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La lettera di Kassák a Tzara del 2 ottobre

Nel documento Storia, identità e canoni letterari (pagine 80-83)

Quarant’anni d’avanguardia: quattro lettere inedite di Tristan Tzara e Lajos Kassák

2. La lettera di Kassák a Tzara del 2 ottobre

Questa strana lettera di saluto fu mandata da Kassák a tzara, che nei primi giorni di ottobre del 1956 si trovava in visita a Budapest su invito dell’unione degli scrittori (Farkas s.d.2).

Kassák, come tanti letterati che tra le due guerre avevano raggiunto una certa importanza nella vita culturale ungherese, fu isolato dal regime stalinista instauratosi nel paese a partire dal 1948. la logica e l’ipocrisia stalinista porta- rono all’emarginazione di gran parte degli intellettuali, senza che fossero mai accusati o condannati ufficialmente. anzi, nel 1948 lo stesso Kassák diventò paradossalmente membro dello stato-partito, nato in seguito alla fusione del partito socialdemocratico – in cui Kassák aveva già militato – con il partito ungherese dei lavoratori, di corrente stalinista. ciò nonostante, nell’arco di quegli anni – dal 1948 al 1956 – Kassák non ebbe alcuna possibilità di pub- blicare i suoi volumi né di allestire una mostra dei suoi quadri. Questo portò Kassák a scegliere di non perseguire una carriera da scrittore all’interno del realismo ždanoviano: per mantenere la sua integrità, Kassák decise di sottrarsi all’obbligo delle campagne e dichiarazioni filosovietiche che erano andate a sostituire le discussioni culturali nella repubblica popolare d’ungheria. per descrivere questo suo autoisolamento, Kassák utilizzò la metafora «emigra- zione interna»8.

l’autore fa riferimento alla sua «emigrazione interna» anche nella let- tera in cui si scusò per non aver potuto partecipare, a causa della sua sa- lute, al ricevimento di tzara organizzato dall’unione degli scrittori che «per la prima volta in otto anni» aveva esteso l’invito anche a Kassák. l’affermazione dell’artista pone l’accento solamente sul fatto di essere stato ignorato dall’unione per otto anni, a partire dall’instaurazione del regime stalinista nel 1948. in realtà fu lo stesso Kassák che rinunciò al tira e molla della politica culturale del sistema: una nota del suo diario (scritto in quegli anni ma pubblicato solo alcuni decenni dopo) rivela che egli rifiutò di anda- re al ricevimento di tzara, secondo l’atteggiamento proprio di colui che si è ritirato in una dimensione di «emigrazione interna».

alla fine l’incontro tra i due artisti avvenne in un contesto informale. tzara fece visita a Kassák a casa sua in compagnia del poeta tibor tardos, il quale faceva da interprete durante il soggiorno ungherese di tzara. anche tardos ricorda questo incontro nella sua poesia kasi körtér (piazzale kassák) pubblicata nel 1987. secondo il diario di Kassák, la visita di tzara si svolse in un’atmosfera amichevole in quanto fu caratterizzata dalla nostalgia con cui i due poeti ricordarono gli anni eroici delle avanguardie storiche. i due si trovarono molto meno d’accordo sui temi d’attualità, come la condizio- ne degli intellettuali nella repubblica popolare d’ungheria. infatti, Kassák mise in imbarazzo il poeta francese invitandolo a riflettere sulle maggiori possibilitá delle correnti moderniste francesi rispetto a quelle ungheresi. in quell’occasione tzara rinunciò a prendere le distanze nei confronti del regime stalinista d’ungheria, che attuò una repressione anche culturale nel paese e di cui fu vittima lo stesso Kassák.

