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Questionario: I PARTE

III PARTE

2.3.1 La situazione in Grecia.

La Grecia è un paese nel sud-est Europa situato all’estremità meridionale della penisola balcanica. Nella Repubblica ellenica è all’interno del ministero di giustizia che troviamo l’organismo dell’Amministrazione penitenziaria.

Organizzazione del mistero di giustizia.

L'organizzazione del sistema penitenziario greco si basa su principi generali elaborati dalla Costituzione, dalle convenzioni internazionali, dalle leggi e dai decreti presidenziali, utilizzando come base giuridica il Codice dell’effettività Penitenziaria. I principi generali devono rispettare le norme di esecuzioni di pena e le misure di sicurezza, così come affermato dai tribunali competenti, nel rispetto dei regolamenti per il trattamento dei detenuti. In applicazione delle regole, principi inviolabili regolano il trattamento dei prigionieri, il rispetto per i loro diritti e la tutela giuridica. Nelle strutture penitenziarie dei Balcani esistono organi specifici che esercitano la politica penitenziaria: il Consiglio Scientifico Centrale della Prigione, il Consiglio Centrale per il trasferimento dei prigionieri e il Consiglio d'ogni carcere. Dal sito del ministero greco è possibile accedere ai settori dedicati alla classificazione delle prigioni, delle condizioni di vita in carcere, la normativa sul trasferimento dei detenuti. Inoltre, è interessante l'applicazione riguardo il programma per la giornata dei

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prigionieri e la sua divisione in tempo libero, lavoro, comunicazione con l'ambiente sociale. È nel Codice dell’effettività penitenziaria che si descrivono le alternative alla detenzione in carcere. Misure che nella realtà carceraria europea sono diffuse ma troppo poco adottate. La Direzione Generale della politica penitenzieria del Ministero e dei suoi dipartimenti monitorano l'organizzazione e il funzionamento dell’intero sistema penitenziario mediante la disposizione ordinata dei servizi: a) alla Direzione della prevenzione del crimine e della formazione dei

minori entrati nel circuito penale;

b) alla Direzione del Penitenziario di formazione degli adulti; c) alla Direzione di Esercizio di speciali Istituti detentivi (terapeutici); d) alla Direzione di ispezione delle carceri e speciali Istituti per la

detenzione dei Minorenni;

e) alla Direzione di Vigilanza esterna delle carceri. La Direzione Generale della politica Penitenzieria ha inciso le linee della sua politica per la prevenzione del crimine e la sua repressione. I servizi sotto la giurisdizione del Ministero della Giustizia, rispettano la trasparenza e diritti umani, in materia di prevenzione della criminalità giovanile. Esistono infatti, associazioni di tutela dei minorenni (APP) istituiti e regolati con la presenza delle leggi 2724/40, 2298/95 e 2331/95,

del decreto regolatore del 3.7.43.

Gli APE sono persone giuridiche di diritto pubblico, sotto la supervisione del Ministero della Giustizia, che corrispondono ai servizi sociali italiani. Gli organismi presenti presso la sede di ogni tribunale di prima istanza, hanno la funzione di prevenzione dei minori. Il loro obiettivo è di evitare che i giovani con comportamenti antisociali, causati dell'ambiente familiare inadeguato o assente,da altri condizioni sociali sfavorevoli, possono divenire autori e vittime di atti criminali. Ogni Associazione è amministrata da un consiglio di sette membri, che offrono assistenze volontarie e gratuite. Le Associazioni possono scegliere per i Minorenni in condizioni disagiate, alloggi e strutture per la loro ospitalità e il supporto completo. Queste strutture abitative giovanile sono offerti dall’Amministrazione di polizia penitenziaria

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ad Atene, Pireo, Iraklio (Creta), Karditsa, Alexandroupolis, Kozani e Volos. I servizi giovanili del Tribunale per i minorenni sono dei servizi regionali del Ministero della Giustizia, che operano nella sede di ogni tribunale di primo grado. Essi costituiscono il primo servizio per il trattamento dei minori che hanno commesso atti criminali o sono in pericolo di divenire autori o vittime di atti criminali. L'Istituzione è composta da funzionari amministrativi, assistenti sociali, psicologi. Nei servizi giovanili presenza di un’autorità di vigilanza dei minori ha la funzione di lavorare con i giovani ( le cui misure di correzione e di controllo sono state istituito con l’articolo 122 del codice penale), fornendone i risultati e le impressioni positive o negative al giudice. Inoltre, essi operano cercando di fornire supporto a loro e alle famiglie. Si evidenzia che in Grecia esistono eccellenti centri di disintossicazione per i detenuti tossicodipendenti. Più in particolare, con la legge 2721/99 (Gazzetta Stcrt. 112/3-6-99, numero A), è stato fondato il Centro di disintossicazione per i reclusi tossicodipendenti nel Eleona di Tebe. Una struttura terapeutica specializzata, il cui fine è il trattamento dei tossicodipendenti detenuti per ottenere il loro recupero fisiologico e psicologico. Con la stessa legge, un secondo centro di disintossicazione è stato creato nel Comune di Cassandra di Halcidiki. Il primo centro ha la capacità di ospitare 250 tossicodipendenti. Il secondo centro, in fase di completamento, avrà una capacità contenitiva di 360 ospiti.

Il programma del Centro di disintossicazione per i prigionieri (KATK) è gratuito, fatto da volontari. Richiede circa due anni per il suo completamento. Gli obiettivi sono:

• il recupero fisiologico e psicologico della dipendenza dalla droga;

• astensione della violazione della legge;

• formazione e istruzione,

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La prima fase del programma, di durata bimestrale, rappresenta la fase di preparazione. Questa ha sede svolge in prigione. La seconda si svolge a K.A.T.K. (centro di riabilitazione per detenuti tossicodipendenti) a Eleona; con una durata di minimo, quattro mesi. Si tratta di una fase transitoria che combina il trattamento alla fase correzionali. Lo scopo è la mobilitazione continua per il trattamento e il progressivo cambiamento psicologico e comportamentale del detenuto, da "imprigionato" a "curato". A seguito di questa vi è una fase di recupero psicologico, che dura almeno otto mesi. Si svolge in zone speciali di KATK, in cui i principi applicati sono quelli delle comunità terapeutiche. La quarta ed ultima fase, di dodici mesi, è dedicata alla socializzazione. L’obiettivo è l'integrazione delle persone curate nella società. Questa fase si conclude in determinate aree del K.A.T.K. o in appartamenti sicuri, appartenenti al settore pubblico. Per l'attuazione di questo programma il Ministero della Giustizia ha assunto, ad eccezione del personale amministrativo e penitenziario, il personale scientifico necessario (medici, psicologi, sociologi, assistenti sociali), favorendo per tutte le tappe sicurezza e efficienza. Gli individui che entrano in questi programmi, sono i detenuti con una condanna almeno a sei mesi consecutivi, o i rei minorenni (che abbiano ricevuto una correzione riformatrice o penali) o minorenni in situazioni sociale a rischio.

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