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La convivenza: Blumfeld e il cane immaginario

Nel documento L'immagine del cane in Franz Kafka (pagine 100-124)

3. La corporeità del cane

3.3 La convivenza: Blumfeld e il cane immaginario

Kafka compone il racconto rimasto frammento e noto con il titolo Blumfeld

ein älterer Junggeselle tra il febbraio e la primavera del 1915. Il primo riferimento

allo scritto compare in una nota di diario in data 9 febbraio, in cui si legge: “Gestern und heute ein wenig geschrieben. Hundegeschichte”64. L’autore fa riferimento al manoscritto che ha appena iniziato a stendere designandolo come “Hundegeschichte”, proprio in relazione al passo che apre il racconto, vale a dire il desiderio da parte del protagonista di prendere con sé a casa un piccolo cane65.

Kafka appare tuttavia molto critico nei confronti del testo tant’è che sempre in data 9 febbraio annota: “Jetzt den Anfang gelesen. Es ist häßlich und verursacht Kopfschmerzen. Es ist trotz aller Wahrheit böse, pedantisch, mechanisch, auf einer Sandbank ein noch knapp atmender Fisch“66. Il giorno successivo appunta: “Das seit

2 Tagen in Gang gekommene Schreiben unterbrochen, wer weiß, für wie lange Zeit”67

. Come testimonia un’altra annotazione recante la medesima data, l’interruzione della scrittura avviene lo stesso giorno in cui l’autore, trentunenne, lascia la casa paterna e prende in affitto una stanza nella Bilekgasse68, in parte per lasciare posto alla sorella maggiore che nella casa paterna si era trasferita con i due figli quando il marito era stato richiamato alle armi, in parte nella speranza di trovare, in solitudine, le condizioni ideali per dedicarsi finalmente alla scrittura. La tranquillità tanto desiderata tuttavia non sopraggiunge e difatti nell’annotazione già citata si legge successivamente:

Erster Abend. Der Nachbar unterhält sich stundenlang mit der Wirtin. Beide sprechen leise, die Wirtin fast unhörbar, desto ärger. […] Reine Verzweiflung. Ist es so in jeder Wohnung? Erwartet mich eine solche lächerliche und unbedingt tötliche Not bei jeder Vermieterin, in jeder Stadt? Die zwei Zimmer meines

64

KKAT, p. 726; Confessioni e diari, p. 523.

65

Che il termine Hundegeschichte usato nell’annotazione del 1915 si riferisca al racconto che vede protagonista Blumfeld e non al lungo racconto Forschungen eines Hundes, come molti critici – tra cui lo stesso Max Brod - avevano ritenuto, è stato dimostrato dagli studi successivi a cura di Malcolm Pasley e Klaus Wagenbach e rimane un dato oggi condiviso dalla maggior parte degli studiosi (cfr. Malcolm Pasley, Klaus Wagenbach, Kafka-Symposion, Berlin 1965).

66

KKAT, p. 726; Confessioni e diari, p. 523.

67

KKAT, p. 727; Confessioni e diari, p. 524.

68

Hartmut Binder, Kafka-Kommentar zu sämtliche Erzählungen, pp. 190-191. In un’altra stanza dello stesso appartamento nella Bilekgasse Kafka aveva già abitato per quattro settimane a partire dal 3 agosto 1914, ospite presso la sorella Valli; in seguito aveva occupato una stanza nella Nerudagasse, liberata dalla sorella Elli. Anche successivamente, a causa dei rumori, cambierà molto spesso abitazione: nel 1916 traslocherà nella Alchimistengasse, nel 1917 nel palazzo Schönborn e, alla fine dello stesso anno per otto mesi, a Zürau, nella fattoria dove abitava la sorella Ottla.

