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2.2 Analisi e progettazione concettuale

2.2.3 Strumenti e funzionalità

Dopo aver modellato le caratteristiche dei componenti più importanti da integrare nell’interfaccia di EVT 2.0 e stabilito i possibili casi d’uso del prodotto finale, sono stati individuati i principali strumenti da mettere a disposizione dell’utentelettore. Alcune delle funzionalità elencate di seguito (ad esempio la possibilità di affiancare i vari testimoni o la possibilità di visualizzare la variabilità testuale per mezzo di

una heat map) sono state riprese dalle edizioni digitali esistenti analizzate nella

sezione 1.3.5 e migliorate laddove si erano identificate maggiori criticità.

Visualizzazione della variabilità testuale

L’utente dovrà avere la possibilità di visualizzare la variabilità testuale nella sua interezza; a seconda delle preferenze e delle necessità, dovrà essere possibile sia prendere in considerazione tutte le varianti, sia limitare la finestra di studio alle varianti significative o a quelle di una certa tipologia.

Questa funzionalità può diventare utile anche in caso di assenza del testo criti- co, per offrire all’utente una visione immediata della variabilità della tradizione in rapporto ad uno specifico testimone selezionato.

Dinamicità dell’apparato critico

L’apparato critico dovrà presentarsi come strumento dinamico e interattivo, in grado di adattarsi automaticamente al contenuto. In esso dovranno essere presenti sia le varianti significative, sia quelle di forma, opportunamente posizionate in una zona di rilievo inferiore rispetto alle prime.

Le sigle identificative di ogni testimone, affiancate alla variante da loro attestata, dovranno permettere all’utente di visualizzare la variante nel suo contesto: cliccando su di esse, il testimone di riferimento dovrà dunque essere aperto e allineato alla lezione di riferimento.

Lo stesso apparato sarà accessibile sia a partire dai lemmi all’interno del testo critico, sia a partire dalle varianti dei singoli testimoni; in quest’ultimo caso, l’utente avrà un’indicazione visiva della posizione del testimone di riferimento all’interno dell’apparato stesso.

Collazione dei testimoni

L’utente dovrà avere la possibilità di confrontare i testi dei singoli testimoni, even- tualmente in relazione al testo presentato dall’editore come base di lettura (testo critico o testimone di preferenza). Sarà dunque necessario prevedere una “vista di collazione” interattiva in cui, tramite appositi strumenti (ad esempio menù di sele- zione o pulsanti di aggiunta/chiusura testimone), sarà possibile scegliere i testimoni da visualizzare e in quale ordine affiancarli. Non dovrà essere imposto alcun limite al numero di testimoni da confrontare, se non il totale degli stessi; l’editore potrà eventualmente indicare un numero massimo diverso e inferiore a quest’ultimo.

Per ogni testimone dovrà essere possibile visualizzare anche le informazioni bi- bliografiche e le scansioni, se presenti e opportunamente codificate. Eventuali in- terruzioni di pagina codificate nel file XML di partenza dovranno essere opportuna- mente segnalate.

Le lezioni alternative codificate dovranno essere ben visibili e collegate l’una all’altra, in modo da permettere un allineamento automatico del testo dei singoli testimoni.

Filtro di varianti

Ogni lezione dovrà essere differenziata dalle altre in base alla tipologia, alla mano, al grado di certezza, al responsabile di trascrizione ed emendazione o ad altre meta- informazioni codificate nel file di partenza. Per veicolare tali informazioni dovranno essere utilizzati dei colori, opportunamente documentati all’interno di una legenda. Dovendo rispettare i requisiti dettati dalle norme e good practices per l’accessibi- lità di un sistema, sarà necessario scegliere i colori all’interno di una gamma che contiene quelli facilmente distinguibili anche da persone con disturbi della vista ed eventualmente prevedere anche altri artifici grafici.

