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CAPITOLO 3: FOCUS SUL PANORAMA SUBACQUEO DEL

3.3 LA SPONDA NORD

La sponda settentrionale del Mediterraneo allargato vede l’impiego di sottomarini appartenenti ai paesi più industrializzati, e tra i maggiori esportatori di tecnologia militare subacquea. Alla base quindi dello sviluppo di queste Forze sottomarine vi è un insieme di fattori sia nel campo della sicurezza marittima e deterrenza, sia in quello dello sviluppo di un pregiato “know-how” nazionale. Procedendo da occidente verso oriente la prima realtà è quella della Marinha Portuguesa, che detiene una Forza subacquea di due sole unità del tipo “U209-PN”. Questi sottomarini di origine tedesca denominati classe Tridente hanno una spiccata propensione alla modernità ed alla tecnologia. I battelli derivano dal tipo tedesco “U214” e presentano un raffinato mix di capacità tecniche e belliche riscontrabili nella propulsione “AIP” e negli armamenti italiani costituiti dai siluri “Black Shark” e dalle contromisure Circe. Sono costantemente impiegati in operazioni di sicurezza marittima a favore dell’Alleanza atlantica e nel luglio 2019 la Marina portoghese ha deciso di ampliare la propria flotta subacquea aderendo al Memorandum d’Intesa relativo al “Common in-service Support107” con il quale è stato esteso a Lisbona la possibilità di avere i battelli della classe U212A di produzione italo-tedesca. Un particolare attore in campo subacqueo è la Spagna, che ha impostato il programma per il suo nuovo sottomarino nel lontano 1990, ma che ancora non ne ha visto i risultati. Il progetto è portato avanti in sinergia con la Francia è volto al varo della classe Isaac Peral attraverso battelli modello “S-80” simili alle unità Scorpène, ma che diversamente alle versioni vendute dalla Francia alle Marine di Cile, Malesia, India e Brasile, adottavano un modello propulsivo con capacità AIP. Programmato inizialmente un numero di quattro unità, nel 2002 fu approvato un nuovo requisito che ne aumentava dimensioni e capacità determinando poi la fine della cooperazione tra i cantieri spagnoli e francesi. Così il nuovo progetto “S-80A", prevedeva un mezzo di circa 2.400 tonnellate di dislocamento e la possibilità di lanciare missili americani da crociera Tomahawk. Il progetto che arrivò a costare circa 2,2 miliardi subì numerosi ritardi a causa di problemi finanziari e politico-industriali. Il definitivo modello

107Naturale proseguo del Memorandum of Understanding “U212A” del 1996 in base al quale Italia e

Germania hanno realizzato un totale di 10 Sottomarini. Il Memorandum of Understanding relativo al Common in-service support consente la costruzione di Unità subacquee altamente performanti, con condivisione dei costi non ricorrenti e conseguimento di economie di scala nonché abbattimento dei rischi. In aggiunta ha consentito di acquisire e migliorare sensibilmente procedure, flussi di lavoro e processi necessari per la gestione logistica di mezzi così tecnologicamente avanzati e complessi. In definitiva, questo tipo di collaborazioni mira a rinforzare ed allargare i presupposti in chiave europea per l’eventuale creazione di una futura flotta comune di piattaforme subacquee, dove più Paesi Europei e NATO, dotati della medesima tecnologia, potranno condividere e godere dei frutti della sinergia.