Klassenvorstandes im Kloster. Es ist aber unsinnig sofort zu verzweifeln, lieber Mittel suchen, so sehr – nein es ist meinem Charakter nicht entgegen, etwas zähes Judentum ist noch in mir, nur hilft es meistens auf der Gegenseite.69

La scrittura, per la quale Kafka necessita del massimo silenzio – “[K]ein Mensch brauchte im gewöhnlichen Haushalt die Ruhe, die ich brauche; zum Lesen, zum Lernen, zum Schlafen, zu nichts braucht man die Ruhe, die ich zum Schreiben brauche”70

scriverà a Felice nel febbraio del 1915 e similmente, molti anni dopo, a Robert Klopstock, nell’estate del 1922: “So viel Ruhe wie ich brauche gibt es nicht oberhalb des Erdbodens. Wenigstens für ein Jahr wollte ich mich mit meinem Heft verstecken und mit niemandem sprechen. Die kleinste Belanglosigkeit zerrüttet mich”71

– non procede se non in maniera estremamente irregolare e l’11 marzo 1915 Kafka annota nuovamente: “Wie die Zeit hingeht, schon wieder zehn Tage und erreiche nichts. Ich dringe nicht durch. Eine Seite gelingt hie und da, aber ich kann mich nicht halten, am nächsten Tag bin ich machtlos”72

. Ancora a proposito della stanza e dell’inattività letteraria di cui la nuova abitazione, ma solo in parte come egli stesso riconosce, è la causa, il 3 marzo, in una lettera indirizzata a Felice Bauer, Kafka scrive:

Das Zimmer, das ich jetzt gemietet habe, ist vielleicht nicht viel besser, immerhin ist es ein anderes Zimmer. Es ist vielleicht nicht sosehr die Unruhe in der Wohnung, die mich von dort vertrieben hat, denn ich habe ja in der letzten Zeit fast gar nichts in meiner Arbeit erreicht, habe also im Grunde weder die Ruhe noch die Unruhe der Wohnung erproben können, es war viel mehr meine eigene Unruhe, ein Gefühl, das ich nicht weiter ausdeuten will.73

Lo stesso stato d’animo è riscontrabile in numerose pagine di diario, anche dopo il trasferimento, avvenuto il 15 marzo, in una nuova stanza nella Langengasse, di cui – nonostante i rumori maggiori – Kafka apprezza molto il panorama (si tratta di una stanza ad angolo al quinto piano, con balcone), aspetto che, come confessa in una lettera a Felice, non credeva potesse influire tanto sulle sue condizioni psicologiche:

Ich dachte unabhängig von der Lage und dem Aussehn des Zimmers zu sein. Aber das bin ich nicht. Ohne freie Aussicht, ohne die Möglichkeit, ein großes Stück

69

KKAT, p. 727; Confessioni e diari, p. 524.

70

KKAB III, p. 119; Lettere a Felice, p. 659.

71

KB, p. 374; Lettere, p. 446.

72

KKAT, p. 730; Confessioni e diari, p. 525.

73

Himmel aus dem Fenster zu sehn und etwa einen Turm in der Ferne, wenn es schon nicht freies Land sein kann, ohne dieses bin ich ein elender, gedrückter Mensch, ich kann zwar nicht angeben, was für ein teil des Elends dem Zimmer anzurechnen ist, aber es kann nicht wenig sein.74

Finalmente il 9 aprile scriverà: “Paar Abende gut gearbeitet“75

. È probabile che queste parole si riferiscano proprio a un eventuale sviluppo del racconto in questione, in seguito abbandonato, come testimonierebbe la scomparsa nei diari di ogni riferimento al testo, con l’eccezione di un appunto risalente all’estate del 1916, citato più avanti.

L’esperienza del trasferimento risulta determinante per l’ideazione e la stesura di Blumfeld: il distacco dalla casa paterna, ponendo lo scrittore dinanzi agli aspetti anche concreti della vita da scapolo, accresce il malessere causato da questa condizione di solitudine. Fondamentali per la genesi di Blumfeld sono anche altri episodi legati alla vita di Kafka. Si pensi in particolare che all’inizio del 1915 si assiste a una nuova fase di stagnazione letteraria che costringe l’autore ad abbandonare il lavoro al romanzo Der Proceß, iniziato nell’agosto 1914, un periodo in cui egli aveva manifestato invece una rinnovata fiducia nelle proprie capacità creative tanto che il 15 agosto 1914, appena un mese dopo la rottura del primo fidanzamento con Felice, Kafka annota sul diario: “Ich schreibe seit paar Tagen, möchte es sich halten. […] mein regelmäßiges, leeres, irrsinniges junggesellenmäßiges Leben hat eine Rechtfertigung”76