Un opportuno filtro, modellato e costruito in maniera semi-automatica sulla base dei precedenti attributi, dovrà permettere di visualizzare soltanto le varianti di interesse; esso dovrà agire sia a livello globale, ovvero su tutti i testimoni visualizzati, sia a livello locale, ovvero per un singolo testo. Per quanto riguarda il testo critico, le lezioni potranno essere filtrate in base a grado di certezza (@cert) e responsabilità (@resp) dell’emendazione; invece, le varianti alternative presentate nel testo dei singoli testimoni potranno essere selezionate in base alla tipologia (@type), alla mano (@hand) e alla causa (@cause). La gestione automatizzata dei filtri permetterà al sistema di eliminare automaticamente i filtri dall’interfaccia quando gli attributi di riferimento non sono mai stati utilizzati all’interno del file di partenza per codificare una qualche lezione; l’editore dovrà inoltre avere la possibilità di specificare altri attributi da utilizzare come parametri di selezione.

Il meccanismo di selezione, didefault, sarà per unione, ovvero verranno visualiz- zate tutte le lezioni che rispettano almeno una delle condizioni selezionate; tuttavia, in fase di configurazione l’editore dovrà poter scegliere di attivare una seconda mo- dalità di selezione, secondo la quale verranno visualizzate le varianti che soddisfano almeno una condizione all’interno di un gruppo di filtri, e almeno un’altra all’interno degli altri gruppi di filtri per i quali è stato selezionato un particolare valore.

Le due tipologie di filtro (unione e intersezione) dovranno funzionare in maniera diversa. Supponiamo ad esempio di avere a disposizione due gruppi:

• type, con i filtri substantive e orthographic • hand, con i filtri m1, m2 e m3.

Selezionando substantive, m1 e m2, nel primo caso (unione) verranno visualizzate le lezioni che soddisfano almeno uno dei filtri selezionati, ovvero tutte le varianti ortografiche e tutte le varianti commesse da m1 o da m2. Nel secondo caso (interse- zione), invece, verranno evidenziate tutte le varianti ortografiche commesse da m1 e tutte le varianti ortografiche commesse da m2. Com’è possibile notare, nel secondo caso, l’intersezione verrà effettuata tra gruppi e non tra singoli filtri.

Condivisione vista

L’utente dovrà avere la possibilità di recuperare uno status link da salvare nei suoi segnalibri o condividere con altri; esso dovrà contenere tutte le informazioni neces- sarie per riorganizzare la pagina nello stesso modo in cui la stava visualizzando. Il sistema dovrà quindi essere in grado di tenere traccia della modalità di visualiz- zazione, del documento, della pagina e del livello di edizione (in caso di edizioni diplomatiche), dei testimoni collazionati e delle rispettive pagine correnti, e infine dell’eventuale porzione di testo selezionata (variante o paragrafo).

Tale status link dovrà essere accessibile sia a livello globale sia a livello locale, ovvero a partire da particolari elementi testuali, per esempio l’apparato critico.

Offrendo un riferimento preciso ad un determinato passaggio del testo, questo strumento permetterà, inoltre, di andare incontro al problema della citabilità delle edizioni digitali.

Altri strumenti

L’applicazione web dovrà mettere a disposizione anche gli strumenti già presenti in EVT 1.0, opportunamente integrati nella nuova interfaccia: tutti gli strumenti ad azione globale (ad esempio, le liste di entità con rispettive occorrenze o l’elenco dei riferimenti bibliografici) dovranno essere posizionati esternamente ai contenitori principali, preferibilmente in una barra di intestazione sempre visibile; invece, itool ad azione locale (come le note o i selettori di entità) dovranno essere inseriti in un apposito menù collocato all’interno di ogni singolo contenitore di testo o immagine. L’interfaccia, inoltre, dovrà essere dotata di strumenti tradizionalmente utilizzati per rendere un’applicazione più usabile, come ad esempio i controlli per la gestione della dimensione del font.