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La nota positiva d’Italia Casa degli Svizzeri a Bologna

Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari OPG

1.6. La nota positiva d’Italia Casa degli Svizzeri a Bologna

Dopo oltre un secolo di immobilità nel quale la psichiatria forense e penitenziaria sono rimaste ferme ai canoni di fine ‘800, il decennio appena trascorso sta portando con sé la riforma tanto attesa quanto radicale dei rapporti tra psichiatria e giustizia.

Nel 2008 si è realizzato il trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle competenze sulla tutela della salute negli Istituti Penitenziari, Ospedali Psichiatrici Giudiziari compresi e ciò ha fatto in modo che anche l’attività di salute mentale sia diventata compito dei Dipartimenti di Salute Mentale delle Aziende USL.

La Legge n.9 del 2012 modificata poi nel 2013 sancisce che “Dal 1 aprile 2014 -poi modificato in 1 aprile 2015- gli OPG sono chiusi e le misure di sicurezza del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario e dell’assegnazione ad una casa di cura e custodia sono eseguite

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esclusivamente all’interno delle strutture sanitarie appositamente istituite, le così dette REMS (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

La legge non abroga il concetto di incapacità di intendere e volere, e di pericolosità sociale: si limita a sancire che l’esecuzione delle misure di sicurezza deve avvenire in strutture sanitarie per le quali sono previsti dei precisi requisiti.

La creazione di queste strutture è prevista dalla legge ed è la legge stessa che prevede che in queste vengano eseguite le misure di sicurezza..

In base a queste ragioni la Regione Emilia-Romagna ha predisposto un piano d’azione rispondendo così alle richieste del Ministero della Salute per la presentazione dei programmi nei tempi previsti dalla legge.

L’OPG di Bologna al 31 dicembre 2013 ospitava 180 persone, di cui 40 detenuti, e quindi presenti in maniera impropria, e 140 internati in base alla Legge 9 del 2012.

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Nel corso di quello stesso anno (2013) gli invii da parte della Magistratura sono stati 23 e le dimissioni 19.

Questo calo di presenze e l’incremento delle dimissioni è dovuto ad un intenso lavoro con le Aziende Sanitarie Regionali per individuare i programmi alternativi per le persone internate.

A marzo 2015 l’OPG di Reggio Emilia contava 136 persone e di queste, 68 destinate alle REMS.

Nel caso in cui nelle altre regioni non fossero ancora attive le strutture, le persone resteranno all’OPG fino all’apertura delle residenze nelle rispettive regioni.

Nell’ OPG vi sono inoltre 42 detenuti, cioè persone provenienti da istituti penitenziari e sottoposti a misure di sicurezza specifiche collegate alla loro personalità sociale: queste persone non sono destinate alle REMS ed al termine della loro misura di sicurezza nell’OPG torneranno a essere detenute in istituti penitenziari.

Per ogni persona internata il Centro di Salute Mentale è tenuto ad attivarsi per la costruzione di un programma terapeutico-riabilitativo

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individualizzato con l’obiettivo delle dimissioni in collaborazione con i professionisti dell’OPG.

Bisogna sottolineare che l’approvazione del programma di dimissioni resta a capo della Magistratura di sorveglianza che può in ogni caso decidere di non autorizzare le dimissioni. Inoltre, come succede in tutta Italia, l’emanazione delle misure di sicurezza da parte della Magistratura continua allo stesso ritmo.

