28 Dal sito:
1.3 Principi della politica cinese verso Africa nel nuovo secolo.
1.3.1 La partecipazione alle istituzioni multilaterali: il FOCAC.
La necessità di contrastare l’unilateralismo statunitense nel periodo post-guerra fredda e il bisogno di proteggere i propri interessi nazionali hanno portato la Cina a rafforzare la sua presenza negli organismi multilaterali, i quali giocano un ruolo importante anche nei rapporti con l’Africa. Come affermato dallo stesso Wen Jiabao: “La Cina è pronta per coordinare la sua posizione con gli Stati africani per quanto riguarda la formulazione di regole economiche internazionali e accordi commerciali”. 137
Per rafforzare la cooperazione amichevole e realizzare politiche mirate per affrontare le sfide della globalizzazione, la Cina ha creato nel 2000 il FOCAC, una piattaforma per la consultazione collettiva e il dialogo volta a favorire un meccanismo di cooperazione fra al RPC e i Paesi africani, che rientra nella logica della South-South cooperation. Le caratteristiche principali di questo Forum sono: la cooperazione, l'uguaglianza e il mutuo beneficio volto a promuovere un dialogo politico e una collaborazione economica e commerciale. Tutti mezzi per raggiungere un unico obiettivo: lo sviluppo comune.138
Dal punto di vista organizzativo, la Conferenza Ministeriale del FOCAC ha luogo ogni tre anni rispettivamente in Cina e in Africa in modo alternato. A seguito della prima assemblea è stata adottata la Dichiarazione di Pechino del FOCAC e il “Programma per la Cooperazione e lo Sviluppo Sociale Sino - Africano”, due documenti fondamentali per consolidare un’ amicizia bastata sulla stabilità, l'uguaglianza e il beneficio reciproco a lungo termine139. La Seconda Conferenza Ministeriale del FOCAC si è tenuta nel dicembre 2003 ad Addis Ababa, capitale dell’Etiopia. Il meeting ha rivisto poi le follow-up actions seguite alla prima conferenza e ha adottato quello che è stato poi definito come il FOCAC Addis Ababa Action Plan (2004-2006).
La terza Conferenza merita un’attenzione particolare dal momento che si è tenuta nella capitale cinese nel novembre 2006. Per enfatizzare l’importanza dell'evento, Cina e Africa hanno elevato la Conferenza Ministeriale al livello di un vero e proprio Summit. Con queste parole, l’allora Presidente cinese Hu Jintao ha voluto inaugurare il Forum:
[...] In questa nuova era, Cina e Africa condividono interessi comuni crescenti e hanno un crescente bisogno reciproco. La nascita di un nuovo tipo di partenariato strategico tra Cina e Africa è
137 BRAUTIGAM, Deborah, "Flying geese or Hidden dragon? Chinese business and African industrial
development", in Daniel Large, Chris Alden, Ricardo Soares de Oliveira (a cura di), China return to Africa: a
rising power and a continent embrace, New York, Columbia University Press, 2008, p. 55.
138 Queste informazioni sono reperibili sul sito ufficiale del Forum: http://www.focac.org/ (24 ottobre 2015). 139 La versione integrale e in lingua originale dei documenti è disponibile sul sito ufficiale del FOCAC,
determinata dalle dinamiche di cooperazione e rappresenta la nostra volontà di promuovere la pace e lo sviluppo globale. Costruire forti legami tra la Cina e l'Africa promuoverà non solo lo sviluppo di entrambe le parti, ma anche aiutare la solida unità e la cooperazione tra i paesi in via di sviluppo e contribuire alla creazione di un nuovo ordine politico ed economico internazionale giusto ed equo. 140
Durante questa conferenza è stata adottata la Dichiarazione del Summit di Pechino del Forum sulla Cooperazione Sino-Africana e il "Beijing Action Plan (2007-2009)”, che sottolineano la volontà di stabilire e sviluppare un nuovo tipo di partnership basata sull'uguaglianza politica, la fiducia reciproca, la Win-Win cooperation e lo scambio culturale. Il presidente Hu Jintao nel suo discorso ufficiale ha annunciato otto misure essenziali per rafforzare la cooperazione tra la Cina e l’Africa e per sostenere lo sviluppo africano, che includono l'assistenza, la concessione di prestiti, la creazione di un Fondo per lo Sviluppo sino-africano, l'assistenza nella costruzione dell’ AU Conference Center and Office Complex (AUCC), la cancellazione dei debiti, lo stabilimento di zone economiche e commerciali, lo sviluppo delle risorse umane e la cooperazione in campo educativo, sanitario ecc. 141.
