2. GLI OBIETTIVI DI SISTEMA E LE AZIONI
2.2 LA PROMOZIONE DELLA SALUTE COLLETTIVA: STRATEGIE DI PREVENZIONE
Innovare il sistema della prevenzione
La strategia generale di prevenzione si fonda sulla rimozione/riduzione dei fattori di rischio nonché sulla possibilità di intervenire in fasi iniziali di malattia attraverso la diagnosi precoce.
L’OMS ha evidenziato come nelle società più avanzate il maggiore guadagno di salute possa essere ottenuto potenziando le attività di prevenzione e favorendo il mantenimento del benessere psicofisico.
Coerentemente con i principi generali sopra espressi, le attività di prevenzione devono essere considerate un sottoinsieme delle azioni tese alla promozione della salute, che sono necessariamente il frutto della partecipazione e del coordinamento di più attori, non tutti appartenenti al sistema sanitario, che si pongono l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di politiche in grado di aumentare i livelli di salute della comunità.
In questa ottica i servizi dei dipartimenti di prevenzione debbono accettare la sfida che la evoluzione della società e la percezione della salute che i cittadini vanno sviluppando pongono loro, passando da una logica spesso basata ancora sull’erogazione di attività e prestazioni tradizionali e in parte condizionata da vincoli burocraticolegislativi ad un approccio che ponga al centro i soggetti che della prevenzione debbono beneficiare.
Il PSN 20062008 ha evidenziato le strategie che assicurano l’efficacia delle azioni di prevenzione e della promozione attiva della salute, che possono essere sintetizzate come segue:
definizione dei bisogni e identificazione delle priorità, sulla base dei dati epidemiologici coinvolgendo le altre istituzioni, le rappresentanze dei cittadini, i portatori di interessi collettivi ed il mondo della produzione;
sinergie tra “reti sanitarie” e altre reti istituzionali per progettare e porre in essere azioni di sistema;
metodologia della Evidence Based Prevention per garantire l’appropriatezza degli interventi e la valutazione di efficacia degli stessi;
applicazione delle normative come strumento necessario, ma non esaustivo, per il raggiungimento di obiettivi di salute, e non già come finalità principale dell’ azione istituzionale;
strategie per una comunicazione coerente ed efficace;
definizione, fin dalla fase di progettazione, di un sistema di verifica dei risultati.
Gli assi portanti del sistema della prevenzione, intorno ai quali questo Piano intende sviluppare i propri interventi, sono rappresentati dalla corretta impostazione delle priorità, dall’integrazione delle strutture e dei servizi, dalla intersettorialità attraverso il coinvolgimento di attori anche al di fuori dello specifico “sanitario” per il potenziamento di attività di educazione alla salute e il raggiungimento della piena consapevolezza da parte dei cittadini nell’adesione alle campagne di prevenzione primaria e secondaria.
Affinché i servizi dei dipartimenti di prevenzione, nell’arco del prossimo triennio, possano diventare punti nodali della rete per la promozione della salute è necessario che, pur continuando a mantenere un’attenzione costante alle funzioni di «vigilanza»
e «controllo» attribuite loro dal mandato istituzionale, adeguino il loro modello organizzativo alle nuove esigenze di salute e organizzino e sviluppino azioni privilegiate in maniera integrata e in collaborazione con gli altri snodi della rete.
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n quest’ottica, uno specifico obiettivo del sistema della prevenzione è la realizzazione di un modello organizzativogestionale che preveda una stretta relazione tra la struttura del sistema deputata alla programmazione e realizzazione degli interventi il Dipartimento di Prevenzione – e la struttura dedicata alla produzione e alla elaborazione dei dati del sistema – l’Unità di Statistica ed Epidemiologia delle Aziende Sanitarie Locali ai fini di un’efficace azione di supporto alla Direzione strategica, attraverso la restituzione di un quadro completo dei bisogni e dell’offerta di salute sul territorio di competenza. Tale modello deve dialogare, attraverso uno scambio biunivoco di dati e procedure, con l’Osservatorio Epidemiologico Regionale e con le altre strutture regionali impegnate sul tema della prevenzione per costruire la sintesi delle conoscenze e delle criticità a livello regionale, fornendo le necessarie informazioni alle strutture preposte per la valutazione del sistema e la pianificazione degli interventi.
Nello specifico rappresentano quindi un obiettivo strategico del presente Piano Sanitario la realizzazione di un sistema informativo regionale integrato per la prevenzione, che, attraverso la realizzazione di una infrastruttura di rete, colleghi funzionalmente i Dipartimenti di Prevenzione, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, l’ARPA Puglia, l’Assessorato regionale alla Salute e l’Osservatorio Epidemiologico Regionale e garantisca la condivisione in tempo reale dei dati nonché il soddisfacimento dei debiti informativi istituzionali.
