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La Croce Verde di Macerata durante il fascismo

Nel documento La Croce Verde (pagine 127-166)

La festa per il ventennale della Società, che in un primo momento era stata fissata per il 1° ottobre 1922, fu rimandata alla succes-siva domenica, poiché in città, nello stesso giorno, si svolgeva il 1° Congresso dei Fasci maceratesi (considerato dalla stampa come

«Convegno Nazionalista»)346 e i soci della Croce Verde potevano essere esposti a qualche pericolo. Infatti, era notoria la matrice cul-turale che aveva dato origine all’Associazione, anche se la stessa si proclamava apartitica.

Il fascismo, in quel periodo, stava prendendo piede nel Macera-tese. Dopo aver conquistato l’importante centro di Tolentino, roc-caforte dei rossi, l’azione dei Fasci di combattimento, pur in assenza di condizioni favorevoli per la loro penetrazione nel territorio, si faceva sentire pesantemente anche a Macerata, dove, appunto, si celebrava il Congresso347. L ‘attività delle squadracce fasciste si mol-tiplicava con azioni intimidatorie348, principalmente verso le orga-nizzazioni socialiste, comuniste e cattoliche del Partito Popolare,

346 «Il Cittadino» n. 39, del 30 settembre 1922.

347 «L’Azione Fascista» n. 7, del 10 settembre 1922.

348 Infatti, in quell’anno, a Tolentino, quattrocento fascisti impedirono con la vio-lenza la celebrazione del Congresso provinciale del Partito socialista; ci furono molti feriti, mentre a San Severino vi fu un morto. «Il Cittadino» n. 43, del 28 ottobre 1922. A Macerata, fascisti in assetto di combattimento, devastarono la Camera del Lavoro, il chiosco del giornalaio Rocchi, l’ex barbieria Troccaioli – ritenuta covo di comunisti –, ruppero pure i vetri del caffè di Borgo Cairoli. «Il Cittadino» n. 31, del 7 agosto 1922.

nonché verso le strutture associative della Chiesa locale349. Una di queste azioni riguardò il socialista Gaetano Balestrieri, vice rettore del Convitto Nazionale, il quale fu costretto ad ammainar bandiera;

era infatti accusato dal giornale «L’Azione Fascista», di propagare «la sua attività antipatriottica fra i giovani convittori». Il giornale, poi, con molta soddisfazione, annunciò che il Balestrieri «partiva lunedì sera dalla nostra città insalutato ospite, alla volta di Benevento»350. Perciò, la festa della Croce Verde ebbe luogo l’8 ottobre; vi par-teciparono oltre mille soci e furono commemorati anche i soci ca-duti nella guerra 1915-1918: «due militari concittadini portaferiti, accompagnati dai soci della Croce Verde hanno deposto una co-rona sulla lapide della I sala, che ricorda i militi della associazione morti in guerra: il corpo filarmonico ha durante la pia cerimonia suonato la Canzone del Piave». In occasione della festa, la nuova Giunta Popolare, fece il punto sulla politica assistenziale del Co-mune. «Il Cittadino», nel presentare il programma della ricorrenza, così scriveva:

In questa occasione avrà pure compimento il proposito fermo dell’Amministrazione Comunale, proposito che essa perseguiva da 2 anni, cioè fin dal suo insediamento: quello cioè di accentrare e collocare in una ampia e degna sede tutte le opere cittadine e co-munali di soccorso, assistenza, sicurezza urbana ecc.

Tale problema, con diligenza studiato dall’Amministrazione, è attualmente portato a termine dall’Ufficio Tecnico Comunale e domani avrà la sua piena e definitiva soluzione.

Sotto il portico del Foro Annonario, il bel monumento eretto dal Comune nella metà del secolo scorso, avranno sede comodissima

349 Le ostilità contro le associazioni cattoliche iniziarono molto presto, infatti nel 1922 si registrarono violenze a Porto Sant’Elpidio, mentre a Macerata i fascisti arrecarono danni al Circolo Cattolico di piazza del Duomo («Il Cittadino» n. 44, del 4 novembre 1922). A seguito di una circolare del Vaticano, «L’Azione Fasci-sta» minacciosamente scriveva Ai preti politicanti. «L’Azione FasciFasci-sta» n. 13, del 22 ottobre 1922.

