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69 B ARTOLI 2014; D’A NDREA , N ICCOLUCCI 2008.

2.8 La divulgazione attiva

“Tutti i sistemi di visualizzazione computer-based devono essere essenzialmente trasparenti, verificabili da altri ricercatori o professionisti, poiché la validità – e quindi la finalità – delle conclusioni prodotte da tali visualizzazioni dipenderà in gran parte dalla capacità degli altri di confermare o rifiutare i risultati ottenuti (Principio N. 7 della Carta di Siviglia)252.”.

È questo l’obiettivo che si è cercato di raggiungere durante questo lungo percorso, rispettando il più possibile le linee guida della suddetta carta, documentando qualsiasi attività svolta col fine di rendere il lavoro effettuato più trasparente possibile e cercando di non tralasciare alcun aspetto legato alle potenzialità della Computer Vision.

252 GABELLONE 2012

Il naturale approdo di questo percorso di ricerca è rappresentato dall’archeologia virtuale, per le doti comunicative della disciplina e la mole di dati acquisiti durante le campagne di scavo.

Gli strumenti sono stati forniti dalle tecnologie di authoring integrato multipiattaforma utilizzate per la creazione di videogiochi 3D, contenute nel software utilizzato, la cui versatilità permette di visualizzare contenuti interattivi e animazioni 3D in tempo reale. Nella fattispecie il candidato selezionato è stato l’applicativo Unity253, un sistema multipiattaforma254 disponibile anche con un web player on line, legato all’estensione di Adobe Flash, che permette una diffusione globale sulla maggior parte dei browser attualmente in circolazione255.

Unity, che consente di utilizzare un editor molto basico per la progettazione di contenuti, è impiegato in archeologia perché disponibile di un motore di gioco per l’esecuzione di ambientazioni multimediali.

Il game engine di Unity 3D ha permesso, mediante il suo motore di gioco, la creazione di una piattaforma su cui caricare i numerosi contenuti interattivi, soprattutto scientifici, che la ricerca a Sant’Imbenia ha prodotto.

La scelta su Unity è ricaduta principalmente per la sua apertura ad un gran numero di formati di file provenienti dalla maggior parte dei programmi di grafica, sia proprietari che open source, quali Maya, 3DS Max, Blender, ecc.

Unity è capace di gestire in maniera nativa l’interattività tramite script definiti dal compilatore, il quale associa i vari oggetti della scena ad azioni attivabili da un click del mouse, dalla pressione di un tasto sulla tastiera o semplicemente avvicinandosi all’oggetto.

253 https://unity3d.com/

254 Produce applicativi per sistemi operativi Microsoft Windows e MacOS che girano su Microsoft

Windows, Mac, Linux, Xbox 360, PlayStation 3, PlayStation Vita, Wii, iPad, iPhone, Android, Windows Mobile, Playstation 4, Xbox One e Wii U.

255 Fino a qualche anno fa Flash Player, assieme a pochi altri plug-in, permetteva di integrare applicazioni

multimediali nelle pagine web, diventando de facto uno standard dopo la nascita e la diffusione di YouTube.

La definizione di forza di gravità e la gestione delle collisioni, fondamentale per impedire all’avatar l’attraversamento dei muri, sono funzioni con le quali ci si deve confrontare durante la programmazione di tali strumenti.

L'interfaccia di Unity 3D, molto simile ai più diffusi applicativi di modellazione 3D, permette agevolmente di districarsi tra le particolarità del sistema e le opzioni meno visibili.

Il sistema funziona in modalità multilivello, con un elenco di oggetti presenti nella scena e i vari “Assets” che consentono la gestione del sistema mediante script, texture e vari componenti di gioco distribuiti da Unity.

La decisione dello storyboard per Sant’Imbenia è stata dettata dalla bibliografia prodotta: innanzitutto si è lavorato sulla topografia dell’abitato ovvero sui dati oggettivi. Successivamente sono stati analizzati il dato archeologico e l’interpretazione dello stesso, collocandolo entro un determinato range cronologico e culturale. Il terzo livello di analisi si è soffermato sulle interpretazioni ovvero su quei dati che, mediante la metodologia archeologica, è possibile desumere dallo scavo.