Un modello come quello descritto deve essere finalizzato a garantire:
lo sviluppo delle competenze epidemiologiche nella prevenzione collettiva;
la promozione di azioni concertate e condivise che potranno sfociare in Piani integrati per la salute, progetti di lavoro comuni tra i vari operatori della prevenzione dentro e fuori il sistema sanitario;
la valutazione dell’efficacia e dell’impatto sulla salute delle attività di prevenzione.
Il sistema informativo dei dipartimenti di prevenzione
Il Piano per la Sanità Elettronica ha preso atto che il processo di informatizzazione dei dipartimenti di prevenzione ha risentito e risente ancora oggi delle modificazioni al quadro normativo europeo e nazionale con riflessi sia sulla organizzazione dei servizi sia su compiti, competenze e gestione dei processi di informatizzazione.
Alla luce delle esigenze complessive di informatizzazione il Piano per la Sanità Elettronica ha evidenziato la necessità di giungere alla definizione di un modello di informatizzazione univoco su base regionale per i dipartimenti di prevenzione.
Tale esigenza imprescindibile si pone come rilevante al fine di far compiere anche ai dipartimenti di prevenzione quel salto di qualità nella realizzazione di un sistema informativo univoco su base regionale così come sta avvenendo per gli altri dipartimenti territoriali (Salute Mentale, Dipendenze Patologiche) interessati da iniziative e progetti regionali di informatizzazione.
La strutturazione di un sistema informativo di tipo “dipartimentale” è quindi prioritaria per permettere di coniugare la gestione delle diverse attività svolte dai servizi dei dipartimenti di prevenzione (attività di vigilanza e controllo, di prevenzione, di profilassi vaccinale, gestione degli iter amministrativi ed autorizzativi) mediante una soluzione che deve assicurare anche l’integrazione con i sistemi informativi sanitari regionali ed aziendali e l’apertura all’interscambio di dati con altri enti (ad esempio con comuni, INAIL, INPS, ARPA, ecc.).
· Gestione informatizzata delle anagrafi vaccinali. Nell’ambito del Piano Regionale di Prevenzione 2005 2007 la Regione Puglia ha previsto il
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finanziamento del processo di informatizzazione della gestione delle vaccinazioni, sulla base del progetto specifico sviluppato dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Usl di Taranto. Nell’ambito delle iniziative legate all’attuazione del Piano Regionale della Prevenzione viene realizzata la fornitura della versione web del Sistema di Gestione Informatizzata delle Anagrafi Vaccinali (GIAVA) a tutte i Servizi Vaccinali e l’attivazione di uno specifico centro servizi regionale.
Insieme alla realizzazione del centro servizi e, di conseguenza, all’unificazione delle banche dati aziendali in una unica banca dati regionale, l’allineamento anagrafico consente di potenziare le funzioni di programmazione e monitoraggio regionale ed aziendale nonché le indagini ed analisi statistiche ed epidemiologiche.
La gestione informatizzata degli ambulatori vaccinali assicura l’allineamento con l’Anagrafe degli Assistibili del SISR e con le Anagrafi Comunali per l’aggiornamento tempestivo dei dati sui nuovi nati e livelli di integrazione con gli altri sistemi informativi regionali e aziendali con particolare riferimento al Fascicolo Sanitario Elettronico, alla refertazione degli esami ed alla scheda sanitaria individuale.
· Sistema Informativo delle Malattie Infettive. Quale supporto alle attività di notifica obbligatoria delle malattie infettive e diffusive di cui al Decreto del Ministero della Sanità del 15 dicembre 1990 la Regione Puglia adotta, nel corso della vigenza del Piano Regionale Salute e nelle more dell’avvio delle funzionalità NSISR Puglia, il Nuovo Sistema Informativo delle Malattie Infettive predisposto dal Ministero della Salute e già sperimentato in altre regioni. Le funzioni di coordinamento e di tenuta e aggiornamento dell’archivio regionale delle notifiche di malattia infettiva diffusiva sono svolte dall’Osservatorio Epidemiologico Regionale.
· Sistema informativo per la gestione delle attività di riconoscimento della condizione di invalido civile, cieco civile, sordo e degli stati di handicap.
