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La rassegna veneziana al volgere del secolo

CAPITOLO SECONDO: DAGLI ANNI NOVANTA AD OGG

2.5 La rassegna veneziana al volgere del secolo

Dal 1999 al 2001 il responsabile della Mostra è il critico cinematografico Alberto Barbera. L’idea di Barbera è quella di organizzare una Mostra all’insegna della continuità ma anche dell’innovazione, attenta ai nuovi linguaggi artistici, alle tendenze inedite e agli autori

32 ASAC, Fondo Storico, Serie cinema, Busta 2850: “Venezia 97: M-Z”.

33 ASAC, Fondo Storico, Serie cinema, Busta 2778: “Fascicoli dei film della sezione Prospettive”. 34 ASAC, Fondo Storico, Serie cinema, Busta 2779: “Fascicoli dei film della sezione Prospettive”.

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emergenti, senza trascurare i cineasti già consolidati e le star affermate. La rassegna viene divisa in sei sezioni, ciascuna con la propria identità: Venezia 56, destinata ai film in concorso; Cinema del presente, sezione non competitiva che include le opere innovative e le principali tendenze contemporanee; la vecchia sezione Mezzanotte che viene rinominata Sogni e visioni e presenta film spettacolari destinati al grande pubblico; Nuovi territori, riservata ai film con un formato diverso da quello standard; Corto-cortissimo, competizione di cortometraggi; Settimana Internazionale della Critica, con sette opere prime scelte dal sindacato nazionale critici cinematografici.

La 56ª edizione della Mostra vede il cinema cinese nuovamente protagonista e i due film in concorso portano a casa i due maggiori riconoscimenti: Zhang Yimou vince il Leone d’oro con il film Yige dou buneng shao一个都不能少 (Non uno di meno, 1998) e Zhang

Yuan vince il Leone d’argento per la miglior regia con il film Guonian huijia 过年回家 (A

casa per Capodanno / Diciassette anni, 1999). Nello stesso anno l’attrice hongkonghese Maggie Cheung (già vista a Venezia in Dung che sai duk e Zhongguo hezi) era invitata al Lido come membro della giuria, presieduta da Emir Kusturica.

Il film di Zhang Yimou, tratto dal racconto Tianshang youge taiyang 天上有个太阳 (A sun in the sky / Un sole nel cielo) di Shi Xiangsheng 施祥生, narra la storia di una ragazzina,

assunta come supplente in una scuola elementare di un villaggio rurale, alla quale viene raccomandato di far in modo che nessuno dei suoi studenti abbandoni gli studi; quando uno dei bambini va a cercare lavoro in un centro urbano lei decide di andare a recuperarlo, rischiando di venire fagocitata dalla grande città. Tra i film di Zhang Yimou Yige dou buneng

shao è quello che più si avvicina a Qiu Ju da guansi per l’ambientazione nelle zone rurali

settentrionali, le protagoniste testarde e determinate ma soprattutto per l’estetica del realismo documentaristico. Per Yige dou bu neng shao, Zhang si spinge a scegliere tutti attori non professionisti e mantiene i loro veri nomi per quelli dei personaggi. Inizialmente l’idea del regista è di presentare la pellicola a Cannes, ma secondo Gilles Jacob (direttore del festival) il film, nonostante indubbi meriti artistici, è da considerarsi un mero veicolo di propaganda governativa. Zhang, dopo aver ritirato il film dal festival, scrive a Jacob una lettera in cui critica la percezione ingenua e distorta che hanno molti spettatori occidentali nei confronti dei

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film cinesi, considerati semplicemente o filo- o anti-governativi; una logica secondo cui gli uni dovrebbero essere scadenti mentre gli altri, quelli “proibiti”, interessanti35.

La notizia del ritiro del film di Zhang Yimou da Cannes giunge sino alle orecchie del direttore Barbera che in maggio si trova a Pechino per visionare dei film e incontrare il regista.

16/6/1999

From Barbara Robinson (Columbia Pictures Film Production Asia) to Alberto Barbera: I wanted to follow up on my conversation yesterday with Angela and confirm that after discussion with Zhang Zimou, we have decided we would like to have Not one less in the competition section in Venice. Zhang Yimou is very clear on the circumstances of the festival, including other possible films competition, and has indicated that he would be very happy and proud to have his film in this year’s competition selection.36

Il film viene perciò ufficialmente invitato in competizione:

July 20, 1999

RE: NOT ONE LESS by Zhang Yimou

Venezia 56 – In Competition

Dear Madam, dear Sirs,

I am extremely glad to confirm that the above film is officially invited in Competition at the 56th Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, to be held in Venice from September 1 to 11, 1999.

I should like to remind you that your participation at the Mostra will be confirmed by filling in and signing the enclosed entry-form, to be sent back as soon as possible to my Office in Venice by fax and by mail.