Tutto questo si è tradotto in un primo tentativo che vedeva la collocazione del nuraghe e del relativo abitato esattamente nel luogo in cui si trova topograficamente. Ma in tal modo il richiamo al collegamento tra il nuraghe e il mare e la sua funzione di controllo sulla baia di Porto Conte però venivano a mancare256. Se l’obiettivo di un sistema multimediale applicato ad un monumento è anche quello di enfatizzare le peculiarità del sito, ma la decisione di far partire il percorso dell’avatar dal mare, quasi fosse un mercante arrivato a proporre le sue merci, non ha funzionato in quanto il mare risultava troppo lontano e per raggiungere il nuraghe erano necessari circa due minuti. Tale lasso di tempo all’interno di un gioco che prevede il movimento in un’area ricoperta presumibilmente da macchia mediterranea, senza poter creare alcuna interazione, fece desistere da questa prima soluzione.

Fig. 56. Una delle prime rappresentazioni dell’area di Sant’Imbenia. Il progetto è stato poi modificato

Un suggerimento utile è stato offerto dal rilievo fotogrammetrico realizzato grazie al volo più in quota effettuato dall’elicottero dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale del 2008. Tale rilievo ha costituito la base per il sistema virtuale

Se non viene rispettata una ricostruzione filologicamente corretta, si è tuttavia cercato di proporre sistemi di visualizzazione computer-based “essenzialmente trasparenti, ad esempio verificabili da altri ricercatori o professionisti, dato che la validità – e quindi la finalità – delle conclusioni prodotte da tali visualizzazioni dipenderà in gran parte dalla capacità degli altri di confermare o rifiutare i risultati ottenuti.257

La scelta, anche in questo caso, è stata dettata dalla pratica sul campo che ha permesso di sottoporre a giudizio del lavoro degli esperti in materia: è stato infatti chiesto il supporto di alcuni giovani parenti e figli di amici, i quali, ostentando conoscenza di applicativi

videoludici, hanno bocciato in toto l’applicazione258. Tale bocciatura è stata in gran parte determinata dall’impossibilità di “uccidere” o “disintegrare” alcun nemico, ma la nota più dolente è risultata quella del “lungo e noioso” percorso da seguire per arrivare al nuraghe. Si è quindi elaborata una nuova versione del videogioco riducendo le dimensioni del sito e avvicinando lo stesso al mare; tale soluzione ha trovato riscontro positivo presso i giovani revisori, dai quali è stata definita “carina”.

Nella pratica del lavoro il palinsesto realizzato si basa sulle proporzioni reali del sito, grazie all’enorme quantità di materiale digitale elaborato in questi anni di attività sul campo.

Oltre alla creazione della struttura portante, costituita dall’abitato, l’aggiunta dei dettagli è stata possibile grazie ai materiali e alle texture disponibili, anche gratuitamente, nello shop di Unity.

È, infatti scaricabile a titolo gratuito, o a pagamento, un grande numero di oggetti digitali creati da utenti Unity che mettono a disposizione le loro abilità di modellatori per la community.

Dopo aver preso visione dei numerosi tutorials disponibili in rete e aver scaricato qualche valido esempio completo, si è iniziato a processare le nuvole di punti con il fine di alleggerirle e poterle inserire all’interno di Unity.

Le prime elaborazioni del sito risultano molto schematiche; sulla base del rilievo 3D si è cercato di utilizzare il modello per implementare la struttura già rilevata ed “aggiungere” le ricostruzioni. Poiché tali elaborazioni sono apparse assai laboriose e imperfette dal punto di vista visivo, si è preferito lavorare su planimetrie verificate ed eventualmente corrette grazie al rilievo laser scanner e su queste impostare il modello 3D.

Fig. 57. L’esportazione del rilievo laser scanner 3D ad una risoluzione inferiore finalizzato alla ricostruzione del sito

Fig. 58. La base della ricostruzione realizzata sul rilievo laser scanner 3D ad una risoluzione inferiore

Col fine di prendere confidenza con gli strumenti di Unity la prima ricostruzione è stata realizzata con Sketchup, software tendenzialmente ritenuto inizialmente di basso livello, ma attualmente sempre più utilizzato in contesti di BIM e di modellazione urbana.

Successivamente sono stati utilizzati i sistemi di modellazione di 3D Studio Max, talvolta sullo stesso lavoro già implementato su Sketchup.

Il risultato consiste in un “videogioco” nel quale sono possibili alcuni approfondimenti attraverso degli script che permettono di illustrare dettagli e particolari degli ambienti visitati, ma anche notizie e approfondimenti pertinenti allo scavo. Il tutto in totale libertà di movimento e di interazione con il sistema.

Fig. 60. Vedute generale sulla ricostruzione del sito di Sant’Imbenia.