. Le seguenti annotazioni – sempre più laconiche – tratte dalle pagine di diario del gennaio e dei primi di febbraio del 1915 consentono al contrario di comprendere la frustrazione di Kafka, come uomo ma soprattutto come scrittore. Si legge: “Dorfschullehrer und Unterstaatsanwalt vorläufig aufgegeben. Aber auch fast unfähig den Proceß fortzusetzen”; “Unfähig zu längerer koncentrierter Arbeit. […] Trotzdem eine neue Geschichte angefangen, die alten fürchtete ich mich zu verderben”; “Wieder zu schreiben versucht, fast nutzlos”; “Vollständige Stockung. Endlose Quälereien”77

. Ma a costituire il nucleo centrale del racconto Blumfeld ein

älterer Junggeselle ein mi pare concorra innanzitutto la complessa relazione con

Felice e in particolare le impressioni che Kafka aveva ricevuto a seguito

74

KKAB III, p. 123; Lettere a Felice, p. 664.

75

KKAT, p. 734; Confessioni e diari, p. 528.

76

KKAT, pp. 548-549; Confessioni e diari, p. 486.

77

dell’incontro avvenuto a Bodenbach il 23 e il 24 gennaio del 1915, dopo un riavvicinamento epistolare iniziato nell’ottobre dell’anno precedente78.

È interessante, ma ancor più paradossale, mettere in relazione il tema affrontato in Blumfeld, il racconto che ha come protagonista uno scapolo egoista, con il periodo della sua stesura, quello cioè dal riavvicinamento tra Kafka e Felice, e soprattutto riflettere sulle dinamiche che emergono da tale confronto. Se da una parte, vale a dire nella vita privata, Kafka riallaccia i rapporti con la ex fidanzata, dall’altra, si potrebbe dire nei quindici fogli che costituiscono il manoscritto del racconto, lo scrittore non fa che ribadire, condannare e in un certo qual senso rassegnarsi al suo ormai inevitabile destino da scapolo. E sono infatti questi gli anni in cui l’autore appare quanto mai combattuto tra il matrimonio e quell’irrinunciabile bisogno di isolamento, a cui solo si sente adeguato e da cui solo può derivare la sua letteratura. I giorni trascorsi insieme a Bodenbach, a stretto contatto con Felice, amplificano il dissidio interiore dello scrittore; ancora una volta, Kafka - più forte e sicuro nelle corrispondenze epistolari (di cui anzi sembra non poter fare a meno) - vacilla dinanzi a un rapporto che si concretizza, o che solo, per così dire, “minaccia” di concretizzarsi con l’incontro. Il 24 gennaio del 1915 Kafka annota sul diario:

Ich glaube es ist unmöglich daß wir uns jemals vereinigen, wage es aber weder ihr noch im entscheidenden Augenblick mir zu sagen. So habe ich sie wieder vertröstet, unsinniger Weise, denn jeder Tag macht mich älter und verknöcherter. […] Jeder sagt es sich im Stillen, daß der andere unerschütterlich und erbarmungslos ist. Ich lasse nichts nach von meiner Forderung nach einem phantastischen nur für meine Arbeit berechnetem Leben, sie will stumpf gegen alle stummen Bitten das Mittelmaß, die behagliche Wohnung, Interesse für die Fabrik, reichliches Essen, Schlaf von 11 Uhr abends an, geheiztes Zimmer […].79

L’anno successivo, durante le vacanze con Felice a Marienbad, Kafka dà sfogo al suo stato d’animo e appunta in data 6 luglio:

Unglückliche Nacht. Unmöglichkeit mit F. zu leben. Unerträglichkeit des Zusammenleben mit irgendjemandem. Nicht Bedauern dessen, Bedauern der