I SHOULD ALSO LIKE YOU TO KEEP THIS INFORMATION STRICTLY CONFIDENTIAL AND NOT TO MAKE IT PUBLIC UNTIL OUR PRESS CONFERENCE AT THE END OF JULY.

Thank you in advance for your cooperation and for contributing to the success of this 56th edition of the Mostra with your participation. My offices are at your disposal for any further information.

35 S.H.Lu, “Chinese Film Culture at the End of the Twentieth Century”, in S.H. Lu, Chinese-Language Film:

Historiography, Poetics, Politics, University of Hawaii Press, 2004, p.126

36 Il film è stato prodotto da Guanxi Film Studio in association with Beijing New Picture Distribution Company

e coprodotto da Columbia Pictures Film Production Asia.

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Looking forward to meeting you personally in Venice, I should like to extend my best regards to you.

Alberto Barbera37

L’entrata di Guonian huijia come ultimo titolo della competizione rischia di scatenare un caso diplomatico. Il film, infatti, nonostante abbia già superato le tre prove richieste dalla censura (approvazione della sceneggiatura, etichetta di uno studio cinese, verifica che quanto girato corrisponda al copione) in luglio non ha ancora ottenuto il visto per poter apporre l’etichetta ufficiale Cina. Ciò significa che se il film non riceve l’approvazione cinese, potrebbe comunque partecipare al concorso utilizzando il marchio italiano, dal momento che la pellicola è montata da Jacopo Quadri ed è prodotta da Marco Müller per Fabrica (Benetton - Toscani) con il concorso della Rai e dell’Istituto Luce. La produzione estera pone svariate questioni relative ad una possibile vittoria, che sarebbe potuta risultare in egual modo attribuibile alla patria del regista e al Paese che l’ha prodotto e fatto partecipare alla Mostra.

Secondo Zhang Yuan il tentennamento del governo centrale nel dare il permesso ufficiale è in larga parte dovuto al fatto che il regime non accetta la presenza di nessun’altro film che possa ostacolare la partecipazione di Zhang Yimou, con la sua apologia moralmente educativa di una giovane maestra e della sua odissea per strappare uno studente dalle grinfie della città e riportarlo alla scuola del paese. Niente di più lontano dalla storia di Zhang Yuan, il quale, ispirandosi a un fatto di cronaca, racconta di un’adolescente che in uno scatto d’ira uccide accidentalmente la sorellastra e viene per questo condannata. In questo modo il regista porta lo spettatore all’interno delle carceri cinesi, mostrando le condizioni dei detenuti e il loro processo di rieducazione. Tuttavia a disturbare maggiormente il Film Bureau è probabilmente il messaggio che traspare dal breve viaggio che compie la donna quando le viene accordato un permesso di tre giorni per buona condotta per passare il Capodanno con i suoi genitori. Dopo ben diciassette anni di reclusione trova un Paese completamente trasfigurato e per lei quasi irriconoscibile, che non può non incutere un certo timore: un palese paragone, quindi, con le condizioni in cui versa la Repubblica Popolare di quegli anni38.

Per ottenere il permesso di girare all’interno delle prigioni ed incontrare i detenuti, Zhang Yuan aveva dovuto collaborare con le autorità, ma nonostante questo aveva ancora

37 ASAC, Fondo Storico, Serie cinema, Busta 2857: “Fascicoli dei film in concorso e fuori concorso 1999”. 38 Cfr. http://archiviostorico.corriere.it/1999/agosto/31/Venezia_pronta_via_scoppia_caso_co_0_9908311531.shtml (15.10.14).

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bisogno dell’approvazione del Film Bureau affinché il film potesse essere presentato ufficialmente ad un festival internazionale.

27/07/1999 […]

I am writing this urgent letter for you because of the following reasons.

1. Good news. The Film Bureau and the censors have approved the film today on the whole, and they praised the film quite a lot.

2. But the film needs three small cuttings. These idiots asked for very stupid cuttings with some very unreasonable excuses. And the cuttings and changes have already been done in the afternoon today. Please don’t worry now. These cuttings and changes won’t change much of the film.

3. One important suggestion. As Mr. Zhang Yuan has talked to Mr. Marco Müller on the phone today, we think it would be better if the Venice Film Festival would postpone the time of announcing the film in competition. You all might have knows about the damned stupid film regulations in China, which stipulates that any Chinese film should not be submitted to international film festival before the completion of the film, nor before the approval from the Film Bureau. We will surely get the approval, the certificate of approval to be released domestically and internationally on around August 5th, 1999. If the film is announced in the competition before we have the certificate, we are afraid the Film Bureau will give us a hard time. It will be difficult for us to present the film at the Venice Film Festival. We will get the certificate for sure.