350 «L’Azione Fascista» n. 19, del 3 dicembre 1922.

la Croce Verde disponendo di 2 stanze inferiori e 2 superiori e il Corpo dei Pompieri, con tutte le sue macchine ed i suoi attrezzi, disponendo di 2 ampie sale terrene.

Prossimo è poi un riordinamento del detto benemerito corpo dei Pompieri con istituzione di guardia notturna continua, affidata all’ufficio Comunale di Polizia Urbana, in guisa che alla eventua-le segnalazione di casi disgraziati o d’incendi segua immediato il soccorso.

In questa occasione è stato pure, nella immediata vicinanza del Foro suddetto, riordinato e ampliato il Dormitorio pubblico comu-nale, con sala per uomini e per donne.

In tutto ciò sono stati utilizzati e ridotti dall’Ufficio Tecnico locali comunali, che venivano pochissimo o punto usati finora, liberan-done altri (ex caffé del teatro) che potranno invece essere affittati con aumento di rendite patrimoniali351.

La manifestazione del ventennale unì nella partecipazione e nei discorsi celebrativi, il sindaco cattolico, Ettore Ricci, il presidente della Croce Verde Adolfo Benignetti, esponente della massoneria, e Vittorio Morresi, socialista, che parlò a nome dei soci fondatori. È interessante ciò che venne affermato nei vari discorsi, di cui ripor-tiamo una sintesi giornalistica:

Prima il dott. Benignetti in forma chiara e nutrita di notizie e di dati, ha parlato del ventesimo di vita della benefica istituzione, ricordandone affettuosamente il fondatore, l’operaio Bianchini, reduce dall’America ed esponendo i successivi e sicuri progressi da essa fatto, onde dai 70 circa soci iniziali è giunta, oggi a più di 1200, ammontando i servizi di soccorso compiuti in tempi or-dinari, durante la guerra, nelle epidemie (spagnola) ad assai più di 4000. Egli ha avuto parole di speciale ringraziamento per il Comune, che ha apprestato alla Associazione la nuova sede, dalla

351 «Il Cittadino» n. 40, del 7 ottobre 1922.

quale essa affronterà con più salda sicurezza l’avvenire dopo il ven-tennio di magnifiche e benefiche prove già fatte.

Ad esso segue il sindaco, prof. Ricci: egli dice che il Comune non ha fatto che interpretare il sentimento di tutta la città nel ricono-scere tangibilmente l’opera benefica e serena della Croce Verde, prende argomento dai motti stampati per l’occasione nel portico del Foro Annonario per ricordare, che tutta una costante azione di pietà nazionale od italica ha soccorso in tutti i secoli le miserie umane, senza distinzione di nazionalità e di fede, pietà che si af-ferma tanto nel verso dantesco quanto nella epigrafe che, nel 400, Roma scriveva sul suo maggiore Ospedale, di S. Spirito: ricorda come nell’animo del popolo maceratese, fiorissero in ogni tempo i sensi della più pura beneficenza e solidarietà e di ciò è esempio luminoso, nel 500, il popolano calzolaio Martino Pancalducci, fondatore del Ricovero dei Vecchi.

Conclude augurando che sulla società, stanca di odii, risplenda di nuovo lo spirito della fraterna concordia352.

La giornata si concluse «sotto i portici del Foro Annonario, illu-minato straordinariamente a festa. Il Corpo Filarmonico cittadino, che aveva prestato servizio per l’intera giornata, svolse un’applau-dito programma musicale»353. Le barriere ideologiche, che avevano diviso socialisti, massoni e Chiesa locale, sembrarono superate in seguito alla richiesta da parte del mons. Fernando Cento, di essere nominato socio perpetuo dell’Associazione354, e anche per il fatto che i militi della Croce Verde avevano prestato servizio in occasione delle funzioni dei festeggiamenti della Madonna della Misericordia e in quelle del Venerdì Santo355. Tutto ciò solo qualche anno prima era davvero impensabile.

