• Non ci sono risultati.

LA RETE DELLA FORMAZIONE

Nel documento Consiglio Regionale della Puglia (pagine 187-191)

Area Materno Infantile  min

4.  LA RETE DELLA FORMAZIONE

4.1 RAPPORTI REGIONE e UNIVERSITA’: il sistema della ricerca e della  formazione a supporto del Sistema Sanitario Regionale 

L’applicazione di un piano che ha l’intendimento di proporre ai cittadini pugliesi e agli  operatori  della  sanità  un  percorso  che  produca  salute  e  non  si  limiti  a  cercare  di  affrontare le sfide poste dal cambiamento della patologia (si pensi al problema della  cronicità) nei puri termini di aumento dell’offerta prestazionale,  diventa velleitaria se  non  coinvolge  il  luogo  istituzionalmente  dedicato  alla  formazione  di  base  e  specialistica dell’intera platea degli operatori sanitari. 

Nel rispetto delle reciproche competenze, infatti, non si può ritenere che il ruolo delle  facoltà  mediche  e,  in  definitiva  delle  Università  Pugliesi,  possa  essere  limitato  a  quello  fin  qui  svolto  attraverso  il  pur  delicato  apporto  che  le  Aziende  Ospedaliero­ 

Universitarie di Bari e di Foggia offrono all’erogazione dei servizi di diagnosi e cura  della  Regione,  rapporto  pesantemente  normato e  che  vede  in  atti  diversi  dal  piano  (protocolli  d’intesa)  la  pratica  soluzione  delle  problematiche  presenti,  nel  rispetto  della  gradualità  del  percorso  clinico­assistenziale  e  del  ruolo  dei  policlinici  come  centri  di  terzo  livello.  In  questo  senso,  il  disegno  strutturale  della  rete  formativo­ 

assistenziale deve orientare le modalità di presenza delle Università all’interno della  rete periferica, allo scopo di ottimizzare i corsi di professione sanitaria e alleggerire il  peso  assistenziale  dei  Policlinici,  ampliando  al  contempo  l’offerta  didattica  nei  confronti  dei  medici  e  degli  specialisti  in  formazione  (per  questi  ultimi  la  recente  introduzione  dei  contratti  di  formazione­lavoro  in  sostituzione  delle  borse  di  studio  apre scenari nuovi di rapporto condiviso). 

Identificare  nuovi  paradigmi  di  riferimento,  nell’ottica  da  un  lato  (quella  degli  operatori)  delle  equità,  efficienza  ed  efficacia  (nell’ambito  delle  quali  rientra  la  appropriatezza,  che  di  esse  è  un  prodotto  derivato,  privo  di  valenza  ontologica)  e  dall’altro (quello della utenza) di una maggiore consapevolezza del valore generale e  specifico del Piano, significa ragionare sul contributo culturale più che tecnico che il  Sistema della Formazione è in grado di innestare. 

La stessa integrazione socio­sanitaria  che tiene conto della centralità della persona  (e delle sue fragilità) non può che vedere, per gli aspetti di interazione fra azioni che  riguardano  l’intero  Governo  Regionale,  la  valorizzazione  delle  conoscenze  presenti  nel Sistema Universitario pugliese. In pratica, un percorso che includa la promozione  della   salute in tutte le politiche, come ampliamento del ragionamento sulle politiche  della  salute,  ha  bisogno  di  un  coinvolgimento  ampio  di  tutte  le  risorse  intellettuali  disponibili. 

Occorre  quindi  stabilire  insieme  il  percorso  attraverso  cui  il  piano,  già  nella  fase  dell’articolazione  in  azioni  programmatiche,  possa  avvalersi  di  contributi  organizzati  sia  per  quanto  attiene  la  contestualizzazione  degli  interventi,  sia  per  quel  che  riguarda monitoraggio e valutazione, senza trascurare l’apporto possibile in termini di  reingegnarizzazione delle funzioni del management, così come chiarito nella sezione  dedicata alla formazione. 

