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5. ANALISI QUALITATIVA DEI DATI

5.2. LA NEGAZIONE

5.2.3. LA NEGAZIONE CON ALTRI ELEMENTI

Nel proseguire dell’analisi evidenziamo un secondo momento in cui la negazione, che rimane nella posizione preverbale, si trova in relazione con una serie di elementi di diversa natura posti in sede postverbale. Segue un’esemplificazione dei casi schedati in cui la negazione aggiunge vicino a sé quelle particelle:

(15) a. E dixe / che questo oçimo e li napone, quando el no è ben coto, i nuoxe al / stomego per la mordicatiom che è in quilli.

[PAD] (DEL'OÇIMO, p. 157, r. 23)

PreV_Neg+Ben: SNegP

b. E li rami suò è simele a quigi, algune cosa manore, ma la no è cossì // grossa né così

126 [PAD] (DELASPIGA, p. 61, r. 45)

PreV_Neg+Così: SNegP c. E no è molto difference in figura da le foie de / la viola a quelle de la ellera.

[PAD] (DELAVIOLA, p. 141, r. 3)

PreV_Neg+Molto: SNegP

Queste prime occorrenze si trovano a seguire la negazione preverbale, attestate con maggiore frequenza in antico padovano, gli avverbi postverbali risultano essere una varietà di elementi che non condividono sempre la semantica negativa del primo marcatore di negazione di frase. Ritengo sia da ricondurre questa correlazione in relazione alla tipologia frasale utilizzata nel Serapiom: molto spesso il contenuto dell’erbario si presenta in formule di comparazione che necessitano della presenza di espressioni come così, più, molto, ecc. Se confrontiamo la situazione degli elementi postverbali in antico veronese, notiamo che la scelta si presenta molto più ristretta.

(16) a. la qual segu(r)tà de (con)duoro no poravo may daro, ma / volo faro segu(r)ta d(e) cinchoce(n)to lbr., la quala no vollo firo amessa;

[VER] (SUPPL.UNI.CITTA., p. 325, r. 5)

PreV_Neg+May: SNegP

b. che da mo' enanci i no fio più enbrigè / né sio plu tegnù ala dicta segurtà. [VER] (SUPPL.GAR.GUIZARDO, p. 354, r. 6)

PreV_Neg+Più: SNegP

Questi elementi si comportano come avverbi e anche questa seconda tipologia di dati si trovano a co-occorre in posizione postverbale con la negazione di frase. In base alla distribuzione degli avverbi postverbali vediamo che l’antico veronese mostra una maggiore disponibilità di relazione di questi avverbi con la negazione. Sembra quindi che la lingua scaligera operi una scelta mirata, rispetto alla varietà patavina, di quegli elementi che saranno poi gli effettivi avverbi postverbali in aiuto del marcatore di negazione, ovvero più e mai. (17) che may p(er) alguno te(m)po no sia molestè açò che may no ge / sia più q(ue)stio(n)

e che may no de habié alguno enca(r)go a l'enema vostra [VER] (SUPPL.PRIORECONFR.S.GIAC., p.353, r. 11)

May_(Arg)+PreV_Neg: SNegP

In questo caso la posizione dell’avverbio aspettuale si trova in sede preverbale e anticipa il marcatore di negazione. Questo comportamento evidenzia che l’avverbio aspettuale si

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relaziona sempre con il marcatore di negazione, presentandosi sia a destra sia a sinistra del verbo. Il costrutto qui considerato, mantenendo fermo l’arco cronologico, è sistematicamente visibile nell’area veneta e anche in fiorentino, si veda in (18). Possiamo identificare che tale avverbio ha un proprio valore negativo intrinseco, inoltre si delinea una prima possibile rappresentazione di quello che poi sarà trattato come concordanza negativa, che in relazione alla posizione tra il marcatore di negazione e l’avverbio aspettuale azzarderei affermare di tipo Rigorosa (Strict NC).

(18) a. io spero di dicer di lei quello che mai non fu duetto d’alcuna. [FIOR] (Vita Nova, XLII)

b. cothal era la soa dotina, che sovra leto mai non zassè [VEN] (Cronica deli imperadori, p.189)

Nelle due varietà linguistiche analizzate possiamo constatare delle occorrenze in cui i due marcatori di negazione si trovano a co-occorrere tra loro. Vediamo in (19) gli esempi tratti da entrambe le lingue:

(19) a. In lo tempo fredo// è el contrario, çoè che lo è fredo, né no è così amaro, e sì è stiptico temperame(n)

[PAD] (DELAENDIVIA, p. 145, r. 5)

b. E <che> q(ue)sto fo p(er) tegniro el d(i)cto Domenego en q(ue)stion, / ché le à da spendro, e ‘I d(i)cto Domenego no poravo (con)tra elle né no hà / da sostegniro tante spexe.