352 «Il Cittadino» n. 41, del 14 ottobre 1922.

353 «L’Unione» n. 36, dell’11 ottobre 1922.

354 «L’Unione» n. 37, del 18 ottobre 1922.

355 ACRVM, verbale del Comitato direttivo del 28 marzo 1923.

Nella primavera del 1923 si riorganizzò la Scuola samaritana, ritenuta molto utile «per tutti i soci e in special modo [per gli]

assistenti»356. Si affrontò anche un’altra importante questione: l’a-desione o meno alla Federazione Nazionale delle Società di Pubblica Assistenza, da cui pervenivano continuamente inviti ad associarsi e a partecipare a convegni o festeggiamenti delle società d’assisten-za affiliate. Si ripeté la discussione in occasione dell’invito della Croce Verde di Camerino a partecipare al Convegno del giugno di quell’anno e si sottolineò ancora una volta: «la nostra associa-zione non ritiene mai necessario far parte della Federaassocia-zione della società di Pubblica Assistenza, specialmente ora che è eretta in Ente Morale»357. L’adesione alla Federazione, infatti, era ritenuta troppo onerosa, perché occorreva versare una quota fissa per la Società (30 lire) e un’altra quota per ogni socio (0,20 lire). Dato che i soci della Croce Verde maceratese oltrepassavano le 1.200 unità, si arrivava a dover pagare oltre 300 lire annue, che venivano considerate spro-porzionate per i compiti svolti dalla Federazione. Si decise allora di inviare una semplice lettera di auguri per l’evento organizzato a Camerino.

In questo periodo, in Italia, nel giro di alcuni anni, il fascismo stava progressivamente costruendo il suo edificio totalitario. Il Go-verno, fra il luglio e il novembre del 1923, fece approvare dalla Ca-mera e dal Senato una nuova legge elettorale – detta “legge Acerbo”

dal nome del proponente – che prevedeva un larghissimo premio (due terzi dei seggi) per la lista che avesse conseguito la maggioran-za dei consensi. L’approvazione della legge portò allo scioglimento delle Camere, nonché a nuove elezioni (6 aprile 1924) che videro prevalere una coalizione guidata dai fascisti, la quale conseguì il

356 Ibid., del 17 febbraio 1923.

357 Ibid., del 27 maggio 1923. La problematica si ripropose poco tempo dopo a se-guito dell’invito della Croce d’Oro di Prato, per un grande Convegno Nazionale.

Ed ancora si decise di «non partecipare in quanto ci vogliono mezzi economici e perché è organizzato dalla Federazione Nazionale fra le scuole e le società di P.A, alla quale noi non siamo iscritti». Ibid., del 1° agosto 1923.

60% dei voti e ottenne 355 seggi su 535 di cui si componeva la Camera.

Contestualmente a questi fatti si esercitava una notevole pres-sione per lo scioglimento delle amministrazioni locali (furono qua-si mille quelle annullate tra il 1922 e il 1926), con vari pretesti, tra cui la pretesa ingovernabilità delle stesse. Anche a Macerata, la Giunta comunale, presieduta allora dall’esponente popolare Ettore Ricci, attaccata continuamente da «L’Azione Fascista» e da parte di esponenti del Partito fascista, nel giugno 1923, scelse di autoscio-gliersi, rimettendo il mandato nelle mani del Prefetto358.

Nello stesso tempo la Croce Verde maceratese presentava alcu-ni problemi dovuti all’aumento del numero dei soci e alla stima crescente della popolazione. Non mancarono, in proposito, talu-ne strumentalizzazioni, come si evince dalla seguente dichiarazio-ne riportata in un verbale: «Constatato come da parecchio tempo pervengono delle domande d’iscrizione a socio da persone le quali non hanno stabile dimora a Macerata e siccome tali domande ven-gono presentate non per scopo umanitario, ma semplicemente per portare all’occhiello della giubba il distintivo sociale, per solo pro-prio tornaconto essendo venditori ambulanti, delibera che qualsi-asi cittadino forastiero che presentasse domanda d’iscrizione, non avendo dimora fissa di almeno 2 anni, di respingerla senz’altro, fatta eccezione di quelle persone che ricoprono cariche in pubblici o privati uffici, anche se da breve tempo residenti a Macerata»359.