Il Summit di Pechino assume particolare importanza nei rapporti tra la Cina e l’Africa dal momento che si è tenuto in occasione del 50° anniversario dello stabilimento di relazioni diplomatiche con un paese africano. In questa occasione, la Cina ha promesso di duplicare gli aiuti diretti ai Paesi africani entro il 2009. In particolare , la Cina ha offerto un “pacchetto” di misure volte a favorire lo sviluppo africano, stabilendo un target di 100 miliardi di dollari per il commercio sino-africano da raggiungere entro il 2010 (di fatto questo obiettivo è stato raggiunto nel 2008). Inoltre, è stato decisodi incrementare il numero degli Istituti Confucio (Kongzi Xueyuan), un’istituzione creata dall’Ufficio “Hanban” del Ministero dell’Istruzione Cinese per la diffusione della lingua e della cultura cinese.
Il FOCAC III ha poi permesso la firma di sedici contratti commerciali riguardanti le infrastrutture, le risorse naturali, la tecnologia e le comunicazioni per un totale di 1,9 miliardi di dollari. Ad esempio, in Egitto è stato firmato un accordo per la costruzione di una fonderia del costo di 938 milioni di dollari, in Zambia un accordo sullo sfruttamento delle miniere di rame da 200 milioni, in Ghana un accordo per la costruzione di una diga da 600 milioni di dollari142. Sono seguite ulteriori promesse da parte del Presidente Hu Jintao: tre miliardi di dollari in prestiti, due milioni di crediti per le esportazioni, cinque miliardi per incoraggiare
140 Hu Jintao, Discorso inaugurale alla cerimonia di apertura del “Beijing Summit” del Forum on China-Africa
Cooperation”, Pechino, (4 novembre 2006), http://www.focac.org/eng/ltda/dscbzjhy/SP32009/t606840.htm, (10 gennaio 2015).
141
Ian TAYLOR, The Forum On China-Africa Cooperation (FOCAC), Routledge, Londra, 2011, p.72
gli investimenti cinesi nel territorio africano.143 Un altro annuncio è stato quello riguardante la creazione di fondi per lo sviluppo rivolti alla creazione di nuovi ospedali e scuole, nonché la formazione di 15.000 africani come lavoratori specializzati144.
La riposta da parte dei leader africani presenti a Pechino è stata molto positiva. Queste sono, ad esempio, le parole di Meles Zenawi, primo ministro etiope: "La Cina è un’ispirazione per tutti noi e per gli uomini d’affari africani in particolare. Ciò che la Cina dimostra al continente africano è che è davvero possibile perseguire la strada dello sviluppo economico e questo deve essere per noi fonte di incoraggiamento." 145 Anche la stampa locale non ha mancato di sottolineare gli aspetti positivi di questa cooperazione. Ad esempio, un articolo ghanese citato da Ian Taylor riportava: “Il Summit rappresenta la cornice più importante attraverso la quale Cina e Africa possono dialogare, ed elaborare strategie contro le pressioni politiche e di natura socio- economica che l’Africa deve affrontare” 146. Questo articolo poi proseguiva: “Se il Ghana avesse perso l’opportunità offerta dalla Cina [di partecipare al FOCAC III] , ciò sarebbe stato uno dei più gravi errori della politica nazionale del ventunesimo secolo con un impatto molto forte sullo sviluppo e sul progresso del Paese.” Un altro esempio è fornito da un articolo apparso su giornale Rwuandese sempre riportato dallo stesso Taylor : “I risultati sono visibili a tutti e con il FOCAC vi sono tutte le ragioni per sperare per il meglio. La Cina sembra aver successo laddove altre nazioni hanno fallito. Per cui perché non dire “Ben fatto!” a questa nuova amica chiamata Pechino?” 147.
