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L’impatto dell’azione europea in Georgia

FROZEN CONFLICT

2.4 L’impatto dell’azione europea in Georgia

Verranno qui presi in considerazione gli effetti dell’azione europea in Georgia dopo il 2008, tenendo presente che l’azione UE, per la risoluzione dei conflitti, prima di quell’anno era praticamente inesistente, come dimostra anche il fatto che né Abkhazia, né Ossezia meridionale avessero relazioni di tipo economico con l’Unione ma beneficiassero solo dell’assistenza finanziaria di questa, sotto forma di aiuti umanitari. Tuttavia, è necessario puntualizzare che l’azione europea prima del 2008 ha cercato di influenzare indirettamente la risoluzione dei conflitti, attraverso i mercati, nella convinzione che, se la Georgia fosse diventata un Paese prospero e ricco, attraverso gli scambi commerciali e gli investimenti, questo avrebbe influenzato il processo di risoluzione dei conflitti226.

224 Si veda: Office of the State Minister for Reconciliation and Civil Equality of Georgia; http://smr.gov.ge/Uploads/Education__9dd0e9dc.pdf

225 Marilisa Lorusso; Georgia, Russia Abkhazia e Ossezia del sud: 10 anni dopo; 19 marzo 2018; balcanicaucaso.org; https://www.balcanicaucaso.org/aree/Georgia/Georgia-Russia-Abkhazia-e-Ossezia- del-sud-10-anni-dopo-187294

226 Nicu Popescu; EU Foreign Policy and Post-Soviet Conflicts; Stealth Intervention; Routledge; USA and

Canada; Taylor and Francis e-Library;2011;

https://play.google.com/books/reader?id=o5GsAgAAQBAJ&printsec=frontcover&output=reader&hl=it& pg=GBS.PT13; pp. 158-159

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Ad oggi, lo strumento principale (in termini di durata e finanziamenti forniti) per l'impegno dell'UE è la PEV. Tuttavia, come sottolineato dall’ ex Commissario per le relazioni esterne Ferrero-Waldner, già nel 2006, la PEV “is not in itself a conflict prevention or settlement mechanism227” ma cerca di affrontare le questioni di fondo che hanno portato ad un inasprimento dei conflitti. Tuttavia, la risoluzione dei conflitti congelati -che si basano su affermazioni di autodeterminazione di gruppi etnici distinti, seguono una logica diversa- non può avvenire attraverso lo sviluppo economico e commerciale, essi richiedono l’individuazione di altri tipi di meccanismi228.

Come descritto nel precedente paragrafo l’Unione europea al termine del conflitto ha deciso di finanziare la ricostruzione post-bellica e di schierare una missione di monitoraggio civile in Ossezia, la EUMM. Il principale effetto di questa missione sulle parti è stato di tipo psicologico: i militari russi e georgiani schierati intorno al territorio dell’Ossezia meridionale sono stanziati a poche centinaia di metri fra loro , non esistono barriere fisiche che li dividano gli uni dagli altri, quindi la presenza della EUMM costringe le parti a cercare di mantenere la situazione stabile per evitare una nuova escalation di violenze (soprattutto nei primi mesi dopo il termine degli scontri diretti, quando la situazione era ancora incandescente)229.

Subito dopo la guerra l’UE ha destinato una somma significativa di denaro al fine di finanziare la crescita economica della Georgia e ha anche stanziato dei fondi per assistere Abkhazia e Ossezia nella ricostruzione dei territori maggiormente colpiti dai conflitti. L’Ossezia del sud rifiutò di accettare gli aiuti europei mentre l’Abkhazia li accettò. Questi aiuti finanziari si sommarono a quelli per l’assistenza umanitaria, finalizzati ad alleviare le difficoltà delle popolazioni colpite230.