4. Just as Mr. Marco Müller has known, there is someone in China who won’t be happy to have another Chinese film in competing with his. Here in Beijing, we have tried all means working very hard to fight for the film, for our rights. Now everything looks fine to our side.

Please contact me if you have anything unclear. My home number […]

Thank you very much for understanding. All the best,

Shan Dongbing

On behalf of Zhang Yuan39”

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Nonostante l’eliminazione di tre sequenze il visto della censura non arriva e il film viene invitato a Venezia sotto la bandiera italiana (in Cina viene distribuito solo a partire dalla primavera successiva).

28/07/1999 Dear Mr. Barbera

It is very urgent about the official invitation for the film SEVENTEEN YEARS (Guonian huijia).

Please send an official invitation of the film in the competition at the coming Venice Film Festival to the Xi’an Film Studio at the attention of Mr. Zhang Peimin (Director of the studio) and Mr. Zhang Yuan (director of the film). The studio will apply for the Film Bureau for the permission to participate the film in Venice Film Festival. Just send the original invitation again to Mr. Zhang Peimin indicating the date of invitation as NOW IN EARLY AUGUST.

Here’s the address of the Xi’an film studio: […]

Please fax the invitation before you send via courier. Kindest regards,

Shan Dongbing

On behalf of Zhang Yuan40

La giuria viene colpita dalla forza emotiva dei film cinesi, preferendoli ad altre opere di autori già affermati come Campion, Garrel, Leigh.

Per quanto riguarda i film fuori concorso, nella sezione Nuovi territori viene presentato il film taiwanese San ju zhi lian 三桔之恋 (The love of three oranges / L’amore delle tre melarance, 1999) del regista teatrale Hung Hung 鸿鸿 (Yan Hongya 阎鸿亚) che, senza alcun

riferimento all’opera di Sergej Prokofiev, racconta di giovani di Taipei negli anni Novanta, e il cortometraggio Shetong 蛇童 (Boy serpentine / Ragazzo serpente, 1999) del regista sino-

australiano Tang Heng, che vince come miglior cortometraggio nella categoria Corto- cortissimo41.

40 ASAC, Fondo Storico, Serie cinema, Busta 2857: “Fascicoli dei film in concorso e fuori concorso 1999”. 41 ASAC, Fondo Storico, Serie cinema, Busta 2807: “Nuovi territori, corto cortissimo, eventi speciali”.

68 03/08/1999:

I am writing to you to ask if Boy-serpentine could be officially labelled as Australia-China rather than the other way round. The reason for this is because recently there has been confusion amongst the film community as to where the film comes from. Boy-serpentine is about the life of Chinese-Australians thus is in my intention for the audience to understand that it is set in Australia42.

L’anno successivo non è altrettanto fortunato per il cinema sinofono. A Venezia 2000 partecipano tre film: Laulin piupiu 榴莲飘飘 (Liulian piaopiao / Durian durian, 2000) del

regista hongkonghese Fruit Chan (Chen Guo 陈果) e Zhantai 站台 (Platform / Pensilina, Jia

Zhangke 贾樟柯, 2000) in concorso e il gangster movie di Tsui Hark Seon lau jik lau 顺流逆 流 (Shunliu niliu / Con la corrente, contro corrente / Time and tide, 1999) nella sezione Sogni

e visioni.

Fruit Chan si può considerare come il regista dell’handover, dal momento che realizza una vera e propria trilogia dedicata al passaggio di Hong Kong alla Repubblica Popolare. Chan mostra con stile documentaristico ciò che il ritorno alla Cina ha significato per milioni di cittadini (soprattutto per quelli dei ceti meno abbienti), raccontando la disoccupazione, l’immigrazione clandestina, la prostituzione e mostrando le contraddizioni della società hongkonghese al volgere del secolo. Nel caso di Laulin piupiu, Chan porta sullo schermo le storie di due immigrate cinesi (una lavapiatti e una prostituta) a Hong Kong.

Jia Zhangke, invece, si può inserire tra le fila della Generazione urbana, anche se nel 1997 (quando Jia si diploma in Letteratura filmica all’Accademia del Cinema di Pechino), i cineasti della Generazione urbana hanno già raggiunto una certa notorietà. La sua carriera è probabilmente più legata alla tecnologia digitale, che si stava diffondendo alla fine degli anni Novanta e che permetteva una maggiore libertà di movimento, dando la possibilità di lavorare in modo più discreto e quindi più autonomo, fuori dagli stabilimenti e senza bisogno di autorizzazioni, con troupe ridotte e budget minimi. In quest’ambito il regista si distingue da subito per originalità e talento. Jia segue le orme di Zhang Yuan sia nelle modalità di produzione (indipendente dagli studi statali), sia nell’estetica del realismo critico post-