durante quell’incontro tzara non espresse la sua reale opinione sull’ar- gomento, presumibilmente perché non ritenne opportuno contestare la po- litica culturale ungherese, essendo stato invitato dall’unione degli scrittori d’ungheria e in quanto membro del partito comunista Francese. infatti, in

alcuni suoi interventi apparsi sulla stampa magiara e francese durante e dopo il suo soggiorno ungherese, tzara criticò il pcF ed espresse simpatia verso le iniziative riformiste d’ungheria; questo a testimonianza del fatto che gli incontri di quei giorni con gli intellettuali ungheresi lo resero più sensibile circa i problemi creati dalla dittatura stalinista9.

l’opinione di tzara assunse un’importanza particolare in quel periodo. il poeta lasciò l’ungheria qualche giorno prima dello scoppio della rivolu- zione antistalinista (tzara soggiornò in ungheria fino alla metà di ottobre del 1956, mentre gli atti rivoluzionari cominciarono il 23 ottobre). la rivolu- zione ungherese attirò l’attenzione dell’opinione pubblica di numerosi paesi europei, tra l’altro anche della Francia, dove i resoconti di tzara sulla situa- zione del paese si rivelarono di grande interesse. come è noto, la rivoluzione antistalinista in ungheria e il suo fallimento per opera dei carri armati sovie- tici mise in crisi molti partiti comunisti occidentali (tra cui anche quello fran- cese): la valutazione negativa di un membro del pcF come tzara sul regime stalinista d’ungheria ebbe evidentemente un’eco notevole10.

2.1 Lettera originale

Budapest, 1956 október 2.-án Kedves t r i s t a n t Z a r a

kollégám és barátom,

nyolc év óta szövetségünk most először hívott meg idegen író fogadására. Boldogan jelentem volna meg, hogy Önt őszinte örömmel üdvözöljem. de sajnos beteg vagyok s így csak e néhány sorban köszöntöm nálunk.

tudom, hogy dolgozik, de legnagyobb sajnálatomra és nem az én hibámból nem ismerem újabb műveit. Ha teheti, küldjön egyet-kettőt megjelent könyveiből. olvastam a szabad népnek adott nyilatkozatát és örülök, hogy nem intézi el egy gesztussal régi küzdelmeinket. Bár Ön is és én is sok mindenen túljutottunk, úgy gondolom, ma sem csak a jelent kell szolgálnunk, de múltunkhoz is hűnek kell maradnunk. amint nyilatkozatából kiolvastam, Ön is így vélekedik. Örülök, hogy továbbra is egymás oldalán egy cél felé haladhatunk.

Fogadja őszinte üdvözletemet és baráti kézszorításomat

Kassák lajos11

2.2 Traduzione italiana della lettera

2 ottobre 1956, Budapest caro tristan tzara, mio amico e collega,

per la prima volta in otto anni la nostra unione degli scrittori mi ha invitato al ricevimento di uno scrittore straniero. mi sarei presentato molto volentieri per salutarla con sincero affetto, ma purtroppo sono ammalato per cui la accolgo nel nostro paese solo tramite questa breve lettera.

so che scrive ancora ma non conosco le sue opere più recenti per motivi estranei alla mia volontà. se è possibile mi mandi questi suoi volumi. Ho letto l’intervista che ha rilasciato al giornale «szabad nép» (popolo libe- ro) e sono contento che in questa occasione non abbia sottovalutato le nostre vecchie lotte, rivelandosi indifferente ad esse. se è vero che abbiamo supe-

rato tante cose, a mio parere non ci basta pensare al futuro, ma dobbiamo mantenerci fedeli pure al nostro passato. per quanto ho capito dalla sua in- tervista è d’accordo anche lei. sono contento che noi due procediamo nella stessa direzione, verso gli stessi obiettivi.

le porgo i miei più cordiali saluti. con amicizia

lajos Kassák (Traduzione nostra dall’originale ungherese)

3. La lettera di Kassák a Tzara del 6 settembre 1959 e la risposta di Tzara

Nel documento Storia, identità e canoni letterari (pagine 80-83)

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