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La scoperta dei depositi dello tsunami del 749 d.C

Capitolo 6. Cesarea Marittima (Israele)

6.1 Il degrado del bacino portuale romano

6.1.1 Gli tsunami lungo la costa di Cesarea Marittima

6.1.1.2 La scoperta dei depositi dello tsunami del 749 d.C

Dey et al. (2014), dopo aver recentemente rivisto tutti i risultati degli scavi effettuati negli anni precedenti, per poter ottenere una visione più chiara degli eventi che colpirono Cesarea, sono riusciti ad identificare le tracce di un altro tsunami, associato al devastante terremoto del 749 d.C., che ha lasciato notevoli segni di distruzione in tutta la regione, soprattutto a Madaba, Damasco, Scythopolis e Cesarea stessa.

Dalle evidenze stratigrafiche vediamo, quindi, che la vita a Cesarea non finì con i disordini politici e militari dell’inizio del VII secolo, anche se la città diventò più povera e ridotta nelle dimensioni rispetto al suo apice tra IV-VI secolo. Un segno di questa continuità dopo il terremoto e lo tsunami del 551 d.C. può essere notato nella relativa assenza di depositi marini attribuibili a questo evento, anche in settori della città molto vicini alla costa; questo suggerisce che fu compiuto un notevole sforzo per ripulire l’intera area. Uno scenario simile è stato proposto anche per l’evento del 749 d.C., in questo caso però furono bonificate solo le zone circostanti il porto interno e la piattaforma del tempio, cioè i quartieri che rimasero abitati anche dopo la conquista Araba del 640-641.

Gli strati più significativi attribuibili ad un’inondazione marina della metà dell’VIII secolo sono visibili nel settore sud-occidentale, lungo la fascia costiera a sud delle fortificazioni Crociate; essi comprendono due distinte e sovrapposte sequenze, ognuna costituita da uno strato sottostante composto da conchiglie,

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pietrisco e frammenti vari, spesso fino a 1,5 m, databile all’VIII secolo180 e da uno strato superiore scuro e argilloso di 20-40 cm di spessore, formatosi nel XIV secolo.

Per spiegare la presenza di questi depositi, senza considerare l’impatto di uno tsunami, furono proposte due ipotesi: secondo la prima, gli strati rappresentano una deposizione intenzionale di materiale dragato dal fondale portuale, mentre per la seconda, si verificarono delle fluttuazioni tettoniche che causarono il sollevamento e l’abbassamento della costa (fino a 10 m) avvenuti in cicli ripetuti tra l’età Romana e Medievale (quando la costa era sotto il livello del mare si sono formati i depositi). La prima ipotesi non è plausibile perché, alla fine del VII e all’inizio dell’VIII secolo, il settore interessato dai depositi fu trasformato in un giardino terrazzato, irrigato da fontane e cisterne, realizzato all’interno e sopra i resti degli edifici residenziali e amministrativi Bizantini. Per quanto riguarda la seconda proposta non esistono evidenze di un significativo spostamento verticale della linea di costa negli ultimi millenni; il livello del mare lungo le coste Levantine è variato molto poco dall’inizio del periodo Romano, infatti, è rimasto tra ±50 cm181. Notevoli spostamenti verticali si verificarono solo in mare aperto, dove le infrastrutture antropiche costruite su sedimenti non consolidati, come ad esempio le porzioni esterne dei moli, sono sprofondate di quasi 5 m; questo processo può essere dovuto dall’azione abrasiva causata da violente tempeste e da tsunami.

Gli strati dell’VIII secolo hanno, quindi, molte delle caratteristiche tipiche dei depositi tsunamigenici: sedimenti marini alloctoni, deposizione laterale estesa lungo la costa, inclusioni malacologiche, materiali eterogenei e la stessa struttura sedimentologica.

Varie fonti medievali descrivono un terremoto che colpì il Levante nell’VIII secolo e che causò l’inondazione di molte aree costiere; la più nota testimonianza è rappresentata dalle cronache di Michele il Siro (Chron. 466-67), secondo cui il mare “boiling like a cauldron”, sommerse le coste meridionali del

180 Nello strato inferiore sono stati rinvenuti anche resti ossei umani disarticolati e uno scheletro

completamente integro; questi corpi furono probabilmente depositati da un evento naturale violento (forse proprio dal ritiro delle acque dello tsunami) e rapidamente ricoperti dai detriti.

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Levante e affondò moltissime imbarcazioni. Un’altra fonte che si riferisce a questo evento può essere anche un anonimo poema liturgico Ebraico, del X-XII secolo, che racconta dell’inondazione della pianura di Sharon, nella cui parte settentrionale si trova Cesarea182.

Infine, anche nel recente studio effettuato da Goodman-Tchernov e Austin Jr. (2015), in cui è stato utilizzato un sub-bottom profiler ad elevata risoluzione per la creazione di mappe della superficie portuale, sono state trovate tracce di uno tsunami avvenuto nell’VIII secolo. Analizzando i risultati delle indagini, gli studiosi sono giunti alle seguenti conclusioni: al largo di Cesarea si possono effettivamente riconoscere degli orizzonti tsunamigenici multipli (riferibili quindi a più eventi); in genere uno strato di origine tsunamigenica è caratterizzato da eterogeneità dei materiali e dalla presenza di tracce di canalizzazione dovute al ritiro delle acque.

Esempi di questo tipo di depositi sono stati rinvenuti nell’area meridionale del porto e sono stati datati al VI-VIII secolo d.C., mentre nel porto intermedio, di bassa profondità, sono stati indagati alcuni strati contenenti materiale di vario tipo (domestico, commerciale, religioso), databili tra IV-VIII secolo d.C., con differenti stati di conservazione, suggerendo una rapida e non intenzionale sepoltura degli oggetti, prodotta appunto da uno tsunami.

Utilizzando il contrasto acustico è stato, inoltre, possibile osservare le proprietà fisiche degli strati, riuscendo così a differenziare i sedimenti generati da tsunami da quelli non tsunamigenici: la sabbia del Nilo risulta, ad esempio, molto omogenea (silico-clastica e ricca di quarzo), mentre i depositi prodotti dagli tsunami sono composti da granelli sabbiosi di varie dimensioni e da materiali eterogenei (conchiglie, frammenti di roccia, ciottoli, ceramica…).

Dalle analisi effettuate nel corso negli anni, si può, dunque, affermare che Cesarea sia stata colpita da diversi tsunami: un primo evento avvenuto nel II secolo d.C. (115 d.C.), che ha danneggiato il porto, a quell’epoca ancora intatto; e successivi tsunami avvenuti tra VI-VIII secolo d.C. (551 d.C., 749 d.C.) che hanno impattato un bacino portuale già in stato di degrado.

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Capitolo 7