizionamento presa in considerazione prevedeva, in- vece, l’espansione orizzontale per aperture progressive di colonne. Secondo tale approccio le varianti significative dell’apparato vengono ospitate in una colonna alla destra del testo critico, di dimensioni inferiori rispetto a quest’ultima; a seguire un’e- ventuale altra colonna per la visualizzazione delle varianti di forma e delle eventuali note critiche (Fig. 2.7). Un click del mouse sulla singola lezione provoca l’apertura e l’allineamento al testo dell’apparato di riferimento.

Pur permettendo di rendere sempre chiara all’utente la funzione logica del posi- zionamento degli elementi, tale soluzione ha come conseguenza inevitabile una dimi- nuzione dello spazio disponibile in cui collocare gli altri elementi, come ad esempio i testimoni di collazione. Inoltre, l’utilizzo di un’unica colonna per ospitare le varianti e le note, rischia di creare confusione nell’interazione con la singola lezione attestata in un testimone, che da specifiche deve permettere all’utente di accedere all’appa- rato completo: se infatti l’utente seleziona una variante all’interno del testimone sulla destra dello schermo, l’apparato completo si apre sulla sinistra, ad una certa distanza da esso, costringendo l’utente a spostare lo sguardo verso una parte dello schermo diversa da quella in cui stava guardando. Infine, in caso di apparati molto corposi, il testo incolonnato risulta tendenzialmente più difficile da leggere.

Pertanto, siamo arrivati a definire una terza soluzione, che prevede l’utilizzo di un contenitore inline, che si accoda alla lezione selezionata dividendo il testo in

Figura 2.7: Progettazione GUI: apparato critico (seconda soluzione: colonne ad apertura progressiva)

due e si distingue da quest’ultimo grazie ad uno sfondo differente (Fig. 2.8)14. In tale pannello, la parte più tradizionale dell’apparato (formata da lemma e varianti significative) si posiziona in alto in una sezione che rimane fissa, mentre il resto del contenuto viene inserito nella parte inferiore, suddiviso in apposite schede per permettere un accesso veloce ai contenuti aggiuntivi di interesse.

In tali schede possono trovare posto sia le note critiche, sia le varianti di forma e tutti i metadati associati all’apparato stesso, come ad esempio il responsabile o il grado di certezza. In assenza di maggiori informazioni viene visualizzato il solo appa- rato tradizionale e la sezione contenente i materiali aggiuntivi viene dinamicamente nascosta.

Figura 2.8: Progettazione GUI: apparato critico (soluzione finale)

La soluzione scelta per il posizionamento dell’apparato critico è stata dunque quest’ultima, in quanto buon compromesso che permette di visualizzare l’apparato critico senza ricorrere a frame aggiuntivi; oltre ad offrire uno spazio virtuale ben più ampio rispetto a quello dei popup, essa si presta, inoltre, ad essere arricchita facilmente con altre funzionalità, come per esempio la visualizzazione dei raggrup- pamenti delle varianti.

Dopo aver stabilito la posizione e l’organizzazione dei contenuti principali, è sta- to affrontato il problema della visualizzazione di eventuali sotto strutture codificate come apparati annidati. Volendo evitare perdita di informazioni in tali situazioni, si è deciso che il sistema dovrà permettere all’utente di accedere in maniera indipen- dente sia all’apparato più interno (Fig. 2.9a) sia a quello più esterno (Fig. 2.9b). In quest’ultimo caso, le varianti presenti nell’apparato più interno saranno visualizzate come elenco e racchiuse da parentesi tonde doppie. Eventuali note critiche colle- gate all’apparato più interno saranno disponibili soltanto nell’apparato collegato a quest’ultimo.

(a) (b)

Figura 2.9: Progettazione GUI: apparato critico annidato