Essendo  le  realtà  locali  differenziate  per  caratteristiche  strutturali,  logistiche  ed  epidemiologiche,  il  modello  metodologico  (formativo  e/o  assistenziale)  deve  avere  non  soltanto  valore  di  committenza  forte,  ma  contemporaneamente  piegarsi  alla  contestualizzazione  che  solo  gli  strumenti  affinati  della  conoscenza  accademica  consentono.  La  costruzione  di  una  nuova  attività  di  formazione  e  ricerca  della  Regione,  da condursi con una condivisione piena con le  Università,  individua come  luoghi privilegiati:

· la  istituzione  di  un  Osservatorio  regionale  –  con  la  partecipazione  anche  di  componenti  designati  dalle  università  pugliesi  ­  deputato  al  coordinamento

_____________________________________________________________________ 

__________________________________________________________________ 

P i a n o   R e g i o n a l e   d i  S a l u t e   2 0 0 8 ­ 2 0 1 0  183 

210  delle  iniziative  regionali  in  materia  di  progetti  nazionali  ed  internazionali  nonché al monitoraggio dei prodotti della ricerca scientifica biomedica

· l’implementazione del Gruppo Operativo per l’Educazione Continua in Sanità  recentemente avviato con progetto finanziato con componenti designati dalle  Università pugliesi

· i protocolli di intesa Regione­Università disciplinano i rapporti tra i due Enti  in  materia  di  assistenza,  formazione  medica  specialistica  e  delle  professioni  sanitarie, anche in deroga a quanto previsto nel presente Piano. 

4.2 La formazione continua degli operatori della salute 

I  limiti  culturali  di  una  pianificazione  sanitaria  sono  quelli  di  adattare  il  sistema  sanitario ai contesti che cambiano, un esempio sono proprio i Progetti Obiettivo che,  nella loro strutturazione, sono solo delle soluzioni immediate a bisogni contingenti, e  che  invece  rappresentano  un  forte  elemento  di  distrazione  nella  ricerca  di  altre  soluzioni.  La  programmazione  sanitaria  non  deve  tener  conto  solo  del  rapporto  bisogno/risorse, ovvero adattare le risorse ai bisogni, ma per essere innovativa, deve  trovare  soluzioni  che  potenziano  la  sostenibilità  del  sistema  sanitario.  Per  sostenibilità  del  sistema  si  intende  una  politica  di  promozione  della  salute  (intesa  quale  "capitale  naturale")  che abbia    l'obiettivo  di  governare  la  crescita  della  spesa  anche attraverso lo "sviluppo della salute" e non solo più di renderla compatibile con  le risorse disponibili. 

Tutto  ciò  rientra  nella  considerazione  certa  che  in  sanità  la  salute  non  cresce  direttamente con la spesa sanitaria e che non cresce più di tanto anche se si spende  di∙ più. L'osservazione che ne scaturisce è che la salute deve essere vista come una  risorsa  da  salvaguardare.  Per  potenziare  la  funzione  di  sostenibilità  del  sistema  sanitario  e  quindi  sviluppare  salute,  è  necessario  far  accrescere:  le  conoscenze,  cerniera  sempre  più  fondamentale  tra  le  varie  componenti  della  società,  le  competenze,  i  programmi,  la  politica,  e  le  istituzioni.  Alla  luce  di  queste  considerazioni  di  carattere  generale,  la  Regione  Puglia  promuove  la  centralità  dell'uomo nel sistema socio­sanitario. Mettere al centro l'uomo vuol dire farlo sentire  protagonista del benessere suo e degli altri, secondo quanto enunciato dalla Carta di  Ottawa, il documento che è il fondamento della promozione della salute. La Regione  Puglia  affronta  il  problema  della  sostenibilità  del  sistema  sanitario  e  quindi  della  politica di sviluppo della salute, sia con processi di formazione manageriale continua,  sia attivando campagne informative di promozione alla salute, per migliorare lo stato  di  benessere  e  la  qualità  della  vita  dei  cittadini.  Di  seguito  sono  indicate  le  linee  generali delle attività da svolgere: 

a)  Processi  formativi  rivolti  a  tutti  i  “portatori  di  interessi”  del  sistema  sanitario  che  utilizzano  modelli  e  paradigmi  culturali  innovativi  per  gestire  e  generare  nuove  competenze.  Tutti  gli  attori  sono  chiamati  a  collaborare  ad  un  progetto  di  comune  interesse ed insieme devono ispirarsi sia sul piano culturale ad attuare una politica di  sviluppo  sostenibile,  sia  sul  piano  metodologico  ad  applicare  i  principi  del  pensiero  sistemico, che consente di passare da un approccio  unilaterale,  ad uno pro­attivo e  multidimensionale. 

b)  Campagne  di  informazione  di  promozione  alla  salute  quale  strumento  per  ridimensionare  i  bisogni  sanitari,  spesso  artificiosamente  dilatati  da  una  scorretta  informazione. Sul territorio nazionale esiste già la Rete Italiana degli Ospedali per la  Promozione  della  Salute  (Health  Promoting  Hospital  ­  HPH),  che  rappresenta  il  tentativo promosso dall'Organizzazione  Mondiale  della  Sanità di  introdurre  nell'area  dell'assistenza ospedaliera i principi e i metodi della promozione della salute, intesa  come "processo che mette in grado le persone e le  comunità di avere un maggiore

_____________________________________________________________________ 

__________________________________________________________________ 

controllo sulla propria salute e di migliorarla". 

