Poco dopo la presentazione ufficiale del progetto Super 7, l’istituto aeronautico di Chengdu ha iniziato la ricerca del J-10, un nuovo caccia multiruolo con prestazioni più avanzate.
Il J-10 è un tipo di caccia multiruolo di quarta generazione di produzione cinese che, nell’ anno 1998 ha completato con successo il suo primo volo operativo a Chengdu e dall’anno 2004 ha cominciato a far parte dell’equipaggio dell’aviazione militare cinese e fino ad ora ne sono stati fabbricati più di 200.
Dopo gli anni sessanta la relazione sino-sovietico è andato sempre più deteriorandosi fino ad arrivare, nel 1969 a forti tensioni, che hanno portato l’ Urss a stanziare circa un milione di soldati sul confine con la Cina. E solo alla fine degli anni ottanta, con la presidenza di Gorbachev, che i rapporti tra i due stati si distendono: il presidente russo oltre a decidere di ritirare i soldati dall’Afghanistan propone un ritiro graduale delle truppe al confine con la Cina. Due date significative sono sicuramente il cinque e il sedici maggio 1989, in cui inizia il ritiro delle truppe dalla Mongolia e si inaugura un patto di cooperazione tra i due paesi. Lo sviluppo del J-10, portato avanti all’inizio degli anni ottanta, verso la parte finale della Guerra fredda, è sicuramente influenzato dal contesto storico-politico.
In qual periodo l’aviazione militare cinese era già dotata del J-8II, un caccia di terza generazione, che aveva notevolmente migliorato le prestazioni dell’aeronautica cinese. Contemporaneamente, però l’aviazione militare sovietica si era dotata del Su-27, un caccia di quarta generazione, decisamente superiore rispetto al J-8II. In questa situazione l’aviazione militare cinese è costretta ad investire le sue risorse per
progettare un caccia in grado di competere al meglio con il Su-27 e per questo inizia il progetto del caccia J-10
Negli anni della Guerra Fredda la Cina recupera i rapporti con alcuni paesi occidentali e, liberandosi dall’influenza sovietica nel campo della progettazione militare, adotta degli standard occidentali, che gli permettono di ottenere il J-10. Non è quindi esagerato arrivare ad affermare che i paesi occidentali possono essere considerati maestri nella ricerca di caccia avanzati cinese.
La nascita del caccia J-10
Il progetto J-10 è cominciato nel 1984 sotto la responsabilità delle industrie aeronautiche cinesi situate nella regione del Chengdu: bisogna ricordare che negli anni ottanta la forza reale delle industrie aeronautiche cinesi di Chengdu sono minori rispetto a quelle dell’azienda di Shenyang, che però in quel periodo era già occupata nel progetto di miglioramento della serie J-8.
Nel 1986 Song Wencong, all’età di cinquantasei anni, dopo aver già seguito la progettazione del caccia J-7C, viene nominato progettista del progetto J-10,
Nell’ ottobre del 1988, l’azienda di Chengdu decide di usare la progettazione del caccia israeliano Isea LAVI62 come punto di partenza per la progettazione del J-10.
IL LAVI è un tipo di caccia, che a sua volta è un miglioramento del F-16 statunitense: rispetto al modello statunitense, per esempio, che ha una capacità di carico di 6500 Kg può sopportare fino a 7200Kg di peso ed ha sistemi di controllo di volo e altri impianti elettronici più avanzati. Però alla fine degli anni ottanta, sotto le pressioni degli Stati Uniti, Israele abbandona il progetto di sviluppo del LAVI decidendo di acquistare una serie di F-16.
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L'IAI Lavi era un caccia multiruolo monomotore a getto sviluppato dall'azienda israeliana Israel Aerospace Industries (IAI) negli anni ottanta rimasto allo stadio di prototipo e mai entrato in produzione. Parte di un programma multi-miliardario, venne poi cancellato a causa dei costi insostenibili e dalle numerose richieste del Governo degli Stati Uniti di non introdurre sul mercato un prodotto che avrebbe fatto concorrenza alle loro esportazioni militari.
Dopo alcuni negoziati, Israele decide poi di offrire alla Cina gli schemi progettuali del LAVI. Sia grazie all’apporto israeliano che al contributo della collaborazione con il Pakistan i tecnici cinesi sono in grado di iniziare la progettazione del caccia J-10.
Negli anni novanta la situazione internazionale è profondamente mutata e l’Unione Sovietica, disintegrandosi in 15 paesi, non è più una minaccia per il confine settentrionale e a causa di problemi economici, la neo Russia vende una quantità di caccia Su-27 alla Cina. Dopo questi sviluppi internazionali cambia anche una delle finalità del progetto J-10, cioè quello di competere con il Su-27 e i tecnici decidono di migliorare il progetto per cercare di ottenere un prodotto in grado di competere nelle nuove guerre aeree. Secondo le informazioni ufficiali il J-10 compie il suo primo volo operativo di ventuno minuti a Chengdu, ma bisogna tener presente che la ricerca nel campo del motore del J-10 è ancora indietro. A questo proposito le memorie di Liu huaqing, Vice Segratario del comitato militare centrale, sono molto interessanti, in particolare per la preoccupazione manifesta della difficoltà di riuscire ad acquistare un motore adatto sul mercato internazionale. In quegli anni i motori più affidabili sono, infatti, progettati dalle potenze militari occidentali e le preoccupazioni di Liu huaqing sono confermate nell’anno 1989, quando dopo le proteste di Piazza Tienanmen, i paesi esteri bloccano gli accordi di esportazione con lo stato cinese. Lo stallo dura, però, poco tempo, fino a quando dopo la disintegrazione dell’Urss, molti tecnici militari russi vanno a lavorare in Cina partecipando direttamente al progetto J-10. La Russia decide di vendere il progetto del suo motore aeronautico AL-31F, che viene modificato nel corrispettivo AL-31FN63 per rispondere alle esigenze del caccia bimotore J-1064. Finalmente nell’anno 2005 si conclude la progettazione del motore cinese Tai Hang, pensato per il caccia J-10 e con il fine di rendere la Cina indipendente dal mercato estero e dal relativo umore oscillante della politica internazionale. Al momento, però, l’apparato militare non può ancora fare completo affidamento sul suo motore avendo
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Il Ljul'ka AL-31, oggi anche conosciuto come Saturn AL-31, è un motore turboventola di origine sovietica ancora in produzione in Russia. Venne progettato dall'ufficio tecnico di Archip Michajlovič Ljul'ka, oggi facente capo alla NPO Saturn, appositamente per il caccia intercettore Sukhoi Su-27. Oggi equipaggia quasi tutti i derivati del Flanker ed il caccia multiruolo Chengdu J-10 cinese.
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ancora bisogno di tempo per valutarne il suo finanziamento ed è, quindi, ancora ancorata ad un rapporto di dipendenza dal governo russo per l’acquisto del motore AL-31FN.
Il 30 dicembre 2006, uno dei principali canali televisivi cinesi ufficializza la notizia che, grazie al caccia J-10 la Cina è in grado di produrre in modo indipendente caccia di quarta generazione gettando le basi per una rivoluzione del settore aeronautico cinese. La Cina è si riuscita nell’obiettivo di produrre un caccia di quarta generazione autoctono, ma bisogna ancora aspettare alcuni anni per avere una completa indipendenza nel settore dei motori.