Nell’Assemblea annuale della Società, riunita il 13 gennaio 1924, in cui, in seconda convocazione, si raggiunse la presenza di 336 soci e si effettuarono le elezioni per il rinnovo del Comitato direttivo, che risultò così composto: Adolfo Benignetti, Pietro Ca-poani, Arturo Bomprezzi, Vitaliano Perugini, Romeo Mogarelli, Gaetano Del Gobbo, Costantino Fabi, Tullio Cresci, Alessandro

358 «L’Unione» n. 26, del 27 giugno 1923. Cfr. P. Magnarelli, L’articolazione sociale durante il fascismo, in «Studi Maceratesi» 37, Macerata, 2003, p. 161.

359 ACRVM, verbale del Comitato direttivo del 1 agosto 1923.

Guido Piangerelli, Enrico Moretti, Ernesto Bomprezzi, Nazzareno Pietroni, Umberto Trivellini, Messi Egidio, Gaetano Della Pitti-ma, Alberto Graziani, Alfredo Morresi, Pietro Marcolini360. Il 20 gennaio 1924 fu riconvocata l’Assemblea dei soci, nella quale si approvò il bilancio preventivo per quell’anno; si decise l’acquisto di una nuova lettiga per il trasporto di malati infetti («da doversi tenere in locale del tutto separato dal locale sociale»); fu definito l’aumento del fondo annuo da 250 a 350 lire, per l’acquisto di me-dicinali e cordiali, evidentemente perché l’attività di pronto soccor-so era molto richiesta. A questo proposito, nel verbale della stessa Assemblea dei soci veniva specificato quanto segue: «nei giorni di Mercoledì, affluisce a Macerata una quantità non indifferente di forestieri oltre ai contadini, per il mercato settimanale e in questi giorni possono con più facilità succedere delle disgrazie, e perciò è sentito il bisogno del pronto soccorso. Così dicasi nei giorni di Fe-ste importanti. Nel locale sociale dovranno trovarsi in detti giorni due militi assistenti, scelti dai Capi Squadra tra i più volenterosi, e vi dovranno restare dalle ore 8 alle ore 13. Per tale speciale servizio si è ritenuto doveroso assegnare un piccolo compenso nella misura di £ 5 per ciascun milite, il che importa una spesa annua che si è prevista in £ 800»361. Tale compenso non contravveniva il principio di gratuità che animava l ‘organizzazione, poiché rappresentava un rimborso per le ore di lavoro perse. Il Comitato direttivo, tramite un comunicato stampa, annunciò poi l’attivazione del nuovo servi-zio del mercoledì mattina362.

360 Ibid., verbale dell’Assemblea dei soci del 13 gennaio 1924. Si fa presente che esiste una foto del nuovo Consiglio direttivo, la quale viene pubblicata nell’appendice documentaria.

361 Ibid., verbale dell’Assemblea dei soci del 20 gennaio 1924.

362 «Si rende noto alla cittadinanza che questa Società di Pubblica Assistenza «Croce Verde» nei giorni di mercoledì nei quali a causa dei mercati affluiscono persone e veicoli, ha stabilito nella propria residenza una squadra straordinaria di militi dalle ore 8 alle 13 per ogni eventuale occorrenza e pronto soccorso». «L’Unione»

n. 11, del 12 marzo 1924. Cfr. «Il Cittadino» n. 11, del 15 marzo 1924.

