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La nuova proposta su ingredienti e tabella nutrizionale

L’etichettatura del vino 3.1 Definizione e funzioni dell’etichettatura alimentare

3.6 L’etichettatura dei vin

3.6.4 La nuova proposta su ingredienti e tabella nutrizionale

Nonostante il nuovo Regolamento 1169/2011 in materia di etichettatura alimentare, le bevande alcoliche rimangono ancora abbastanza sprovviste di una normativa specifica che le regolarizzi. Sul tema di un’etichetta nutrizionale però negli ultimi anni si è molto discusso e pare che ora qualcosa si stia muovendo. Nel marzo 2017 la Commissione Europea alla salute ha assegnato un compito a produttori e alle associazioni di vino europee: escogitare entro un anno una proposta che vada ad informare meglio i consumatori tramite l’etichettatura circa le calorie e gli ingredienti contenute nelle bevande alcoliche. L’idea doveva essere condivisa da tutte la parti e non fu propriamente spontanea in quanto furono obbligati ed in caso non fossero riusciti ad trovare una proposta degna, il compito sarebbe passato alla stessa Commissione che avrebbe quindi poi imposto il suo volere. Nei dodici mesi successi le associazioni principali europee (Copa-Cogeca, Ceev, Cevi e Efow) si sono sedute allo stesso tavolo per escogitare un documento condiviso da tutti. La proposta finale si articola essenzialmente in tre punti62:

• etichetta elettronica; • indicazione delle calorie;

• elenco degli ingredienti, ma senza lo zucchero aggiunto.

89 Con la nascita e lo sviluppo di internet e degli strumenti che ne permettono l’utilizzo in qualsiasi posto e a qualsiasi ora, anche il settore del vino vuole modernizzarsi e offrire al cliente un’esperienza di acquisto nuova, interattiva e personalizzata. Nel documento si fa riferimento all’etichetta elettronica come strumento sia per far fronte alle nuove esigenze dei consumatori, sempre più propensi all’acquisto online, sia per fornire le informazioni etichettate in tutte le lingue dei Paesi in cui il vino viene commercializzato. Non si tratta di un’indicazione obbligatoria per cui gli operatori avranno la facoltà di scelta se inserire le informazioni in etichetta o sul sito; in quest’ultimo caso essi dovranno procedere all’inserimento in etichetta di uno strumento per il collegamento facile e veloce, come un link o qr code.

Per quanto concerne l’indicazione delle calorie, la proposta è quella della dichiarazione nutrizionale armonizzata, ossia riportare in etichetta solo il valore energetico e rapportare le informazioni nutrizionali sulla base di 100 ml del prodotto che corrispondono ad una porzione, definita drinking

unit. Tale decisione può non essere del tutto consona a tutti i tipi di bevande alcoliche, in quanto se

100 ml possono risultare pochi per un vino bianco, al contrario per una vodka sono molti visto che solitamente li servono in bicchieri da 40 ml. Inoltre, con focus sul vino, ogni vendemmia è differente da tutte le altre; ogni anno, le condizioni meteorologiche incidono sull’uva e sprigionano gradazioni zuccherine diverse e di conseguenza con livelli calorici che si discostano da quelli dell’annata precedente. Ciò comporterebbe per i produttori un aumento dei costi non indifferente perché si troverebbero costretti ad ogni stagione e compiere nuovi test e a modificare le etichette dei propri prodotti63.

La lista degli ingredienti può essere formulata seguendo uno di questi modelli: elaborata in base al processo di vinificazione di un determinato vino, o di vinificazione storico o di vinificazione autorizzato. Alla base di questi modelli c’è l’obbligo in ogni caso di inserirvi le sostanze che possono causare allergie, mentre i coadiuvanti tecnologici usati per la trasformazione del vino riconosciuti dall’Oiv e le sostanze naturali che i produttori usano per regolare la composizione delle proprie uve rimangono fuori da tale imposizione.

E’ proprio su questo ultimo punto che sono nati però dei problemi. Il documento presentato al commissario UE alla salute Vytenis Andriukaitis non è stato infatti condiviso dalla cooperazione

63 Angloi M. A., 5 aprile 2018. Nuove regole di etichettatura, cosa cambia per il vino?,

90 italiana, ossia la Cia (Confederazione italiana agricoltori, Confcommercio, Confagricoltura). Ciò che ha fatto discutere riguarda proprio le sostanze che non sono risultate tra quelle obbligatorie da indicare. La parte italiana non è d’accordo sul non inserire tutte le sostanze che vanno ad incidere sul tenore naturale di zucchero nell’uva, perciò mosto concentrato rettificato, lo zucchero aggiunto al mosto per lo zuccheraggio. Questa contrapposizione deriva dalle differenze ambientali, culturali e legislative tra le zone dell’Europa mediterranea e il Nord Europa. In Italia infatti, la pratica dello zuccheraggio è vietata a differenza degli altri Paesi (ad esclusione di Spagna, Grecia, Portogallo, Cipro e alcune zone della Francia). La coordinatrice del settore Vitivinicolo dell’Alleanza, Ruenza Santandrea, sottolinea la forte contrarietà dell’Italia verso l’aggiunta di saccarosio, in quanto “tutto quello che non è derivato dell’uva dev’essere indicato” e “ritenendo di agire con la massima coerenza in difesa degli interessi della viticoltura italiana”64.

Anche la Beuc, l’organizzazione europea dei consumatori, è contraria a tale proposta che ha addirittura bocciato. Secondo questa organizzazione, la possibilità di scegliere se inserire le informazioni in etichetta o off-label è un punto di non ritorno in quanto oltre al fatto che tre consumatori su dieci ancora oggi non possiedono uno smartphone per l’accesso ad internet in ogni momento e luogo, la presa di decisione di un acquisto avviene in qualche secondo, perciò diventa impensabile che il consumatore di vino sprechi minuti alla ricerca delle informazioni presso siti web o applicazioni fuori etichetta.

Il documento è stato ascoltato dalla Commissione Europea che ora ha il compito di valutarlo e decidere come accettarlo o se chiedere delle modifiche. In ogni caso dovrà tenere conto anche di chi non ha sottoscritto tale proposta o di chi l’ha addirittura bocciata, come nel caso di Beuc.