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La competenza emozionale in ambito educativo.

da medico potrei anche acconsentire Ma come donna vi assicuro che non vi è

2.2. La competenza emozionale in ambito educativo.

Il non saper gestire le proprie emozioni crea difficoltà relazionali e costituisce un forte rischio e pericolo per la società stessa in cui si vive. In verità nei programmi scolastici si assiste all'assenza quasi totale del tema inerente la formazione emozionale, e la cosa appare stridente di fronte all'aumento delle difficoltà e del disagio giovanile137.

Si rileva molto frequentemente un forte disagio giovanile in ambito sociale e di conseguenza nella scuola, esso è inquadrato come uno stato emotivo, che non va ricollegato significativamente a disturbi di tipo psicopatologico, linguistici o di ritardo cognitivo. Le sue manifestazioni includono «un insieme di comportamenti disfunzionali (scarsa partecipazione, disattenzione, comportamenti prevalenti di rifiuto e di disturbo, cattivo rapporto con i compagni, ma anche assoluta carenza di spirito critico), che non permettono al soggetto di vivere adeguatamente le attività di classe e di apprendere con successo, utilizzando il massimo delle proprie capacità cognitive, affettive e relazionali»138. Inoltre, la sofferenza di carattere psicologico, come traspare da queste ricerche, può comportare stress, ricollegabile alle prestazioni scolastiche, comportamenti di angoscia e insicurezza, difficoltà nel comunicare139.

Tali comportamenti disfunzionali sono facilmente rinvenibili nella popolazione in età scolastica, distinguendosi come carenze riconducibili all'intelligenza emotiva. Di questa carenza d'intelligenza emotiva ne dà una chiarificazione       

137 MARIANI U., (2001), Educazione alla salute nella scuola, Erickson, Trento; cfr.. DI SAURO R, MANCA M., (2006), Il bullismo come fenomeno di gruppo, Kappa, Bologna;. DI SAURO R, MANCA N.,(2006),Strategie d'intervento e prevenzione del bullismo in adolescenza, Kappa, Bologna.

138 MANCINI G., GABRIELLI G.,(1998), Test di valutazione di Valutazione del disagio e della dispersione scolastica, Erickson, Trento, pp. 44-46.

139 BARALDI C., TURCHI D., (1990), Educazione scolastica e motivazione allo studio, Angeli, Milano.

81 MARGHERITA IAVARONE:

«Alla base di questo deterioramento ci sono agenti estremamente rilevanti: -le nuove realtà economiche impongono ai genitori di lavorare entrambi fuori casa per sostenere le proprie famiglie, più di quanto non facessero le generazioni precedenti, quindi hanno meno tempo da dedicare ai figli; - sempre più famiglie vivono lontane dai propri parenti; - sempre più le ore che i ragazzi trascorrono in compagnia di schermi televisivi o di computer; - quindi i ragazzi non possono più apprendere le fondamentali nozioni emozionali e sociali dai genitori, dai membri della famiglia allargata, dai vicini, dai giochi anche a volte rudi con gli altri ragazzi del quartiere. Molte le conseguenze; è provato che le ragazze che non sanno distinguere le sensazioni di ansia da quelle di fame, sono particolarmente esposte a disturbi dell'alimentazione e quelle con scarsa capacità di controllare gli impulsi hanno maggior rischio di incorrere in gravidanze precoci. Per i ragazzi l'impulsività incontrollata durante l'infanzia comporta un maggior rischio di delinquenza e violenza; inoltre l'incapacità ad affrontare l'ansia e la depressione accresce la probabilità di un successivo abuso di droghe e alcool»140.

Le statistiche ci danno un quadro inquietante come emerge da questi dati:

Fig. 9

Fonte: Scuola Superiore dell'Amministrazione dell'Interno - I Quaderni della documentazione n. 1-2001

"I giovani in Italia: Aspetti demografici, economici e sociali", Istituto G. Tagliacarne, Roma 2011, pp. 37-38.

      

140 IAVARONE M.,(2002), Libera le tue ali. Il potere delle emozioni per la conoscenza e l'apprendimento, Armando, Roma, pp. 117-118.

82 Un'attenta lettura del grafico ci fa notare circa la diffusione territoriale, come i fenomeni di disagio giovanile si estendono, come si suol dire, " a macchia di leopardo" con una leggera prevalenza nel Sud del Paese, ed affermandosi nelle province delle grandi città italiane (Roma, Milano, Napoli, Palermo, Venezia, Bari).

Simili livelli di allarme si raggiungono in relazione alla diffusione del bullismo, favorito da carenze sociali, dal generale decadimento dei valori tra la popolazione giovanile e dalla mancanza di saldi punti di riferimento; anche in questo caso il numero complessivo di situazioni problematiche sfiora il 40% del totale, in preoccupante aumento di circa 10 punti di percentuale rispetto all'anno precedente, e, in analogia al fenomeno del disagio, le criticità si diffondono principalmente nei grandi centri urbani.

Fig. 10 - Fonte: Ivi, p. 38.

Altri comportamenti, gravi e rischiosi, sono ascrivibili ai problemi emozionali. Se prestiamo uno sguardo rapido alle statistiche degli ultimi anni degli Stati Uniti - il paese che più di ogni altro rivela le tendenze mondiali - si può rilevare che il

83 numero degli omicidi e degli altri atti di violenza compiuti da adolescenti emotivamente disturbati sono aumentati.

Un'indagine Usa su violenza e disagio giovanile ci mostra che il bullismo aumenta di 2,4 volte il rischio di pensare al suicidio. Uno studio pubblicato dagli Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine, e condotto come parte del National Survey of Children’s Exposure to Violence negli Stati Uniti, rivela a pochi giorni dalla morte della 15enne della British Columbia quanto i giovani vittime di atti di bullismo, aggressioni sessuali o fisiche, sono più a rischio.

Il sondaggio è stato condotto telefonicamente su 1.186 giovani tra i 10 e i 17 anni tra il 2008 e il 2010. Secondo lo studio «il rischio di tendenza al suicidio risulta 2,4 volte più alto tra i giovani che hanno subito maltrattamenti da parte di coetanei nell’anno precedente, 3,4 volte superiore tra le vittime di violenze sessuali e 4,4 volte superiore tra quelli esposti a maltrattamenti rispetto a quelli che non hanno avuto esperienze di vittimizzazione»141.

Il quadro inquietante, che le statistiche tracciano, spinge la riflessione ad estendere l'analisi ai numerosi problemi quotidiani che rendono vulnerabile la condizione giovanile. Diverse ricerche riguardanti campioni nazionali di ragazzi americani, di età compresa tra i 7 e i 16 anni, hanno accertato un peggioramento della loro condizione di vita attuale rispetto a quella esistente nelle generazioni precedenti.

Forniamo qualche dato relativo a Salerno e provincia da cui si evince come la devianza giovanile sul territorio abbia a che fare con una preponderanza maschile:

      

84 Fig. 11:

DATI RELATIVI AI MINORI DEVIANTI- DIFFERENZE DI GENERE