Nella stessa Assemblea il presidente Benignetti pose all’ordine del giorno la proposta «di apporre il nastro tricolore, a norma di Legge, alla Bandiera sociale». È da rammentare che per tradizione l’Associazione, essendo apolitica e neutrale, non prevedeva nemme-no l’utilizzo della bandiera italiana nella sede sociale, ma solamen-te la bandiera della Croce Verde363. Allora, anche in determinate occasioni indicate dalla legge per le pubbliche amministrazioni, non si esponeva la bandiera italiana, perché non la si considerava come simbolo generale della nazione, ma la si vedeva comunque come espressione politica di parte e ciò irritava i fascisti. Ma arri-vò una disposizione ministeriale che obbligava tutte le associazioni ad esporre il tricolore, magari sotto forma di nastrino da abbinare alla bandiera sociale. Nel verbale dell’Assemblea sopra citata, così il Benignetti ne proponeva l’adozione: «Per l’apposizione del nastro tricolore alla bandiera sociale, il Presidente legge una disposizione recente Ministeriale con la quale si fa obbligo a tutte le bandiere che non abbiano i colori nazionali di apporli. Aggiunge che non vi sarebbe stato bisogno di provocare un voto dell’Assemblea, poiché ogni socio si sente di essere Italiano e la nostra Associazione è italia-nissima, pur restando nel campo strettamente apolitico, solo ha vo-luto con ciò rendere edotti i soci tutti del provvedimento. Senza al-cuna discussione la proposta viene approvata per acclamazione»364.

363 Lo statuto del 1925, all’Art. 7, in proposito, riportava: «La Bandiera sociale, costi-tuita da una Croce Verde in campo bianco, non dovrà mai partecipare a manife-stazioni politiche o religiose. Essa sarà esposta esternamente ai locali della Società nei giorni destinati alle assemblee sociali o nel caso del decesso di un socio, ma non potrà mai uscire dalla sede sociale che nelle eventualità di inaugurazioni o di inviti di Società di Pubblica Assistenza, oppure nella luttuosa circostanza della morte di un socio, nel quale ultimo caso potrà prendere parte al corteo funebre purché sei soci almeno ne assumano la responsabilità. È data facoltà al Consiglio Direttivo di far esporre la Bandiera sociale esternamente ai locali sociali, e farla uscire, in circostanze non precisate dal presente articolo, ma sempre che non si tratti di manifestazioni politiche o religiose».

364 ACRVM, verbale dell’Assemblea dei soci del 20 gennaio 1924.

Il servizio del tutto gratuito praticato dai militi della Croce Ver-de fu dimostrato in una circostanza, che ci piace ricordare, così come scritto in un verbale del Comitato direttivo:

La Squadra composta dai Soci Assistenti: Ravezzi Annibale, Mat-tei Giordano Bruno, Cippitelli Ildebrando, Riccitelli Costantino, il giorno 24 Febbraio 1924 effettuò un servizio di trasporto, con lettiga a mano, dalla Chiesa della Pace al Civico Ospedale, sotto una forte nevicata.

La famiglia dell’ammalato offrì ai componenti la squadra una ri-compensa in danaro, per rinfocillarsi, dato l’imperversare della neve, ma i bravi Militi suddetti gentilmente rifiutarono.

Rientrati in sede, l’Ufficio di Segreteria offrì per conto della so-cietà, pure un compenso in denaro, ed anche questa volta i detti Militi rifiutarono, dimostrando così l’alto senso umanitario che li spinsero ad effettuare il servizio.

Tutti i presenti, dopo breve discussione, deliberano unanimi di in-viare a ciascun milite una lettera di compiacimento con la motiva-zione dell’Encomio e stabiliscono che l’Encomio venga pubblicato nei locali sociali perché sia di sprone a tutti i Soci365.

Le dimensioni raggiunte dalla Società erano diventate ormai notevoli, come anche il verificarsi di fatti meno edificanti: litigi tra soci e pure offese ed improperi rivolti ai membri del Comitato di-rettivo, aumentarono di numero. Questi incresciosi episodi, dopo i dovuti accertamenti, generalmente terminavano con l’espulsione dalla Società dei soci ritenuti colpevoli366. Si cominciavano a veri-ficare anche degli ammanchi di denaro, come quello di cui si rese responsabile l’esattore della Società (incaricato di riscuotere le quo-te mensili dei soci), che non aveva versato alla Società squo-tessa 1.766

365 Ibid., verbale del Comitato direttivo del 26 febbraio 1924.

366 Cfr. Ibid., del 5 marzo 1924.

lire e perciò fu obbligato, oltre all’allontanamento, a rimborsare a rate la somma distolta367.