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“S-80 Plus” sarà caratterizzato da un sistema di propulsione AIP sviluppato congiuntamente all’American Collins Aerospace per la componente fuel cell e da un allungamento dello scafo di circa 10 metri per aumentare la riserva di spinta dell’unità. Il complesso non sarà ultimato in tempo per essere incorporato sui primi due battelli, ma sarà imbarcato sulla terza e quarta unità e solo successivamente equipaggiato sul resto della flotta. Il primo sottomarino sarà consegnato nel 2022, mentre l’ultimo entrerà in servizio nel 2027 per un costo stimato di circa 4 miliardi di euro per quattro sottomarini e un’attesa quasi ventennale. Nel frattempo le operazioni di sicurezza marittima nazionale e NATO sono svolte dalle tre superstiti e obsolete unità della classe Galerna “S-70” risalenti agli anni Ottanta108. La realtà subacquea dotata di maggiore aggressività industriale è certamente quella della Francia che nel corso degli anni Novanta ha interamente convertito tutta la sua flotta alla propulsione nucleare, rimanendo comunque operativa circa la produzione di battelli tradizionali mediante la serie Scorpène, tra i più richiesti mezzi subacquei all’interno dell’export globale. L’attuale componente sottomarina della Marine Nationale opera nel Mediterraneo allargato sui 5 SSN della classe Rubis, risalenti agli anni Ottanta, aventi lo scafo costituito da acciaio amagnetico e materiali compositi che ne abbassarono notevolmente la segnatura magnetica. Tuttavia a causa dell’eccessivo rumore prodotto nel 1989 venne impostato un programma di ammodernamento denominato “Amethyste109”, in funzione di una aggiornamento sensoriale, una forma dello scafo a goccia allungata ed un importante riduzione del rumore irradiato. Queste unità verranno sostituite nei prossimi anni dalla classe Barracuda, di cui il primo esemplare - il Suffren - ha già iniziato le prove in mare, che si identifica in sei sottomarini che saranno caratterizzati da un miglioramento tecnico ed operativo rispetto al passato. La propulsione sarà attuata mediante un sistema ibrido elettrico-vapore, sempre di matrice nucleare, abbasserà notevolmente i livelli di rumore irradiato, e tramite un timoneria asservita dagli X rudders garantirà una maggiore manovrabilità ed automazione. La dotazione di armi include missili antinave Exocet, presenti già sui Rubis, missili da crociera Scalp Naval con portata di un migliaio di chilometri, ed un Dry Dock Shelter di ben 15 metri, congiunto alle operazioni delle Forze speciali. La flotta subacquea francese è infine completata da quattro SSBN appartenenti alla classe Triomphant, realizzati tra il 1989 ed il 2010. Essi sono costituiti da un acciaio ad alta consistenza tipo “HLES 100” che consente di raggiungere

108 Minuto Manuel Moreno, Rizzi Giuseppe “Mediterraneo allargato e sottomarini Quadro strategico di

situazione”, Rivista Marittima Ottobre 2020, p 65

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AMElioration Tactique HYdrodynamique, Silence Transmission, Ecoute. Già la denominazione includeva un chiaro riferimento al miglioramento tattico idrodinamico riguardo una silenziosa indiscrezione acustica.

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quote fino a 500 metri. Il reattore nucleare tipo “K15”, impiegato per altro anche sulla portaerei Charles De Gaulle, consente di avere 25 nodi di velocità in immersione. Per ridurre la segnatura acustica sono stati montati delle doppie sospensioni elastiche antivibranti per ciascun motore, pompa, tubolatura o fascio di cavi elettrici, riportando considerevoli attenuazioni. L’armamento consiste in sedici silos adibiti al lancio di missili balistici, M-45 o M5, e quattro tubi di lancio da cui è possibile impiegare sia siluri multiruolo “L5 Mod 3” sia missili antinave tipo “MM39 Exocet”.

Figura 60: SNA Suffren nella rada di Tolone poco prima di effettuare un test del tiro

Altro grande protagonista industriale e operativo del Mediterraneo è la Marina italiana con il Progetto U212A che rappresentano nel panorama europeo, un raro caso di virtuosa gestione, sia in termini di budget a fronte di una spesa di circa 900 milioni di euro per ogni coppia di sottomarini, che di rendimento operativo. I sei battelli della “1ᵃ Batch” nascono nel 1996 con un accordo tra Italia e Germania in cui si condividevano le conoscenze in campo costruttivo, logistico e d’addestramento. L’ingresso in linea nel 2006 delle unità italiane Todaro e Scirè, ha determinato una vera rivoluzione operativa, tecnologica e organizzativa. Questi sottomarini hanno un dislocamento in immersione di circa 1.800 tonnellate per 56 metri di lunghezza, con un diametro di 7 metri all’interno del quale sono