[VER] (SUPPL.DOM.OREFICE, p. 342, r. 30)

Questa possibilità di co-partecipazione dei marcatori di negazione, se consideriamo l’analisi quantitativa, vede che le occorrenze della duplice marca di negazione preverbale si contano in 11 casi per il padovano e in 3 casi per la varietà veronese. Questa possibilità di espressione negativa è stata evidenziata anche da Garzonio (2019) e con il quale condivido la teoria secondo cui il primo morfema di negazione instaura un rapporto di coordinazione, mentre è il secondo marcatore di negazione colui che nega il VP. Possiamo quindi vedere che nella struttura sintattica nella testa di NegP si inserisce solamente il marcatore di frase. Tuttavia se consideriamo la congiunzione di negazione vediamo che è anch’essa un elemento con un valore negativo intrinseco, che si relaziona con altri marcatori di negazione o altri elementi che condividono la negazione stessa, dunque potrebbe essere questo in (19) un caso di concordanza negativa?

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Un secondo elemento che si trova a co-occorrere con il solo marcatore di frase avverbiale è il termine NOMÀ. Questo rilevato in entrambe le lingue, si posiziona sia prima della negazione sia dopo e coincide con il nesso dell’italiano moderno se non. Vediamo in (20):

(20) E perçò la substancia soa è composita de vertù contraria, / como è la ruoxa, nomà che questo

no ha stipticità.

[PAD] (DECENTUMCAPITA, p. 97, r. 9)

In merito alle occorrenze che seguono il marcatore di negazione vorrei presentare quello che ritengo possa essere una presumibile forma originaria del termine avverbiale attualmente utilizzato in Italiano Standard come nemmeno. Tale termine non si attesta nella varietà del padovano che promuove il termine gnanche con il medesimo valore. Tuttavia gli avverbi negativi come gnancora o gnanche, che potrebbero co-occorrere alla negazione come mai, non sono stati riscontrati nelle porzioni di testo analizzato, tale situazione trova conferma anche in Garzonio (2019). In (21) possiamo presumere la genesi di quello che poi ha portato alla realizzazione finale tutt’oggi in uso in Italiano standard:

(21) e no de men longeza / e ordì en quara(n)tanovo po(r)tee cu(m) quara(n)ta fili p(er) zascauna po(r)taa dele p(re)dite / e no de men portae e fili,

[VER] (AGG.STAT.DRAPP., p. 335, r. 20)

In conclusione di questo quadro sulla negazione nelle due varietà linguistiche analizzate affermiamo che la negazione di frase si trova in posizione preverbale e in alcune occasioni presenta degli altri elementi postverbali che condividono il peso negativo della frase. Se proponiamo un confronto della situazione descritta con la struttura a stadi presentata da Zeijlstra (2004) e da Van der Auwera (2010), vediamo che l’andamento ciclico della formazione della negazione si inserisce nel secondo livello, dove al marcatore preverbale iniziano ad alternarsi forme postverbali negative in forma non obbligatoria.

5.3. CONCORDANZA NEGATIVA

Nella sezione dedicata alla presentazione delle maggiori teorie in merito all’interpretazione degli elementi negativi multipli, ho dedicato fin da subito una trattazione molto più ampia al solo fenomeno della NC (vedi 3.4.1.). La decisione preliminare deriva da una implicita interpretazione e da una prima superficiale analisi scaturita dalla presenza di molteplici elementi, quali quantificatori e indefiniti negativi o positivi, che possono instaurare una fruttuosa relazione con il marcatore di negazione. Di seguito propongo una grafica in cui sono

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presentati tutti questi elementi quando co-occorrono con il marcatore di negazione, sono stati esclusi i casi in cui l’indefinito non co-partecipa con la negazione (schedati come Alc_Cost).

Grafico 5.1 – Distribuzione complessiva dei elementi che partecipano alla concordanza negativa.

Dal grafico è evidente la disparità nell’uso delle due tipologie di elementi. Cercheremo in questi paragrafi di chiarire e di analizzare le diverse modalità di relazione che il marcatore di negazione instaura con gli indefiniti negativi prima, e con gli indefiniti a polarità poi.