La Regione Interam erica, n a ta nel 1996 dalla riorganizzazione delle Regioni fa tta dal CG24, h a voluto rispondere allo spirito del
l ’E so rtazio n e A postolica Ecclesia in Am erica, che chiedeva di vedere il continente am ericano come u n tu tto , con le sue diffe
renze ma, nello stesso tempo, con le sue inter-relazioni.
Nella Regione ci sono 12 Ispettorie e 2 Visitatorie, in 18 paesi.
M entre due Ispettorie sono plurinazionali (ANT e CAM), altre sei
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Ispettorie sono in tre nazioni (Colombia, Messico e S tati Uniti).
Secondo le statistiche del 2005, i Salesiani sono 2.174, dei quali:
P reti, 1.496; Coadiutori P erpetui, 229; C hierici P erpetui, 102;
Chierici Temporanei, 294; C oadiutori Tem poranei, 52. I novizi sono 79. In formazione iniziale si trovano 525 Confratelli, inclu
dendo i novizi. A fine 2005 ci sono 106 prenovizi. L ’età media nella Regione è di circa 51 anni.
3.1 L a v ita d elle co m u n ità
Dopo il CG25 c’è sta ta nelle Ispettorie della Regione u n a cre
scente ed effettiva preoccupazione per rinvigorire la v ita delle Comunità. Le presenze salesiane sono, nell’insiem e, robuste e sa
ne, con uno spirito fraterno, che si esprim e nel P rogetto di Vita Com unitaria. Ѐ pure cresciuto il senso di ap p arten en za delle co
m u n ità locali all’Ispettoria e delle stesse Isp etto rie alla Congre
gazione.
Nonostante questa realtà incoraggiante, non mancano le sfide:
□ Lo squilibrio tra le risorse e le opere, che com porta il p eri
colo dell’attivism o che, spesso, p o rta alla superficialità, al
lo svuotam ento spirituale, all’individualism o, all’affievoli- m ento delle com unità, alla m ancanza di q u alità educativa pastorale, facendo prevalere ciò che è u rg en te su ciò che è m aggiorm ente im portante.
□ Si n ota talvolta, qua e là, un indebolimento della testim o
nianza evangelica della C om unità Religiosa, i cui segni so
no la tendenza all’im borghesim ento e u n a certa atonia spi
rituale, che contrastano con lo stile e il livello di vita della popolazione e con la tipica esperienza religiosa delle fasce popolari.
□ Si av v erte anche la m a n ca n za d i u n a com unicazione interpersonale p iù pro fo n d a , che favorisca la crescita nella vita spirituale dei C onfratelli e la correzione fratern a; ciò incide negativam ente sulla persev eran za delle vocazioni.
□ L a difficoltà d i trovare Direttori di C om unità che siano anim atori della vita spirituale e pastorale della com unità religiosa e della CEE D iventa endemico il caso di D irettore
Economo, con conseguenze negative per u na saggia anim a
zione.
3.2 L a F orm azion e
Nelle Isp e tto rie c’è v era preoccupazione p er la form azione iniziale. Ogni Isp etto ria - ad eccezione di CAN - h a u n num ero di prenovizi che v aria tr a 1 e 24. Alcune Ispettorie hanno il p re
noviziato della d u ra ta di due anni, anche se re sta chiaro che il prenoviziato come tale è la ta p p a di preparazione im m ediata per fare la prim a esperienza di v ita salesiana.
I noviziati sono 11 (8 ispettoriali e 3 interispettoriali), con un m inim o di 2 novizi e u n m assim o di 12 per noviziato.
Ci sono 12 postnoviziati, di d u ra ta triennale, dei quali solo il postnoviziato di O range (SUE) è interispettoriale, essendoci un a collaborazione tr a le due Ispettorie degli S tati U niti e la Visita- to ria del C anada. Dei 12 postnoviziati, 9 hanno u n centro sale
siano di stu d i proprio, gli a ltri inviano i postnovizi in U niversità non salesiane. I postnovizi coadiutori norm alm ente svolgono lo stesso curricolo di studi filosofici e pedagogici dei Salesiani chie
rici.
Come accade in altre Regioni, anche nella “In teram erica” il tirocinio n on è sem pre capito e realizzato come u n a v era fase form ativa. Q uesto si traduce nella poca attenzione al cammino form ativo del giovane confratello e n ella scelta no n sem pre m ira ta delle com unità che possano offrire u n buon accompagna
m ento sp iritu ale e pastorale.
Riguardo alla form azione specifica dei Salesiani che s ’incam m inano al presbiterato, nella Regione ci sono adesso due centri salesiani di studio, uno in C entro Am erica e uno a G uadalajara (MEG), t u t t i e due affiliati a ll’UPS. N ella Zona A ndina si sta
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facendo u n processo di riflessione a riguardo della form azione in questa fase, per cercare u n a maggiore collaborazione interispet- toriale, al fine di g aran tire u n a maggiore id e n tità e qualità. A Caracas gli studenti frequentano un centro intercongregaziona- le di studio (ITER), aggregato all’UPS e con u n a forte presenza di professori salesiani. In a ltre Ispettorie, infine, i C onfratelli frequentano centri di studio non salesiani. T u tti questi centri di studio concludono il primo ciclo con il baccalaureato riconosciuto ecclesialmente.
