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conclusa, di quella che sta per iniziare, dei suoi avversari, ma anche della sua vita e delle opportunità offerte dall’emirato più vicino al motociclismo

di Edoardo Licciardello

za di cose, sarà stata una componente centrale di una pausa invernale mai così lunga. Aboliti i tradizionali test di Valencia dopo l’ultima gara dell’anno, e saltati quelli in Malesia, sostituiti da una lunga fermata in Qatar (due test con ini-zio il 3 marzo, e poi un doppio GP) il paddock della MotoGP si ferma per tre mesi interi. Come hai vissuto la pausa, finora?

“Vi dirò la verità, ho pensato soprattutto a staccare, a rilassarmi. Il Mondiale 2020 è stato lungo e molto denso, e la mia priorità è stata recuperare. Certo, ho potuto girare tanto e alle-narmi, ma mi sono goduto davvero tanto que-sta pausa.”

Cosa ti aspetti da te stesso nel 2021?

“Il massimo, non ci sono altre parole. Ogni anno che passo in MotoGP mi sento sempre più ve-loce, ormai conosco benissimo la squadra e la moto, e non mi sono mai sentito così in forma.

Credo proprio che nel 2021 farò di tutto perché diventi la mia miglior stagione di sempre.”

Bisogna però fare i conti con gli altri 21 piloti in griglia, e viene spontaneo chiedere a Mave-rick chi sarà il più ostico dei suoi avversari. La risposta è quantomeno inaspettata. Niente Mir, o Marquez, ma bensì…

“Sinceramente credo che le maggiori difficoltà verranno dalle Ducati, quando mi sono trovato a lottare con loro è sempre stato molto difficile superarle. Credo che Miller sarà la vera sorpre-sa di quest’anno”

Ma parliamo un attimo del Qatar: Maverick ci

parla sorridente, passeggiando per la pitla-ne del circuito di Losail. Com’è la vita a Doha?

Cosa cambia da Andorra?

“La vita qui mi piace moltissimo, e poi il clima è ottimo e mi permette di allenarmi e divertir-mi all’aria aperta tutto l’anno. Grazie alla Qatar Motorsports Academy posso allenarmi tutte le volte che voglio su uno dei tracciati più belli e impegnativi del mondo, quindi per la vita da pilota è un posto magnifico.”

Come funziona il tuo rapporto con la QMA?

Fai il coach, vieni seguito da qualcuno…?

“Qui c’è un’infrastruttura magnifica: posso gi-rare quanto voglio, e dentro al circuito ci sono box riservati al cui interno c’è il meglio del me-glio della produzione recente di auto e moto, quindi posso anche usare la pista per divertir-mi… (ride, NdA) Poi, circa una volta alla setti-mana lavoro con i bambini, sulla pista piccola:

è sempre molto divertente girare con i più pic-coli e insegnargli, far crescere la nuova genera-zione di piloti.“

Cosa è cambiato di più nella tua vita, qui in Qatar?

“Diciamo che tutto è più facile, perché qui tut-to è al tut-top. Posso fare tantissimo sport, adoro andare nel deserto con la moto o il Dune Bug-gy. Ho fatto wakeboard, e mi alleno tanto in bicicletta - e posso avere una specie di scorta, un’auto davanti e una dietro, per la mia sicu-rezza. Ecco, qui la sicurezza è una vera

osses-86 M O T O . I T M A G A Z I N E N . 4 5 3 M O T O . I T M A G A Z I N E N . 4 5 3 87

sione per tutti, e sotto tutti gli aspetti: non ti senti mai in pericolo. E anche quando ti vuoi semplicemente divertire hai una scelta infinita, fra locali, ristoranti per uscire a cena e tutto il contorno…”

Torniamo alla MotoGP, e parliamo della sta-gione appena conclusa. Non è andata come si pensava alla vigilia: dove ha sofferto di più la M1?

“Il grande problema è stato il motore, dopo le rotture di inizio campionato abbiamo dovuto rinunciare a tanta potenza. A Jerez, nelle prime due gare dell’anno, siamo stati molto compe-titivi: potevamo lottare per la vittoria o perlo-meno per il podio. Il problema è che abbiamo dovuto fare 14 gare con due motori, e quindi siamo stati costretti a togliere tanta potenza.

Da lì in avanti è stato difficilissimo lottare con gli altri.”

Quelle prime due gare le ha vinte Fabio Quarta-raro, che sarà il tuo nuovo compagno di squa-dra. Come ti trovi con lui? Come pensi che sarà il vostro rapporto?

“Mi trovo molto bene, abbiamo passato mol-to tempo insieme già quest’anno divertendoci molto. È un bel rapporto, siamo due piloti gio-vani e abbiamo tanto in comune. E credo che sarà positivo anche per Yamaha.”

L’affiatamento fra compagni di team è impor-tante a tanti livelli. In passato, per esempio,

Rossi e Viñales hanno fatto a Yamaha richieste che andavano in direzioni diverse. Maverick, credi che con Fabio sarete più allineati nelle ri-chieste, o Yamaha dovrà comunque trovare un compromesso fra le vostre esigenze?

“È vero, in passato abbiamo avuto questo pro-blema. E sinceramente è troppo presto per dire se con Fabio ci troveremo nella stessa situazio-ne oppure se invece punteremo situazio-nella stessa direzione con lo sviluppo. Comunque penso che sarà un problema di Yamaha, noi piloti non possiamo fare altro se non pensare a tirare fuo-ri il meglio dal matefuo-riale che abbiamo a dispo-sizione.”

Chiudiamo con una battuta, perché Maverick sa stare allo scherzo. Con il fatto che i primi due test e le prime due gare saranno in Qa-tar, poterti allenare quando vuoi sulla pista che le ospiterà rischia di venire considerato un vantaggio illecito…

“Certo che sì!” scherza Maverick. “Seriamente:

no, il vantaggio si limita all’allenamento fisico con una moto con cui ci si abitua anche alle ve-locità che si raggiungono in circuito. Fra l’R1 e la M1 c’è troppa differenza, sei secondi e passa, quindi cambia veramente tutto, a parte l’impe-gno fisico che è molto simile. Il vantaggio è che però invece a volte riesco ad allenarmi anche in notturna…”

Yamaha: ha vinto più

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