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La continuità imprenditoriale negli ultimi 20 anni: criticità

IL FENOMENO DEL RICAMBIO GENERAZIONALE

2.7. La continuità aziendale: aspetti da trasmettere nel tempo

2.7.1. La continuità imprenditoriale negli ultimi 20 anni: criticità

Nel mondo vi sono numerose family business longeve, che superano più di un secolo di vita: in Giappone sono 1.146, in Germania 856, in Olanda 240, in Austria 167, in Svizzera 73 e in Italia 104. L'età media di queste imprese è di 104 anni139.

Quale caratteristica rende queste family business così longeve? Perché le family busi-

ness risultano più longeve delle non family business?

La principale peculiarità che rende queste aziende così forti da risultare competitive anche dopo un secolo è la capacità di innovazione. Diversi studi rilevano che le azien- de a carattere familiare hanno una maggiore tendenza all'innovazione grazie alla loro visione di lungo periodo, sulla base della quale investono maggiormente in R&S140. Questo pensiero si basa su un'osservazione dei territori con maggiore concentrazione di family business, i quali presentano un tasso di innovazione più elevato.

Infatti, tra i vari obiettivi che si pone un'impresa, quello determinante per la continuità aziendale e il mantenimento del vantaggio competitivo è proprio l'innovazione, come è possibile vedere in figura.

Inoltre, l'innovazione rappresenta per le PMI che si affacciano nel mercato internazio- nale una possibilità di maggiore successo.

Figura:Innovazione, uno degli aspetti cruciali per il raggiungimento e il mantenimento del vantaggio competitivo141.

139 Colombo G., La famiglia come motore dell'innovazione imprenditoriale, Università della Svizzera Italiana.

Fonte: http://www.amc.eco.usi.ch/en/frescobaldi-colombo-219452.

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Ricerca e Sviluppo.

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Non significa che le imprese non family business non investano in R&S, ma esse non hanno la stessa concezione del futuro che, invece, è possibile trovare nella filosofia imprenditoriale di un'azienda a carattere familiare.

La crisi economica ha fatto sì che la continuità d'impresa e il passaggio generazionale diventassero sempre più delle tematiche delicate, soprattutto alla luce degli studi che testimoniano il progressivo invecchiamento della popolazione, sia in Italia sia negli al- tri Paesi dell'Unione Europea.

La Commissione Europea è interessata a tale argomento sin dal 1994, individuando come momenti cruciali nella vita di un'impresa le seguenti fasi:

fase di start up; • fase di sviluppo; • fase di successione;

• fase del passaggio generazionale.

Per quanto riguarda il passaggio generazionale, è molto sottile il limite tra la possibili- tà di rinnovamento ed evoluzione dell'impresa e la possibilità che si comprometta il fu- turo aziendale in modo definitivo. Tanto che, in Europa, solo un’impresa su tre, come riportano numerosi studi, si trova a dover gestire una situazione di difficoltà che può compromettere la continuità aziendale.

Solo un'attenta gestione consapevole, una pianificazione preparata e valide risorse im- prenditoriali possono aiutare nel superamento di un ostacolo che può essere decisivo142. Nel 2006, anno in cui è stato pubblicato l'abstract “Continuità di impresa e passaggio generazionale nella provincia di Roma: 5 case study”, la Camera di Commercio di Roma si è espressa in merito al fenomeno della continuità aziendale, approfondendo quanto gli imprenditori siano davvero pronti al fenomeno del passaggio generazionale e quanto siano in grado di gestirlo.

Dall'analisi di mercato della Camera di Roma è emerso quanto il tema della continuità aziendale sia estremamente attuale. Infatti, nella provincia di Roma, un imprenditore su tre si troverà nel breve termine ad affrontare tale fenomeno: ciò è testimoniato dal fatto che circa il 35% degli imprenditori, nel 2007, ha compiuto 50 anni, mentre il 6%

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Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Roma, Continuità di impresa e passaggio generazionale nella provincia di Roma: 5 case study, Ricerche socio-economiche, 2006.

è rappresentato dagli over 70.

La domanda che ci siamo posti di fronte a questi dati è: il fenomeno è attuale, ma le nuove leve143 sono pronte a subentrare?

La Camera di Roma riporta un altro dato sconcertante: di fronte al 40,66% degli im- prenditori che nel breve-medio termine costituiranno la generazione uscente, solo il 6% (su base provinciale) è rappresentato dalla generazione entrante.

Tutto ciò ci ha fatto riflettere su quanto sia delicato questo tema nella realtà italiana, appurando che la maggior parte delle aziende, nel momento della successione, si trova spesso impreparata, costretta ad improvvisare un ricambio di ruoli.

Tale nostra affermazione è supportata dalla testimonianza della Camera di Roma, la quale riporta che un gran numero di intervistati, sebbene in un età consona alla pianifi- cazione, non ne manifesta alcuna preoccupazione e non è in grado nemmeno di quanti- ficare il tempo in cui può essere messo in campo un passaggio generazionale144.

Il Professor Bertoldi145definisce la continuità di impresa come “l'aspetto che distingue la figura di un imprenditore che vuole essere solo un imprenditore e la figura, invece, dell'imprenditore che vuole dare alla propria azienda continuità nel futuro, quindi, le- gando la famiglia alla proprietà e alla gestione dell'azienda, dopo essere nata e creata da un imprenditore”. Pertanto, la continuità è vista come “una decisione di non voler essere un imprenditore fine a se stesso, ma di voler essere il fondatore di una famiglia imprenditoriale.”

Inoltre, egli afferma che “il ruolo delle nuove generazioni consiste nel prendersi le proprie responsabilità, quindi prima di tutto spetta loro decidere se vogliono o meno far parte della famiglia imprenditoriale, diventando in una qualche forma imprenditori. Dopo ciò, devono ritagliarsi un percorso di crescita all'interno dell'azienda familiare, scegliere dei mentori che possano accrescere la loro formazione professionale, e curare con grande attenzione i rapporti familiari, che devono essere tutelati sia dentro che fuori l’azienda.”

143

Per “nuove leve” la Camera di Roma intende quei soggetti con carica sociale fino a 30 anni.

144

Ibidem.

145

Intervista del TGIMPRESA datata 17/04/2012 al docente del corso di “Economia e Gestione delle imprese”presso l'Università di Torino.