Si  deve  pertanto  "attivare"  e  diffondere  un  processo  culturale  e  metodologico  in  grado  di  consentire al  management  del  sistema sanitario  di  ripensare  e  rifondare  il  rapporto con la comunità, vista come un soggetto politico e quindi con delle precise  responsabilità,  come  premessa  del  processo  di  cambiamento  e  di  sviluppo.  La  strategia  è  quella  di  sviluppare,  con  l'ausilio  di  una  metodologia  sistemica,  una  cultura della sostenibilità del sistema sanitario agendo su più livelli di intervento. 

Nel  Piano  della  Salute  la  formazione  assume  il  ruolo  di  “promuovere  la  centralità  dell’uomo  nell’organizzazione  socio­sanitaria,  attraverso  una  formazione  sanitaria  che  utilizzi  modelli  e  paradigmi  culturali  innovativi,  per  gestire  e  generare  nuove  competenze”. 

La Legge Regionale n. 25 del 3 agosto 2006 relativa ai “Principi e organizzazione del  Servizio    Sanitario  Regionale”  rappresenta  uno  strumento  che  cerca  di  modificare  profondamente  il  Sistema  Sanitario  Regionale  Pugliese  adeguandolo  all’evoluzione  culturale, sociale e professionale avvenuta nel corso di questi ultimi anni. 

L’obiettivo è quello di “attivare” un processo culturale con modelli formativi innovativi  che favoriscano la conoscenza di metodi, tecniche di management e che rafforzino la  capacità  di  tutta  la  struttura  dirigenziale  e  di  promuovere  nella  società    valori  importanti, intesi in termini ampi e multidimensionali, di benessere e qualità della vita. 

La  Regione  Puglia,  alla  stregua  di  molte  altre  regioni  italiane,  e  sulla  spinta  del  programma di Educazione Continua in Medicina (E.C.M.), ha avviato un processo di  sviluppo  professionale  continuo,  che  costituisce  per  ogni professionista del  sistema  socio­sanitario una necessità. 

Il modello punta quindi sulla persona, sulla possibilità di valorizzare la formazione sul  campo, e non sugli apparati di sistema. 

Questo  modello  intende  incoraggiare  la  trasformazione  dell’attività  formativa  in  un  processo di “sviluppo professionale continuo” che costituisca l’effettivo strumento per  migliorare le  competenze e le abilità cliniche­assistenziali,  tecniche,  managiariali e i  comportamenti degli operatori sanitari partecipi al progresso scientifico e tecnologico. 

Nasce  l’esigenza  di  un  Organismo  Regionale  per  la  Formazione  Sanitaria  della  Regione Puglia, con la partecipazione della componente universitaria, che coordini  tutte le attività di formazione al fine di garantire l’adeguatezza dei processi formativi  alla  tipologia  degli  individui  da  formare,  sviluppando  i  filoni  dell'andragogia  e  dell'apprendimento delle organizzazioni. 

La  ‘mission’  è  quella  di  attivare  meccanismi  che  permettano  alle  organizzazioni  aziendali,  attraverso  la  rete  degli  uffici  formazione,  di  trasformarsi  in  un  “learning  centre”, cioè una organizzazione capace di creare, acquisire e trasferire conoscenze,  trasformare queste ultime in competenze e rispondere alle esigenze di tutti gli attori  che  ruotano  intorno  al  Sistema  Sanitario  Regionale.  Per  fare  ciò  è  necessario  sviluppare  un  progetto  di  formazione  aziendale  che  sia  conforme  agli  obiettivi  strategici  dell'azienda  ed  a  quello  del  piano  sanitario  regionale  e  nazionale,  che  affronti  globalmente  i  problemi  posti  al  personale  (da  quelli  di  tipo  economico­ 

finanziario  a  quelli  cognitivo­comportamentali),  che  favorisca  una  circolazione  capillare di conoscenze di difficoltà progressivamente crescenti, che sia condiviso dai  dipendenti dell'azienda ospedaliera, favorendone l'interazione. 

L’Organismo  Regionale  per  la  Formazione  Sanitaria  ha  come  strumento  a  supporto  per  le  sue  attività  su  territorio  regionale  la  messa  in  rete  degli  uffici  formazione  delle  Aziende  Sanitarie  attraverso  un  progetto  specifico  di  implementazione delle attività degli uffici formazione. 