In relazione agli obiettivi ribaditi dalla legge regionale n.26/2006 di abbattimento dei tempi di attesa per l’accertamento delle condizioni di invalidità civile, cecità, sordità nonché per la definizione dello stato di handicap (legge n.104/92) e delle condizioni di disabilità che danno diritto ad accedere al sistema per l’inserimento lavorativo dei disabili (legge n.68/99) ed in coerenza con le priorità individuate dal Piano per la Sanità Elettronica, si rende indispensabile strutturare un livello uniforme per la gestione informatizzata dell’iter amministrativo e medicolegale delle attività di accertamento da parte delle commissioni organizzate nell’ambito dei dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie locali.
La realizzazione di un modello uniforme regionale di informatizzazione prevede l’integrazione con l’Anagrafe degli Assistibili e con le altre aree applicative NSISR e la creazione della banca dati Aziendale e/o Regionale dei soggetti in favore dei quali è stato effettuato l’accertamento delle condizioni suddette.
Inoltre, l’utilizzo di tecnologie web potrà assicurare l’integrazione con gli altri Enti coinvolti nell’iter amministrativo (Comuni, Commissioni di Verifica, INPS, ecc…).
· Sistema informativo per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali
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La Regione Puglia partecipa alla costruzione del Sistema informativo nazionale integrato per la prevenzione nei luoghi di lavoro avvalendosi, quali strumenti operativi, degli attuali Flussi informativi INAILISPESLRegioni, dei dati relativi al Repertorio nazionale infortuni mortali e gravi, delle risultanze dell’attività di Monitoraggio nazionale 626, del Registro nazionale mesoteliomi (ReNaM) e del costituendo Registro Nazionale degli Agenti chimici, del Sistema informativo MALPROF sulle patologie correlate al lavoro, del Registro nazionale Malattie professionali (ex D. Lgs. 38/2000) istituito presso INAIL e dei dati della Borsa Continua nazionale del lavoro del Ministero del lavoro e della P.S. Si opererà per un nuovo sistema informativo che, partendo dal protocollo d’intesa INAILISPESLRegioni del luglio 2002 ed attualizzandone i contenuti e le attività, attraverso la partecipazione diretta del Ministero della salute e del Ministero del lavoro e della previdenza sociale realizzi il Sistema informativo nazionale della prevenzione. Per ottenere un diffuso ed omogeneo utilizzo del patrimonio informativo esistente saranno realizzate specifiche iniziative nell’ambito della convezione sottoscritta dalla Regione Puglia con l’INAIL il 4 agosto del 2006, sui temi della comunicazione del rischio e dell’aggiornamento del personale degli SPESAL, valorizzando le esperienze formative nazionali e regionali già consolidate. Alla programmazione regionale derivante dalle specificità territoriali, si affianca la programmazione di azioni su tutto il territorio nazionale, concordate tra i livelli di governo centrale e di governo territoriale, con il metodo indicato dal Patto per la Salute nei luoghi di lavoro di cui al DPCM del 17/12/07.
· Sistema informativo per i servizi veterinari
La gestione delle anagrafi zootecniche attraverso la Banca Dati Nazionale dell'I.Z.S. di Teramo, unitamente all'I.Z.S. di Foggia, responsabile dell'Osservatorio Epidemiologico Veterinario della Regione Puglia, saranno utili strumenti per una puntuale conoscenza della popolazione animale, in termini di consistenza e di distribuzione territoriale che restano i presupposti essenziali per :
a) una corretta programmazione degli interventi in base ai rischi sanitari ed una più equa ripartizione delle risorse sia finanziarie, che umane ; b) una più facile gestione e un più facile controllo degli allevamenti e
degli interventi sanitari programmati;
c) garantire la tracciabilità degli animali e dei loro prodotti;
d) consentire agli operatori del settore (allevatori) di accedere ai contributi Comunitari previsti.
Sviluppare le competenze epidemiologiche nella prevenzione collettiva L’identificazione dei rischi nonché dei fattori determinanti che incidono sullo stato di salute e la valutazione dei nuovi bisogni emergenti sono strumenti essenziali per:
a) monitorare l’evolversi dello stato di salute della popolazione, b) definire le priorità di intervento;
c) misurare i risultati delle azioni messe in campo.
I cambiamenti avvenuti nel campo della prevenzione determinano la necessità di potenziare le competenze epidemiologiche dei servizi dei dipartimenti di prevenzione, che appartengono al loro patrimonio culturale ma sono andate negli anni progressivamente sbiadendosi, anche a causa del fatto che gli operatori spesso hanno assunto, come riferimento principale per il proprio lavoro, un insieme di norme
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e regolamenti, piuttosto che una lettura attenta e specifica del territorio in cui si trovano ad operare.
