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CAPITOLO 3. L’indagine sulle micro e piccole e medie imprese trentine, verifica

3.3. Le variabili utilizzate nell’analisi.

3.3.4. L’impegno nelle attività di internazionalizzazione.

Infine, la variabile che descrive l’impegno esercitato da ciascuna impresa nel tentativo di internazionalizzare la propria attività, è calcolata come somma delle attività intraprese dalle aziende per attuare un processo di internazionalizzazione (traduzione dei materiali cartacei e online in diverse lingue, consulenze ad enti o professionisti per internazionalizzarsi, partecipazione a fiere ed eventi, studio di un processo di internazionalizzazione). La scelta di intraprendere delle attività in mercati stranieri richiede azioni di supporto e d’aiuto perché si possano ottenere dei risultati di successo. Per cercare di catturare le possibili attività di supporto all’internazionalizzazione messe in atto, nel questionario venivano elencate 16 possibili azioni concrete che le imprese sono solite compiere; tra queste si trovano la traduzione dei materiali cartacei e online in diverse lingue; la richiesta di consulenze ad enti o professionisti per l’attuazione di un processo di internazionalizzazione preciso, la partecipazione a fiere ed eventi, e un’analisi interna della propria organizzazione aziendale per osservare quali aspetti potenziare e quali invece creare per aumentare le probabilità di successo. La variabile impegno ha quindi un range di valori che spazia da 0, assenza di impegno per l’internazionalizzazione, a 16. In media, le imprese incluse nel campione hanno un livello di impegno che si aggira attorno a 3. Dai dati raccolti solamente il 12,54% delle imprese non registra alcun impegno “pro” internazionalizzazione, mentre il 61,41% registra un basso livello di impegno nelle attività di supporto e promozione all’espansione internazionale. Più di un quarto del campione ha un livello di impegno classificabile come medio alto. Questo dimostra un certo interesse delle aziende trentine ad espandere la propria attività all’estero (Tabella 13.).

Tabella 13. Confronto tra il livello di impegno e la variabile dipendente internazionalizzazione.

impegno nullo (0) impegno basso (1) impegno elevato (2)

non internazionalizzate (0) 34 158 47 239

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Fonte: nostra elaborazione, indagine sulle PMI metalmeccaniche trentine, 2012.

Con impegno 0 = assenza di impegno, 0< impegno 1 < = 3,012158, impegno 2 > 3,012158.

Impresa non interessata all’internazionalizzazione (0,0), potenziale esportatore (0,2), impresa attiva all’estero (1,1), impresa molto attiva all’estero (1,2).

Per internazionalizzarsi le imprese devono impegnarsi. Questa decisione deve essere studiata e maturata e deve essere il risultato di un processo di adattamento dell’intera organizzazione. Le imprese che vogliono entrare in nuovi mercati, soprattutto se prive di esperienze precedentemente verificate, non possono semplicemente trasferire il modus operandi applicato nel mercato domestico al mercato estero. E’ necessario un impegno continuo sia prima che successivamente all’entrata sui mercati stranieri. Dai dati emerge, che seppur con livelli diversi, la quasi totalità delle imprese internazionalizzate si è impegnata e lo è tuttora nelle diverse attività di promozione, adattamento e consulenza.

Suddividendo le imprese per livello di impegno e stadio dell’internazionalizzazione, emergono due situazione agli antipodi: se 34 imprese su 311 (il 10,9%) non manifestano alcun interesse ad estendere il proprio business all’estero, altrettante imprese non solo hanno già intrapreso la scelta di rivolgersi all’estero, ma continuano ad investire risorse in questa direzione, caratterizzandosi con un impegno elevato. Esistono poi imprese che potremmo definire come pronte al salto verso l’estero: tra le aziende non internazionalizzate, il 47% dimostra un livello di impegno medio alto. Va notato come, considerando il livello di impegno maggiore, più della metà delle imprese, il 58%, non è ancora sui mercati esteri, ma spinge per ampliare il suo business. Infine va sottolineato il dato che descrive le imprese che seppur già presenti su mercati stranieri, non sembrano particolarmente impegnate a mantenere questa posizione.

L’impegno è dunque una delle variabili più importanti nella spiegazione del fenomeno dell’internazionalizzazione, e fornisce interessanti spunti di riflessione se è posta in correlazione con le altre variabili indipendenti. Per i ragionamenti incrociati tra le variabili di controllo e le altre variabili indipendenti si rimanda ai paragrafi che seguono quando si passerà all’esposizione delle prime. In questa sede si propone un’analisi della prospettiva internazionale per le PMI trentine incrociando la variabile che descrive l’impegno con la variabile che identifica la crisi sui mercati abituali come si può osservare nella tabella 14.

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Tabella 14. Confronto tra le variabili Crisi dei mercati serviti e Livello di impegno, valori percentuali.

Crisi dei mercati serviti Livello di impegno 0 – 1 - 2 Totale 0 12.41 63.10 24.48 100.00 1 14.29 38.10 47.62 100.00 Pearson chi2(2) = 6.0734 Pr = 0.048

Fonte: nostra elaborazione, indagine sulle PMI metalmeccaniche trentine, 2012.

Sempre in relazione ai tre livelli che può assumere la variabile impegno, quest’ultima risulta superiore alla media per il 47,6% delle imprese che risentono della crisi nei mercati nazionali. Si registrano comunque delle percentuali elevate tra le imprese che dichiarano assenza di impegno nonostante esse stesse affermino di attraversare un momento di crisi. Per le imprese che affermano di non trovarsi in un momento di recesso sui mercati nazionali il 63% registra un livello di impegno inferiore alla media ed il 24,5% si impegna a fondo per aumentare le proprie possibilità all’estero.

Queste brevi riflessioni sulla variabile che descrive l’impegno di un’impresa nei processi di internazionalizzazione hanno mostrato che spesso le imprese cercano di recuperare quote di mercato nei momenti di maggiori difficoltà (crisi dei mercati nazionali) o per raggiungere un obiettivo preciso (internazionalizzazione). L’impegno, in tutte le attività che caratterizzano la vita di un’impresa, dovrebbe essere costante nel tempo e mantenuto ad un livello elevato; solo così le imprese potranno essere pronte sia alle occasioni che agli imprevisti caratterizzanti il loro business. Manca, tra le imprese indagate, una costante voglia di miglioramento. Le micro e piccole e medie imprese trentine qui intervistate, tendono ad adagiarsi e ad accontentarsi alle situazioni in cui trovano un rendimento, se non ottimo, almeno sufficiente. Sono altresì disposte ad affrontare dei cambiamenti solamente quando la condizione precedente non risulta più sostenibile, oppure a seguito di un investimento, di un’occasione sicura e che non necessiti di elevati mutamenti, strutturali, organizzativi ecc... Tra gli imprenditori e tra gli organi direttivi intervistai difficilmente vengono effettuate previsioni a lungo termine, si guarda per lo più alle attività che hanno ripercussioni sul presente. Da un punto di vista imprenditoriale le imprese analizzate risultano essere poco dinamiche, ancorate alla tradizione e scoraggiate dalle elevate barriera all’entrata dei mercati

79 stranieri e anche dalle barriere all’uscita che caratterizzano l’ambiente imprenditoriale della regione.