Nondimeno, secondo la stampa sudafricana dietro queste promesse si celavano le vere intenzioni della Cina, ossia intenzioni relative allo sfruttamento da parte delle compagnie cinesi delle risorse naturali africane a discapito degli interessi del continente africano148. Per quanto riguarda le successive assemblee ricordiamo che la Quarta Conferenza si è tenuta in Egitto nel 2009 e la Quinta Conferenza nel 2012 in Cina. La Sesta Conferenza Ministeriale avrà luogo a Johannesburg, in Sud Africa, nel 2015 quando Il Forum sulla Cooperazione sino africana, festeggerà il suo quindicesimo compleanno.
In conclusione, occorre sottolineare che il FOCAC è nato come una piattaforma di incontro per promuovere l’amicizia e la cooperazione tra Cina e Africa ma anche per aumentare il prestigio e il peso della Cina nel sistema internazionale. Tuttavia, per raggiungere tali obiettivi è necessario anzitutto favorire un dialogo aperto e basato su alcuni principi
143 “Africa-China Beijing Summit”, Africa Research Bulletin, Vol. 43, N. 10, 2006, pp. 135–170. 144 Neil
FORD, “China and Africa tie the knot”, in African Business, N. 326, 2006, p.38.
145 Ian
TAYLOR, The Forum of China-Africa Cooperation, op. cit., p.73
146
Ibidem.
147 Ibidem. 148 Berry
SAUTMAN, YAN, Hairong, “Friends and Interests: China’s distinctive links with Africa”, African Studies
fondamentali tanto cari all'assemblea stessa, quali la fiducia reciproca o l'uguaglianza politica. In secondo luogo, la spinta economica deve essere riconosciuta e salvaguardata, in modo da creare in entrambi i paesi le premesse per uno sviluppo genuino e forte. La Conferenza Ministeriale del 2015 dovrà cercare di rispondere nel modo più concreto possibile alle aspettative africane e occidentali e cercare di eliminare lo scetticismo che l’Occidente nutre nei confronti dell'operato cinese. Ciò sarà possibile solo se gli obiettivi che la Conferenza si pone saranno realistici e raggiungibili.149
Nonostante il caloroso entusiasmo delle autorità sudafricane e dei leader cinesi, il FOCAC ha perso molto del suo lustro in questi quindici anni di attività150. I problemi che riguardano la relazione sino-africana non derivano tanto da quello che molti definiscono “neo- colonialismo” cinese , quanto piuttosto dalla mancanza di una “reazione” da parte africana all'intervento cinese. Il FOCAC infatti, sembra essere dominato quasi esclusivamente dalla presenza cinese.
Tuttavia, alcuni eventi degli ultimi anni suggeriscono un atteggiamento meno passivo da parte africana. Ad esempio, nel febbraio 2014 l'Unione africana ha lanciato un'iniziativa definita “Common African Position” (CAP) in risposta ai piani adottati dall'ultima Conferenza Ministeriale del FOCAC del 2012 e da realizzare entro la fine del 2015151. Tale strategia è basata su sei pilastri considerati cruciali per lo sviluppo africano come, ad esempio, l'industrializzazione e il trasferimento delle tecnologie; tutti elementi che per lungo tempo hanno caratterizzato le relazioni con la Cina, ma da cui la Cina è stata l'unica a trarne vantaggio. Vi sono poi una serie di altri fattori chiave che riguardano i diritti fondamentali dell'uomo. Il documento relativo a questa iniziativa152, – che conta cinquantatré pagine – è stato firmato da molti capi di governo africani, e segna un importante punto di partenza nell'agenda FOCAC che non vede più solo la Cina in una posizione dominante.
149
Putting the CAP in FOCAC: How African countries can get on the FOCAC train for South Africa 2015
150 Harrie
ESTERHUYSE, Putting the CAP in FOCAC: How African countries can get on the FOCAC train for
South Africa 2015, 2014,
http://www.ccs.org.za/wp-
content/uploads/2014/07/CCS_Commentary_CAP_FOCAC_Post_2015_HE_2014.pdf, (9 ottobre 2014).
151 Il Documento, in lingua inglese, è disponibile sul sito http://www.nepad.org/, accessibile tramite il seguente
link: http://www.nepad.org/sites/default/files/Common%20African%20Position-%20ENG%20final.pdf, (9 ottobre 2014).