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SFIDE E PROSPETTIVE DI FUTURO

Nel documento Presentazione della Regione Interamerica (pagine 45-50)

Le opere sa lesia n e

4. SFIDE E PROSPETTIVE DI FUTURO

Alla fine della presentazione di q u esta Regione vorrei in d i­

viduare quelle che ritengo essere le principali sfide che essa deve affrontare e quindi le prospettive di futuro. Prendo spunto e ispi­

razione della citazione del profeta Isaia che h a ispirato il titolo di questa mia lettera: «Voi che cercate il Signore guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati e stra tti»

(Is 51,1). È questo u n richiamo a to rn are alle origini, all’id en tità carismatica, alla fedeltà vocazionale, alla spinta apostolica con la passione del “Da m ih i anim as ” di Don Bosco e dei fondatori della presenza salesiana in questa zona del mondo.

Innanzitutto, la Regione è chiam ata ad irro b u stire l ’identità salesiana di consacrati apostoli degli stessi C onfratelli e delle comunità, affinché possano testim oniare la loro sequela radicale di Cristo e realizzare la m issione con ardore apostolico.

Giovanni Paolo II aveva incom inciato a p arlare dell’urgenza, per tu tta la Chiesa, di u n a nuova evangelizzazione. Questo è u n

compito u rg e n te che, u n ito a quello dell 'educazione alla fede, dovrà far sì che i valori del Vangelo siano assim ilati e assu n ti per­

so n alm en te e si p assi da u n a b o n tà n a tu ra le a scelte di fede veram ente coscienti ed interiorizzate. U n impegno che po rti a prom uovere il processo di trasform azione dell’Am erica L atin a (cf. Documenti di M edelltn e di Puebla), a lavorare per la prom o­

zione um ana ed a contribuire alla costruzione di u na cultura alter­

nativa c en trata nelle persone e non nelle cose (Santo Domingo), affinché i nostri popoli possano trovare in Gesù Cristo il cam m i­

no per la conversione, la comunione e la solidarietà (Ecclesia in America).

T u tto questo h a m olto a che vedere con la form azione dei S a lesia n i, che deve a iu ta re i C onfratelli a p u rificare ed approfondire motivazioni, ad assum ere personalm ente i valori, a fare consapevolm ente delle scelte e, dunque, ad organizzare la v ita atto rn o agli im pegni della vita religiosa salesiana assunta.

E ssa deve fornire loro robustezza teologica e culturale. Ѐ neces­

sario perciò tro v a re soluzioni in terisp etto riali per le com unità form atrici e p er i cen tri di studio salesiani. Non sem bra che le singole Isp e tto rie abbiano la capacità né le risorse p er essere all’altezza della loro responsabilità in questo campo. La form a­

zione specifica e la specializzazione dei Salesiani coadiutori sono p u re re a ltà da approfondire.

P er affro n tare queste sfide io propongo ai Confratelli della Regione, m a anche a tu tta la Congregazione, i seguenti orienta­

m enti:

4.1 T estim oniare il p r im a to d i Dio tr a i giovan i nel mondo d ’oggi

La complessità del tem po presente richiede il ritorno continuo a ll’origine della n o stra vita apostolica: Dio. Ciò com porta la r i­

scoperta della propria vocazione come progetto di vita centrato in Cristo e la passione per la missione p er “essere segni e portatori dell’am ore di Dio ai giovani, specialm ente i più poveri” (Cosi. 2).

IL RETTOR MAGG IORE 49

Al fine di m a n te n ere qu esto “alto grado di v ita c ris tia n a ordinaria” abbiam o bisogno di “program m are la n o stra s a n tità ” (E. Viganò), ta n to a livello personale come com unitario. Perciò risu lta indispensabile curare:

□ La vita spirituale della c o m u n ità : il p rim ato assoluto di Dio deve esprim ersi in u n a profonda esperienza di fede condivisa e vissuta nel quotidiano.

□ La funzione animatrice del Direttore, la cui prim a respon­

sabilità è appunto quella di prom uovere la crescita voca­

zionale dei Confratelli, incoraggiare la fedeltà della Co­

m u n ità Religiosa e anim are la C om unità Educativo P asto ­ rale (cf. Cost. 55).

4.2 R ig en era re D on Bosco e la su a p a ssio n e d el “D a m ih i a n im a s ”

È molto im portante, per ciascuna delle opere, elaborare ed applicare il proprio progetto, nel quale vengano definite e ch iari­

te quelle p rio rità strategiche di evangelizzazione e di educazione alla fede che m eglio rispondano alle u rg en ze della situ azio n e giovanile nella Regione, e le m isu re p ratich e p er ren d erle poi effettivam ente operative. Ciò presuppone lo studio e la p ratica delle Costituzioni e la realizzazione della missione con gioia, con­

vinzione ed efficacia.

Il criterio che può co rrettam en te guidare tale discernim ento sarà la riscoperta di Don Bosco, uom o mistico e profetico, e l ’as­

sunzione vitale delle sue grandi convinzioni: 1) l’im portanza del­

la cura della gioventù povera ed abbandonata; 2) il valore dell’e­

ducazione come mediazione che può effettivam ente trasfo rm are la società; 3) la necessità di coinvolgere il maggior num ero di p er­

sone nel progetto di salvezza dei giovani.

