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rassegna letteraria sul caso specifico del vaccino HP

Capitolo 5: Disegno di campionamento

5.1 La Popolazione Obiettivo

La scelta della popolazione obiettivo per la nostra ricerca si è indirizzata, alla fine di un’attenta discussione dei vari pro e dei contro, verso i genitori (il genitore con cui la bambina vive se separati o eventualmente i tutori legali) delle adolescenti da poco reclutate per la vaccinazione contro il virus del Papilloma. Tale scelta è stata maturata pensando in concreto allo scopo che ha ispirato l’indagine. Per la ricerca era importante raggiungere i responsabili ultimi del decision-making familiare relativamente alla vaccinazione anti-HPV, indipendentemente dal fatto che coincidessero o meno con le destinatarie effettive della vaccinazione, ovvero le dodicenni. Anche se in alcuni paesi europei, primo tra tutti l’Olanda, è stata ipotizzata una possibile maggiore autonomia decisionale delle ragazze eleggibili (Gefenaite et al 2012), per l’Italia non è stato evidenziato nei primi studi disponibili alcun ruolo autonomo delle destinatarie nel decision-making. È poco realistico credere che decidano autonomamente, sia per mancanza di capacità decisionale sia perché estremamente influenzabili dalle loro figure di riferimento.

Per quanto riguarda la scelta del range di coorti vaccinali da includere nell’indagine, si ritiene che l’opzione più opportuna sia quella di rivolgersi a genitori/tutori di ragazze appartenenti all’ultima coorte di nascita interamente chiamata per la vaccinazione, ovvero la generazione delle nate nel 2001 e chiamate alla vaccinazione nel corso del 2013.

La decisione da parte dei genitori per la vaccinazione contro il virus del Papilloma, nei confronti delle figlie, deve essere stata maturata e realizzata in tempi recenti, altrimenti si richiederebbe al rispondente uno sforzo di memoria troppo grande, compromettendo la veridicità dei risultati.

L’area geografica selezionata, per l’approfondimento delle conoscenze sul decision-making relativo alla vaccinazione contro il virus del Papilloma, è una provincia della Toscana, Pisa. La Toscana è tra le regioni in cui l’adesione alla vaccinazione delle dodicenni reclutate è avvenuta con maggiore convinzione rispetto alla media Italiana, raggiungendo percentuali superiori all’80% (tabelle capitolo2) grazie ad un sistema vaccinale molto efficiente che ha

Pro/contro nella scelta del campione in una singola coorte target:

VANTAGGI: Le risposte sono

più attendibili poiché non si richiede un eccessivo sforzo di memoria, scongiurando il bias

da ricordo.

Inoltre si evita di coinvolgere scuole di più gradi differenti.

SVANTAGGI: Le

informazioni ottenute sono minori, non viene sfruttata la possibilità di acquisire informazioni ulteriori nello stesso luogo e tempo. Inoltre non è possibile fare confronti tra coorti.

76 raggiunto coperture molto elevate già per le vaccinazioni pediatriche. Tuttavia per l’area della provincia di Pisa il risultato non è così soddisfacente. Questo è parzialmente conseguente al risultato molto insoddisfacente raggiunto per l’ASL di Pisa, dove la copertura anti-HPV per il 2013 si aggirava intorno al 61% (REGIONE TOSCANA Azienda USL 5 di Pisa RELAZIONE SANITARIA AZIENDALE 2013).

Tale fenomeno si può collegare al fatto che Pisa ha una storia importante di opposizione ai vaccini dovuta in particolare alla presenza di pediatri noti per il loro impegno contro le vaccinazioni.