Riguardo alla formazione specifica del Salesiano Coadiutore, l’esperienza del C entro Regionale p er il Salesiano C oadiutore (CRESCO) di San Salvador, p o rta ta avanti con fru tto in questi anni, non sem bra attu alm en te essere sufficiente p er soddisfare le urgenze della formazione specifica dei coadiutori. P er questo è già iniziata u n a riflessione da p arte della Commissione Regionale di Formazione e degli stessi Isp etto ri per tro v are u n a soluzione unica, considerati il num ero rid o tto di giovani coadiutori e le vicinanze culturali e linguistiche del continente am ericano.
Ѐ cresciuta nelle Ispettorie la preoccupazione p er offrire u n a formazione perm anente più sistem atica. In alcune Ispettorie si sono istituzionalizzati i corsi periodici per i Confratelli, tenendo conto delle diverse fasce di età. Insiem e con questo cresce la cura degli Esercizi S pirituali a n n u ali come u n m om ento forte della vita spirituale per ogni Confratello (Cost. 91). Già dal sessennio scorso le Ispettorie hanno elaborato u n “Piano di qualificazione dei C onfratelli”, che è stato a ttu a to parzialm ente p er le difficoltà di trovare personale per le opere.
Nella Regione si trovano due C entri di Form azione P erm a
nente: l’“In stitu te of Salesian S tu d ies” (ISS) di Berkeley (SUO) ed il “C entro Salesiano Regional de Formación P e rm a n e n te ” con sede a Quito (ECU). Il prim o si trova sotto la responsabilità del
la Ispettoria di San Francisco ed è aperto ai C onfratelli di lingua inglese di qualsiasi Regione; l ’altro dipende dalle Ispettorie del
la Regione p er quanto rig u ard a il personale e i m ezzi economici.
T ra i problem i che si trovano nell’am bito della formazione si possono indicare i seguenti:
- Da u n a p a rte la scarsità d i vocazioni, in contrasto con il grande num ero di giovani in questi Paesi e l’hum us reli
gioso presen te nell’am biente sociale, e, dall’altra, la fra g i
lità vocazionale, che si rende palese nel fatto che in alcune Ispettorie il num ero dei Confratelli usciti h a superato il n u m ero dei Confratelli e n trati.
- A questo si aggiunge la già citata sproporzione tra opere e Salesiani, che p o rta sovente a rid u rre al minimo le équi- pes form ative o all'accorpam ento di fasi formative, o alla insufficiente qualificazione dei Confratelli. T u tto questo rende più u rg en te il bisogno di u n a maggiore collaborazio
ne e di u n a comune ricerca di soluzioni. In modo particola
re, i cen tri di studio (specialm ente per la form azione teolo
gica) richiedono grande qualità accademica e hanno bisogno di u n forte investim ento di personale qualificato. U n altro elem ento che m erita forte attenzione da p a rte di tu tti è la form azione alla Salesianità, che è piuttosto debole.
3.3 L a P a s to ra le G iovan ile
N ella Regione i Confratelli, messi alla prova da ingenti pro
blemi di tipo sociale, cu ltu rale e religioso, spiccano per u n g ran
de dinam ism o pastorale. La presenza salesiana diventa sovente sostitutiva dello Stato, lì dove questo non riesce a g aran tire il be
nessere sociale (abitazione, impiego, educazione, salute). In altri casi, invece, lo Stato favorisce la missione salesiana attraverso dei sussidi p e r la scuola, i cen tri d ’avviam ento al lavoro, l’a tte n zione ai ragazzi in condizioni di rischio.
Dopo il CG23 c’è stato u n grande sforzo per l’elaborazione del Progetto Educativo-Pastorale, che quando viene assunto diventa u n a vera guida per la realizzazione della missione. Capita spesso però che il P E P S n on h a u n ’incidenza reale, sia p er la m ancanza d’itin e ra ri form ativi, sia perché è dim enticato nella pratica o non è stato aggiornato.
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In questi ultim i anni è cresciuta, nella m en talità e nella p ra tica, la “prospettiva di attenzione della m arg in alità”,3 che im pli
ca tre aspetti: l’attenzione preferenziale ai giovani in situazione di rischio, l’a p ertu ra di tu tte le opere verso le situazioni di diffi
coltà e m arginalità giovanile, la form azione alla sensibilità so
ciale ed all’impegno per trasfo rm are le situazioni di ingiustizia.
C iononostante, è necessario in ten sificare questo sforzo in cre
m entando le s tru ttu re ad hoc p er gli em arginati, aprendo di più le nostre opere affinché riescano ad avere u n a vera incidenza sul territorio, formando ad u n a v era cittadinanza attiva, im pegnata nella costruzione di u n a società più giusta e fratern a.
Dopo il CG24 si è incom inciato a costruire nelle opere la Co
m u n ità Educativo-Pastorale (CEP) ed il suo Consiglio, chiam ato ad essere un vero nucleo anim atore con attiv a partecipazione dei laici, anche se in alcuni casi lo si riduce a u n ’équipe di lavoro. Da anni la Regione ha visto u n a crescita in certi processi pastorali m ed ian te il coordinam ento regionale delle scuole, del setto re em arginazione e dei Delegati p er la Pastorale Giovanile.