Lo sviluppo di una cultura epidemiologica in seno al Dipartimento di Prevenzione deve quindi divenire uno strumento utilizzato trasversalmente dagli stessi, per programmare strategie di intervento su una base consolidata di conoscenza dei rischi e dei danni consentendo quindi una migliore allocazione delle risorse sia umane che finanziarie, in linea con quanto espresso precedentemente.
In tal modo il Dipartimento di Prevenzione può quindi:
§ fornire un contributo strategico alle Direzioni Aziendali attraverso la descrizione dello stato di salute della popolazione di riferimento e la valutazione dei bisogni di una società in rapida trasformazione
§ indirizzare le proprie attività verso la progettazione di azioni innovative, finalizzate al raggiungimento di obiettivi di salute condivisi con altri soggetti competenti
§ sostenere il processo di valutazione dell’efficacia di tali azioni, sulla base delle evidenze.
Orientare le attività dei dipartimenti di prevenzione alla Evidence Based Prevention/Evidence Based Public Health
L’esigenza di dimostrazione dell’efficacia degli interventi sanitari si sta diffondendo a tutti i livelli del sistema sanitario, con l’elaborazione di linee guida e raccomandazioni per la buona pratica clinica. Anche nel campo delle misure di prevenzione, sia che esse agiscano a livello del sistema regolatorio, a livello della comunità o del singolo individuo, la valutazione dell’efficacia dell’intervento, basata su prove empiriche, è ritenuta un requisito indispensabile (Evidence Based Public Health).
Nella Legislazione Italiana si sono stratificate nel tempo norme che impongono l’adozione di misure rivolte alla prevenzione di malattie o alla tutela della salute, basate su idee dominanti nella comunità scientifica di epoche antecedenti, ma attualmente non più ritenute valide, oppure basate sulla necessità di difesa da pericoli per la salute non più attuali (certificato di sana e robusta costituzione, di idoneità psicofisica, libretto di idoneità sanitaria per alimentaristi, certificazioni per la medicina scolastica). Nella pratica queste norme generano attività rituali percepite dai cittadini come un inutile aggravio burocratico. D’altra parte queste attività costituiscono uno spreco di risorse per la comunità e per il servizio sanitario, generando una perdita di credibilità per il servizio sanitario.
È necessario che le pratiche di prevenzione siano giustificate dalla esistenza di prove che dimostrino la loro efficacia. Tali prove possono essere rintracciate nella letteratura scientifica o possono essere raccolte promuovendo programmi di ricerca applicata come previsto dalle Linee Guida sui Dipartimenti di Prevenzione emanate dalla Conferenza Stato Regioni il 25 luglio 2002.
L’evoluzione della normativa comunitaria, statale e regionale nel campo del superamento delle procedure obsolete in capo ai dipartimenti di prevenzione richiede pertanto uno sforzo continuo alle direzioni dei dipartimenti e degli interventi di riorientamento delle attività, di formazione del personale e di comunicazione corretta all’utenza.
Si tratta di impostare un processo decisionale che, invece di lasciarsi influenzare da esigenze a breve termine (crisi, emergenze contingenti o preoccupazioni di gruppi di interesse organizzati), punti più decisamente, nella formulazione delle politiche e nell’attuazione dei programmi, su considerazioni a lungo termine fondate sulle prove di efficacia. I criteri da adottare nell’individuazione delle politiche di prevenzione
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dovrebbero pertanto basarsi su un processo decisionale che assicuri quanto meno i seguenti passaggi:
q analisi del contesto socio sanitario, con la definizione dell’importanza della problematica presa in esame in termini di entità del problema sanitario a livello di comunità;
q motivazione della scelta degli interventi oggetto di valutazione;
q individuazione ed esposizione delle prove di efficacia per ciascun intervento proposto;
q evidenziazione del nesso tra le prove di efficacia e le raccomandazioni formulate;
q definizione di criteri di valutazione dell’efficacia degli interventi e di standard di riferimento normalizzati ed omogenei.
Oltre che sotto il profilo clinico, il monitoraggio dell’appropriatezza in un Dipartimento di Prevenzione può essere esercitato anche sotto il profilo organizzativo.
Esercitare il governo clinico in materia di appropriatezza organizzativa in un Dipartimento di Prevenzione significa costruire sistemi capaci, in relazione ad un bisogno o ad una richiesta, di interrogare l'organizzazione in via preventiva e di verificarla, relativamente a:
q opportunità di fornire una risposta singola o un percorso;
q tipologia del percorso (dedicato di Servizio, integrato tra servizi di sanità pubblica diversi, integrato con altri servizi sanitari o con altri Enti);
q tipologia di professionisti da impiegare, secondo criteri di competenza, capacità ed efficienza;
q equità nell'accesso alle pratiche di sanità pubblica (attesa della domanda o
"prassi non di attesa", cioè ricerca, stimolo ed orientamento).