78

Un altro incontro ebbe luogo nel giugno dello stesso anno a Karlsbad. Questi, seguiti dalle vacanze trascorse insieme a Marienbad nel luglio 1916, portarono – come già detto - al secondo fidanzamento, avvenuto i primi di luglio dell’anno successivo ma già sciolto dopo pochi mesi, a seguito della diagnosi della tubercolosi polmonare dello scrittore nel settembre del 1917. L’ultima lettera che Kafka scrisse a Felice da Zürau porta la data 16 ottobre 1817; l’ultimo incontro tra i due, cui seguì la rottura definitiva anche del secondo fidanzamento, avvenne a Praga tra il 25 e il 27 dicembre 1917.

79

Unmöglichkeit nicht allein zu sein. Weiter aber: Unsinnigkeit des Bedauern, sich Fügen und endlich Verstehen.80

Tali riflessioni gli avevano senz’altro richiamato alla mente le vicende del vecchio scapolo Blumfeld, motivo per cui, come già accennato, proprio in quei giorni, Kafka legge a Felice il suo racconto, “quasi come un atto esemplare d’accusa allo scapolo inguaribile che lui (Kafka) era”81. Con la seguente annotazione si concludono di fatto i riferimenti al brano, mai portato a termine e lasciato senza titolo:

[V]orlesung des „Junggesellen”, sie (Felice) bei den Handarbeit, als „Zeitung” in der Erzählung vorkommt, ruft sie: Wir wollen ja Zeitung kaufen, zu meinem Heft sagt sie: es ist schön, wie kommst Du dazu und als ich frage, was sie damit meint: Nun durch guten Geschmack hast Du mich ja nicht verwöhnt. Sie entringt mir zum Schluß das Heft, um eine Seite kurz zu streifen und das Heft zuzuklappen.82

Sebbene, come già osservato, Kafka non fosse soddisfatto della qualità letteraria del breve racconto, Blumfeld rimane – accanto naturalmente ai numerosi frammenti che l’autore scrisse incessantemente per tutta la vita – l’unico prodotto artistico di quel periodo relativamente lungo di crisi (durato dai primi di gennaio alla fine di aprile del 1915, quando interrompe ogni lavoro per intraprendere un viaggio in Ungheria con la sorella Elli) e a parere della critica, contrariamente al giudizio inflessibile del suo autore, un testo innovativo per la radicalità della tecnica narrativa ed essenziale per la successiva stesura di opere maggiori83. Un testo infine che, in

80

KKAT, pp. 791-792; Confessioni e diari, p. 559.

81

Franz Kafka, Storie di animali, introduzione e cura di Gaspare Giudice, Palermo 2005, p. 118. È bene qui tuttavia ricordare che, a prescindere del messaggio che probabilmente in quella precisa situazione voleva giungesse alla fidanzata, Kafka amava leggere i suoi scritti non solo agli amici ma alla stessa Felice; nel gennaio del 1915 a Bodenbach, per esempio, Kafka le aveva letto la parabola del guardiano Vor dem Gesetz. E proprio a Felice, in una lettera del 4 dicembre 1912 in seguito alla lettura del racconto Das Urteil nella serata dell’associazione Herder di Praga, lo scrittore confessa di trarre dalla lettura pubblica “una gioia infernale” (KKAB I, p. 298; Lettere a Felice, p. 126. “[I]ch lese nämlich höllisch gerne vor”).

82

KKAT, pp. 793-794; Confessioni e diari, p. 560. Da questa nota di diario si evince inoltre – come sostiene Malcolm Pasley, curatore dell’apparato critico relativo agli scritti del lascito e dei frammenti, che il “Blumfeld”-Konvolut (1915), che Kafka stavolta indica come “racconto dello scapolo”, non era stato ancora separato dal cosiddetto Heft (KKAN I Apparatband, pp. 74-75).