Riteniamo comunque di grande interesse indagare le motivazioni specifiche alla base della decisione di vaccinare/non vaccinare contro il virus del papilloma umano, in quanto molte delle argomentazioni solitamente avanzate contro i vaccini delle età pediatriche (ovvero un alto rischio di danni da vaccino causa la somministrazione troppo precoce quando il sistema immunitario del bambino è ancora impreparato, contro un basso beneficio della vaccinazione che protegge da infezioni ormai rare), chiaramente non si possono sollevare nei confronti del vaccino anti-HPV. Tale vaccinazione viene infatti somministrata in età avanzata e la protezione dal virus HPV, estremamente diffuso, previene l’insorgenza di uno dei mali più comuni nelle donne, il cancro cervicale.

Per il raggiungimento della popolazione obiettivo si rendevano a questo punto disponibili due opzioni. La prima, teoricamente ottimale, consiste nel passare dalle liste dei soggetti eleggibili per la vaccinazione attraverso l’organismo che effettua la chiamata attiva, ovvero i servizi vaccinali delle varie ASL della provincia considerata. Ad ogni istante del tempo la azienda USL possiede per ogni coorte di nascita, la lista nominativa dei soggetti eleggibili con il quadro aggiornato dello stato vaccinale (ovvero chi ha aderito alla vaccinazione e chi no). Questo consente per esempio di costruire un campione stratificato per decisione realizzata (SI/NO) e campionamento casuale semplice dagli strati corrispondenti. Tuttavia questa opzione mostrava alcune complicazioni. La prima questione che si pone è ottenere le autorizzazione necessarie per ricevere le informazioni sensibili di nostro interesse. Il fine ultimo di utilizzo dei dati non è chiaramente privato e personale, al contrario lo scopo è di interesse pubblico, dunque non sarebbe stato troppo complicato ottenere le suddette autorizzazioni ma avrebbe comportato tempi piuttosto lunghi e non necessariamente una lista nominale, trattandosi di dati sensibili. Inoltre, ammesso che si raggiunga lo scopo, ossia di ottenere la lista di nomi di tutte le coorti di adolescenti interessanti per la ricerca, vaccinate e non, questa sarebbe di scarsa utilità senza un relativo contatto personale per poterle raggiungere. Un’alternativa plausibile è risalire al numero telefonico dal cognome delle

77 ragazze, ma come noto, la percentuale di telefoni fissi in Italia si è decisamente ridotta negli ultimi anni. Per tale ragione una buona fetta della popolazione target sarebbe esclusa dall’indagine riducendone la precisione. Senza considerare le ulteriori limitazioni delle indagine svolte telefonicamente, quali la mancata risposta, la difficoltà di comprensione e quindi di mancato completamento dell’intervista, oltre che tempi molto lunghi di rilevazione. La seconda opzione è quella di considerare un campionamento a grappoli delle scuole della provincia. Questa alternativa presenta alcuni svantaggi, ma anche innegabili vantaggi logistici rispetto alla opzione precedente (si veda la discussione nella successiva sezione 5.4.1). Per motivi di operatività nello svolgimento dell’indagine, localizzata idealmente nella primavera 2014, si è quindi optato per un campionamento a grappoli, concentrandosi sui genitori delle ragazzine attualmente frequentanti la terza classe della scuola media (secondaria di primo grado) della provincia di Pisa. Attraverso campionamento rivolto alla classe terza della scuola secondaria di primo grado nel corso del periodo primaverile si copre teoricamente l’intera coorte delle dodicenni chiamata alla vaccinazione nel corso dell’anno solare precedente (il 2013), dando anche un certo margine minimo di ritardo di vaccinazione per le chiamate avvenute nel corso degli ultimi mesi dell’anno.

Tenendo in considerazione questo elemento e le risorse a nostra disposizione, in termini di tempo e di costi, la cosa più semplice ed efficace era raggiungere il target di interesse per mezzo delle figlie e in particolare tramite le scuole. I questionari verranno distribuiti a tutte le ragazze iscritte nelle classi terze delle scuole selezionate, alle quali verrà chiesto di far eseguire la compilazione da uno dei genitori o da un tutore e di riportarlo a scuola entro una certa data.

5.2 I grappoli di riferimento: la popolazione scolare della secondaria inferiore