Il problema del reperimento di contributi a sostegno delle mol-teplici attività della Società era molto sentito, anche perché nel pe-riodo bellico e negli anni successivi non erano state prese, diversa-mente dal passato, iniziative per raccogliere fondi. Così si nominò una commissione per organizzare una pesca di beneficenza, i cui proventi dovevano essere utilizzati per «qualche forte riparazione al materiale già invecchiato e deteriorato dall’uso e dagli anni»368. Nell’ottobre 1924, si volle festeggiare nella sede sociale l’anniver-sario della fondazione e nell’occasione furono premiati alcuni soci assistenti e fu pure svolta una relazione sullo stato della Società.

Parlò l’ex sindaco Ettore Ricci (il quale era anche socio contribuen-te della Croce Verde), che sostituì il presidencontribuen-te Benignetti perché indisposto. Il Ricci mise in luce l’incremento che la Società aveva conseguito, raggiungendo la cifra record di oltre 1.400 soci, di cui 300 donne; egli mise pure in evidenza il fatto che la Croce Verde si distinse particolarmente con numerosi interventi: furono effettuati oltre 150 trasporti. Nel pomeriggio, la festa continuò presso la Vil-la Pianesi, dove si recarono oltre 350 soci, che «si unirono in una fraterna merenda»369.

Il 12 gennaio 1925 morì improvvisamente il segretario della Croce Verde, Alessandro Guido Piangiarelli, impiegato presso la Congregazione di carità della città, il quale lasciò «nelle ristrettezze la moglie e cinque giovanette»370. Tenuto conto di questa situazio-ne, il Comitato direttivo decise di elargire alla vedova un adeguato contributo. Pochi giorni dopo, però, fu convocato urgentemente

367 Ibid., Rendiconto generale degli incassi e dei versamenti effettuati dall’Esattore Sociale Aurelio Poloni a tutto il 31 ottobre 1923. Ibid., verbale del Comitato direttivo del 26 giugno 1924.

368 Ibid., verbale del Comitato direttivo del 26 febbraio 1924.

369 «Il Cittadino» n. 39, del 18 ottobre 1924.

370 «Il Cittadino» n. 3, del 17 gennaio 1925.

il Comitato, che decise di sospendere l’elargizione a favore della famiglia «dell’ex Segretario Alessandro Guido Piangiarelli, in quan-to sono state riscontrate delle irregolarità nell’esercizio 1924». Al riguardo, fu perfino precisato che «[configurandosi] una truffa ai danni della società», era il caso di affidare il controllo della contabi-lità, dall’anno dell’assunzione di Piangiarelli fino a quello della sua morte, ad un soggetto esterno371.

L’anno 1925 si chiudeva con l’ottobrata dei soci nel boschetto della villa dell’avv. Virgilio Pagnanelli, a Santa Croce372, e la pun-tuale donazione di «Carpineti Antonio nostro benemerito oblatore dalla lontana America ... del solito contributo annuale di £ 100 e l’iscrizione a soci contribuenti dei propri figli Bruno e Sesto pagan-do l ‘assegno mensile di £ 5 ciascuno»373.

A livello nazionale, dopo il delitto Matteotti, era in atto una prova di forza del governo che sarebbe sfociata nella dittatura fasci-sta: dal 31 dicembre 1925 il governo stesso faceva sequestrare tutti i giornali dell’opposizione e arrestare molti giornalisti; il 3 gennaio

A livello nazionale, dopo il delitto Matteotti, era in atto una prova di forza del governo che sarebbe sfociata nella dittatura fasci-sta: dal 31 dicembre 1925 il governo stesso faceva sequestrare tutti i giornali dell’opposizione e arrestare molti giornalisti; il 3 gennaio

Nel documento La Croce Verde (pagine 127-166)