83

Riferendosi al racconto Blumfeld ein älterer Junggeselle Gerhard Neumann scrive (in Wolf Kittler e Gerhard Neumann (a cura di), Franz Kafka. Schriftverkehr, Freiburg 1990, pp. 211-212): “Dieser von Kafka nicht abgeschlossene Text präpariert eben jenes kommunikative Grundmuster heraus, das dann auch die Basis des »Schloß«-Romans bilden wird. […] An dieser Stelle, an der Kafka das Blumfeld-Fragment abbricht, sucht der »Schloß«-Roman gestalterisch anzuknüpfen. Die beide zwillinghaften Boten, die eine so wichtige Rolle in der Verknüpfung K.´s mit seiner Berufswelt spielen, sind unschwer als die gleichsam wiederauferstandenen Zelluloidbälle Blumfelds zu erkennen. Im »Schloß«-Roman wird diese (durch das »Blumfeld«-Fragment erprobte) Konstellation nun zur beherrschenden Grundfigur des Geschehens”. Peter Höfle scrive (P. H., Von der Unfähigkeit,

maniera molto più evidente rispetto ad altre opere, offre la possibilità di comprendere il complesso rapporto tra realtà esterna, struttura e funzione che intercorre negli scritti kafkiani84.

Tuttavia, a prescindere da pochi studi85, il racconto Blumfeld non ha in verità ottenuto da parte della ricerca l’attenzione che meritava e rimane un testo ancora oggi trascurato. Gli studi a esso dedicati, del resto, concentrano l’attenzione esclusivamente sulla fantastica e senz’altro stravagante immagine delle due misteriose palline di celluloide che una sera, tornato da lavoro, lo scapolo Blumfeld trova nel suo appartamento. La stessa sera in cui, mentre sale i sei piani che lo conducono nella sua abitazione, riflette – come gli accade ormai da tempo – sulla sua solitaria vita da scapolo. Si riporta di seguito l’incipit del racconto:

Blumfeld ein älterer Junggeselle stieg eines Abends zu seiner Wohnung hinauf, was eine mühselige Arbeit war, denn er wohnte im sechsten Stock. Während des Hinaufsteigens dachte er, wie öfters in der letzten Zeit daran, daß dieses vollständig einsame Leben recht lästig sei, daß er jetzt diese sechs Stockwerke förmlich im Geheimen hinaufsteigen müsse um oben in seinem leeren Zimmer anzukommen, dort wieder förmlich im Geheimen den Schlafrock anzuziehn, die Pfeife anzustecken, in der französischen Zeitschrift, die er schon seit Jahren abonniert hatte, ein wenig zu lesen, dazu an einem von ihm selbst bereiteten Kirschenschnaps zu nippen und schließlich nach einer halben Stunde zu Bett zu gehn, nicht, ohne vorher das Bettzeug vollständig umordnen zu müssen, das die jeder Belehrung unzugängliche Bedienerin immer nach ihrer Laune hinwarf. Irgend ein Begleiter, irgendein Zuschauer für diese Tätigkeiten wäre Blumfeld sehr willkommen gewesen.86

Il narratore descrive le serate che Blumfeld, al ritorno dall’ufficio (è impiegato in una fabbrica di biancheria) trascorre ormai da anni sempre alla stessa maniera, scandite dai piccoli e insignificanti rituali domestici di cui è l’unico testimone. E altrettanto magistralmente è descritto il bisogno di compagnia, già da principio arido e sterile, avvertito dal protagonista, disposto ad accontentarsi di un semplice spettatore, di qualcuno che, lungi dal partecipare attivamente alla sua vita, si limiti a osservarla.

historisch zu werden. Die Form der Erzählung und Kafkas Erzählform, München 1998, p. 224):

“Noch einen Schritt weiter geht Kafka in der Blumfeldgeschichte, die die durch den Proceß und die

Strafkolonie eingeleitete Schaffensperiode abschließt und die durch eine Radikalisierung der

Erzähltechnik einer Stagnation des Schreibflusses zuvorkommen versucht”.

84

Dieter Hasselblatt, Zauber und Logik, Köln 1964, p. 102.

85

Il primo studio più approfondito fu quello condotto da Lienhard Bergel, Blumfeld, an Elderly

Bachelor, in Angel Flores (a cura di), The Kafka Problem, New York 1946, pp. 181-187, di cui il

critico elogia l’unità narrativa e la perfezione artistica.