227 Cit. European Commission, ‘Speech by EU Commissioner Ferrero-Waldner’, p. 3. in: Richard G. Whitman and Stefan Wolff; The EU as a conflict manager? The case of Georgia and its implications; International Affairs 86: 1 (2010) 1–00;. Journal Compilation; Blackwell Publishing Ltd/The Royal Institute of International Affairs; 2010; p. 9

228 Ibid.

229 Nicu Popescu; EU Foreign Policy and Post-Soviet Conflicts; Stealth Intervention; Routledge; USA and

Canada; Taylor and Francis e-Library;2011;

https://play.google.com/books/reader?id=o5GsAgAAQBAJ&printsec=frontcover&output=reader&hl=it& pg=GBS.PT13; pp. 158-159

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Indubbiamente questo tipo di sostegno economico, umanitario e sociale, è stato rinforzato dalla creazione della Eastern Prtnership, di cui la Georgia è considerato un Paese di punta231.

L’azione UE in Georgia durante la guerra non ha avuto effetti anche all’interno dell’Unione stessa.

Il conflitto russo-georgiano ha evidenziato ulteriormente come, soprattutto prima dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel 2009, vi fossero forti spaccature all’interno dell’Unione riguardo al ruolo che essa avrebbe dovuto assumere nella risoluzione di questo conflitto, e di quanto fosse importante riuscire a superare le proprie convinzioni nazionali per poter permettere all’Unione di parlare con una voce unica e di intraprendere un’azione, che potremmo definire, compatta.

Nella discussione riguardo l’azione da intraprendere in Georgia, gli Stati membri erano divisi: da una parte i Paesi più “Russia-friendly”, che davano priorità al rapporto bilaterale con la Russia, come la Francia e la Germania, dall’altra quelli “Russia-sceptic”, come il Regno Unito, la Polonia e i Paesi baltici, che invece preferivano mantenere una linea più dura nei confronti della Russia232.

Sicuramente attraverso la decisione di Sarkozy, durante il periodo di Presidenza all’UE, l’Unione è riuscita a staccarsi dal suo tradizionale ruolo di immobilità, intraprendendo una reale azione per la risoluzione del conflitto (decisione dettata in larga parte da ragioni di sicurezza energetica), rimanendo unita grazie alla guida impostata dalla Presidenza francese nella ricerca di una rapida soluzione per fermare lo scontro diretto233.

Un altro effetto sortito dalla guerra è stato quello di avvicinare ancora di più la Georgia, dove l’intervento UE ha suscitato una maggiore fiducia da parte dell’opinione pubblica nei confronti di quest’ultima, e l’Unione europea.

L’UE, infatti, continua a sostenere l’ambizione della Georgia nel voler intensificare i legami con essa, come ha dimostrato la firma dell’Association Agreement (AA) nel giugno del 2014, entrato in vigore nel 2016, che ha portato le relazioni tra UE e Georgia

231 Consiglio europeo, Consiglio dell’Unione europea; Partenariato orientale; Relazione dell’UE con la Georgia; consilium.europa.eu; http://www.consilium.europa.eu/it/policies/eastern-partnership/georgia/ 232 Esmira Jafarova; EU Conflict Resolution Policy Towards the South Caucasus in:

Connections, Vol. 10, No. 3; Partnership for Peace Consortium of Defense Academies and Security StudiesInstitutes; estate 2011; www.jstor.org; http://www.jstor.org/stable/26326244; pp. 59-80;

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ad un nuovo livello, che prevede una zona di libero scambio. Inoltre, già nel 2012, era stato avviato un dialogo sui visti che è culminato nel 2017 con un regolamento sulla liberalizzazione dei visti234. Tuttavia, nonostante i numerosi aiuti economici (l’UE fornisce alla Georgia più di 100 milioni di euro l’anno per assistenza tecnica e finanziaria) e accordi commerciali (l’UE è il partner commerciale più importante della Repubblica georgiana)235 , per quanto riguarda la risoluzione dei conflitti l’Unione si limita a dichiarare che “remains firmly committed to its policy of supporting Georgia’s territorial integrity within its internationally-recognised borders, as well as engagement with the breakaway regions of Abkhazia and South Ossetia in support of longer-term conflict resolution236” e riafferma il suo impegno nella co-presidenza dei negoziati di Ginevra per la risoluzione dei conflitti in Abkhazia e Ossezia del sud.

234 Ibid.

235 European Union External Action; Fact Sheet; EU-Georgia relations; Bruxelles; eeas.europa.eu http://eeas.europa.eu/archives/docs/factsheets/docs/eu-georgia_factsheet_en.pdf ; giugno 2016

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CAPITOLO III