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La dieta di eliminazione nel percorso diagnostico dell’APL

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48 Organizzazione Mondiale dell’Allergia: le Linee Guida DRACMA (diagnosi e terapia dell’allergia alle proteine del latte vaccino)

questi bambini un sostituto meno allergizzante e l’adesione a questo schema. In questi bambini deve essere considerata l’eliminazione delle carni, a meno che siano trasformate tec- nologicamente 2. I latticini e le carni contengono le normali proteine allergeniche 3 e fino al 20% dei bambini può essere allergico alla carne bovina 4. Una dieta di eliminazione deve essere continuata per almeno due settimane e fino a diverse settimane in caso di reazioni ritardate 5 6. Se la dieta di eli- minazione non riesce a migliorare i sintomi, la madre che allatta e/o il bambino debbono riprendere la dieta normale e deve essere considerata la possibilità di essere inviati da uno specialista diverso (dermatologo, gastroenterologo, ecc.), a seconda del tipo e della gravità dei sintomi. Se il quadro clinico migliora sostanzialmente o i problemi clinici scompa- iono durante la dieta di eliminazione, il bambino deve essere inviato da un allergologo specialista per eventuali ulteriori va- lutazioni diagnostiche.

Bibliografia

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La diagnosi di allergia al latte vaccino (APLV) inizia con un sospetto e si conclude con un challenge con l’alimento, test di provocazione orale (TPo), effettuato sotto la supervisione di uno specialista. Considerati tutti i limiti collegati all’ esclusione dell’ alimento, alla sua reintroduzione ed alla compilazione di un diario dei “sintomi latte derivati” l’allergologo dispone di una grande varietà di test diagnostici, tra cui ritroviamo i prick test (SPT), la valutazione delle IgE specifiche per PLV nel siero (utilizzando uno dei diversi metodi disponibili), e il TPo. In questa sezione si riporteranno le Linee Guida per l’utilizzo di tali prove nella valutazione dei pazienti con sospetto di APLV. Dall’analisi della letteratura, l’uso di test di sensibilizza- zione è chiaramente dipendente dal contesto clinico e dalla probabilità pre-test della malattia.

Quindi, per gli obiettivi del presente documento, verranno definite le condizioni per un alto, medio e basso sospetto di malattia.

Sono state individuate sei domande rilevanti dal pannello, e per la loro valutazione sono stati esaminati 3. 877 articoli.

Domanda 1

I prick test devono essere usati per la diagnosi di APLV IgE- mediate nei pazienti con sospetto di APLV?

Popolazione: pazienti con sospetto di APLV Intervento: skin prick test

Confronto: test di provocazione orale Risultati:

TP: il bambino verrà sottoposto ad un challenge per il latte vaccino che risulterà positivo con un rischio di anafilassi, an- che se in un ambiente controllato; per la famiglia un notevole carico di ansia e di tempo; l‘esclusione del latte e l’uso di latte speciale in formula. Alcuni bambini con alta probabilità pre-test di malattia e/o ad alto rischio di shock anafilattico durante il challenge non verranno sottoposti al challenge stes- so, e verranno trattati con le stesse modalità terapeutiche di quei bambini che sono stati sottoposti a challenge alimentare. TN: il bambino assumerà latte vaccino a casa senza reazioni; questo comporterà nessuna esclusione del latte, nessun carico di tempo per la famiglia e una diminuzione dell’uso delle ri- sorse (nessun challenge test, nessun latte in formula); ansia nel bambino e della famiglia che può dipendere dalla famiglia stessa; necessità di cercare altre spiegazioni per i sintomi. FP: il paziente verrà e sottoposto ad un challenge alimentare

e risulterà negativo; inutile carico di tempo e di ansia per la famiglia; tempo e risorse sprecate per il challenge. Alcuni bambini con alta probabilità pre-test di APLV che non venisse- ro sottoposti al challenge e che fossero inutilmente trattati con una dieta di eliminazione del latte vaccino e del latte in for- mula potrebbero riportare deficit nutrizionali (per esempio, ri- tardo di crescita, rachitismo, deficit di vitamina D o di calcio); stress per la famiglia ed un’inutile prescrizione di adrenalina autoiniettabile possono essere un costo non necessario; un ritardo nella diagnosi della vera causa dei sintomi.

FN: al bambino verrà permessa l’assunzione del latte vacci- no a casa e presenterà una reazione allergica (anche una possibile reazione anafilattica); un alto livello di ansia dei genitori e riluttanza ad introdurre alimenti in futuro, con una possibile dieta di esclusione di molti alimenti. La vera causa dei sintomi (cioè l’APLV) non sarà riconosciuta, portando a indagini e trattamenti inutili.

risultati non conclusivi: (sia controllo negativo/positivo oppu- re controllo positivo/negativo): il bambino dovrebbe ripetere gli SPT, fatto che potrebbe essere stressante sia per il bambi- no sia per i genitori; il tempo speso da un infermiere e ripetuti appuntamenti clinici avrebbero un implicazione nell’organiz- zazione delle risorse; in alternativa al bambino potrebbero essere misurate le IgEo essere sottoposto ad un challenge alimentare.

Complicanze di un test: Gli SPT possono causare disagio o esacerbazione dell’ eczema che a sua volta può causare angoscia e ansia nei genitori; il challenge alimentare può provocare anafilassied esacerbazione di altri sintomi. Utilizzo delle risorse (costi): Gli SPT aggiungono un maggior tempo negli appuntamenti clinici, anche se il challenge ali- mentare ha maggiori conseguenze sulle risorse economiche.

TP - veri positivi (essere correttamente classificati come affetti da APLV); TN - veri negativi (essere correttamente classificati come non affetti da APLV);

FP - falsi positivi (essere classificati in modo errato come affetti da APLV); FN - falsi negativi (in modo erroneo classificati come non affetti da APLV);

questi risultati sono sempre determinati in comparazione con uno standard di riferimento (in questo caso il challenge al latte vaccino).

Sintesi dei risultati

Non abbiamo trovato nessuna review sistematica esistente sulla diagnosi di APLV effettuata mediante i prick test. Tutta- via, abbiamo trovato 25 studi sul ruolo dei prick tests rispet-

: capitolo 9

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