86

Il desiderio di compagnia avvertito dal protagonista si concretizza quando questo pensa all’eventuale acquisto di un cane. Non è la prima volta che Blumfeld valuta l’idea di prendere con sé nella propria “stanza vuota” un piccolo cane, così come ha già fatto un suo collega. Inizia a questo punto la previsione dei vantaggi e degli svantaggi che l’eventuale stretta convivenza con un cane comporterebbe:

Ein solches Tier ist lustig und vor allem dankbar und treu; ein Kollege von Blumfeld hat einen solchen Hund, er schließt sich niemandem an, außer seinem Herrn, und hat er ihn paar Augenblicke nicht gesehn, empfängt er ihn gleich mit großem Bellen, womit er offenbar seine Freude darüber ausdrücken will, seinen Herrn, diesen außerordentlich Wohltäter wieder gefunden zu haben.87

“Dankbar” e “treu” in particolare sono gli attributi che, agli occhi dello scapolo solitario vittima di un momento di sconforto, fanno del cane una compagnia allettante. Il cane è una bestia riconoscente e fedele che concentra fedeltà e riconoscenza unicamente sul padrone; è solo a questo “benefattore” che l’animale si lega e che, felice di rivederlo dopo anche una breve separazione, accoglie abbaiando e scodinzolando. Ciò nonostante è innegabile, secondo Blumfeld, che la convivenza con un cane abbia anche degli svantaggi; questi ultimi sembrano addirittura superare di gran lunga l’elenco dei vantaggi di cui, in compagnia di un cane, si può beneficiare:

Allerdings hat ein Hund auch Nachteile. Selbst wenn er noch so reinlich gehalten wird, verunreinigt er das Zimmer. Das ist gar nicht zu vermeiden, man kann ihn nicht jedesmal, ehe man ihn ins Zimmer hineinnimmt, in heißem Wasser baden, auch würde das seine Gesundheit nicht vertragen. Unreinlichkeit in seinem Zimmer aber verträgt wieder Blumfeld nicht, die Reinheit seines Zimmers ist ihm etwas Unentbehrliches […]. Mit der Einführung eines Hundes würde er aber geradezu den bisher so sorgfältig abgewehrten Schmutz freiwillig in sein Zimmer leiten.88

La sporcizia89 risulta essere dunque il problema maggiore per Blumfeld, così fiscale ed esigente in fatto di pulizia. Punto che, come ci informa la voce del

87 KKAN I, p. 229; Racconti, p. 338. 88 KKAN I, p. 230; Racconti, p. 338. 89

Il 7 febbraio – il giorno prima di iniziare a scrivere la Hundegeschichte – Kafka annota sul diario una lunga riflessione in cui è possibile rintracciare molti elementi poi sviluppati nel racconto, e in cui soprattutto ricorre più volte la parola Schmutz (KKAT, pp. 725-726; Confessioni e diari, p. 523): “Bei einem gewissen Stande der Selbsterkenntnis und bei sonstigen für die Beobachtung günstigen Begleitumständen wird es regelmäßig geschehn müssen, daß man sich abschleulich findet. Jeder Maßstab des Guten – mögen die Meinungen darüber noch so verschieden sein – wird zu groß erscheinen. Man wird einsehn, daß man nichts anderes ist als ein Rattenloch elender Hintergedanken. Nicht die geringste Handlung wird von diesen Hintergedanken frei sein. Diese Hintergedanken

narratore, costituisce motivo di beghe anche con la donna di servizio, purtroppo assai meno scrupolosa di lui al riguardo, tanto che Blumfeld è spesso costretto a prenderla per un braccio (la donna è dura d’orecchio) e mostrarle i punti della stanza che peccano in fatto di pulizia e ordine.

Portare un cane in casa significherebbe d’altronde introdurvi automaticamente le pulci che è risaputo accompagnano sempre l’animale, e arrivare probabilmente al punto di cedere la propria stanza al cane e alla sua sporcizia e

Nel documento L'immagine del cane in Franz Kafka (pagine 100-124)

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