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contenuti numerosi e rivoluzionari contenuti tecnologici. La manovrabilità è affidata a timoni prodieri e poppieri, rispettivamente foreplane ed “X rudder” e possiedono una formidabile autorità di comando potendo essere deflessi fino ad un massimo di 35°, o di 25° nel caso dei timoni orizzontali. In emersione, ad una velocità di 6 nodi, con 10° di barra, il raggio di virata è di circa 400 metri, che si dimezzano impostando barra standard. La scelta tradizionale di collocare i timoni in questa posizione, piuttosto che in posizione più avanzata, sullo scafo, è dettata dalla volontà di evitare la creazione di rumore nella zona prodiera dove si trova la base circolare passiva principale del sonar. Il disegno del battello è ottimizzato per ridurre sia la resistenza idrodinamica sia la generazione di rumore e la formazione di scie. Sui due lati della vela si trovano gli scarichi del motore termico che questi raccordati in modo accurato contribuiscono efficacemente a dissipare l’indiscrezione termica prodotta quando si svolge la ricarica delle batterie a snorkel. Le vela è largamente ricoperta da uno speciale materiale radar assorbente – RAM – ottimizzato per un'ampia gamma di frequenze tra i 2 ed i 18 GHz. L'equipaggio è ridotto a sole 27 unità, la metà del personale impiegato sulla classe Sauro, considerando l'alto livello di automazione e le avanzate tecnologie impiegate sui battelli. La caratteristica peculiare degli U-212A è senza dubbio il sistema di propulsione indipendente dall'aria di tipo a celle a combustibile che ad oggi rappresenta il più avanzato e performante al mondo. Tale sistema garantisce un'autonomia in immersione, a moderata velocità, stimabile in circa due settimane, ossia tre volte superiore a quella dei sistemi tradizionali vincolati dalla necessità di portarsi periodicamente a quota periscopica per ricaricare a snorkel le batterie. Inoltre particolarmente curata dai progettisti è stata la segnatura ottica, termica e acustica dei battelli che li rende di fatto invisibili alla gran parte dei sensori imbarcati sulle navi, aerei ed elicotteri specializzati nella lotta anti-sommergibile. Queste qualità, nel loro complesso, costituirono un elemento di novità assoluta nel panorama sommergibilistico mondiale. Nel 2008 il Todaro è stato il primo sottomarino italiano a coprire le 15000 miglia di distanza con gli Stati Uniti, attraversando l’Oceano Atlantico e partecipando, come poi ripetuto l’anno seguente dallo Scirè, a “JTFEX”, Joint Task Force Exercise, e “CONUS”, Continental United States, esercitazioni multinazionali condotte con la US Navy e tra le più importanti nel settore. In particolare, la “CONUS 09” ha comportato per lo Sciré una permanenza di cinque mesi al largo della costa ovest degli Stati Uniti durante la quale sono state messe a punto le procedure di impiego dei sensori acustici di ultimissima generazione

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di cui il mezzo dispone nonché la capacità di integrazione con la marina statunitense e le notevoli capacità expeditionary della classe Todaro110. La “2ᵃ Batch” della serie “U212A” rappresenta una ragionata evoluzione della prima serie, che ne ha mantenuto inalterata la configurazione originaria beneficiando tuttavia di una importante serie di migliorie in termini di autonomia e capacità dei sensori, è presente un periscopio optronico ed una suite del sonar più efficiente, a cui si è aggiunta l’adozione del nuovo siluro pesante Black Shark Advanced che grazie alle sue capacità di attacco long range, ha surclassato la maggior parte degli analoghi prodotti stranieri, cambiando i paradigmi della guerra anti-nave ed anti-sottomarino. La serie, composta dai battelli Pietro Venuti e Romeo Romei, è stata consegnata tra il 2016 ed il 2017.

Figura 61: Battello della classe Todaro

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Minuto Manuel Moreno “U-212A – PUNTO DI SITUAZIONE E PROSPETTIVE OPERATIVE” Rivista Marittima Agosto 2013

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