Le azioni che sono state svolte in concreto per far si che la Regione Emilia Romagna si facesse trovare pronta con le nuove strutture (Rems) alla data imposta dalla legge (1 aprile 2015) sono state:

- Raccordo tra Struttura Operativa Complessa – OPG di Reggio Emilia e Dipartimenti di Salute Mentale

- Tavolo di studio con la Magistratura di Sorveglianza sull’esecuzione delle misure di sicurezza applicate alle persone prosciolte e riconosciute socialmente pericolose per favorire percorsi terapeutico-riabilitativi dei Servizi territoriali competenti

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Le leggi ed i dispositivi di legge che dal 2008 ad oggi stanno modificando alcuni aspetti della psichiatria penitenziaria e forense in Italia hanno previsto la chiusura degli OPG attraverso due strategie:

1) Riduzione degli ingressi predisponendo alternative territoriali e residenziali all’internamento ed alla detenzione negli OPG, la predisposizione di percorsi carcere-territorio e di reparti d’osservazione per detenuti con sopravvenute infermità

2) Aumento delle dimissioni da realizzarsi con programmi di presa in carico territoriale da parte dei Centri di Salute Mentale (CSM) competenti e tramite l’istituzione di apposite Residenze per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza (REMS)

L’ AUSL di Bologna dal 2011 ha avviato un progetto finalizzato alla cura ed all’assistenza dei cittadini con disturbi mentali autori di reato in tutte le fasi del percorso giudiziario. Questo prevede sei azioni:

a) Creazione di un èquipe psichiatrica all’interno della casa Circondariale della Dozza

b) L’individuazione di posti letto per far fronte al bisogno di ricovero di pazienti sottoposti a vari tipi di misura giudiziaria (arresti domiciliari, libertà vigilata, licenza finale esperimento

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dall’ OPG) inclusi i pazienti dimessi dall’OPG che devono essere avviati ad un progetto territoriale

c) Creazione di una rete di collaborazione tra professionisti dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) e i medici dell’ OPG di Reggio Emilia. Questo ha comportato un sensibile accorciamento dei tempi di permanenza in OPG ed un miglioramento dei percorsi di cura all’esterno

d) Collegamento con la Magistratura di Cognizione e di Sorveglianza

e) Investimento sulla formazione

f) “Budget della salute”: strumento per attuare appieno le potenzialità individuali.18 Nel territorio bolognese già diversi pazienti sono al domicilio in misure alternative (per lo più libertà vigilata con prescrizioni) e non hanno mai subito l’internamento in OPG pur con precedenti comportamenti di rilievo. Fondamentale si rivela spesso la prescrizione dell’obbligo di cura, che consente ai CSM un monitoraggio delle condizioni cliniche dei pazienti in questione

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La Corte Costituzionale ha sancito la possibilità per il giudice di adottare, in alternativa al ricovero in OPG, una diversa misura di sicurezza, idonea ad “assicurare adeguate cure all’infermo di mente ed a far fronte alla pericolosità sociale” affermando la prevalenza della cura sulla sorveglianza.

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Si delinea così un sistema integrato in un ottica di forte connotazione terapeutico-riabilitativa.

Le modifiche apportate alla legge 81/2014, ed in particolare il termine improrogabile fissato per il 31 marzo 2015 per la chiusura definitiva degli OPG, ha fatto sorgere la necessità di creare una struttura dotata di competenze e requisiti almeno parzialmente coincidenti con quelli delle REMS che Bologna ha individuato nella Casa degli Svizzeri. La struttura accoglie pazienti che possono avvalersi di un percorso terapeutico-riabilitativo e psicosociale personalizzato in regime residenziale.

La Casa degli Svizzeri è un ambiente accogliente, nella prima periferia di Bologna. Un’antica casa colonica lontana anni luce, nell’aspetto, agli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Quella dell’Emilia Romagna è un esperienza pilota a livello nazionale.

La Regione ha rispettato i tempi previsti e passa dalla struttura di Reggio Emilia, che era una vera e propria casa circondariale, a questa residenza, inserita in un contesto socio-abitativo ben diverso.

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Quella di Bologna è una delle due residenze della Regione (l’altra è a Casale di Mezzani a Parma) che accoglieranno i ricoverati emiliano- romagnoli.

