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Capitolo 1: ALCUNE DISTINZIONI INIZIALI

1.2 La sintassi breve

Per quanto riguarda la nozione di sintassi breve, si prenderà in considerazione qualche esempio di testo in cui non si verifica una dilatazione o sospensione intonativa o sintattica. Si tratta per lo più di componimenti che non si inarcano per un certo numero di versi, ma che presentano più periodi (solitamente non troppo ampi) chiusi da una pausa sintattica forte, un punto fermo, che costringe ad una chiusura periodale e, ovviamente, intonativa. A tal proposito si è ricordato all’inizio il testo I Limoni (OS), basterà qui riportarne solo la prima parte:

Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante

dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi 5 fossi dove in pozzanghere

mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla:

le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne

10 e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni. Meglio se le gazzarre degli uccelli

si spengono inghiottite dall’azzurro: più chiaro si ascolta il sussurro

dei rami amici dell’aria che quasi non si muove, 15 e i sensi di quest’odore

che non sa staccarsi da terra

e piove in petto una dolcezza inquieta. Qui delle divertite passioni

per miracolo tace la guerra,

qui tocca anche a noi poveri la nostra parte

20 [di ricchezza ed è l’odore dei limoni.

Ognuna delle due strofe è composta da due periodi chiusi sintatticamente: nella prima strofa l’incipit è costituito da un imperativo rivolto al lettore, segue la reggente e la chiusura periodale. Il secondo periodo della prima strofa inizia con la reggente («Io, per me, amo le strade»), che regge una relativa di primo grado («che riescono agli erbosi / fossi») e una locativa di secondo grado («dove in pozzanghere / mezzo seccate agguantano i ragazzi / qualche sparuta anguilla»). Segue una sorta di enumerazione composta da un sintagma nominale «le viuzze» con tre relative coordinate asindeticamente. Il primo periodo della seconda strofa si compone di due frasi complesse: la prima è una frase pseudo-condizionale, la seconda comprende un reggente e le sue coordinate alle quali vengono legate delle subordinate di tipo relativo. Il secondo periodo ha in prima posizione la reggente, seguita da due frasi indipendenti. Come si può notare non c’è attesa o sospensione nel testo, né sintattica né intonativa. Inoltre i periodi non si inarcano per molti versi: si noti infatti la sistematica partizione periodale. La prima strofa composta di 10 versi, si suddivide in due periodi rispettivamente di 3 e di 7 versi, il secondo dei quali a sua volta distinto in due frasi complesse di 4 e 3 versi. La seconda strofa comprende altri 10 versi, ancora una volta viene divisa in due periodi: il primo si suddivide in due frasi complesse di 2 e 5 versi, il secondo è un’unica frase complessa di 4 versi.

Si prenda in considerazione poi un osso breve, ad esempio La farandola

dei fanciulli sul greto…

La farandola dei fanciulli sul greto era la vita che scoppia dall’arsura. Cresceva tra rare canne e uno sterpeto il cespo umano nell’aria pura.

5 Il passante sentiva come un supplizio il suo distacco dalle antiche radici. Nell’età d’oro florida sulle sponde felici

anche un nome, una veste, erano un vizio.

È forse uno degli esempi emblematici per la sintassi breve. La poesia è composta da due quartine, ognuna delle quali viene divisa in due distici e, quindi, in due periodi. Tutti i periodi sono composti da frasi semplici, indipendenti tranne il primo («La farandola dei fanciulli sul greto / era la vita che scoppia dall’arsura»): infatti a ben guardare il primo periodo è formato da una frase complessa, comprendente una reggente e una subordinata relativa. Anche in questo caso non si è in presenza di dilatazioni, anzi si potrebbe dire che c’è coesione e corrispondenza tra pause metriche e sintattiche, cosicché il rischio di sospensione e attesa viene ridotto al minimo.

Una delle tendenze principali di Montale consiste nell’iniziare un testo con sintagma nominale (soggetto o complemento della sovraordinata) seguito da una relativa interposta e, successivamente, dalla sua reggente. Tuttavia, se a prima vista potrebbe sembrare che queste subordinate interposte creino un effetto dilatorio, in realtà non si è in presenza di una accentuata sospensione. Tant’è che la categoria subordinativa che meglio si presta all’interposizione, che si pone sempre tra due elementi nucleari della frase (soggetto e verbo o oggetto e verbo ecc.), è proprio la subordinata relativa, poiché essa non può essere eccessivamente allontanata dal suo antecedente. Si rilegga la prima strofa di Sul muro grafito (OS):

Sul muro grafito che adombra i sedili rari l’arco del cielo appare finito.

[…]

Il frammento inizia con un complemento di luogo, al quale si lega subito una relativa interposta. La reggente e il verbo «appare» che regge il complemento di luogo è inserito dopo la relativa. Ma si considerino anche, ad esempio, i vv. 91-92 di Fine dell’infanzia (OS): «Pesanti nubi sul torbato mare / che ci bolliva in faccia, tosto apparvero», in cui si ripete lo stesso schema precedente, solo che questa volta in prima

posizione vi è il soggetto. Si noterà subito che nemmeno in questo caso si verifica una attesa che possa essere percepita dal lettore.

Questa prima generale distinzione è stata riportata in quanto è, per così dire, sottesa a tutte le successive analisi che verranno affrontate in questo lavoro di tesi. Ogniqualvolta verrà analizzato un fenomeno più specifico, riguardante la microsintassi, esso sarà rapportato alla lunghezza dei testi e al tipo di costruzione sintattica nella quale è inserito: se si tratta, dunque, di un componimento a sintassi lunga o breve. Di conseguenza gli esiti di uno stesso fenomeno potrebbero variare in base alla tipologia sintattica del componimento che lo contiene.