La messa in  rete degli uffici formazione rappresenta di per sé già una ‘innovazione  tecnologica’ tesa a creare le basi per una nuova condizione culturale che consentirà

_____________________________________________________________________ 

__________________________________________________________________ 

P i a n o   R e g i o n a l e   d i  S a l u t e   2 0 0 8 ­ 2 0 1 0  185 

210  di  saper  usare al  meglio  le  conoscenze  che  si acquisiscono  e  che si  devono  saper  trasformare  in  chiave  produttiva,  per  creare  nuove  forme  di  conoscenza  e  cultura,  rappresenta  l’avvio  del  modello  “sviluppo  professionale  continuo”  (Continuos  professional development ­ Cpd). 

Le attività che l’Organismo deve svolgere sono: 

1.  Verificare  la  presenza  dei  requisiti  per  l’accreditamento  dei  provider  delle  aziende sanitarie. 

2.  Effettuare  l’analisi  dei  bisogni  formativi,  ridisegno  del  sistema  dell’offerta  formativa  e  rilettura  delle  organizzazioni  per  individuare  le  figure  sulle  quali  investire  (cultura  della  formazione  e  approccio  alla  formazione)per  la  realizzazione  di  un  Piano  di  Formazione  Regionale,  espressione  dei  Piani  Formativi delle aziende sanitarie. 

3.  Avviare il processo di sviluppo professionale continuo (Cpd ). 

4.  Rilevare i dati degli uffici di formazione per la stesura del Rapporto Regionale  sulla formazione nelle aziende sanitarie e diffondere l’informazione scientifica. 

5.  Costruire  una  banca  dati  comprensiva  dei  bisogni  espressi  e  delle  attività  svolte,  in  grado  di fornire,  attraverso dei  parametri  di  riferimento  (costi  della  formazione,  conteggio  giornate  formazione,  standard  di  qualità  per  gli  interventi  formativi  tradizionali  e  innovativi,  qualità  dei  formatori,  ecc.),  le  indicazioni  per  incrementare  l’efficacia  e  la  qualità  del  nostro  Sistema  formativo,  anche  attraverso  una  più  attenta  distribuzione  delle  risorse  pubbliche. 

6.  Rendere  l’offerta  più  congrua  e  finalizzata  a  differenti  percorsi  di  aggiornamento professionale del personale  sanitario  operante nelle strutture  e nel territorio di competenza. 

7.  Razionalizzare  ed  ottimizzare  le  risorse  strutturali  ed  i  fondi  assegnati  alle  singole  Aziende  Sanitarie,  in  considerazione  di  percorsi  formativi  omogenei  distribuiti su tutto il territorio regionale. 

8.  Ottimizzare la gestione dei fondi a disposizione per la Formazione Continua. 

9.  Attivare  sinergie  tra  il  mondo  sanitario,  il  mondo  accademico,  gli  istituti  di  ricerca,  gli  ordini  professionali  e  le  associazioni  professionali  (attraverso  la  Commissione Regionale E.C.M.). 

10. Programmare,  coordinare  ed  organizzare  progetti  di  Alta  Specialità  interaziendali  ed  aziendali  di  formazione  residenziale,  a  distanza  (FaD)  ed  attuata nelle singole sedi di appartenenza del personale. 

11. Creare uno standard omogeneo del modello FaD in tutta la Regione. 

12. Attivare  programmi  di  educazione  alla  salute  sia  per  i  professionisti  della  sanità che per i cittadini attraverso delle campagne informative (sostenibilità). 

13. Programmare  percorsi  formativi  dedicati  ai  Formatori,  con  l’obiettivo  di  assicurare  congruenza  ed  uniformità  dei  processi  di  formazione  continua  e  obbligatoria del personale sanitario. 

14. Programmare ed attivare, in sinergia con altre realtà locali ed extra­regionali,  Corsi di Formazione Manageriale per promuovere e facilitare l’applicazione di  nuovi  modelli  gestionali­organizzativi  previsti  dalla  programmazione  regionale. 

15. Verificare la ricaduta della formazione sull’organizzazione del sistema socio­ 

sanitario. 

16. Monitorare  i  risultati  professionali  ottenuti  con  “il  cambiamento”,  che  si  traducono in valore aggiunto per l’organizzazione.

_____________________________________________________________________ 

__________________________________________________________________ 

Nel documento Consiglio Regionale della Puglia (pagine 187-191)