• Non ci sono risultati.

La revisione delle Procedure Organizzative »

Il successo e la sopravvivenza di ogni azienda, dipende dalla loro capacità di attuare cambiamenti necessari per far fronte all'evoluzione del contesto competitivo. Ciò che in passato era la strategia migliore, oggi potrebbe risultare inadeguata alle nuove condizioni, obbligando l'azienda a cambiare il proprio modo di operare nel proprio business. Anche la strategia adottata dalla PCMC nel 2008, a distanza di anni, inizia a non essere più completamente adeguata al contesto in cui si trova, ma vedremo successivamente questa maturazione.

Il cambiamento che la PCMC ha riscontrato riguarda la sua struttura in termini dimensionali. Negli anni 2009, 2010 e 2011 in cui mise in atto la sua strategia ispirata da principi etici, si trattava di gestire un numero limitato di dipendenti e cioè 90 persone con un fatturato di 35 milioni di euro. Attualmente dato che il fatturato si attesta intorno ai 70 milioni di euro e il numero dei dipendenti intorno a 130, l'organizzazione dei ruoli all'interno dell'azienda, in passato caratterizzata da rapporti informali58.

Per quanto riguarda la realizzazione di strategie legate a questi principi, la PCMC ha posto come base una corretta comunicazione con le persone per dare loro fiducia, strumento fondamentale per un'attività lavorativa finalizzata a stabilire e migliorare i principi di efficienza del proprio lavoro.

Esistono, come noto, vari ostacoli alla comunicazione nell'impresa in quanto questa è una comunità di persone con diversi gradi di cultura, differenti esperienze, mentalità, abitudini.

A complicare ulteriormente le cose il passaggio da una dimensione poco più che familiare ad uno status di Grande Azienda. I rapporti interpersonali, una volta fondati sulla informalità, oggi devono essere ripensati alla luce di una struttura più

58 Una leadership informale denota la capacità di guidare le persone non solo tramite il controllo

80

gerarchizzata che preveda precise responsabilità di progetto o processo.

Le procedure formalizzate sono sempre state evitate perché, da un certo punto di vista, migliora l'aspettativa del responsabile ma peggiora la motivazione del dipendente e quindi la qualità del suo lavoro. Tuttavia la complessità delle attività e la necessità di maggiore coordinazione hanno portato alla convinzione che i tempi fossero maturi per l’introduzione di principi organizzativi più formali e, come detto, legati alla responsabilizzazione delle persone in funzioni apicali. Da considerare che negli ultimi due anni, a causa di una intensa evoluzione delle richieste di personalizzazione e di una struttura deresponsabilizzata, la PCMC è incorsa in una deviazione significativa dei costi attesi di produzione rispetto ai costi effettivi in una misura significativa. Circa il 20% dell’EBITDA è stato perso in inefficienze e problemi tecnologici.

La priorità oggi in PCMC è il ritrovare la capacità di incontrare le richieste dei clienti compendiando i costi relativi alla minor standardizzazione di macchine ad alto contenuto tecnologico. Il tema di eticità non è venuto meno, ma proprio per conservarlo nelle sue manifestazioni più dirette, deve essere equilibrato rispetto alle performance aziendali attese.

In un certo modo, rendere la PCMC più efficiente significa dare una struttura gerarchica e delle responsabilità precise ai dipendenti. Prima si parlava di libertà responsabile mettendo l'accento sulla “libertà” e ora si parla di libertà responsabile mettendo l'accento sulla “responsabilità”.

L'obiettivo finale dell'azienda è quello di preservare e migliorare le proprie performance. Tutto questo passa solo attraverso a un'organizzazione efficace ed efficiente che genera sostenibilità nel breve e medio periodo.

Prendersi cura delle persone è un concetto sempre presente ma viene evidenziato, principalmente, in fase di crisi. Ad oggi si parla di business sostenibile e cioè poter dare alle persone fiducia, stabilità e continuità al loro lavoro. Questa è la vera responsabilità morale di un’azienda.

81

Ciononostante, la ricerca della miglior forma di tutela dei dipendenti e la dimostrazione di fiducia nelle loro qualità, ha portato la PCMC ad una flessibilizzazione dell’orario di lavoro, riconoscendo ai dipendenti la possibilità di gestirsi in autonomia mezz’ora del proprio tempo, sia in entrata che in uscita. La presenza sul posto di lavoro e la continuità lavorativa è incoraggiata con degli specifici incentivi economici59. Il 90% del premio si matura con la presenza al

lavoro dal 200esimo al 210esimo giorno.

Gli effetti di una incentivazione di questo genere, attraverso un corrispettivo riconosciuto alla presenza operativa in azienda potrebbe rappresentare una contraddizione rispetto a quelle che erano le premesse: lavoro bene perché sento il peso morale. Oggi il messaggio veicolato dalla attribuzione di tale incentivo è “Se lavori con continuità, ti riconosco un premio in denaro”. È leggermente diverso ma in realtà quello che ispira queste scelte è dare sostenibilità all'azienda, dare continuità nella produzione e nella generazione di utili che è quello che permette di tutelare le persone.

Si può rilevare quindi un cambio di prospettiva rispetto al contenuto etico e morale delle scelte compiute negli anni di gestione della crisi, rispetto ad oggi, dove la sostenibilità acquista una dimensione etica preponderante data la mancanza di “urgenze” volte al mantenimento del posto di lavoro.

59 L'incentivo consiste nella condivisione del 10% degli utili da distribuire a tutti i dipendenti.

Cioè se in un anno ci sono 250 giorni di presenze, viene richiesto che 210 giorni siano lavorati in maniera continua considerando le ferie obbligatorie, venti giorni all’anno, ed i giorni di malattia che statisticamente si presentano nel periodo invernale

82

Documenti correlati