4.3 R isign ificare le n ostre presen ze n ella Regione, so sp in ti d a lla opzione p e r i n o stri d e s tin a ta r i p re fe re n zia li

4 L ’opzione per la gioventù povera, abbandonata e in situazione di rischio psico-sociale è s ta ta u n a preoccupazione di Don Bosco e della sua famiglia spirituale apostolica fino ad oggi. I giovani sono il centro della n o stra missione e la n o stra ragione d ’essere;

i loro bisogni e aspirazioni devono determ inare il tipo di presenza che offriamo loro. Di conseguenza, non im porta tan to il m an te­

nim ento delle s tru ttu re quanto la loro validità educativa, signi­

ficatività sociale ed efficacia evangelica.

Q uesta convinzione ci dovrebbe condurre a ris tru ttu ra re le opere esistenti per continuare la n o stra presenza in form a nuo­

va, dove già ci troviamo, e, se necessario, creare altre nuove realtà di servizio e di apostolato. U n criterio fondam entale p er miglio­

ra re la significatività delle n ostre presenze è la costituzione di com unità consistenti, sia p er il num ero dei Confratelli, sia p er la loro qualità. A ciò si deve aggiungere l ’u rg en za di generare u n a più grande com unione e partecipazione con la Famiglia Salesia­

n a e con i laici n o stri collaboratori, p er creare nuovi modelli di gestione delle opere.

P iù in concreto, la n o stra proposta educativa e pastorale oggi va espressa seguendo l’attu azio n e delle seguenti linee:

□ In tutte le nostre opere e presenze si deve a ttu a re u n nuovo stile di presenza e di accoglienza di tu tti, con u n servizio educativo integrale centrato sulla persona, la promozione di u n a cu ltu ra della solidarietà e l ’impegno per la giustizia e la trasform azione della società.

L ’attenzione ai più poveri non si può ridurre, dunque, a u n settore di alcune opere di c aratte re sociale; è piuttosto u n a linea trasv ersale che in teressa tu tte le presenze. Ciò porta, necessariam ente, a in terro g arsi sul tipo di cultura

4 In altre L ettere ci sono o rie n ta m e n ti concreti p er la risignifìcazione delle presenze (cf. ACG 385, p. 26; ACG 387, p. 50-52).

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che si propone nelle scuole, nelle parrocchie, nei centri gio­

vanili e oratori, nei centri di azione sociale.

□ Nelle opere specifiche nel campo d e ll’em arginazione gio­

vanile dobbiamo offrire ai giovani in difficoltà delle rispo­

ste concrete, entro un cam m ino di crescita integrale.

Queste opere o attiv ità richiedono com petenza professio­

nale, program m i specializzati, collaborazione con a ltre agenzie e istituzioni civili, e il superam ento di u n a form a individuale di operare. Qui ci vuole u n a m aggiore in teg ra­

zione delle iniziative e dei C onfratelli nel P rogetto O rga­

nico Ispettoriale.

4.4 C rea re s in e r g ia , m e tte n d o in sie m e s fo r z i, m e z z i e im pegn i p e r r e a liz z a r e e sp erien ze in co lla b o ra zio n e

Oggi più che m ai è fondam entale crescere in solidarietà e col­

laborazione inter-ispettoriale nei diversi settori, al servizio della vita e della m issione salesiana. La società, in genere, e i giovani, in particolare, h an n o il d iritto di vedere che siam o u n gruppo solidale, che opera in comunione, lavora in re te e realizza u n pro­

getto condiviso.

Parafrasando le parole di G esù ai suoi discepoli n e ll’U ltim a Cena, io vi invito ad “essere u n a sola cosa”, “u n cuore e u n ’an i­

m a”, perché i giovani credano che siam o sta ti inviati loro da Dio (cf. Gv 17,21). Ciò com porta di passare da u n a m en talità di Isp et­

to ria a u n a m e n ta lità di Regione e di Congregazione. N on dob­

biamo dim enticare m ai che quello che im p o rta è Don Bosco e la sua presenza sul territo rio , e che t u t t a l ’organizzazione e tu tte le s tru ttu re sono al servizio della m issione. Oh q u an to vorrei sentire e contem plare questa disponibilità e q u esta unità!

CONCLUSIONE

Concludo, Cari Confratelli, invitando tu tti a vivere, con ap er­

tu ra di cuore e generosità di impegno, questo tem po di riconci­

liazione e conversione che è la Quaresim a, in modo che sia libe­

ra di prorom pere nella n o stra vita la gioia della R isurrezione del Signore e noi possiamo m ettere a frutto la novità di vita che ci è s ta ta resa possibile da Gesù Cristo con il suo m istero pasquale e l’effusione dello Spirito Santo nei nostri cuori.

Il n o stro fu tu ro d ip e n d erà dalla n o stra fedeltà alle n o stre origini. Da qui la v alidità dell’appello del profeta ripetuto, oggi, a tu tti noi: “Voi che cercate il Signore guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti”.

M aria aum enti la n o stra capacità di contem plare con sguardo limpido e puro il disegno originale di Dio su ciascuno di noi e su tu t t a la n o stra Congregazione e ci ottenga la grazia di saperci e volerci figli che cercano solam ente di fare la volontà del Padre.

' D o n P a s c u a l C h à v e z V A f Rettor Maggiore gr

Nel documento Presentazione della Regione Interamerica (pagine 45-50)

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