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socialista43 (cercando di mostrare la realtà di fondo aldilà delle rappresentazioni ideologiche che la distorcono), ma se ne allontana nella scelta dei personaggi. Se nei film di Zhang Yuan la marginalità degli individui viene infatti orgogliosamente rivendicata, in quelli di Jia Zhangke, essa è solamente una conseguenza delle nuove dinamiche economiche degli anni Novanta, che privano gli individui di una rete sociale in grado di proteggerli. Ad accomunare tutti i registi della Generazione urbana, in fondo, è un’estetica che Chris Berry definisce come

jishizhuyi 及时主义 (“realismo immediato”

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) e Zhang Zhen come xianchang 现场 (“sulla

scena”45), in riferimento alla componente di spontaneità e improvvisazione immancabile nei loro lavori e che li distingue dall’approccio dei predecessori, i quali tendevano a restare vincolati al copione. Viene sottolineata così anche la prospettiva del regista, che attraverso la camera cattura in modo oggettivo la realtà facendosi “testimone oculare” di ciò che accade intorno a lui e conferendo così alla pellicola un senso d’immanenza legato alle determinate condizioni di un determinato luogo, presenti “qui ed ora”.

Il film di Jia Zhangke, Zhantai (dal titolo di una canzone taiwanese molto in voga negli anni ’80),entra come ultimo titolo in competizione alla Mostra del cinema. Si tratta anche qui di una coproduzione internazionale con investimenti giapponesi (T-Mark Inc. di Takeshi Kitano), italiani (Benetton), svizzeri (Fondazione Montecinemaverità) e francesi. Jia non era nuovo all’ambiente festivaliero europeo, aveva già presentato il suo primo film, Xiao Wu 小 武 (The pickpocket / Xiao Wu, 1997), al festival dei Tre Continenti di Nantes nel 1998, dove

aveva ottenuto il premio Montgolfière d'or. Il film, era stato presentato alla rassegna senza l’autorizzazione governativa e ciò aveva causato non pochi problemi al momento della realizzazione di Zhantai perché, quando il regista aveva chiesto un sussidio per la produzione del lungometraggio, nessuno dei dieci studi ufficialmente abilitati a distribuire i film aveva accettato di appoggiarlo. La censura aveva iniziato ad agire a monte del processo produttivo, impedendo ai soggetti sgraditi di acquistare materiale, affittare le apparecchiature, trovare

43 J. McGrath, “The independent cinema of Jia Zhangke: From Postsocialist Realism to a Transnational

Aesthetic”, in (a cura di) Z. Zhang, The Urban Generation: Chinese Cinema and Society at the Turn of the

Twenty-First Century, Durham, Duke University Press, 2007, p. 83.

44 C. Berry, “Getting Real: Chinese Documentary, Chinese Postsocialism”, in (a cura di) Z. Zhang, The Urban

Generation: Chinese Cinema and Society at the Turn of the Twenty-First Century, Durham, Duke University

Press, 2007, p. 122.

45 Z. Zhang, “Bearing witness: Chinese Urban Cinema in the Era of Transformation”, in (a cura di) Z. Zhang The

Urban Generation: Chinese Cinema and the Society at the turn of the Twenty-First Century, Durham, Duke

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manodopera e attori (lo stesso Jia ha affermato che nei suoi film molte delle comparse sono amici e conoscenti).

La trama del film copre un arco tempo che va dal 1979 al 1989 (dalla fine di Mao alla repressione di Tiananmen), ripercorrendo le tappe principali dei cambiamenti socio- economici e mostrando le conseguenze della modernizzazione nei centri rurali del Paese, dove il progresso economico sembra ancora lontano dalla realtà quotidiana, mentre quello sociale (o meglio, la “contaminazione” con il mondo esterno) è già in atto e si rivela destabilizzante per una cultura appena uscita dal regime maoista. Il film Zhantai risulta tra i candidati favoriti a contendersi il Leone, incoraggiato dal recente successo delle pellicole cinesi ai festival internazionali (due vittorie a Venezia l’anno precedente, tre a Cannes e due a Locarno46), ma non riesce ad aggiudicarsi il premio, che va all’iraniano Jafar Panahi. Ciononostante appare chiaro che il cinema cinese, prima con i registi della Quinta generazione e poi con i cineasti più giovani, ha ormai affascinato il pubblico dei festival di tutto il mondo con il suo sapore esotico, la tecnica e la poesia, elementi che il cinema americano ha in molti casi abbandonato a favore di una distribuzione su larga scala. E l’interesse per il cinema cinese non si limita a quello d’autore ma si allarga anche a quello commerciale, comprendendo sia Jia Zhangke che Fruit Chan e Tsui Hark, cinematografie profondamente diverse accomunate ormai da tre anni dalla stessa bandiera.