L’EBP rappresenta uno degli elementi culturali che caratterizzano la sanità pubblica, accanto all’epidemiologia, all’integrazione professionale e sociale, alla comunicazione e al miglioramento di qualità. Questi elementi culturali sono indispensabili per sostenere un riorientamento della prevenzione dall’adempimento burocratico al lavoro programmato per conseguire obiettivi di salute, utilizzando anche nuovi criteri di semplificazione burocratica e la valorizzazione di esperienze di utilizzo integrato delle professionalità quale ad esempio quella rappresentata dallo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP).
Promozione di azioni integrate
Le esigenze e le criticità delineate rendono necessaria la messa in atto di una nuova strategia che si concretizza attraverso il perseguimento di obiettivi di sistema che possono essere sintetizzati come segue:
· promuovere l’integrazione e l’interdisciplinarietà, tra le diverse strutture operative dei Servizi di Prevenzione e tra queste e le altre macrostrutture delle Aziende Sanitarie, attraverso lo sviluppo di rapporti sinergici con tutte le strutture regionali che perseguono l’obiettivo del miglioramento della sicurezza sanitaria, della qualità della vita e dell’ambiente, nelle sue diverse componenti (Osservatorio Epidemiologico Regionale, Istituto Zooprofilattico Sperimentale, ARPA Puglia), per costruire risposte adeguate ad obiettivi di salute complessi.
Il Coordinamento dei Responsabili dei Dipartimenti di Prevenzione deve rappresentare la sede propria di questo processo, che troverà la sua piena attuazione attraverso interventi formativi, elaborazione di programmi interaziendali, adozione di protocolli operativi comuni.
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In questo senso va richiamata la necessità di sviluppare azioni integrate con i Medici di Medicina Generale e/o i Pediatri di Libera Scelta rivolte a promuovere stili di vita e comportamenti per la salute, privilegiando la funzione di counseling che costoro possono mettere in campo;
· privilegiare il lavoro per obiettivi, piuttosto che per compiti.
Questa modalità di operare dovrà trovare concreta realizzazione nei Piani integrati per la salute: una volta individuato l’obiettivo di salute da raggiungere, tenuto conto delle priorità emerse dalla lettura del contesto territoriale, in termini di stato di salute della popolazione, umana ed animale, e di qualità dell’ambiente, ed espresse attraverso il consenso e la condivisione di soggetti con pari dignità, deve essere messo a punto un progetto di lavoro comune nel quale vadano definiti responsabilità e compiti, sia tecnici che gestionali, stabiliti i tempi di realizzazione, individuate le modalità di verifica dell’efficacia degli interventi stessi.
Integrazione fra tutela ambientale e sanitaria
Sul tema della interrelazione tra ambiente e salute, l'OMS (WHO Regional Office far Europe, Division of Technical Support 2 th Determinants), nel 1993, introduce e definisce il concetto di environmental health, comprendendovi gli effetti sulla salute
inclusa la qualità della vita che sono determinati da fattori fisici, chimici e biologici presenti nell'ambiente. Nel medesimo concetto si ritrova, altresì, il riferimento "alla teoria e alla pratica dei sistemi di conoscenza, correzione, controllo e prevenzione di questi fattori, in grado di indurre potenziali effetti negativi sulla salute delle generazioni presenti e future". Una gestione moderna di "environmental health" ed in particolare la valutazione delle conseguenze da esposizione ad inquinanti di natura chimica, fisica e biologica quale causa e/o concausa di patologie acute e croniche, deve basarsi, necessariamente, su conoscenze multidisciplinari integrate in grado di:
caratterizzare la fonte puntuale e/o diffusa di contaminazione;
determinare la pericolosità dei contaminanti;
definire la trasmissibilità attraverso i media ambientali;
valutare i possibili effetti sulla salute umana.
Questi quattro punti, introducono, di fatto, l'innovativo concetto di Valutazione Integrata Ambientale Sanitaria che rappresenta il naturale sviluppo evolutivo del passaggio da una attività centrata sulla malattia ad una, sicuramente più moderna,
Questi quattro punti, introducono, di fatto, l'innovativo concetto di Valutazione Integrata Ambientale Sanitaria che rappresenta il naturale sviluppo evolutivo del passaggio da una attività centrata sulla malattia ad una, sicuramente più moderna,