Le due strutture sono state realizzate in attesa di ultimare i lavori di realizzazione del centro che sorgerà a Reggio Emilia entro il 2016. La sicurezza della struttura è fondata su una particolare attenzione per gli aspetti relazionali e terapeutico-riabilitativi. La vigilanza del perimetro esterno e l’intervento d’urgenza in caso di necessità sono regolati da un accordo con le Forze dell’ordine, inoltre la REMS sarà sorvegliata da un servizio di vigilanza privato.

Nello specifico presso la REMS di Bologna vengono garantiti: trattamenti specialistici terapeutico-riabilitativi e socio-riabilitativi, miglioramento dello stato di salute e del grado di autonomia della persona, assistenza sanitaria di base e specialistica, assistenza per lo svolgimento delle attività di vita quotidiana, delle capacità relazionali e delle abilità sociali.

La priorità è rivolta agli interventi di cura e riabilitazione dei disturbi mentali gravi in prevalenza in età adulta.

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Attualmente la struttura è adeguata all’ accoglienza di 14 pazienti in camere singole o doppie a seconda della patologia riportata dal soggetto dopo la valutazione del personale medico specializzato. Sono presenti ambienti per attività sociali ed educative da svolgere in gruppo per consentire ai pazienti di riconquistare la propria capacità di risocializzazione ma al contempo vengono garantite le misure di sicurezza per pazienti ed operatori.

Possiamo concludere dicendo che Bologna grazie ad una fitta rete di collaborazione e coordinamento di attività tra ambiente medico e giudiziario è riuscita a rispettare le direttive previste dalla legge ed a garantire agli ex internati negli OPG una soluzione il meno traumatica possibile per il loro equilibrio psichico.

Alla base di queste nuove residenze c’è la salute ed il recupero psichico di persone che hanno commesso un sbaglio, l’obiettivo degli operatori non è quello di far scontare la misura di sicurezza ma riabilitare e riavvicinare il paziente alla società ed alla realtà di tutti i giorni.

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BIBLIOGRAFIA

 VILLA T., Relazione Commissione, cit. XLIV

 BERTOLINO M., L’imputabilità e il vizio nel sistema penale, Milano, 1990

 BERTOLINO M., L’imputabilità, cit.

 PANNAIN, ALBINO, M. PANNAIN, La perizia sulla

personalità del reo evoluzione dottrinaria e normativa prospettive nel c.p.p. ’88 in Riv. It. Med. Leg., 1989

 CARRIERI R., CATANESI R., La perizia psichiatrica, cit.  ENC. GIUR. Treccani, voce “perizia”, 1990

 BANDINI, GATTI, Perizia psichiatrica e perizia

criminologica: riflessioni sul ruolo del perito nell’ambito del processo penale, in Riv.It Med. Leg., 1982

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INDICE

INTRODUZIONE

CAPITOLO 1

Sviluppi storici Pag. 5 Il vizio di mente Pag. 28

CAPITOLO 2

La perizia sulla personalità del reo.

L’evoluzione dagli anni ’30 all’attuale Codice Penale Pag.34 La perizia nell’attuale sistema penale Pag. 41 La perizia psichiatrica nel processo penale Pag. 45 Limiti oggettivi e soggettivi Pag. 48 Provvedimento e condizione d’ammissibilità Pag. 50 L’acquisizione Pag. 53

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L’influenza della perizia psichiatrica sulle decisioni

del giudice e su i programmi di trattamento Pag. 56 Il perito. Il suo ruolo nell’ambito del processo penale

negli anni Pag. 61 la scelta, la sostituzione e gli ausiliari del perito Pag. 65 Responsabilità del perito Pag. 69 Le operazioni peritali Pag. 72

CAPITOLO 3

Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari OPG Pag. 76 Le diverse categorie di soggetti ricoverati in OPG Pag. 89 L’OPG di Montelupo Fiorentino Pag. 92 La chiusura degli OPG Pag. 101 I progetti del dopo OPG. Le Rems Pag. 103 La realtà dei fatti. Il vero “dopo” OPG.

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Il caso di Montelupo Fiorentino Pag. 105

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